martedì 22 dicembre 2020

Maltrattamenti ( recidivi ?) in Case di Riposo: oggi 22 dicembre, due denunce a Terracina ed Enna.

 


Nella foto un' immagine ripresa nel 2019 nella casa di Riposo Boccone del Povero a San Giuseppe Jato.

Oggi 22 dicembre, in attesa di un Natale diverso, arrivano due notizie brutte da Case di Riposo. In due  regioni italiane tra loro distanti e con gestioni molto diverse.

La prima denuncia arriva da Terracina, provincia di Latina. Una piccola casa di riposo privata, Villa Serena, gestita da una falsa Onlus di un signore che prima sembra facesse l' affittacamere ma che poi ha trovato una attività più redditizia.

Nel cartellone di seguito la Guardia di Finanza ha riportato alcune frasi intercettate da microspie nella struttura. " Ti metto il guinzaglio come a un cane !" Ha detto l' operatrice di origine rumena ad una anziana ospite.


Il secondo caso è avvenuto in Sicilia in una casa di Riposo gestita dall' ordine di suore Boccone del Povero, molto presente in Sicilia, terra del fondatore dell' omonimo ordine monastico maschile. La protagonista in questo caso è proprio una religiosa di origine filippine.

Ma oltre alla coincidenza di due denunce di maltrattamenti nello stesso giorno, per altro la settimana dopo un rapporto di Amnesty International critico verso la gestione delle Case di Riposo italiane durante l' epidemia Covid, 

 c' è una terza coincidenza che mi ha colpito.

In Sicilia nel 2019 era avvenuto un caso di maltrattamenti in un' altra casa di Riposo delle suore del Boccone del Povero, a San Giuseppe Jato. Le protagoniste questa volta non erano religiose, ma il magistrato, rinviando a giudizio le due operatrici, ha scritto che la dirigenza della Casa di Riposo era stata almeno poco attenta nel seguire la qualità dell' assistenza riservata alle anziane ospiti.

Ed anche a Terracina a inizio 2019 si era verificato un altro caso controverso. L' Agenzia Speciale del Comune di Terracina, che coordina le attività socio assistenziali, aveva revocato l' accreditamento a una Casa di Riposo, la Casa del Sorriso, che ospitava 11 anziani invece dei 9 autorizzati. Il Tar del Lazio della città di Latina aveva però in seguito annullato il provvedimento.

La Casa del Sorriso si trovava a un chilometro da Villa Serena sequestrata oggi, e dal web non risulta operare in questo momento, mentre Villa Serena, il cui titolare prima faceva l' affittacamere, ora stava lavorando in collaborazione con l' Agenzia Speciale di Terracina che gestisce tutte le attività socio sanitarie comunali.

Insomma i maltrattamenti nelle Case di Riposo non arrivano mai improvvisi, sono sempre il frutto di gestioni problematiche.

 Ed ora è diventato problematico, e letale, tutto il sistema residenziale per gli anziani.


M.P.


martedì 15 dicembre 2020

Veneto, residenze anziani: 1.400 decessi Covid in autunno, 600 a primavera

 


Veneto

Residenze per anziani


1.400 decessi Covid nella seconda ondata

600 decessi Covid nella prima ondata

 Le cifre precedenti sono contenute in un articolo del Corriere della Sera, cronaca veneta, la giornalista Martina Zambon  chiede a Zaia un giudizio su questo. Le ho scoperte casualmente ieri, e mi sono sembrate subito importanti. Probabilmente stanno emergendo lentamente in queste ore nella loro gravità, sono troppo eloquenti per passare inosservate. Lo spero, comunque tento di dare un piccolo contributo alla loro diffusione.

L’ articolo l’ ho rintracciato su un sito associativo di veterinari

https://www.sivempveneto.it/rsa-in-autunno-decessi-piu-che-raddoppiati-rispetto-alla-primavera-zaia-la-variabile-e-il-lockdown-crea-allarme-lescalation-dei-contagi-nelle-strutture-per-anziani/

Nella prima ondata si era parlato di strage silenziosa nelle RSA,

 e ricordo subito che le RSA sono un tipo di struttura residenziale per anziani che non comprende tutte le residenze assistite per anziani. Le RSA dovrebbero ospitare solo anziani non autosufficienti, mentre gli anziani autosufficienti ma con difficoltà a vivere soli possono essere ospitati in Case di Riposo dove l’ assistenza sanitaria è ridotta.

Nella prima ondata di epidemia un’ indagine dell’ ISS fornì una stima parziale dei decessi nelle sole RSA ed era relativa al periodo dal 24 marzo al  27 aprile.

L’ indagine riguardava anche altri aspetti dell’ assistenza e quanto ai decessi risultò che nelle RSA che avevano risposto, un terzo delle più di tremila interpellate, il 40% circa dei 9.000 decessi poteva essere ricondotto al Covid 19, anche se solo il 7% dei deceduti aveva fatto il tampone che certifica il contagio.

Ma, se la prima strage è stata silenziosa, in realtà l’ attenzione è iniziata a fine marzo e il silenzio in fondo è stato solo in questo mese, la seconda strage è tuttora invisibile agli occhi dei media ed anche agli occhi di tanti che cercano di informarsi indipendentemente dalle fonti ufficiali.

Nel sud Italia i deceduti nelle residenze per anziani si sono moltiplicati.

A primavera nell’ indagine ISS sulle RSA  solo 55 decessi sui 3.700 riconducibili al Covid erano avvenuti nelle 8 regioni meridionali. Basilicata e Abruzzo non avevano segnalato nell’ indagine ISS nessun decesso Covid nelle RSA, ma in autunno solo in queste due piccole regioni abbiamo saputo di 20 decessi Covid in una RSA di Avezzano, 9 in una residenza di Lanciano, 8 in casa di riposo privata di Marsicovetere, provincia di Potenza, più molte morti isolate in altre strutture.

E la strage nelle residenze meridionali non è emersa in queste ore, era visibile già ad ottobre.

Zaia, nell’ intervista che rivela il raddoppio dei decessi nelle strutture, azzarda anche alcune spiegazioni generali al peggioramento della situazione, questo sarebbe stato favorito dal mancato lockdown autunnale in Italia. Ma il Veneto in questi giorni è in difficoltà nel contenere l’ epidemia anche fuori dalle residenze per anziani ed è probabile che alcune cause siano locali, viste anche le cifre provinciali. Nel Veronese ad esempio 500 dei 1.000 decessi Covid totali sono relativi alle residenze per anziani.

E’ incredibile anche che il Veneto fino allo scoppio della pandemia non prevedesse nelle RSA la figura del direttore sanitario, figura presente in quasi tutta Italia. A Venezia hanno provveduto alla sua istituzione solo a giugno 2020, ma hanno dovuto prorogare i termini per adeguarsi alla nuova normativa perché le strutture non trovavano medici disposti ad accettare l’ incarico.

E’ complicato ricostruire il perché l’ Italia sia uno dei paesi al mondo con la mortalità più alta per la pandemia. Ma è sicuro che questo poco lusinghiero primato non dipende solo dall’ anzianità della popolazione italiana e dal caso.


Marco Palombo

lunedì 14 dicembre 2020

Vogliamo sapere i dati dei decessi con Covid-19 nelle strutture residenziali per anziani

 


Nella primavera 2020, alcune settimane dopo lo scoppio in Italia dell’ epidemia di Covid-19, si è iniziato a parlare di strage silenziosa nelle strutture residenziali per anziani.

Una indagine dell’ Istituto Superiore di Sanità ha fornito alcuni dati parziali sull’ impatto dell’ epidemia nelle strutture, dati relativi alle sole RSA.

