mercoledì 26 febbraio 2020

Appello per un Comitato di solidarietà con la Siria, aggiornamenti e rilancio



Diffondiamo ancora l’ appello per un Comitato di solidarietà con la Siria e l’ informazione contro la guerra. Lo riportiamo integralmente dopo alcune informazioni sulla partenza della campagna.
L’ adesione può essere comunicata all’ indirizzo email siriasolidarietà@libero.it
Su facebook è caricata una pagina evento, molto semplice, “ Appello per la Siria “ dove si può leggere l’ appello e segnalare la propria presenza o interesse all’ iniziativa del 7 marzo a Roma, si può vedere al link :
Invitiamo chi è utente Facebook a fare girare la pagina tra i propri contatti, anche perché abbiamo riscontrato interesse al Comitato in costruzione anche in chi solitamente non è raggiunto dai nostri messaggi. Un’ ampia diffusione del testo potrebbe quindi portare al Comitato di solidarietà energie preziose ma che non sono facilmente raggiungibili dal comitato promotore.
Il testo dell’ appello è stato pubblicato da alcuni siti di diverso orientamento a testimonianza che potenzialmente la posizione del Comitato promotore è presente nel paese piu di quanto appaia ed è molto opportuno il tentativo di aggregarla per organizzare solidarietà e informazione corretta. Hanno pubblicato il testo: Marx21, OraproSiria, Pane-rose, Ambiente Web, aginform.it , Paolodarpini.blogspot.it,
Prima di riproporre l’ invito del Comitato promotore,
ricordo che Italia e Unione Europea, oggi alle prese con l’ emergenza sanitaria Coronavirus, infliggono alla Siria, che vive da anni una situazione ben più drammatica, sanzioni economiche che colpiscono duramente la popolazione e impediscono la ripresa del paese.
Speriamo che le difficoltà italiane attuali ci rendano più sensibili alle sofferenze di chi vive in altri paesi, anche perché il mondo oggi è interconnesso come mai lo era stato, e non ha più senso interessarsi solo al proprio orticello.
La lotta per abolire le sanzioni economiche UE alla Siria per discutibili finalità politiche e di guerra sarà uno dei primi impegni del nostro Comitato.



Appello per la costituzione di un Comitato per la solidarietà con la Siria e l’ informazione contro la guerra



La tragica guerra alla Siria

Da quasi dieci anni la Siria è teatro di una guerra devastante che ha causato cinquecentomila morti e milioni di sfollati, all'interno del paese e all'estero. Scopo della guerra era ed è è la sconfitta militare del governo siriano presieduto da Bashar Assad. Meno chiaro è chi, da anni, stia conducendo la guerra e cosa si proponga di sostituire all’ attuale assetto politico del paese.

Non si può descrivere un conflitto così lungo e complesso in poche righe, ma, per capire che non si tratta di una semplice guerra civile tra schieramenti siriani contrapposti, è sufficiente sapere che dall’ inizio della guerra operano nel paese decine di migliaia di combattenti non siriani e che la coalizione delle milizie armate anti governative, anche quando fino a metà 2013 ne era componente organica lo Stato islamico di Al Baghdadi, è stata sempre sostenuta ufficialmente dagli “Amici della Siria”, undici paesi appartenenti alla Nato o alle petromonarchie del Golfo Persico.

Comunque il governo e lo stato siriano, con l’ aiuto della Russia e di altri alleati regionali, hanno resistito alla violenta offensiva e territori che erano stati occupati dalla coalizione avversaria sono tornati sotto il controllo di Damasco. La vita del paese è stata però drammaticamente sconvolta, alcune città sono praticamente distrutte e l’ economia ridotta ai minimi termini.

Le sanzioni italiane e UE a Damasco

In questo difficile contesto l’ Unione Europea non trova di meglio che continuare a infliggere alla Siria pesanti sanzioni economiche che colpiscono la vita quotidiana della gente comune, come denunciato più volte anche dai religiosi cristiani operanti nel paese, mentre l’ Italia continua a non avere con Damasco relazioni diplomatiche nonostante fosse al momento dell’ inizio della guerra il suo primo partner economico europeo.

