martedì 22 dicembre 2020

Maltrattamenti ( recidivi ?) in Case di Riposo: oggi 22 dicembre, due denunce a Terracina ed Enna.

 


Nella foto un' immagine ripresa nel 2019 nella casa di Riposo Boccone del Povero a San Giuseppe Jato.

Oggi 22 dicembre, in attesa di un Natale diverso, arrivano due notizie brutte da Case di Riposo. In due  regioni italiane tra loro distanti e con gestioni molto diverse.

La prima denuncia arriva da Terracina, provincia di Latina. Una piccola casa di riposo privata, Villa Serena, gestita da una falsa Onlus di un signore che prima sembra facesse l' affittacamere ma che poi ha trovato una attività più redditizia.

Nel cartellone di seguito la Guardia di Finanza ha riportato alcune frasi intercettate da microspie nella struttura. " Ti metto il guinzaglio come a un cane !" Ha detto l' operatrice di origine rumena ad una anziana ospite.


Il secondo caso è avvenuto in Sicilia in una casa di Riposo gestita dall' ordine di suore Boccone del Povero, molto presente in Sicilia, terra del fondatore dell' omonimo ordine monastico maschile. La protagonista in questo caso è proprio una religiosa di origine filippine.

Ma oltre alla coincidenza di due denunce di maltrattamenti nello stesso giorno, per altro la settimana dopo un rapporto di Amnesty International critico verso la gestione delle Case di Riposo italiane durante l' epidemia Covid, 

 c' è una terza coincidenza che mi ha colpito.

In Sicilia nel 2019 era avvenuto un caso di maltrattamenti in un' altra casa di Riposo delle suore del Boccone del Povero, a San Giuseppe Jato. Le protagoniste questa volta non erano religiose, ma il magistrato, rinviando a giudizio le due operatrici, ha scritto che la dirigenza della Casa di Riposo era stata almeno poco attenta nel seguire la qualità dell' assistenza riservata alle anziane ospiti.

Ed anche a Terracina a inizio 2019 si era verificato un altro caso controverso. L' Agenzia Speciale del Comune di Terracina, che coordina le attività socio assistenziali, aveva revocato l' accreditamento a una Casa di Riposo, la Casa del Sorriso, che ospitava 11 anziani invece dei 9 autorizzati. Il Tar del Lazio della città di Latina aveva però in seguito annullato il provvedimento.

La Casa del Sorriso si trovava a un chilometro da Villa Serena sequestrata oggi, e dal web non risulta operare in questo momento, mentre Villa Serena, il cui titolare prima faceva l' affittacamere, ora stava lavorando in collaborazione con l' Agenzia Speciale di Terracina che gestisce tutte le attività socio sanitarie comunali.

Insomma i maltrattamenti nelle Case di Riposo non arrivano mai improvvisi, sono sempre il frutto di gestioni problematiche.

 Ed ora è diventato problematico, e letale, tutto il sistema residenziale per gli anziani.


M.P.


martedì 15 dicembre 2020

Veneto, residenze anziani: 1.400 decessi Covid in autunno, 600 a primavera

 


Veneto

Residenze per anziani


1.400 decessi Covid nella seconda ondata

600 decessi Covid nella prima ondata

 Le cifre precedenti sono contenute in un articolo del Corriere della Sera, cronaca veneta, la giornalista Martina Zambon  chiede a Zaia un giudizio su questo. Le ho scoperte casualmente ieri, e mi sono sembrate subito importanti. Probabilmente stanno emergendo lentamente in queste ore nella loro gravità, sono troppo eloquenti per passare inosservate. Lo spero, comunque tento di dare un piccolo contributo alla loro diffusione.

L’ articolo l’ ho rintracciato su un sito associativo di veterinari

https://www.sivempveneto.it/rsa-in-autunno-decessi-piu-che-raddoppiati-rispetto-alla-primavera-zaia-la-variabile-e-il-lockdown-crea-allarme-lescalation-dei-contagi-nelle-strutture-per-anziani/

Nella prima ondata si era parlato di strage silenziosa nelle RSA,

 e ricordo subito che le RSA sono un tipo di struttura residenziale per anziani che non comprende tutte le residenze assistite per anziani. Le RSA dovrebbero ospitare solo anziani non autosufficienti, mentre gli anziani autosufficienti ma con difficoltà a vivere soli possono essere ospitati in Case di Riposo dove l’ assistenza sanitaria è ridotta.

Nella prima ondata di epidemia un’ indagine dell’ ISS fornì una stima parziale dei decessi nelle sole RSA ed era relativa al periodo dal 24 marzo al  27 aprile.

