Molte parole in questi giorni sulla Libia, e altre arriveranno prima dell' incontro sul futuro del paese
che si terrà tra pochi giorni a Berlino.
In questo diluvio di dichiarazioni ed analisi è utile e soprattutto istruttivo ricordare anche la Conferenza che si tenne a Palermo nel novembre 2018.
Apro
con le dichiarazioni dell’ incaricato ONU per la crisi libica Ghassan Salamè:
Pietra
miliare
«Palermo
sarà ricordata come pietra miliare per tracciare una via che porti i
libici verso il futuro», ha dichiarato il rappresentante speciale
dell'Onu in Libia, Ghassan
Salamè,
a conclusione della Conferenza di Palermo. Appuntamento che Salamè
ha definito «un importante successo». «C'è stato un impegno serio
da parte dei libici presenti. Mi sento più tranquillo», ha detto
l'inviato dell'Onu.
Questa
previsione dell’ incaricato ONU Salamè dopo la Conferenza di
Palermo del novembre 2018, oggi sembrerebbe quasi divertente se non
fosse relativa ad una guerra.
Ma non è l’ unico particolare della
Conferenza di Palermo che è utile ricordare.
La
Turchia lasciò in anticipo il vertice siciliano perché non invitata
ad un incontro ristretto informale, ed oggi è la protagonista
indiscussa della scena diplomatica,
ed
Haftar, secondo interpretazioni delle sue battute, avrebbe accettato a Palermo
la presenza di Serraj presidente fino alle elezioni che si sarebbero
dovute tenere nel 2019.
Ma
ad aprile maggio 2019 il generale ha attaccato Tripoli, dopo aver
conquistato il sud del paese.
Comunque
è interessante leggere tutta la sintetica cronaca del vertice di
Palermo del 2018.
Marco
Presenze
a metà
Un
appuntamento accompagnato dalle polemiche per le assenze eccellenti
(mancavano Trump, Putin la Merkel)
e le presenze a metà: con la Turchia che si è ritirata in polemica
per non essere stata coinvolta nella riunione informale del mattino e
il principale giocatore della partita, il maresciallo Haftar, uomo
forte della Cirenaica a capo del sedicente Esercito nazionale libico,
che si è presentato, sì, ma ha lasciato il vertice, disertando la
plenaria. E poco importa se la ritirata era stata ampiamente
annunciata: «La mia presenza è limitata agli incontri con i
ministri dell’Europa» ma non gli esponenti delle altre
delegazioni, con cui «non ho nulla a che fare», aveva appena detto
in un’intervista a una tv araba. La sua assenza al tavolo dei
lavori ha lasciato il segno.
Arrivato
al Grand Hotel Villa Igiea di Roma, sede del summit, il generale
Haftar ha incontrato il premier italiano e si è fatto immortalare in
una foto in cui stringe la mano del presidente del Governo di accordo
nazionale libico, Fayez al Serraj. Al termine dell'incontro con al
Sarraj e il premier italiano, Haftar ha detto: «Non si cambia
cavallo mentre si attraversa il fiume», una metafora intesa dai
presenti come un «viatico» per Sarraj, il cui posto non verrebbe
messo in discussione fino alle elezioni. Oltre al generale Khalifa
Haftar, anche il presidente egiziano Abdel
Fattah al-Sisi non
ha partecipato alla plenaria ma solo al «mini-summit» che l'ha
preceduta.
Per
elezioni stanziati 1,5 milioni
Nella
sessione plenaria Conte ha auspicato che le elezioni si svolgano a
primavera del 2019, «nel rispetto delle necessarie condizioni di
sicurezza, oltre che di quelle legislative e costituzionali». In
merito alla dimensione della sicurezza, ha poi aggiunto: «Riteniamo
fondamentale cogliere questa occasione per sostenere il cessate il
fuoco a Tripoli e facilitare le discussioni per l’attuazione dei
nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento
del sistema basato sui gruppi armati». Nella conferenza stampa che
ha chiuso l'incontro, Conte ha poi precisato che l'Italia «non
intende rivendicare alcuna leadership sul piano economico, politico o
altro», ma che è disponibile a valutare tutte le forme di aiuto e
cooperazione». E ha annunciato che per le prossime elezioni «abbiamo
stanziato 1,5 milioni di euro».
Pietra
miliare
«Palermo
sarà ricordata come pietra miliare per tracciare una via che porti i
libici verso il futuro», ha dichiarato il rappresentante speciale
dell'Onu in Libia, Ghassan
Salamè,
a conclusione della Conferenza di Palermo. Appuntamento che Salamè
ha definito «un importante successo». «C'è stato un impegno serio
da parte dei libici presenti. Mi sento più tranquillo», ha detto
l'inviato dell'Onu.
I
protagonisti del dialogo
Le
stesse fonti ritengono ci sia una «buona possibilità» che la
Conferenza Nazionale della Libia, primo passo nella road map Onu per
le elezioni, si possa svolgere a gennaio. Conte ha twittato:
«L'Italia riunisce i protagonisti del dialogo».