Su 9.000 decessi avvenuti prima del 27 aprile in 1.463 strutture (un terzo delle RSA interpellate), 100.000 ospiti, che avevano risposto al questionario inviato, circa il 40% potevano essere riconducibili al Covid-19, anche se solo il 7% aveva fatto il tampone che certifica la presenza del virus.

A proposito della seconda ondata non ci sono indagini nazionali ma alcuni dati parziali sono terribili, il peggiore in Veneto dove la seconda ondata di epidemia ha ucciso circa 1.400 ospiti di strutture per anziani mentre la prima aveva causato 600 vittime.

In generale la seconda ondata ha alcune caratteristiche diverse rispetto alla prima. Ci sono più contagiati, ma anche più tamponi e il contagio è più uniforme in tutto il territorio nazionale, mentre a primavera erano state colpite soprattutto la Lombardia e altre regioni del centro nord.

Ed anche nelle RSA e nelle strutture per anziani le cose sono andate in modo diverso. Sono stati effettuati moltissimi tamponi, il contagio è stato presente in più strutture mentre il numero dei decessi è assolutamente ignoto. Ci sono stati meno casi clamorosi, per numero di vittime e situazioni drammatiche, ma una nuova strage è avvenuta, sicuramente alcune migliaia di vittime, e questa volta il silenzio è stato addirittura maggiore che durante la prima ondata.

Inoltre i decessi avvenuti nelle strutture residenziali del Sud si sono moltiplicati. L’ indagine ISS citata prima attribuiva al sud Italia solo 55 decessi riconducibili al Covid 19 su circa 3.700 totali in Italia. A primavera le strutture di Basilicata e Abruzzo addirittura non registravano deceduti sospetti Covid 19, ma in questo autunno nelle due regioni sono stati registrati 20 morti per Covid 19 in una RSA di Avezzano, 8 in una casa di riposo a Marsicovetere, 9 in una RSA a Lanciano, oltre a decessi isolati in molte altre strutture.

Ogni giorno siamo sommersi da numeri relativi all’ epidemia, allora è giusto sapere anche quanti decessi ci sono in Italia nelle residenze per anziani ed elaborare questa stima è un passo necessario, anche se non sufficiente, per impedirli. Non è impossibile avere la statistica, per organizzare la vaccinazione il commissario Arcuri ha chiesto ad ogni provincia di fornire entro pochi giorni i dati delle strutture per anziani e il numero dei loro ospiti. E' evidente che in poche settimane sarebbe possibile anche censire completamente i contagi e i decessi con Covid 19 delle stesse.


Marco Palombo

mercoledì 9 dicembre 2020

L' Italia ospiterà, grazie a Von der Leyen, il prossimo Global Health Summit. Ma non c'entra niente con il G20 e non esistono precedenti

 


Il 20 e 21 maggio l' Italia ospiterà il prossimo Global Health Summit, l' edizione del 2021 viene scritto. L' evento viene presentato come facente parte del G20 che si svolgerà in Italia nel 2021, ma il summit dei ministri della salute dei paesi G20 si svolgerà invece a settembre. Non esistono, almeno sui motori di ricerca, edizioni precedenti del Global Health Summit, mentre usando queste tre parole chiave troviamo immediatamente il World Health Summit, un evento annuale che dal 2009 si svolge a Berlino ed è patrocinato da Germania, Francia e istituzioni accademiche.

Questo è quanto ho capito facendo delle ricerche e sarò grato a chi mi fornirà ulteriori informazioni. Fino a quel momento rimarrò convinto che Ursula Von der Leyen e Giuseppe Conte ci stiano prendendo in giro. Anche la Reuters e Avvenire hanno collegato l' evento Global Health Summit di maggio al G20, ma non sembra proprio esserci alcun legame, se non il fatto che entrambi sono organizzati, e sicuramente anche un po' pagati, da noi.


Marco Palombo

domenica 6 dicembre 2020

All Food SPA di Terni (foto con il sindaco umbro) gestisce la RSA Monte Buono dove una bara è stata collocata tra sacchi di immondizia

 


In una RSA di Monte Buono, provincia di Rieti, i parenti di una anziana deceduta per Covid hanno trovato la bara della donna tra i sacchi della immondizia. La vicenda è uscita su alcuni siti di quotidiani nazionali, Repubblica, Fattoquotidiano, Il Messaggero. Avrebbe meritato sicuramente molto più risalto, ma nessuno comunque ha scritto il nome della proprietà della struttura di Monte Buono.

Nel sito della residenza per anziani è presente solo il nome del legale rappresentante, Giuliano Gilocchi, che risulta anche essere presidente della All Food Spa di Terni, attiva nella ristorazione collettiva. Sul sito della impresa umbra ho poi trovato la conferma. La residenza Monte Buono è elencata tra le attività del gruppo.

Perchè è importante scrivere chi gestisce le strutture dove si verificano episodi discutibili, talvolta vergognosi, e la loro frequentazione della politica locale e nazionale

Il “considerare l’ anziano come una merce qualsiasi” è il responsabile di un episodio che ritengo vergognoso e di conseguenza è giusto e importante indicare la proprietà della struttura. Questo va fatto non per giustizialismo sanitario, ma per denunciare il principale colpevole della strage silenziosa che sta avvenendo nelle residenza per anziani in Italia: Il gestire persone molto fragili al solo scopo di guadagnare.

La Lega denunciava nel 2016 la vicinanza dell' azienda a Leopoldo di Girolamo, sindaco di Terni dal 2009 al 2018. Di Girolamo e Katiuscia Marini, governatrice della regione Umbria, negli anni successivi alla foto sono stati costretti alle dimissioni da vicende diverse. Dissesto finanziario del comune e inchieste giudiziarie per Di Girolamo, assolto un mese fa in una vecchia inchiesta, mentre la Marini si è dimessa dopo essere stata scaricata da Zingaretti dopo l’ intercettazione di una colloquio in cui parlava della nomina di un primario in modo non previsto dalle sue competenze istituzionali.

https://www.facebook.com/659658700838023/posts/d41d8cd9/713465038790722/



Ecco qua l'allegra brigata.......
Da sinistra, Leopoldo di Girolamo, Massimo Piacenti, (amministratore delegato All Foods) Catiuscia Marini, Gianluca Rossi (Senatore PD) ed infine Giuliano Gilocchi (Presidente All Foods).
Signori visto e considerato che All Foods ha finanziato la campagna elettorale del sindaco Di Girolamo, non sarà che il nostro Sindaco per ricambiare il "piacere" ha deciso di esternalizzare le mense.......?
VOI CHE DITE?

La vicinanza tra i gestori privati o del terzo settore delle residenze socio sanitarie e il mondo politico locale e nazionale, di centro destra e di centro sinistra, è un altro grande ostacolo alla correzione del percorso disastroso che hanno fatto le residenze in questi anni e che nella pandemia ha causato migliaia di morti evitabili.

Ecco perchè è giusto citare All Food di Terni e la foto dei suoi massimi esponenti con i politici che governavano la loro Regione e il loro comune.


Marco Palombo

martedì 1 dicembre 2020

RSA, il caso del consorzio KCS: 3 arresti a Pescia per maltrattamenti, 39 morti a Legnano, oggi sciopero a La Spezia...