L’ indagine riguardava anche altri aspetti dell’ assistenza e quanto ai decessi risultò che nelle RSA che avevano risposto, un terzo delle più di tremila interpellate, il 40% circa dei 9.000 decessi poteva essere ricondotto al Covid 19, anche se solo il 7% dei deceduti aveva fatto il tampone che certifica il contagio.

Ma, se la prima strage è stata silenziosa, in realtà l’ attenzione è iniziata a fine marzo e il silenzio in fondo è stato solo in questo mese, la seconda strage è tuttora invisibile agli occhi dei media ed anche agli occhi di tanti che cercano di informarsi indipendentemente dalle fonti ufficiali.

Nel sud Italia i deceduti nelle residenze per anziani si sono moltiplicati.

A primavera nell’ indagine ISS sulle RSA  solo 55 decessi sui 3.700 riconducibili al Covid erano avvenuti nelle 8 regioni meridionali. Basilicata e Abruzzo non avevano segnalato nell’ indagine ISS nessun decesso Covid nelle RSA, ma in autunno solo in queste due piccole regioni abbiamo saputo di 20 decessi Covid in una RSA di Avezzano, 9 in una residenza di Lanciano, 8 in casa di riposo privata di Marsicovetere, provincia di Potenza, più molte morti isolate in altre strutture.

E la strage nelle residenze meridionali non è emersa in queste ore, era visibile già ad ottobre.

Zaia, nell’ intervista che rivela il raddoppio dei decessi nelle strutture, azzarda anche alcune spiegazioni generali al peggioramento della situazione, questo sarebbe stato favorito dal mancato lockdown autunnale in Italia. Ma il Veneto in questi giorni è in difficoltà nel contenere l’ epidemia anche fuori dalle residenze per anziani ed è probabile che alcune cause siano locali, viste anche le cifre provinciali. Nel Veronese ad esempio 500 dei 1.000 decessi Covid totali sono relativi alle residenze per anziani.

E’ incredibile anche che il Veneto fino allo scoppio della pandemia non prevedesse nelle RSA la figura del direttore sanitario, figura presente in quasi tutta Italia. A Venezia hanno provveduto alla sua istituzione solo a giugno 2020, ma hanno dovuto prorogare i termini per adeguarsi alla nuova normativa perché le strutture non trovavano medici disposti ad accettare l’ incarico.

E’ complicato ricostruire il perché l’ Italia sia uno dei paesi al mondo con la mortalità più alta per la pandemia. Ma è sicuro che questo poco lusinghiero primato non dipende solo dall’ anzianità della popolazione italiana e dal caso.


Marco Palombo

lunedì 14 dicembre 2020

Vogliamo sapere i dati dei decessi con Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani

 


Nella primavera 2020, alcune settimane dopo lo scoppio in Italia dell’ epidemia di Covid-19, si è iniziato a parlare di strage silenziosa nelle strutture residenziali per anziani.

Una indagine dell’ Istituto Superiore di Sanità ha fornito alcuni dati parziali sull’ impatto dell’ epidemia nelle strutture, dati relativi alle sole RSA.

Su 9.000 decessi avvenuti prima del 27 aprile in 1.463 strutture (un terzo delle RSA interpellate), 100.000 ospiti, che avevano risposto al questionario inviato, circa il 40% potevano essere riconducibili al Covid-19, anche se solo il 7% aveva fatto il tampone che certifica la presenza del virus.

A proposito della seconda ondata non ci sono indagini nazionali ma alcuni dati parziali sono terribili, il peggiore in Veneto dove la seconda ondata di epidemia ha ucciso circa 1.400 ospiti di strutture per anziani mentre la prima aveva causato 600 vittime.

In generale la seconda ondata ha alcune caratteristiche diverse rispetto alla prima. Ci sono più contagiati, ma anche più tamponi e il contagio è più uniforme in tutto il territorio nazionale, mentre a primavera erano state colpite soprattutto la Lombardia e altre regioni del centro nord.

Ed anche nelle RSA e nelle strutture per anziani le cose sono andate in modo diverso. Sono stati effettuati moltissimi tamponi, il contagio è stato presente in più strutture mentre il numero dei decessi è assolutamente ignoto. Ci sono stati meno casi clamorosi, per numero di vittime e situazioni drammatiche, ma una nuova strage è avvenuta, sicuramente alcune migliaia di vittime, e questa volta il silenzio è stato addirittura maggiore che durante la prima ondata.