Appello per aiutare insieme gli uomini e le donne siriane

I siriani hanno bisogno di aiuto per continuare a difendersi e per ricostruire una vita migliore.

Siamo un gruppo di persone e piccole associazioni che hanno seguito e seguono le tragiche vicende siriane e vogliamo unirci per contribuire a sostenere in modo più efficace la popolazione di questo martoriato paese.

Vogliamo aiutare gli uomini e le donne siriane, dagli anziani ai bambini e alle bambine,

dando il nostro contributo alla lotta per abolire le sanzioni economiche UE alla Siria e per ristabilire le relazioni diplomatiche di Damasco con l’ Italia,

diffondendo un’ informazione più veritiera sulla guerra in corso dal 2011 e sugli avvenimenti degli ultimi anni, organizzando presentazioni di libri, video, dossier e tenendo altri incontri pubblici, aiutando i siti di informazione, piccoli ma di ottima qualità, che seguono da tempo la vicenda siriana,

favorendo relazioni tra comunità siriane e italiane di ogni tipo, con particolare attenzione alle scuole e alle realtà locali,

avviando forme di "gemellaggio" per la ripresa e la resilienza, fra realtà e cittadini italiani e siriani,

aiutando le attività economiche, piccole e grandi, a ripartire nel loro lavoro, sin da subito dando un piccolo sbocco di mercato ad iniziative artigianali già operanti,

facendo conoscere in Italia la storia e la cultura di questo straordinario paese mediorientale.


Ci siamo dati appuntamento a Roma

Roma, sabato 7 marzo 2020 alle ore 16 in Viale Opita Oppio 24 (fermata metro A Porta Furba), Circolo Enrico Berlinguer,
per discutere come organizzarci e concretizzare il nostro proposito comune
e invitiamo caldamente ad unirsi a noi tutti coloro, singole persone o associazioni, che condividono le nostre idee.

Sappiamo che ci rivolgiamo a persone che vivono in ogni angolo d’ Italia, e speriamo anche fuori dal nostro paese, e che non possono facilmente venire a Roma.

Invitiamo comunque tutti a contattarci, e a scambiare con noi opinioni, notizie e speranze, troveremo sicuramente un modo soddisfacente per operare concretamente nella direzione che auspichiamo.

Per aderire al nostro appello e mettersi in comunicazione con noi

Scrivete agli indirizzi email

siriasolidarieta@libero.it

oreste36@alice.it

Oppure chiamate, cell 3807025764


venerdì 7 febbraio 2020

L’ imperialismo liberal e l’ imperialismo reazionario, diversi ma alleati nella NATO



Il 25 gennaio 2020 avevo un cartello ad una manifestazione romana in occasione della “ Giornata globale contro la guerra in Iran e Medio Oriente “ indetta da associazioni pacifiste statunitensi. Vi avevo scritto:

“” No alla NATO,
alleanza fra
l’ imperialismo liberal
e
l’ imperialismo reazionario “”

poi, molto piccolo, accanto a l'mperialismo liberal:
Obama, Clinton, PD, Unione Europea, Emma Bonino

accanto a l' imperialismo reazionario:
Trump, Salvini, Israele, Erdogan

A chi si fermava a leggere il cartello , spiegavo che Zingaretti e Salvini, Trump e democratici USA, Erdogan e Unione Europe, hanno tra loro scontri durissimi, ma tutti, nessuno escluso, sostengono la NATO e tutti si considerano parte di questa Alleanza militare, che condiziona moltissimo tutta la politica estera dei loro paesi.
Questo è senza dubbio vero, ma vedo la cosa anche singolare, e segnale che forse la realtà narrata dai media non è del tutto convincente, anche se convince moltissime persone tendenzialmente pacifiste o antimperialiste.