 


Oggi a La Spezia c’è uno sciopero alla RSA Mazzini, la vicenda non è molto chiara da capire ad una prima e superficiale lettura. Nella “seconda ondata” ci sono stati dei contagi, sembra che gli ospiti siano stati tutti contagiati, e morti di Covid. Ci sono state denunce dei lavoratori per negligenze della cooperativa KCS che gestisce in questo momento la struttura. E la struttura è ora un centro Covid e non offrirebbe più ospitalità a 100 utenti della zona.

http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Attualita/Rsa-Mazzini-tempo-scaduto-I-sindacati-annunciano-Sciopero-il-1-dicembre-324299.aspx

Le mancanze dei gestori sarebbero assai gravi, almeno alla lettura di questo articolo

https://www.open.onlin

e/2020/11/03/caso-rsa-la-spezia-coronavirus-disastro-annunciato/

Ma leggendo le cronache di La Spezia sulla vicenda, il nome del consorzio KCS mi ha ricordato il caso di Pescia su cui avevo scritto su un mio blog:

http://lecorvettedellelba.blogspot.com/2020/09/un-caso-da-manuale-tre-arresti-per.html

Un caso da manuale: tre arresti per maltrattamenti in una RSA di Pescia, quando l' anziano è una merce tra altre

Tre operatrici agli arresti domiciliari per maltrattamenti ad anziani di una struttura pubblica gestita però dal Consorzio KCS

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/09/02/maltrattamenti-in-rsa-a-pescia-arrestate-3-operatrici_903184e1-3503-4a8d-934f-18edf89ce371.html

Avevo visto che la RSA era gestita dalla KCS e mi aveva colpito come il  sito del consorzio KCS considerasse l’ assistenza all’ anziano una attività economica pari alla fornitura di attrezzature, alla vendita di mobili, alla distribuzione di pasti.

Anche in questo caso la KCS, “sedicente” cooperativa, in realtà un insieme di aziende dove l’ anziano è una merce come un’ altra, gestiva una struttura di proprietà pubblica.

Ma oggi, andando a rivedere il sito della KCS, ho visto che la stessa gestisce anche la struttura " Il bosco in città " a Brugherio e la RSA Accorsi a Legnano, dove si sono verificati altri episodi finiti sotto i riflettori dei media

A Brugherio, 5 morti e la denuncia dei familiari “ gli operatori sono scappati”

https://www.monzatoday.it/attualita/coronavirus/brugherio--bosco-in-citta-rsa.html

La Cub Sanità aveva poi risposto alla denuncia dei parenti ricordando che quasi tutti gli operatori in malattia erano stati contagiati dal Covid.

https://www.monzatoday.it/cronaca/brugherio-rsa-replica-cub.html

Ma la prima struttura gestita dalla KCS ad aver avuto grossi problemi è stata la RSA Accorsi a Legnano, dove a marzo sono morti 39 ospiti e sono stati rimossi subito i dirigenti della struttura.

https://www.malpensa24.it/rimossi-i-direttori-della-rsa-accorsi-di-legnano/

Queste coincidenze meritano una segnalazione immediata e un approfondimento di inchiesta. Non sono un giornalista, sono un attivista nonviolento che lavora nell’ assistenza agli anziani. E quindi segnalo subito la cosa, pur scritta velocemente. E questa volta spero davvero di non essere solo nella denuncia, sto partecipando alle iniziative del Comitato nazionale familiari RSA e RSD e Cub sanità proprio per questo.

https://www.facebook.com/groups/1028954934198359

Marco Palombo

 

 

lunedì 23 novembre 2020

Conflitto di interessi-La Confindustria della sanità religiosa presenta piano per le RSA a Commissione Ministeriale di Monsignor Paglia

 


Aris ed UNEBA, due grandi associazioni che organizzano Istituti socio sanitari, hanno presentato una proposta di riforma delle RSA alla Commissione ministeriale presieduta da Monsignor Paglia.

Aris ha tra i propri associati anche il Policlinico Gemelli, l' IDI, le grandi strutture Don Guanella. Dichiara che lavorano nelle associate circa 50.000 operatori. Possiamo definirla la Confindustria della sanità cattolica, e a chi presenta la propria proposta ? A Monsignor Paglia, alto esponente della Santa Sede e presidente della Commissione ministeriale sulla riforma della assistenza agli anziani.                   

Il conflitto di interessi è palese, il fatturato degli istituti religiosi nell' assistenza agli anziani è enorme, può decidere un esponente della Santa Sede come operare per riformare l' assistenza agli anziani ? E' come affidare a Fedele Confalonieri, amministratore di Mediaset, il percorso di una riforma nel settore delle televisioni.

La commissione Paglia tra l' altro ha sedici componenti e tra questi non ci sono esperti di neurologia, psichiatria, psicologia ma poetesse, registe e scrittrici.

Un conflitto di interesse di queste dimensioni non può passare inosservato sui media. Segnalo la semplice notizia, senza troppe parole, i commenti credo che dovrebbero arrivare automaticamente e in modo visibile, a me la cosa pare grave.

M.P.

giovedì 19 novembre 2020

Covid-19-RSA, una strage nel silenzio anche nella seconda ondata, romperlo salverebbe vite

 

STRAGE – Spesso mi sono interessato, per pochissimi anni anche quotidianamente, alle guerre. Quando si verificavano episodi con decine di vittime l' avvenimento era definito una strage. E' appropriato quindi parlare di strage nelle RSA anche in questa seconda ondata. Non esistono statistiche nazionali, ma alcuni dati regionali sono eloquenti. Almeno 150 decessi nelle residenze in Emilia Romagna, almeno 120 in Toscana.


LA STRAGE DI MARZO FU DIMEZZATA DALLA ROTTURA DEL SILENZIO – A primavera le morti nelle strutture residenziali toccarono il loro picco nella seconda metà di marzo. A fine mese esplose la denuncia di familiari e media per la situazione nelle RSA. I dati di aprile segnarono subito una diminuzione sensibile dei decessi nelle RSA mentre i decessi totali rimasero nella sostanza costanti.


SECONDA ONDATA, CENTINAIA DI MORTI NELLE RSA, ORA SONO INVISIBILI SUI MEDIA – In questa seconda ondata i decessi nelle strutture, RSA e altre tipologie, sono già centinaia, e sono avvenuti in decine e decine di strutture. Ma la momento la cosa passa nel silenzio e la mancanza di attenzione dell' opinione pubblica aggrava indirettamente la situazione.


AL SUD NELLA SECONDA ONDATA I DECESSI NELLE STRUTTURE SI SONO MOLTIPLICATI RISPETTO A PRIMAVERA – L' unica statistica nazionale sulle residenze e il Covid-19 è stata pubblicata dall' ISS a giugno, ed è relativa al periodo febbraio-marzo-aprile 2020. Nella tabella riassuntiva sono censite circa 3700 morti probabilmente con Covid-19, i tamponi a primavera erano rarissimi, e di queste 55 erano relative alle regioni meridionali. Ora i decessi al sud sono sicuramente già superiori a 100. Da una mia mini-ricerca sul web a metà ottobre risultavano 50 decessi nelle strutture del Sud e 120 nelle strutture del Nord.


La percentuale del Sud è quindi esplosa, a primavera 50 su 3700 totali, a ottobre già 50 su 170 totali. Una percentuale venti volte superiore.


IN ALCUNE REGIONI, COME FRIULI ED EMILIA, NELLA SECONDA ONDATA I DECESSI NELLE RSA POTREBBERO SUPERARE IN PROPORZIONE QUELLI DELLA PRIMA- Un assessore dell' Emilia Romagna ha riportato in commissione regionale che i decessi nelle RSA sono ora il 24,9% dei decessi totali. Secondo il sito bolognese ZIC nella prima ondata erano stati il 9%. Mentre in Friuli un assessore si è rallegrato che i decessi nelle RSA fossero solo 29 e minori di quelli avvenuti a primavera, ma con un calcolo grossolano si ricava che nella seconda ondata i decessi potrebbero essere il 38% dei decessi totali mentre a primavera erano stati il 31%. Si tratta di due esempi isolati che non dimostrano niente ma che dovrebbero indurre gli osservatori a verificare con precisione quanto sia fondata questa ipotesi.