Inoltre i decessi avvenuti nelle strutture residenziali del Sud si sono moltiplicati. L’ indagine ISS citata prima attribuiva al sud Italia solo 55 decessi riconducibili al Covid 19 su circa 3.700 totali in Italia. A primavera le strutture di Basilicata e Abruzzo addirittura non registravano deceduti sospetti Covid 19, ma in questo autunno nelle due regioni sono stati registrati 20 morti per Covid 19 in una RSA di Avezzano, 8 in una casa di riposo a Marsicovetere, 9 in una RSA a Lanciano, oltre a decessi isolati in molte altre strutture.

Ogni giorno siamo sommersi da numeri relativi all’ epidemia, allora è giusto sapere anche quanti decessi ci sono in Italia nelle residenze per anziani ed elaborare questa stima è un passo necessario, anche se non sufficiente, per impedirli. Non è impossibile avere la statistica, per organizzare la vaccinazione il commissario Arcuri ha chiesto ad ogni provincia di fornire entro pochi giorni i dati delle strutture per anziani e il numero dei loro ospiti. E' evidente che in poche settimane sarebbe possibile anche censire completamente i contagi e i decessi con Covid 19 delle stesse.


Marco Palombo

mercoledì 9 dicembre 2020

L' Italia ospiterà, grazie a Von der Leyen, il prossimo Global Health Summit. Ma non c'entra niente con il G20 e non esistono precedenti

 


Il 20 e 21 maggio l' Italia ospiterà il prossimo Global Health Summit, l' edizione del 2021 viene scritto. L' evento viene presentato come facente parte del G20 che si svolgerà in Italia nel 2021, ma il summit dei ministri della salute dei paesi G20 si svolgerà invece a settembre. Non esistono, almeno sui motori di ricerca, edizioni precedenti del Global Health Summit, mentre usando queste tre parole chiave troviamo immediatamente il World Health Summit, un evento annuale che dal 2009 si svolge a Berlino ed è patrocinato da Germania, Francia e istituzioni accademiche.

Questo è quanto ho capito facendo delle ricerche e sarò grato a chi mi fornirà ulteriori informazioni. Fino a quel momento rimarrò convinto che Ursula Von der Leyen e Giuseppe Conte ci stiano prendendo in giro. Anche la Reuters e Avvenire hanno collegato l' evento Global Health Summit di maggio al G20, ma non sembra proprio esserci alcun legame, se non il fatto che entrambi sono organizzati, e sicuramente anche un po' pagati, da noi.


Marco Palombo

domenica 6 dicembre 2020

All Food SPA di Terni (foto con il sindaco umbro) gestisce la RSA Monte Buono dove una bara è stata collocata tra sacchi di immondizia

 


In una RSA di Monte Buono, provincia di Rieti, i parenti di una anziana deceduta per Covid hanno trovato la bara della donna tra i sacchi della immondizia. La vicenda è uscita su alcuni siti di quotidiani nazionali, Repubblica, Fattoquotidiano, Il Messaggero. Avrebbe meritato sicuramente molto più risalto, ma nessuno comunque ha scritto il nome della proprietà della struttura di Monte Buono.

Nel sito della residenza per anziani è presente solo il nome del legale rappresentante, Giuliano Gilocchi, che risulta anche essere presidente della All Food Spa di Terni, attiva nella ristorazione collettiva. Sul sito della impresa umbra ho poi trovato la conferma. La residenza Monte Buono è elencata tra le attività del gruppo.

Perchè è importante scrivere chi gestisce le strutture dove si verificano episodi discutibili, talvolta vergognosi, e la loro frequentazione della politica locale e nazionale

Il “considerare l’ anziano come una merce qualsiasi” è il responsabile di un episodio che ritengo vergognoso e di conseguenza è giusto e importante indicare la proprietà della struttura. Questo va fatto non per giustizialismo sanitario, ma per denunciare il principale colpevole della strage silenziosa che sta avvenendo nelle residenza per anziani in Italia: Il gestire persone molto fragili al solo scopo di guadagnare.

La Lega denunciava nel 2016 la vicinanza dell' azienda a Leopoldo di Girolamo, sindaco di Terni dal 2009 al 2018. Di Girolamo e Katiuscia Marini, governatrice della regione Umbria, negli anni successivi alla foto sono stati costretti alle dimissioni da vicende diverse. Dissesto finanziario del comune e inchieste giudiziarie per Di Girolamo, assolto un mese fa in una vecchia inchiesta, mentre la Marini si è dimessa dopo essere stata scaricata da Zingaretti dopo l’ intercettazione di una colloquio in cui parlava della nomina di un primario in modo non previsto dalle sue competenze istituzionali.

https://www.facebook.com/659658700838023/posts/d41d8cd9/713465038790722/



Ecco qua l'allegra brigata.......
Da sinistra, Leopoldo di Girolamo, Massimo Piacenti, (amministratore delegato All Foods) Catiuscia Marini, Gianluca Rossi (Senatore PD) ed infine Giuliano Gilocchi (Presidente All Foods).
Signori visto e considerato che All Foods ha finanziato la campagna elettorale del sindaco Di Girolamo, non sarà che il nostro Sindaco per ricambiare il "piacere" ha deciso di esternalizzare le mense.......?
VOI CHE DITE?