Nelle settimane successive mi sono convinto ancora di più dell’ utilità di definire in modo diverso i due imperialismi, che qualcuno può invece considerare solo due facce della stessa medaglia.
Ritengo infatti che faciliti la loro azione negativa ,sia non considerarli entrambi come imperialismi, sia non considerarli diversi tra loro.
I due atteggiamenti favoriscono anche il meccanismo, noto ormai come nefasto ma sempre efficace, della scelta del meno peggio, che ha spesso la conseguenza, soprattutto quando lo schema è messo in azione da chi opera nell' informazione, da professionista o meno, di occultare all' opinione pubblica i lati negativi del soggetto ritenuto “meno peggiore”.

In queste righe ignoro completamente la politica estera di Russia e Cina, che si presta a interpretazioni diverse, perché anche un minimo accenno ai due paesi toglierebbe attenzione a quello che invece voglio segnalare qui, cioè la presenza nei paesi occidentali di due imperialismi diversi, che sono alleati nell’ Alleanza Atlantica,

ma che si scontreranno aspramente nelle elezioni presidenziali USA di novembre 2020 e, a livello globale, avranno un conflitto altrettanto aspro sulla questione climatica e la necessità di cambiare sistema energetico.

I soggetti protagonisti dei due imperialismi

Sul cartello accanto a l'Imperialismo liberal avevo indicato
“ Obama, Clinton, PD, Unione Europea, Emma Bonino “
accanto a

L'imperialismo reazionario:
“ Trump, Salvini, Israele, Erdogan”

In uno spazio che necessita di meno sintesi rispetto a un cartello, potremmo aggiungere all' interno dell' imperialismo liberal i soggetti dell’ Unione Europea che appartengono al campo conservatore, ad esempio la Merkel o hanno una identità, come Macron, più estranea agli schieramenti politici tradizionali. Purtroppo anche la quasi totalità dei partiti Verdi attuali.

Ci sono poi soggetti estranei alla politica istituzionale, appartenenti all' associazionismo laico o religioso,vedi Comunità di Sant' Egidio, o al mondo dell' informazione, vedi Radio Radicale. Negli anni scorsi è stato molto discusso l' atteggiamento di famose ONG internazionali nel conflitto siriano, accusate di essere di parte. Curiosamente alcune di queste sono state coinvolte anche nella “criminalizzazione” del soccorso ai migranti, iniziata con il Pd Minniti, e che ha avuto il suo culmine con Salvini ministro degli Interni.

Nel campo reazionario invece potremmo collocare alcuni atteggiamenti di esponenti 5stelle italiani, tutti i sovranisti dell’ Unione Europea, compreso il partito italiano di Fratelli d' Italia, e l’ Arabia saudita con i suoi alleati del Golfo. Rilevante anche l' appoggio dell' attuale governo australiano e del Brasile di Bolsonaro che, non solo spalleggiano Trump nel negazionismo climatico, ma anche nel sostenere Gerusalemme capitale dello stato di Israele.

In campo economico, 

possiamo mettere i colossi dell' informatica tra i fiancheggiatori dell' imperialismo liberal globalista,
mentre l' industria della produzione di energia da fonti fossili sembra legata a filo doppio con l' imperialismo reazionario.

L' industria delle armi ha invece ottimi rapporti con entrambi.

I contenuti dei due imperialismi

Nell’ imperialismo liberal troviamo

l’ uso strumentale dei diritti umani
- l’ impegno contro i cambiamenti climatici, da azionare con la tecnologia e il capitalismo verde
- l’ attenzione alle istituzioni internazionali, ONU e Unione Europea, ma considerate sempre secondarie rispetto alla fedeltà all’ Alleanza Atlantica
- Un' apparente attenzione alle migrazioni, che si manifesta però solo come accoglienza per profughi di guerra e migranti politici, individuati spesso utilizzando il criterio dell' appartenenza a paesi amici o meno dell’ Occidente.

Nell’ imperialismo reazionario invece:

- il nazionalismo
- il negazionismo climatico
- la poca considerazione delle istituzioni internazionali
- la xenofobia, se non il razzismo vero e proprio
- l’ integralismo religioso

Ho segnalato solo i titoli di questioni che andrebbero studiate e divulgate in modo molto più adeguato.