CONCLUSIONE FINALE- Ho riportato solo alcuni indizi, ma molto preoccupanti, che fanno presumere una nuova grave strage nelle strutture residenziali italiane. E' un allarme prematuro ? No, l' attenzione dell' opinione pubblica e degli osservatori ha ridotto la strage di primavera, una maggiore attenzione ora salverebbe vite.


Marco Palombo

martedì 10 novembre 2020

RSA- Venerdì 13 novembre, al Ministero delle Salute presidio di familiari e operatori


Venerdì 13 novembre è annunciato un presidio di familiari di ospiti delle RSA e operatori sanitari nei pressi del Ministero della salute. I dettagli della manifestazione statica e delle rivendicazioni saranno illustrati nel comunicato che uscirà entro poche ore. Voglio subito evidenziare tre tematiche fondamentali per fronteggiare le conseguenze disastrose della pandemia nelle strutture per anziani e disabili.

 1)Gli anziani nelle RSA sono isolati, nella sostanza, da inizio marzo. 

 Le visite nelle strutture residenziali sono limitate nel tempo e nei modi. Questo per tutta Italia, ma è ogni singola direzione sanitaria che stabilisce quando queste visite con vincoli possono avvenire e in molte strutture non sono state quasi mai possibili neanche le visite con molti vincoli, di tempo e separazioni tra parenti e anziani, autorizzate dal Ministero della Salute. Il problema quindi non è essere prudenti ora in una fase acuta della seconda ondata di pandemia. Quello che è inaccettabile è che gli anziani siano isolati per mesi. Ora a inizio novembre, da ben otto mesi. Sono stati festeggiati compleanni con incontri brevissimi e supervigilati, in mesi nei quali non è stato fatto niente per prevenire la seconda ondata, siamo stati travolti da discussioni inutili su temi insignificanti, e milioni di italiani hanno viaggiato in lungo e largo per le loro vacanze. 

 2) Nella seconda ondata già più di 200 decessi per Covid 19 nelle strutture per anziani. Occorrono subito dati precisi su contagi e decessi.

 Più di 200 sono i decessi che ho messo insieme in poche ore di ricerca sul web. saranno quindi molti di più. E' necessario un monitoraggio completo della situazione nelle RSA e nelle Case di Riposo in questa seconda ondata di Covid. L' unica indagine conoscitiva è stata effettuata tra il 24 marzo e il 27 aprile, ha riguardato solo una parte delle RSA, che sono a loro volta solo una parte delle residenze sociosanitarie per anziani e disabili. Nonostante questi limiti, l' indagine ha in sostanza fermato immediatamente la strage silenziosa di marzo, che già da aprile risultava molto ridotta, immediatamente dimezzata e poi azzerata. Una indagine completa su contagi e decessi subito, eviterebbe sicuramente centinaia di decessi nelle strutture nelle prossime settimane. 

 3) La Commissione guidata da Monsignor Paglia per cambiare l' assistenza agli anziani svela l' ignoranza sugli anziani assistiti. Assenti Neurologi, Psicologi, e altre figure professionali centrali nelle cure. 

 La Commissione istituita dal Ministero della salute per cambiare l' assistenza agli anziani è formata da sedici persone. Ci sono scrittrici, poetesse, registe, ma non c'è un neurologo, uno psicologo, uno psichiatra. E' semplicemente assurdo. 

 Marco Palombo 
 Essere persona, insieme per la salute

martedì 27 ottobre 2020

Rsa, Case di Riposo e Covid. Nella seconda ondata già 57 decessi in sole 5 strutture

La seconda ondata di epidemia Covid-19 è ormai esplosa anche in Italia e nelle RSA e Case di Riposo stanno iniziando contagi e decessi. Nonostante la terribile esperienza della primavera,si è imparato poco e si contano già centinaia di contagi, ora scoperti presto, e decine di decessi. In sole 5 strutture, casi di contagio noti da giorni, ho trovato in poche decine di minuti ben 57 decessi. Avezzano, Don Orione: 16 decessi. Marsicovetere (Pz): 10 decessi. Monza, Villa Teruzzi, Concorezzo: 16 decessi. Alberobello, Puglia: 4 decessi, Cortina: 11 decessi. E' necessario un monitoraggio ufficiale e ben organizzato che segua l' evolversi dell' epidemia nelle strutture per anziani e disabili. Io cercherò di organizzarne uno artigianale, cercando di coinvolgere altre persone. Purtroppo la situazione è tale che con scarsi mezzi possiamo elencare in modo attendibile decine di casi, con centinaia di decessi e migliaia di contagi. Marco

domenica 11 ottobre 2020

Giunta Regione Lazio approva progetto vaticano nel parco Acquafredda ? Pd " Falso, presenteremo un emendamento per toglierlo", ma....

 

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Il settimanale l' Espresso aveva rilanciato una denuncia dei Verdi di Angelo Bonelli che accusava la giunta regionale laziale di avere approvato un piano per il parco dell' Acquafredda a Roma comprendente un progetto della Santa Sede per la costruzione di strutture socio sanitarie, per un totale di 180.000 metri cubi.

https://espresso.repubblica.it/attualita/2020/10/09/news/pioggia-di-cemento-sul-parco-del-vaticano-la-regione-lazio-approva-1.354337

Il gruppo regionale del PD in nota ripresa dall' agenzia Dire smentisce la notizia affermando che sono state messe insieme vicende diverse in modo confuso e inesatto e che il settimanale è stato usato "..per creare un caso che non esiste".

https://laziosociale.com/2020/10/10/lazio-gruppo-pd-no-a-lottizzazione-parco-acquafredda-nessuna-approvazione-dalla-regione-lazio/

Il gruppo Pd continua confermando che nel piano è sempre presente una scheda sul progetto della Santa Sede di costruire nel terreno di sua proprietà all' interno del Parco, ma il Vaticano di fatto ha abbandonato il progetto di nuovi edifici per il Bambin Gesù che nel frattempo sono stati progettati in altre zone. Il gruppo Pd quindi in commissione presenterà un emendamento per togliere dal piano la scheda con il progetto che nel frattempo è diventato anche incompatibile con le leggi vigenti.

Ma di approvazione del piano era scritto proprio sul sito della Regione Lazio, 

http://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsDettaglio&id=5803

e nel piano è sempre presente il progetto della Santa Sede di nuovi edifici.

Quindi eventualmente la notizia errata era nel sito della regione.

Il gruppo Pd approfitta forse della confusione presente nella denuncia per creare a sua volta nuova confusione,

ma a questo punto, se ci sarà attenzione, il progetto dovrebbe essere stato bloccato.


 AMBIENTE: APPROVATI PIANI DI ASSETTO DI MARCIGLIANA E ACQUAFREDDA

Approvati oggi dalla giunta Zingaretti due importanti provvedimenti che andranno ora in Commissione

 Ambiente per la valutazione e l'approvazione propedeutica al passaggio in Consiglio regionale

29/09/2020 - 

“Sono stati approvati oggi dalla giunta Zingaretti i due piani di assetto della riserva di Marcigliana e

 di quella di Acquafredda. Due importanti provvedimenti, strategici per l'area del comune di Roma, 

che andranno ora in Commissione Ambiente per la valutazione e l'approvazione propedeutica 

al passaggio in Consiglio regionale.

sabato 10 ottobre 2020

Coinvolto nello scandalo finanziario del cardinale Becciu anche Milanese presidente della Coop.OSA con enormi appalti nella sanità

 

Questa mattina sulla terza pagina di Domani ho scoperto con grande sorpresa che Giuseppe Maria Milanese, presidente della Cooperativa OSA, è coinvolto nello scandalo finanziario che ha causato le dimissioni del cardinale Becciu.

