Il 19 settembre, al presidio davanti
all' Ambasciata saudita per chiedere l' embargo delle armi italiane
per l'Arabia saudita, ho esposto un cartello poco comprensibile che
voleva comunicare troppe cose. Aveva il pregio però di accennare ad
un tema importante e ci tengo a provare a spiegare qualche
particolare in più.
Questo il testo che ho mostrato
Londra: da
Alta Corte
e Borsa
manovre per
ospitare la
quotazione di
Saudi Aramco
Intanto avevo portato un altro cartello
con lo slogan chiaro e collaudato:
I Saud comprano
il silenzio del mondo
il silenzio del mondo
che introduceva alla questione citata
dalla frase meno chiara.
Questi i fatti:
La Gran Bretagna è il secondo
fornitore al mondo, dopo gli USA, di sistemi di armamento all' Arabia
saudita. Tra il 2013 e il 2017 ha esportato per 3.390 milioni di
dollari, mentre negli stessi anni, complessivamente, Germania,
Francia, Spagna, Svizzera e Italia, hanno venduto armi ai sauditi per
1.640 milioni.
Nell' aprile 2017 si sono incontrati la
premier del regno Unito May e il principe ereditario saudita Bin
Salman, che è nello stesso tempo ministro della Difesa e
responsabile delle riforme economiche del regno Saud.
Nel luglio 2017 l' Alte Corte
britannica ha assolto il governo dall' accusa di aver venduto
all'Arabia saudita armi usate per violare i diritti umani, rigettando
la denuncia della ONG Catt, Campaign Against the Arms Trade.
Nonostante la legge del Regno Unito ponga “ il divieto di stipula
di commesse belliche quando queste rappresentino un “rischio” di
violare la legislazione umanitaria internazionale vigente”.
(Leonardo Clausi, il manifesto 11/07/2017)
Intanto era prevista nel 2018-2019 la
quotazione in Borsa del 5% della Saudi Aramco, l' impresa petrolifera
statale di Ryad, per un valore stimato tra 50 e 100 miliardi di
dollari. La più grande operazione finanziaria mai avvenuta. Il
titolo sarà quotato solo a Ryad e in un' altra piazza mondiale, la
favorita è attualmente, Londra, con meno rischi di azioni legali
rispetto a New York. Sempre in lizza anche la Borsa di Hon Kong.
In questo momento l' operazione
finanziaria è stata rinviata a data imprecisata ma Londra spera in
questa quotazione e cerca in ogni modo di favorirla tanto che
Gabriele Moccia scriveva sul Foglio del 18 ottobre 2017:
"Il premier inglese Theresa May aveva messo all' opera tutto l' apparato economico-finanziario della City per convincere Riad a scegliere la piazza di Londra come fulcro dell' Ipo in modo da contrastare, con una sola operazione, l' emorragia di capitali in seguito alla Brexit.
Attirandosi le critiche dei traider, dei fondi sovrani e della stampa liberal, la May aveva addirittura autorizzato l' organismo di controllo finanziario, la Financial conduct autority (Fca) a costituire un segmento di listino separato solo per le società a controllo statale. Una prerogativa lusinghiera.
La proposta della Fca consentirebbe alle società statali l' esenzione di due criteri: il primo riguarda il modo in cui l' impresa e l' azionista di controllo si monitorono l' un con l' altro, mentre il secondo consente agli investitori il diritto di voto sulla nomina di amministratori indipendenti.
"Il premier inglese Theresa May aveva messo all' opera tutto l' apparato economico-finanziario della City per convincere Riad a scegliere la piazza di Londra come fulcro dell' Ipo in modo da contrastare, con una sola operazione, l' emorragia di capitali in seguito alla Brexit.
Attirandosi le critiche dei traider, dei fondi sovrani e della stampa liberal, la May aveva addirittura autorizzato l' organismo di controllo finanziario, la Financial conduct autority (Fca) a costituire un segmento di listino separato solo per le società a controllo statale. Una prerogativa lusinghiera.
La proposta della Fca consentirebbe alle società statali l' esenzione di due criteri: il primo riguarda il modo in cui l' impresa e l' azionista di controllo si monitorono l' un con l' altro, mentre il secondo consente agli investitori il diritto di voto sulla nomina di amministratori indipendenti.
Un
vero strappo alla regola alla disciplina della corporate governance
inglese ...”
Se
questo descritto sul Foglio era l' impegno della May per attirare la
quotazione di Aramco, è chiaro che l' Alta Corte non poteva far
saltare il tutto costringendo il governo a cessare la vendita di armi
ai sauditi.
L' Alta Corte di Londra e la Borsa si sono quindi mosse per favorire la quotazione dell' Aramco nel Regno Unito e i giudici britannici non potevano certo bloccare le forniture di armi ai Saud senza far saltare la ricca operazione finanziaria.
L' opinione pubblica mondiale
però, conoscendo meglio i dettagli dei rapporti economici tra Ryad
ed occidente, dovrebbe aumentare il proprio impegno contro i
bombardamenti sauditi sullo Yemen. E non accettare che, per qualche, in realtà
moltissimi, dollaro in più, si chiudano gli occhi davanti a stragi di
civili e bambini effettuate con armi prodotte da lavoratori europei e
statunitensi.
M.P.
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