giovedì 1 febbraio 2024

Agricoltori: Abbattuta statua a Bruxelles, c'è la foto ma per ora i media non lo scrivono

 

La tv ha dato la notizia, Repubblica e Corriere ancora non lo scrivono sul sito anche se il Corriere ha messo la foto.

Metto notizia e foto così intanto iniziamo a far girare la notizia che non potrà essere nascosta facilmente.

lunedì 29 gennaio 2024

Crosetto vuole cambiare l' art. 11 della Costituzione

 


Intervista del ministro della Difesa Guido Crosetto al quotidiano La Stampa, 29 gennaio 2024

"Altra cosa che va prevista è intervenire in Paesi lontani per difendere gli interessi nazionali"

Ma l' articolo 11 della Costituzione non prevede interventi militari per tutelare interessi nazionali, "consente limitazioni di sovranità " solo se "necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni".  Non ci sono altre deroghe "al ripudio della guerra"

L' espressione " interessi nazionali "può indicare anche interessi economici, ma i nostri interessi economici e la "giustizia tra le Nazioni" non sempre coincidono.

Ovviamente sappiamo che molti interventi militari italiani all' estero, attuali o del passato, avvengono per tutelare interessi economici particolari, italiani o di nostri alleati.

Ma sicuramente questo non può essere detto esplicitamente.

Prevedere interventi militari per tutelare interessi economici nazionali vuol dire cambiare l' art. 11 della Costituzione.

Crosetto voleva dire questo ? 

Articolo 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Marco

domenica 7 gennaio 2024

Armi italiane all' Ucraina. Il 10 gennaio primo voto alla Camera e al Senato


Nel comunicato del sito della Camera pubblicato di seguito dovrebbe essere svelato il percorso che, dopo il decreto legge n,200 del 21 dicembre 2023, concluderà l' iter legislativo che permetterà al governo italiano di inviare armi all' Ucraina per tutto il 2024 senza ripassare dal parlamento e mantenendo il segreto su tipo di armi e costi del materiale inviato.

Ci saranno due passaggi sia al Senato che alla Camera, ma la trasparenza del percorso è già discutibile e il dibattito, se sarà come l' anno precedente, sarà anch' esso poco glorioso.

Intanto il 10 gennaio Crosetto non andrà solo alla Camera ma secondo l' Ansa anche al Senato, però ufficialmente il voto al Senato sulle mozioni, che in pratica sarà l' atto di indirizzo NECESSARIO per il decreto legge n.200 e la sua conversione in legge, 

sarà comunicato solo il 9 gennaio dal Presidente del Senato La Russa dopo la riunione con i capogruppo del Senato.

La commissione difesa ed esteri del Senato inizierà il 9 gennaio ad esaminare il decreto per le armi all' Ucraina ed anche la modifica della legge 185/90 sulla cessione e transito delle armi dal territorio italiano.

I passaggi parlamentari del gennaio 2024 rischiano di arrivare sui media solo successivamente, come avvenne nel gennaio  2023. 

Ma visto l' importanza del tema,

sarà opportuno diffondere il più possibile le notizie sull' iter parlamentare dei prossimi giorni e settimane.

Marco

da Camera.it

 Nella Gazzetta ufficiale del 21 dicembre 2023 è stato pubblicato il decreto-legge n. 200 del 2023 che proroga fino al 31 dicembre 2024, previo atto di indirizzo delle Camere, l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorita' governative dell'Ucraina, di cui all'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, nei termini e con le modalita' ivi stabilite.

Il 19 dicembre 2023 il Ministro della difesa è stato audito dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica in ordine ai contenuti del cd. "Ottavo pacchetto" di invio di materiali ed equipaggiamenti militari all'Ucraina. Tale invio giunge sette mesi dopo il cd. "Settimo pacchetto" di aiuti militari, ovvero il decreto del Ministro della Difesa del 23 maggio 2023, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 31 maggio 2023, recante Autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorita' governative dell'Ucraina ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga per l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti miliari in favore dell'Autorita' governative dell'Ucraina).

Con il decreto-legge n. 185 del 2022 era stata infatti prorogata fino al 31 dicembre 2023 l'autorizzazione ad inviare, previo atto di indirizzo delle Camere, la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, in deroga alle disposizioni di cui alla legge n. 185 del 1990 e agli articoli 310 e 311 del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66. Tale autorizzazione era stata fornita, successivamente all'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina del 24 febbraio 2022 (XVIII legislatura), fino al 31 dicembre 2022, con il comma 1 dell'articolo 2-bis decreto legge n. 14 del 2022.  

Il 13 dicembre 2022 la Camera, in seguito alle comunicazioni del Ministro della Difesa ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge n. 185 del 2022, aveva approvato la risoluzione Serracchiani ed altri n. 6-00012, Richetti ed altri n. 6-00014,  Foti, Molinari, Cattaneo, Lupi ed altri n. 6-00016. Lo stesso giorno, il Senato ha approvato le proposte di risoluzione n. 2, n. 3 e n. 5 alle comunicazioni del Ministro della difesa sulla proroga dell'invio di armi all'Ucraina. Gli atti di indirizzo impegnano il Governo, fra l'altro, a proseguire il sostegno all'Ucraina.

giovedì 7 dicembre 2023

Petizione - L' Italia sostenga la richiesta di Guterres al Consiglio di Sicurezza ONU di pronunciarsi ufficialmente per un cessate il fuoco in Palestina.


Alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni,

Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
 
Ai segretari dei partiti di opposizione
Giuseppe Conte  e Elly Schlein
 
 
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invocato l' art.99 della Carta ONU per chiedere al Consiglio di Sicurezza dell' ONU di pronunciarsi a favore di un cessate il fuoco a Gaza.
 
La richiesta del Consiglio di Sicurezza, a differenza delle mozioni dell' Assemblea generale ONU, avrebbe valore vincolante.
 
Probabilmente una richiesta di cessate il fuoco da parte Consiglio di Sicurezza sarebbe bloccata dal veto degli Stati Uniti e Regno Unito, ma avrebbe ugualmente un' enorme importanza simbolica.
 
Noi con questa petizione
 
Chiediamo al governo italiano,
al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e
ai segretari dei partiti di opposizione, Elly Schlein e Giuseppe Conte
 
di sostenere la richiesta di Antonio Guterres,  sostegno che il commissario europeo agli Affari esteri Josep Borrell ha già assicurato,
e di pronunciarsi pubblicamente per una decisione del Consiglio di Sicurezza che accolga la richiesta del Segretario Generale ONU.
 
 
 

martedì 7 novembre 2023

Ma in Italia la lotta nonviolenta per Gaza è possibile !

 


L' azione di Hamas del 7 ottobre ha reso evidente anche la poca incisività che hanno avuto in Palestina le lotte nonviolente. Potremmo scrivere libri sulle esperienze di lotta nonviolenta in Palestina, ma in questi giorni è davvero difficile pensare a forme di lotta nonviolente in quel territorio martoriato.

Questo scetticismo mi pare anche di averlo letto nell' articolo di Mao Valpiana "La sconfitta della nonviolenza incompiuta.." e nell' intervista a Judith Butler di Giansandro Merli, pubblicati su il manifesto nei giorni passati.

 Yurii Sheliazhenko, pacifista nonviolento ucraino

E' possibile invece praticare forme di lotta nonviolente in altri luoghi per tentare di aiutare i palestinesi.

 Per esempio quello che fa Israele ha il consenso, fino a prova contraria, del governo italiano e di Ursula Von der Leyen ed anche l' opposizione italiana e parte della sinistra europea non hanno criticato apertamente l' operato di Netanyahu e del suo attuale governo.

L' appoggio di USA e di altri paesi occidentali non è un aiuto da poco per Israele e questo potremmo contestarlo con decisione con pratiche nonviolente, organizzate nel modo migliore possibile.

A Kiev, davanti alla statua di Gandhi, Yurii Sheliazhenko e la carovana pacifista italiana in Ucraina di Europe for Peace

 
Quindi, dato purtroppo che l' attuale crisi con scontri armati rischia di non finire presto, dovremmo organizzarci, al meglio che possiamo, per contestare l' aiuto italiano ed europeo alle operazioni militari di Israele. 

Non faccio neanche un accenno a come farlo o a parlare di Hamas. L' unico scopo di queste righe è affermare con forza che in Italia la lotta nonviolenta in aiuto ai palestinesi è possibile e, se fatta bene, potrebbe anche essere a loro utile.

Marco Palombo

lunedì 2 ottobre 2023

2 ottobre, giornata della nonviolenza: incoraggiamo la renitenza alla leva (tabù sui media) in Russia ed Ucraina

Il 2 ottobre, anniversario della nascita di M.Gandhi, è la giornata mondiale della nonviolenza

ed alcuni elementi di nonviolenza potrebbero essere decisivi per fermare il conflitto armato in corso tra Ucraina e Russia.

Questa guerra infatti è combattuta  da molti giovani russi e da molti giovani e meno giovani ucraini che non sono militari professionisti volontari o mercenari, ma sono obbligati dai loro governi a combattere una guerra sanguinosa, lunga ed inutile.

 Il fenomeno dei renitenti alla leva è molto diffuso in entrambi i paesi e, come ha scritto il 12 settembre Andrea Sceresini su il manifesto, è un tabù sui media occidentali, soprattutto per quanto riguarda i renitenti alla leva in Ucraina, al link 

https://ilmanifesto.it/gli-uomini-contro-dellucraina-quasi-200-000-i-disertori

La renitenza alla leva è in Ucraina un problema così grande e pericoloso per il governo di Zelensky che Yurii Sheliazhenko, attivista pacifista nonviolento, è processato ed accusato di essere filo russo e di non aver condannato o di aver giustificato l' invasione dell' Ucraina da parte dell' esercito di Mosca.

Sheliazhenko è un avvocato nonviolento impegnato da anni in collegamento con le reti nonviolente europee, ha scritto molto e in maniera inequivocabile. E' uno studioso della risoluzione nonviolenta dei conflitti e la sua difesa più evidente la rtroviamo in tutto quello che ha scritto a proposito della guerra in corso,

tanto che la tesi accusatoria sembra in difficoltà e l' udienza prevista il 21 settembre è stata rinviata, per l' assenza non annunciata dei PM, a domani 3 ottobre.

https://www.pressenza.com/it/2023/09/rinviata-ludienza-del-processo-a-yurii-sheliazhenko/

Vedremo cosa succederà martedì, ma dovremmo comunque intensificare le campagne internazionali in difesa di Yurii e di tutti gli obiettori alla leva.

Sappiamo benissimo che le motivazioni della quasi totalità dei renitenti alla leva non sono quelle di Yurii, la sua convinta ed approfondità attività di pacifista nonviolento e anche di studioso.

Ma la renitenza alla leva torna protagonista nella attuale guerra in Ucraina, ed è una parte fondamentale della cultura e della azione nonviolenta dei grandi maestri, soprattuto di Lev Tolstoi.


M.P.