Milanese non sembra ad oggi indagato, ma come si legge in questo articolo del 30 settembre

https://www.isnews.it/politica/69786-scandalo-in-vaticano-il-ricatto-di-torzi-davanti-al-papa-ma-il-broker-si-difende-e-un-malinteso.html

, avrebbe fatto da mediatore tra il faccendiere Torzi e la Santa Sede nella vicenda del famoso palazzo a Londra e Papa Bergoglio avrebbe partecipato ad un importante incontro per risolvere la vicenda.

Ma quello che è grave è che la cooperativa OSA ha nella sanità appalti miliardari, 

quello con l' Ospedale pediatrico Bambin Gesù sarebbe di 23 milioni di euro. 

Al comune cittadino forse il nome OSA dice poco, ma chi per lavoro o necessità frequenta la sanità di Roma conosce benissimo le dimensioni di questa cooperativa. E il suo presidente, se tratta questioni importanti per incarico della Santa Sede, forse in Regione ha un trattamento facilitato.

Giugno 2018, visita a sorpresa di papa Bergoglio a un centro disabili della cooperativa OSA, video al link 

 https://www.youtube.com/watch?v=HOfg9vBPtE0&ab_channel=VaticanNews-Italiano

A luglio ha ricevuto 3 milioni di euro di credito agevolato da Intesa San Paolo, il primo finanziamento erogato a imprese danneggiate dal Covid 19

https://www.affaritaliani.it/economia/intesa-sanpaolo-finanziamento-di-3-mio-di-euro-per-la-scs-osa-686865.html

Il coinvolgimento di Milanese è noto fin da febbraio, ne parla un articolo del Messaggero, 

che al link che segue è leggibile solo per gli abbonati ma che cercato sui motori di ricerca riporta nelle parole visibili anche il nome di Milanese. 

Mi sorprende quindi anche il fatto di essermi accorto della cosa solo oggi, probabilmente i principali media non avevano segnalato in modo troppo visibile la relazione tra lo scandalo Becciu e la cooperativa OSA.

https://www.ilmessaggero.it/vaticano/vaticano_papa_francesco_scandalo_immobiliare_londra_ultimissime_oggi_19_febbraio_2020-5060155.html


Marco Palombo



mercoledì 7 ottobre 2020

Covid 19, il pericolo oggi sono le Case di Riposo non le RSA, ma nessuna attenzione particolare dalle istituzioni.



La strage gigantesca di anziani avvenuta a marzo nelle RSA si è fermata quando la vicenda è stata denunciata da media e familiari, allora ora va dato un allarme specifico per le Case di Riposo, che hanno assistenza sanitaria minore e minori controlli.

Leggete questa serie di casi:

Notizia di oggi, 7 ottobre, 41 anziani contagiati nelle Casa di Riposo privata Pio XXII di Portici, in Campania.

4 ottobre, Marsicovetere, Potenza, 4 morti in una Casa di Riposo privata, "il numero degli assistiti è imprecisato " si legge in un articolo che segnala la vicenda. Oggi 7 ottobre i morti a Marsicovetere sono arrivati a 6.                                                                 

Questi primi due casi citati sono recenti ed entrambi nel Sud Italia                                                            

Ma nei mesi precedenti abbiamo avuto.

Dal 29 luglio a fine agosto, 9 morti Covid nella Casa di Riposo Antica Scuola dei Battuti di Mestre, di proprietà del Comune di Venezia, nello steso arco di tempo in tutta Italia i morti per Covid 19 sono stati in media 10 al giorno.

La casa di Riposo Giovanni XXII, via Galeffi a Roma,

 chiusa ad aprile dalla Regione Lazio per la denuncia dei familiari di un anziano trovato morto in camera dopo che per due giorni lo avevano cercato in vari ospedali come aveva detto loro la struttura,

 riapre a maggio, perché l' autorizzazione dipende unicamente dal Comune di Roma.

In aprile dalla casa di Riposo Carlo Alberto di Torino, di proprietà comunale, un anziano ha avvertito i familiari che era rimasta una sola infermiera per 169 ospiti.

Le notizie che provengono dalle Case di Riposo, private o comunali, strutture che hanno una assistenza sanitaria molto inferiore alle RSA, continuano ad essere molto più tragiche di quelle che arrivano dalle Residenze sanitarie assistite.

Gli accrediti alle Case di Riposo sono competenza dei comuni e, ritengo, più facili,

I numeri totali non li sapremo mai, una indagine parziale è stata fatta solo per le RSA.

Ma strage di marzo nelle RSA si è fermata quando la notizia è arrivata all' opinione pubblica, allora ora va denunciato il rischio delle Case di Riposo.


Marco Palombo

giovedì 24 settembre 2020

Brucia RSA nel veronese, edificio in legno, moderno, ecologico e a costo zero....

 


Quando in una struttura per anziani c'è qualche grosso problema (tutti gli ospiti contagiati Covid, operatori che maltrattano gli assistiti, un incendio "terribile" del tetto della struttura) è sempre istruttivo vedere chi gestisce la Casa di Riposo, o RSA.


La struttura che oggi ha preso fuoco nel Veronese, 90 anziani in strada con i letti, poi al palazzetto dello sport, 
è stata costruita da una cooperativa, è costata alla cooperativa dieci miliardi, ma la coop non incasserà niente per la costruzione,  se non la gestione della struttura per 35 annipoi tra 35 anni cederà la struttura al comune,

 

L' edificio è modernissimo ed ecologico, con pannelli fotovoltaici, tutto in legno,


Tutto bellissimo e a costo zero.


Qualcosa oggi è andato storto, ma sicuramente è stata una fatalità imprevedibile, 


Molti i resoconti dell' incendio, però ancora non ho letto che la struttura, modernissima, è costruita in legno.


Raccontando un incendio questo certamente è un particolare secondario, su cui si può sorvolare 


Marco

martedì 22 settembre 2020

Ministero Salute: Commissione per riformare l’assistenza agli anziani, Presidente Monsignor Paglia, alto esponente vaticano e fondatore della Comunità di Sant’Egidio

 


Dal sito del Ministero della Salute

Comunicato n. 266
Data del comunicato 21 settembre 2020

Sanità: Speranza istituisce Commissione assistenza anziani, Presidente sarà Mons. Paglia

Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha istituito con apposito decreto una commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. A presiederla sarà Mons. Vincenzo Paglia, Gran cancelliere del Pontificio Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia. Ne fanno parte illustri personalità del mondo scientifico e sociale. “I mesi del Covid – afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza - hanno fatto emergere la necessità di un profondo ripensamento delle politiche di assistenza sociosanitaria per la popolazione più anziana. La commissione aiuterà le istituzioni ad indagare il fenomeno e a proporre le necessarie ipotesi di riforma”. Mons. Paglia ringrazia il Ministro Speranza per l’incarico che gli affida e ritiene che “la Commissione rappresenta un prezioso strumento inteso a favorire una transizione dalla residenzialità ad una efficace presenza sul territorio attraverso l’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie e la telemedicina. L’auspicio è che l’Italia, paese tra i più longevi ed anziani del mondo, possa mostrare un nuovo modello di assistenza sanitaria e sociale che aiuti gli anziani a vivere nelle loro case, nel loro habitat, nel tessuto famigliare e sociale”.  

