venerdì 17 gennaio 2020

Libia, verso Berlino ricordando Palermo. Salamè, incaricato ONU: "Palermo pietra miliare per il futuro dei libici..."


Molte parole in questi giorni sulla Libia, e altre arriveranno prima dell' incontro sul futuro del paese 
che si terrà tra pochi giorni  a Berlino. 

In questo diluvio di dichiarazioni ed analisi è utile e soprattutto istruttivo ricordare anche la Conferenza che si tenne a Palermo nel novembre 2018.

Apro con le dichiarazioni dell’ incaricato ONU per la crisi libica Ghassan Salamè:

Pietra miliare


«Palermo sarà ricordata come pietra miliare per tracciare una via che porti i libici verso il futuro», ha dichiarato il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, a conclusione della Conferenza di Palermo. Appuntamento che Salamè ha definito «un importante successo». «C'è stato un impegno serio da parte dei libici presenti. Mi sento più tranquillo», ha detto l'inviato dell'Onu.


Questa previsione dell’ incaricato ONU Salamè dopo la Conferenza di Palermo del novembre 2018, oggi sembrerebbe quasi divertente se non fosse relativa ad una guerra.

 Ma non è l’ unico particolare della Conferenza di Palermo che è utile ricordare.
La Turchia lasciò in anticipo il vertice siciliano perché non invitata ad un incontro ristretto informale, ed oggi è la protagonista indiscussa della scena diplomatica,
ed Haftar, secondo interpretazioni delle sue battute, avrebbe accettato a Palermo la presenza di Serraj presidente fino alle elezioni che si sarebbero dovute tenere nel 2019.
Ma ad aprile maggio 2019 il generale ha attaccato Tripoli, dopo aver conquistato il sud del paese.
Comunque è interessante leggere tutta la sintetica cronaca del vertice di Palermo del 2018.

Marco

Presenze a metà
Un appuntamento accompagnato dalle polemiche per le assenze eccellenti (mancavano TrumpPutin la Merkel) e le presenze a metà: con la Turchia che si è ritirata in polemica per non essere stata coinvolta nella riunione informale del mattino e il principale giocatore della partita, il maresciallo Haftar, uomo forte della Cirenaica a capo del sedicente Esercito nazionale libico, che si è presentato, sì, ma ha lasciato il vertice, disertando la plenaria. E poco importa se la ritirata era stata ampiamente annunciata: «La mia presenza è limitata agli incontri con i ministri dell’Europa» ma non gli esponenti delle altre delegazioni, con cui «non ho nulla a che fare», aveva appena detto in un’intervista a una tv araba. La sua assenza al tavolo dei lavori ha lasciato il segno. 


Arrivato al Grand Hotel Villa Igiea di Roma, sede del summit, il generale Haftar ha incontrato il premier italiano e si è fatto immortalare in una foto in cui stringe la mano del presidente del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj. Al termine dell'incontro con al Sarraj e il premier italiano, Haftar ha detto: «Non si cambia cavallo mentre si attraversa il fiume», una metafora intesa dai presenti come un «viatico» per Sarraj, il cui posto non verrebbe messo in discussione fino alle elezioni. Oltre al generale Khalifa Haftar, anche il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi non ha partecipato alla plenaria ma solo al «mini-summit» che l'ha preceduta.


Per elezioni stanziati 1,5 milioni


Nella sessione plenaria Conte ha auspicato che le elezioni si svolgano a primavera del 2019, «nel rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza, oltre che di quelle legislative e costituzionali». In merito alla dimensione della sicurezza, ha poi aggiunto: «Riteniamo fondamentale cogliere questa occasione per sostenere il cessate il fuoco a Tripoli e facilitare le discussioni per l’attuazione dei nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento del sistema basato sui gruppi armati». Nella conferenza stampa che ha chiuso l'incontro, Conte ha poi precisato che l'Italia «non intende rivendicare alcuna leadership sul piano economico, politico o altro», ma che è disponibile a valutare tutte le forme di aiuto e cooperazione». E ha annunciato che per le prossime elezioni «abbiamo stanziato 1,5 milioni di euro».
Pietra miliare


«Palermo sarà ricordata come pietra miliare per tracciare una via che porti i libici verso il futuro», ha dichiarato il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, a conclusione della Conferenza di Palermo. Appuntamento che Salamè ha definito «un importante successo». «C'è stato un impegno serio da parte dei libici presenti. Mi sento più tranquillo», ha detto l'inviato dell'Onu.


I protagonisti del dialogo


Le stesse fonti ritengono ci sia una «buona possibilità» che la Conferenza Nazionale della Libia, primo passo nella road map Onu per le elezioni, si possa svolgere a gennaio. Conte ha twittato: «L'Italia riunisce i protagonisti del dialogo».


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