Il sasso nello stagno.
In questi giorni molti organi di informazione si sono soffermati su due anomalie:
- Mentre infuria la guerra in Medio Oriente, e rischia di allargarsi ancora di più , il prezzo del greggio scende. Il petrolio ha perso infatti negli ultimi due mesi più del 10% del suo valore. Solitamente in situazioni del genere il prezzo invece si impenna.
- Si parla del commercio di petrolio dell' Isis, che dalla produzione di greggio ricaverebbe parte delle cifre ingenti con cui paga i suoi combattenti. In realtà anche i curdi iracheni hanno iniziato a fare più alla luce del sole quello che già facevano nonostante l' opposizione del governo centrale. Vendere cioè il loro petrolio direttamente, tramite la Turchia.(casualmente la stessa strada sospettata per il i traffici dell' Isis).
Ma l' Unione europea autorizzo' anche i commerci con i gruppi armati dell' opposizione siriana, indicando la Coalizione siriana come interlocutore. Ma chi controlla realmente i territori dove il governo di Assad non ha più potere?
Lascio a voi la risposta.
Nessuno ancora ha ipotizzato che queste due anomalie potrebbero essere collegate tra loro, cioè che
il prezzo del greggio scenda perchè è commerciato illegalmente da molti gruppi armati.
. Il tema va seguito seriamente e mi piacerebbe farlo con qualche persona degli ambienti che frequento (rete No War, redazione Sibialiria, Coordinamento per pace in Siria, che ha ora un suo sito, Siriapax.org).
Ma il sasso nello stagno lo voglio lanciare subito.
Marco
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