La vicinanza tra i gestori privati o del terzo settore delle residenze socio sanitarie e il mondo politico locale e nazionale, di centro destra e di centro sinistra, è un altro grande ostacolo alla correzione del percorso disastroso che hanno fatto le residenze in questi anni e che nella pandemia ha causato migliaia di morti evitabili.

Ecco perchè è giusto citare All Food di Terni e la foto dei suoi massimi esponenti con i politici che governavano la loro Regione e il loro comune.


Marco Palombo

martedì 1 dicembre 2020

RSA, il caso del consorzio KCS: 3 arresti a Pescia per maltrattamenti, 39 morti a Legnano, oggi sciopero a La Spezia...

 


Oggi a La Spezia c’è uno sciopero alla RSA Mazzini, la vicenda non è molto chiara da capire ad una prima e superficiale lettura. Nella “seconda ondata” ci sono stati dei contagi, sembra che gli ospiti siano stati tutti contagiati, e morti di Covid. Ci sono state denunce dei lavoratori per negligenze della cooperativa KCS che gestisce in questo momento la struttura. E la struttura è ora un centro Covid e non offrirebbe più ospitalità a 100 utenti della zona.

http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Attualita/Rsa-Mazzini-tempo-scaduto-I-sindacati-annunciano-Sciopero-il-1-dicembre-324299.aspx

Le mancanze dei gestori sarebbero assai gravi, almeno alla lettura di questo articolo

https://www.open.onlin

e/2020/11/03/caso-rsa-la-spezia-coronavirus-disastro-annunciato/

Ma leggendo le cronache di La Spezia sulla vicenda, il nome del consorzio KCS mi ha ricordato il caso di Pescia su cui avevo scritto su un mio blog:

http://lecorvettedellelba.blogspot.com/2020/09/un-caso-da-manuale-tre-arresti-per.html

Un caso da manuale: tre arresti per maltrattamenti in una RSA di Pescia, quando l' anziano è una merce tra altre

Tre operatrici agli arresti domiciliari per maltrattamenti ad anziani di una struttura pubblica gestita però dal Consorzio KCS

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/09/02/maltrattamenti-in-rsa-a-pescia-arrestate-3-operatrici_903184e1-3503-4a8d-934f-18edf89ce371.html

Avevo visto che la RSA era gestita dalla KCS e mi aveva colpito come il  sito del consorzio KCS considerasse l’ assistenza all’ anziano una attività economica pari alla fornitura di attrezzature, alla vendita di mobili, alla distribuzione di pasti.

Anche in questo caso la KCS, “sedicente” cooperativa, in realtà un insieme di aziende dove l’ anziano è una merce come un’ altra, gestiva una struttura di proprietà pubblica.

Ma oggi, andando a rivedere il sito della KCS, ho visto che la stessa gestisce anche la struttura " Il bosco in città " a Brugherio e la RSA Accorsi a Legnano, dove si sono verificati altri episodi finiti sotto i riflettori dei media

A Brugherio, 5 morti e la denuncia dei familiari “ gli operatori sono scappati”

https://www.monzatoday.it/attualita/coronavirus/brugherio--bosco-in-citta-rsa.html

La Cub Sanità aveva poi risposto alla denuncia dei parenti ricordando che quasi tutti gli operatori in malattia erano stati contagiati dal Covid.

https://www.monzatoday.it/cronaca/brugherio-rsa-replica-cub.html

Ma la prima struttura gestita dalla KCS ad aver avuto grossi problemi è stata la RSA Accorsi a Legnano, dove a marzo sono morti 39 ospiti e sono stati rimossi subito i dirigenti della struttura.

https://www.malpensa24.it/rimossi-i-direttori-della-rsa-accorsi-di-legnano/

Queste coincidenze meritano una segnalazione immediata e un approfondimento di inchiesta. Non sono un giornalista, sono un attivista nonviolento che lavora nell’ assistenza agli anziani. E quindi segnalo subito la cosa, pur scritta velocemente. E questa volta spero davvero di non essere solo nella denuncia, sto partecipando alle iniziative del Comitato nazionale familiari RSA e RSD e Cub sanità proprio per questo.

https://www.facebook.com/groups/1028954934198359

Marco Palombo