I quotidiani questa mattina hanno ripreso il comunicato del Ministero della Salute riportato nelle righe precedenti, aggiungendo alcuni commenti all’ istituzione della Commissione. Tra questi, quello della CGIL che ha chiesto “… il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali rappresentanti di milioni di persone anziane e di migliaia di uomini e donne che vivono nelle strutture residenziali “. An. Cap. sul manifesto ha aggiunto la notizia, ignorata dagli altri media, che Monsignor Paglia è fondatore della Comunità di Sant’ Egidio,

Monsignor Paglia e Andrea Riccardi, ex ministro e fondatore della Comunità di Sant' Egidio - Foto da Dagospia

insieme alle critiche delle associazioni laiche, Consulta Bioetica e Unione atei e agnostici materialisti, al ministro per aver nominato un alto esponente vaticano alla guida di una commissione statale.

Per il momento non sono state diffusi i nomi delle “ illustri personalità del mondo scientifico e sociale “ che comporranno la commissione, né altri particolari sul lavori della commissione stessa.

L’ aspetto più positivo del provvedimento, forse al momento l’ unico, è che la commissione ha un carattere nazionale, mentre finora, nel dopo emergenza pandemia,  il dibattito sull’ assistenza anziani era stato vivace solo all’ interno delle singole regioni. Ogni regione infatti ha propri criteri per l’ accreditamento delle strutture, all’ 80% private convenzionate, e una autonomia decisionale su molti aspetti dell’ organizzazione del l’ assistenza degli anziani.

Ora é necessario però che decolli un dibattito generale sull’ assistenza anziani, che è un tema molto più vasto delle sole residenze assistite. Monsignor Paglia ha accennato ad una transizione verso un’ assistenza domiciliare, riprendendo temi cari al volontariato cattolico e ben definiti soprattutto dalla Comunità di Sant’ Egidio. Ma l’ assistenza domiciliare per gli anziani è collegata nei Cad all’ assistenza domiciliare di tutti gli utenti e all’ organizzazione dei medici di medicina generale, cioè i medici di base che sono il primo riferimento di ognuno di noi .

Insomma è difficile riorganizzare l’ assistenza agli anziani senza toccare tutti gli ambiti del servizio sanitario nazionale.

Per finire, è  prudente e giusto ricordare anche che molte regioni avevano istituito proprie commissioni di studio sul tema dell’ assistenza degli anziani, chiamando anche nomi famosi, come l’ architetto Fuskas e Gianni Letta nominati nella commissione della Regione Lazio, ma che poi, dopo le prime citazioni dei media, non si è più saputo niente sulle attività di queste commissioni, attività che probabilmente non sono mai partite.


Marco Palombo

mercoledì 16 settembre 2020

Tar del Lazio respinge il ricorso del San Raffaele di Rocca di Papa, molti e gravi gli addebiti nell' istruttoria della Regione



Il 14 settembre il Tar del Lazio ha pubblicato la sentenza del ricorso discusso il 9 settembre contro il decreto della Regione Lazio che revocava l' accreditamento del San Raffaele di Rocca di Papa dopo i numerosi contagi e decessi per Covid-19. Secondo i giudici l' istruttoria "si segnala per particolare analiticità e dettaglio " e nel comunicato ne riporta solo alcuni punti salienti, che sono moltissimi e gravi.

M.P.

Considerato che dal provvedimento impugnato emerge un corredo istruttorio fondato su un tessuto istruttorio che si segnala per particolare analiticità e dettaglio, si seguito riportandosi solo i punti salienti:......

Ritenuti conseguentemente non ravvisabili i dedotti difetto di istruttoria e falsità dei presupposti né l’irragionevolezza e la contraddittorietà del DCA n. 91 del 2020 e l’incongruenza nella “Relazione esiti sopralluoghi” e pertanto il ricorso non assistito da sufficiente fumus di fondatezza.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Quater), Respinge la domanda cautelare
Compensa le spese della presente fase cautelare.
La presente Ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella Camera di consiglio del giorno 9 settembre 2020 con l'intervento dei Magistrati:

Dauno Trebastoni, Presidente FF
Achille Sinatra, Consigliere
Alfonso Graziano, Consigliere, Estensore




Pubblicato il 14/09/2020
N. 05899/2020 REG.PROV.CAU.
N. 06479/2020 REG.RIC.           

REPUBBLICA ITALIANA
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
(Sezione Terza Quater)
ha pronunciato la presente
ORDINANZA
sul ricorso numero di registro generale 6479 del 2020, proposto da

San Raffaele S.p.A., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati prof. Luisa Torchia, Gabriele Sabato, Nicolle Purificati, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Luisa Torchia in Roma, viale Bruno Buozzi;

contro
Commissario Ad Acta per il Piano di Rientro Dai Disavanzi Regionali Nel Settore Sanitario per la Regione Lazio, Asl Roma 6 non costituiti in giudizio;
Regione Lazio, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Roberta Barone, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Commissario Ad Acta Sanita' per la Regione Lazio, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Azienda Sanitaria Locale Roma 6, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Stefano Merelli, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;
per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
- del decreto del Commissario ad acta n. U00091 dell'8 luglio 2020 (di seguito indicato, per brevità, “DCA n. 91 del 2020”), avente ad oggetto: “L.R. 4/03 e s.m.i. - R.R. n. 20/19. Presidio sanitario denominato Casa di cura “San Raffaele Rocca di Papa”, sita nel Comune di Rocca di Papa (RM), Via Ariccia, n. 16, gestita dalla Società “San Raffaele S.p.A.” (P. IVA 08253151008). Conclusione dei procedimenti di sospensione dell'autorizzazione all'esercizio ex art. 11, comma 2 legge regionale n. 4/2003 e revoca dell'accreditamento istituzionale ex art. 16, comma 3, lett. b) legge regionale n. 4/2003, rilasciati con DCA n. U00393 del 22.12.2016”, comunicato a mezzo pec in pari data, mediante il quale è stata disposta la sospensione dell'autorizzazione sanitaria e la revoca dell'accreditamento istituzionale nei confronti della casa di cura San Raffaele Rocca di Papa, con sede in via Ariccia, 16 - 00040 Rocca di Papa (RM), gestita dalla società ricorrente; in parte qua, dei verbali, delle relazioni e degli atti istruttori richiamati nel decreto commissariale, ivi inclusi la “Relazione esiti sopralluoghi” prot. n. 6089 del 29 aprile 2020, redatta dalla Direzione Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 6; la “Relazione finale Audit regionale su cluster da SARS-Cov-2” prot. n. 394826 del 4 maggio 2020, predisposta dal Gruppo di Audit istituito in data 15 aprile 2020 e la nota prot. n. 21414 del 29 aprile 2020, a firma del dott. Cangiano, nei limiti dell'interesse azionato dalla ricorrente; dell'atto di avvio del procedimento, conclusosi con il provvedimento sub doc. 1, comunicato in data 4 maggio 2020; nonché di ogni altro atto e provvedimento a essi allegato, presupposto, conseguenziale e/o connesso, anche non conosciuto.

Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Regione Lazio e di Presidenza del Consiglio dei Ministri e di Commissario Ad Acta Sanita' per la Regione Lazio e di Azienda Sanitaria Locale Roma 6;
Vista la domanda di sospensione dell'esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dalla parte ricorrente;
Visto l'art. 55 cod. proc. amm.;
Visti tutti gli atti della causa;
Ritenuta la propria giurisdizione e competenza;
Relatore nella Camera di consiglio del giorno 9 settembre 2020 il Consigliere Alfonso Graziano e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Considerato che dal provvedimento impugnato emerge un corredo istruttorio fondato su un tessuto istruttorio che si segnala per particolare analiticità e dettaglio, si seguito riportandosi solo i punti salienti:

“La struttura non garantisce un accesso unico al personale, tale da garantire una precoce identificazione dei soggetti con possibili sintomi da riferire a sindrome COVID.
Il sistema di monitoraggio sindromico per il personale viene effettuato al momento dell’ingresso in reparto.
I pazienti positivi sono stati allocati nella Lungodegenza 2, per un totale di 41 pazienti, mentre i pazienti al momento negativi (15), sono stati allocati nella Lungodegenza 1.
Nonostante tale divisione fisica, all’atto del sopralluogo permaneva aperta una porta di comunicazione fra i due reparti utilizzata sia dal personale di assistenza che dal personale ausiliario, non assicurando pertanto un adeguato isolamento dei pazienti positivi.
Nel reparto di Lungodegenza 2 (reparto COVID), il locale di vestizione/svestizione non risultava adeguato, costituito da un bagno con antibagno, tale da non permettere la suddivisione del momento della vestizione da quello della svestizione.
Il personale intervistato durante il sopralluogo, pur avendo dichiarato di aver ricevuto le disposizioni per il contenimento dei rischi, ha asserito di non aver ricevuto una adeguata formazione sull’utilizzo dei DPI.
Si è constatato che il monta-lettighe veniva utilizzato per la movimentazione dei ROT, non garantendo il percorso sporco-pulito.
 I ROT adeguatamente stoccati, inoltre, risultavano allocati in un locale destinato al carrello di emergenza.” (pag. 8 provvedimento);
in data 18 aprile  -Ulteriormente a pag. 8 si evidenzia che “2020
la ASL ROMA 6 ha effettuato un ulteriore sopralluogo al fine  -di valutare se la struttura avesse messo in atto le misure di prevenzione e protezione di cui alle disposizioni regionali
e ottemperato alle disposizioni impartite dalla medesima ASL con le note prot. n. 19424 e prot. n. 19519 del 17 aprile 2020” e che “sono emerse criticità relative alla mancata applicazione delle disposizioni dettate, in particolare:

- “Mancata separazione dei reparti tra degenti COVID e NO COVID;
- Assenza di percorsi assistenziali e di servizio differenti per pazienti COVID e NO
COVID;
- Assenza di personale assistenziale dedicato specificatamente o ai pazienti COVID o
ai pazienti NO COVID;
- Presenza di locali non adeguati per la vestizione e per la svestizione degli operatori sanitari;
- Assenza di idonea separazione all’interno dei reparti tra i percorsi “pulito”
e“sporco”;
- Mancato controllo del confinamento dei pazienti COVID positivi, con relativa commistione fra pazienti positivi e negativi;
- Assenza di identificazione dei rifiuti all’interno della RSA che rende impossibile il riconoscimento del tipo di rifiuto, reparto di provenienza (COVID e NO COVID) e la data di confezionamento;
- Compilazione incompleta/erronea delle operazioni di carico/scarico del registro
Rifiuti”;

Rilevato che inoltre a pag. 11 del provvedimento si rappresenta che in data 21 aprile 2020 “La ASL Roma 6 ha contestato l’inadempimento contrattuale ai sensi dell’art. 15 del contratto sottoscritto con la struttura, allegando la nota prot. 19582 del 19 aprile 2020 e, segnatamente: “sotto il profilo sintomatico del mancato possesso del requisito tecnico con diretto riferimento alla mancata applicazione delle disposizioni nazionali e regionali impartite al fine di ridurre il rischio di esposizione e trasmissione del virus COVID 19 (mancata separazione dei reparti COVID e NO COVID; assenza di percorsi assistenziali e di servizio differenti per pazienti COVID e NO COVID; assenza di personale assistenziale dedicato specificatamente o ai pazienti COVID e ai pazienti NO
COVID; presenza di locali non adeguati per la vestizione e la svestizione degli operatori sanitari; assenza di idonea separazione all’interno dei reparti tra i percorsi “ pulito” e “sporco”; mancato controllo del confinamento dei pazienti COVID positivi, con relativa commistione fra pazienti positivi e negativi; assenza di identificazione dei rifiuti all’interno della RSA che rende impossibile il riconoscimento del rifiuto, reparto di provenienza (COVID o NO COVID) e la data di confezionamento; compilazione incompleta/erronea delle operazioni di carico/scarico del registro dei rifiuti”;
Rilevato che nella comunicazione di avvio del procedimento di revoca dell’accreditamento e del contestuale procedimento di sospensione dell’autorizzazione nei confronti della Casa di Cura San Raffaele Rocca di Papa gestita dalla Società San Raffaele S.p.A.

 si evidenziano irregolarità ed inadempienze di consistente rilievo, quali, in particolare, 

“I. la carenza di una direzione sanitaria, di struttura dedita all’assistenza anche ospedaliera
post acuzie, adeguata al ruolo, capace di indirizzare e supervisionare l’attività sanitaria,
veicolando i comportamenti degli operatori sanitari all’osservanza delle misure minime
di prevenzione nella diffusione delle malattie infettive e finalizzati al miglior grado di
qualità e sicurezza della attività;
II. Mancata adeguata formazione del personale;
III. Carenza di una corretta divisione degli reparti COVID e NO COVID al fine di
scongiurare il diffondersi incontrollato dell’epidemia, secondo le disposizioni impartite
dalla ASL sin dal 6 aprile 2020;
IV. Carenza di un programma per la gestione del rischio clinico, che garantisse anche il
monitoraggio degli eventi avversi;
V. Mancato aggiornamento del DVR in relazione alle variazioni potenziali del rischio,
secondo quanto previsto dall’art.29 del D.Lgs. 81/2008;
VI. Carenza del requisito organizzativo minimo in relazione al setting assistenziale
autorizzato;
VII. Carenza del requisito minimo autorizzativo relativo al corretto smaltimento dei rifiuti
speciali ed erronea/incompleta compilazione del registro di smaltimento rifiuti; carenza
di adeguata differenziazione dei percorsi “sporco” e pulito”;
VIII. Disfunzioni assistenziali evidenziata dalla carenza di misure igieniche accertate dal
verbale attestante che “a fronte di 70 pazienti presenti alle ore 12 solo 20 di loro erano
stati adeguatamente assistiti nelle pulizie quotidiane, rimanendo pertanto gli altri 50
privi di idonea igiene e assistenza. Dalla visione del foglio turni consegnato nel corso
del sopralluogo risulta che nella giornata del 20 aprile non risulta coperto il turno di
notte da nessun infermiere e da nessun operatore socio sanitario” (nota ASL prot. n.
19823);”

Rilevato ulteriormente che quanto al procedimento di revoca del titolo di accreditamento, la carenza dei requisiti ulteriori di accreditamento di cui al DCA U00469/2017, esplicitati alle pag. 26 e 27 del provvedimento, carenza da cui viene fatta derivare la “l’irrimediabile compromissione del rapporto fiduciario che caratterizza l’accreditamento in quanto atto propedeutico alla stipula dell’accordo contrattuale di concessione di servizio pubblico”;