Ma perché penso che sia utile, oggi, approfondire l’ imperialismo liberal e l’ imperialismo reazionario, e sostenere la loro diversità ?

    a) Perché, come ho scritto prima, molto presto si scontreranno molto aspramente tra loro in occasione delle elezioni presidenziali USA di novembre 2020 e, ma in questo caso anche a livello globale, sui cambiamenti climatici. L’ opinione pubblica tendenzialmente pacifista o ambientalista capirà meglio lo scontro se considererà anche questa chiave di lettura.

    b) Perché nella recente crisi USA-Iran abbiamo visto Trump, esponente dell’ imperialismo reazionario, andare contro la strategia di Obama e dell’ imperialismo liberal, protagonisti dell’ accordo sul nucleare iraniano. E abbiamo visto sottovalutata e non contrastata per niente la sua politica anche se era stata annunciata in modo molto esplicito sin dalla campagna elettorale ed aveva compiuto passi già impegnativi, e talvolta azzardati, come l’ uscita dall’ accordo nucleare e la reintroduzione delle sanzioni a Theran e
    nello stesso tempo, mentre l’ imperialismo reazionario, alleato strettissimo di Israele e Arabia saudita, compie passi spregiudicati e destabilizzanti, l’ imperialismo liberal, al governo o meno, prosegue le sue strategie e in questi mesi sta sostenendo le proteste in Libano, Iraq, Iran, che hanno come sbocco possibile situazioni simili a quelle della Libia e della Siria negli ultimi dieci anni.
Ripeto, tutto questo andrebbe indagato e divulgato in modo molto più adeguato. Il primo passo da fare però sicuramente è segnalare che in occidente ci sono due imperialismi diversi,  anche se sono entrambi parte integrante dell' Alleanza Atlantica.

Marco Palombo


lunedì 3 febbraio 2020

Nuovo attacco Houti a strutture Saudi Aramco,, e le sue azioni toccano il minimo storico



Strutture della Saudi Aramco colpite da attacco Huti, e le azioni toccano il loro minimo dall’ inizio della quotazione in Borsa.

Questa mattina la Saudi Aramco viene scambiata a 33,80 ryal ad azione,il picco minimo dall’ inizio della sua presenza in Borsa. Il primo giorno l’’ 11 dicembre la sua quotazione era stata fissata a 35,20 ryal, il 16 dicembre era salita a 38,16 , ma già il 19 dicembre era scesa di nuovo a 35,50.
Poi una lenta discesa accelerata dopo l’ attacco del 31 gennaio 2020.
L' IPO della Saudi Aramco aveva fruttato più di 25 miliardi di dollari, superando l' Ipo di Alibaba e diventando la più grande operazione finanziaria di sempre.

Ma i sauditi avevano già dovuto limitare le loro ambizioni e la Saudi Aramco è stata quotata solo alla Borsa di Ryad e non su altre piazze estere come era previsto inizialmente. Gli investitori sono per la stragrande maggioranza imprese e privati residente nei paesi del Golfo e le banche saudite hanno offerto prestiti per l' acquisto di azioni a condizioni eccezionali.

Marco

Arabia Saudita, i ribelli Houthi colpiscono gli aeroporti di Najran e di Jizan: demolita la base di Khamis Mishait
31 GENNAIO 2020 - 18:21
di Cristin Cappelletti

L’attacco è avvenuto in due delle province al confine tra Yemen e Arabia Saudita, zona che è diventata sempre più calda e militarizzata dall’intervento di Riad nel conflitto civile yemenita nel 2015
Le milizie Houthi yemenite hanno colpito gli aeroporti delle città di Najran e di Jizan in Arabia Saudita. Il portavoce delle forze ribelli ha fatto sapere che i razzi hanno demolito anche la base di Khamis Mishait. Tra le strutture colpite anche quelle della Saudi Aramco, la compagnia nazionale petrolifera saudita.
L’attacco è avvenuto in due delle province al confine tra Yemen e Arabia Saudita, zona che è diventata sempre più calda e militarizzata dall’intervento di Riad nel conflitto civile yemenita nel 2015. Negli ultimi anni i raid degli Houthi verso Jizan e Najran si sono intensificati, parallelamente a un crescere dell’interventismo saudita in Yemen.