Considerato che nel provvedimento sono esplicitate dettagliatamente le controdeduzioni svolte relativamente ai rilievi procedimentali opposti con le osservazioni prodotte dalla ricorrente a seguito della comunicazione di avvio del procedimento, in sintesi sottolineandosi la natura non di mere comunicazioni interlocutorie tramesse via email bensì di provvedimenti prescrittivi di misure di cautela a tutela della salute pubblica e dell’efficienza della struttura sanitaria, mentre in ordine al punto 3) delle osservazioni procedimentali, la tesi sostenuta dalla Casa di cura, secondo la quale la diffusione del virus è dipesa non dalla negligenza o trascuratezza ad essa imputabile ma sia una diretta conseguenza delle disposizioni regionali e, segnatamente, del disposto dell’Ordinanza del Presidente della Regione Lazio n. Z0003 del 6 marzo 2020 e della mancata esecuzione dei tamponi nasofaringei e/o orofaringei per la diagnosi di laboratorio del virus SARS-COV-2 sui pazienti/ ospiti trasferiti presso di essa, nel provvedimento si argomenta come tale tesi sia infondata per i numerosi motivi, tra i quali si estrapolano i più rilevanti: 
1) la struttura ricorrente è presidio di ricovero ospedaliero per post-acuzie e cioè come struttura deputata ad accogliere i pazienti che dopo la fase di acuzie presentano un quadro clinico instabile con persistenza di limitazioni funzionali tali da richiedere sorveglianza medica e assistenza infermieristica continuativa nelle 24 ore ed un trattamento riabilitativo;
è struttura di assistenza residenziale a persone non autosufficienti, anche anziane (RSA) finalizzata a fornire prestazioni sanitarie, assistenziali di recupero funzionale e di inserimento sociale nei confronti di persone non autosufficienti non assistibili a domicilio provenienti da una struttura ospedaliera o da domicilio;
2) l’esecuzione dei tamponi nasofaringei e/o orofaringei per la diagnosi di laboratorio del virus SARSCOV- 2 è regolamentata a livello centrale da circolari del Ministero della Salute che ne hanno definito: le modalità di raccolta e invio dei campioni biologici, le procedure e requisiti che devono essere rispettati per l’esecuzione dei prelievi; criteri di priorità da adottare nell’esecuzione dei test diagnostici, al fine di assicurare un uso ottimale delle risorse e alleviare per quanto possibile la pressione sui laboratori designati dalle Regioni per cui: “L'esecuzione del test diagnostico va riservata prioritariamente ai casi clinici sintomatici/paucisintomatici e ai contatti a rischio familiari e/o residenziali sintomatici, focalizzando l’identificazione dei contatti a rischio nelle 48 ore precedenti all’inizio della sintomatologia del caso positivo […]”;
 3) risulta del tutto indimostrata la tesi della struttura secondo la quale per 19 casi “ …..è certo, o almeno altamente probabile, che i pazienti accolti dalla S. Raffaele e provenienti da altri presidi in ottemperanza all’Ordinanza presidenziale Z0003 del 6.3.2020, fossero già positivi al Covid- 19 al momento dell’ingresso in Struttura”; 
4) punto 5.1 in merito alla separazione dei pazienti COVID dai pazienti NO –COVID fermo restando la mancata separazione verbalizzata dai servizi ispettivi della ASL nei giorni del 17 aprile e seguenti. Il provvedimento ben sottolinea che “la separazione tra le due categorie dei pazienti non si esaurisce nella separazione fisica dei degenti in stanze diverse (pag. 25 controdeduzioni) ma deve essere completa con il c.d. Staff cohorting, ovvero con l’individuazione di personale dedicato alla gestione dei soli pazienti infetti e applicare percorsi dedicati all’interno della struttura onde evitare contatti con i pazienti non infetti e gli altri operatori sanitari, misura che non risulta essere stata adottata tempestivamente dalla struttura sanitaria per quanto riversato in atti dal personale ispettivo del Dipartimento di Prevenzione della ASL ROMA 6;” (provvedimento impugnato, pag. 37);
Osservato che anche gli esiti dell’audit regionale prodotto dall’ASL il 4 settembre2020 documenti il persistere delle criticità, puntualizzando che “Dall’analisi delle risultanze documentali emerge la sostanziale mancanza di una risposta organica in termini organizzativi e gestionali da parte della direzione sanitaria. Le evidenze documentali prodotte, infatti, appaiono frammentarie, talvolta generiche, spesso di difficile interpretazione e comunque quasi sempre prive di alcun riscontro sulla loro effettiva implementazione all’interno della struttura.
Molti dei documenti prodotti sono semplici comunicazioni mail, in cui si forniscono alcune indicazioni sulla gestione dell’emergenza epidemiologica, quasi sempre a firma del dr. Nicola Barbato, che si firma dirigente delle Professioni Sanitarie ma che, a meno di una curiosa omonimia, sembrerebbe un infermiere in carico al reparto RSA senza alcun incarico formalizzato presso la direzione sanitaria.”;
Ritenuto che le questioni fatte oggetto di richiesta di parere pro veritate all’Istituto Spallanzani rivestono carattere settoriale (in particolare la fondatezza dell’assunto del prof. Pregliasco in ordine alla affermata pregressa positività dei pazienti ospitati nella struttura il 6 marzo 2020) e non involgono tuti gli aspetti di criticità e la mancata osservanza di tutte le prescrizioni e diffide impartite alla ricorrente;
Evidenziato che la Regione, anche nel corso della discussione di Camera di consiglio ha rappresentato che presso la struttura ricorrente si sono registrati ben 43 decessi da Covid e una percentuale di contagi pari al 50% delle degenze;
Segnalato in punto di diritto, quanto alla natura del rapporto di accreditamento delle strutture sanitarie con l’Amministrazione regionale e allo spessore conformativo ed autoritativo del potere amministrativo esercitabile a fronte di accertate carenze e/o inadempienze consumatesi nello svolgimento del rapporto di pubblico servizio che il Consiglio di Stato ha più di recente ribadito l’indirizzo, pure invocato nel provvedimento impugnato a supporto delle motivate determinazioni assunte puntualizzando che “Il rapporto di accreditamento, a metà strada tra concessione di servizio pubblico e abilitazione tecnica idoneativa, non è strutturato in base a principi di mercato, ma a criteri di servizio pubblico di erogazione delle prestazioni sanitarie a carico dell'erario pubblico; il rapporto di accreditamento del soggetto accreditato non si sottrae quindi al preminente esercizio del potere autoritativo e conformativo dell'Amministrazione diretto ad assicurare la certezza dei volumi, della tipologia dell'attività e dello standard qualitativo delle prestazioni dei servizi sanitari; la particolarità del rapporto sinallagmatico va ravvisata proprio nel fatto che il dovere di diligenza e correttezza, ordinariamente esigibile nei comuni rapporti obbligatori, impone al privato accreditato precisi doveri di leale collaborazione con l'amministrazione; è proprio la natura dell'accreditamento che, in casi di inadempimento, giustifica l'assoggettamento delle strutture private accreditate a peculiari meccanismi sanzionatori diretti a garantire il rispetto delle rilevanti finalità pubbliche affidate ai soggetti privati normativamente connessi con l'esercizio dei poteri di supremazia tipici del concessionario.” (Consiglio di Stato sez. III, 3 febbraio 2020, n.824; in terminis Consiglio di Stato, sez. III , 23 luglio 2019, n. 5216: Consiglio di Stato , sez. III, 22 gennaio 2016 , n. 207);

Ritenuti conseguentemente non ravvisabili i dedotti difetto di istruttoria e falsità dei presupposti né l’irragionevolezza e la contraddittorietà del DCA n. 91 del 2020 e l’incongruenza nella “Relazione esiti sopralluoghi” e pertanto il ricorso non assistito da sufficiente fumus di fondatezza.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Quater), Respinge la domanda cautelare
Compensa le spese della presente fase cautelare.
La presente Ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella Camera di consiglio del giorno 9 settembre 2020 con l'intervento dei Magistrati:

Dauno Trebastoni, Presidente FF
Achille Sinatra, Consigliere
Alfonso Graziano, Consigliere, Estensore


L'ESTENSORE
IL PRESIDENTE
Alfonso Graziano
Dauno Trebastoni



IL SEGRETARIO