venerdì 7 febbraio 2020

L’ imperialismo liberal e l’ imperialismo reazionario, diversi ma alleati nella NATO



Il 25 gennaio 2020 avevo un cartello ad una manifestazione romana in occasione della “ Giornata globale contro la guerra in Iran e Medio Oriente “ indetta da associazioni pacifiste statunitensi. Vi avevo scritto:

“” No alla NATO,
alleanza fra
l’ imperialismo liberal
e
l’ imperialismo reazionario “”

poi, molto piccolo, accanto a l'mperialismo liberal:
Obama, Clinton, PD, Unione Europea, Emma Bonino

accanto a l' imperialismo reazionario:
Trump, Salvini, Israele, Erdogan

A chi si fermava a leggere il cartello , spiegavo che Zingaretti e Salvini, Trump e democratici USA, Erdogan e Unione Europe, hanno tra loro scontri durissimi, ma tutti, nessuno escluso, sostengono la NATO e tutti si considerano parte di questa Alleanza militare, che condiziona moltissimo tutta la politica estera dei loro paesi.
Questo è senza dubbio vero, ma vedo la cosa anche singolare, e segnale che forse la realtà narrata dai media non è del tutto convincente, anche se convince moltissime persone tendenzialmente pacifiste o antimperialiste.

Nelle settimane successive mi sono convinto ancora di più dell’ utilità di definire in modo diverso i due imperialismi, che qualcuno può invece considerare solo due facce della stessa medaglia.
Ritengo infatti che faciliti la loro azione negativa ,sia non considerarli entrambi come imperialismi, sia non considerarli diversi tra loro.
I due atteggiamenti favoriscono anche il meccanismo, noto ormai come nefasto ma sempre efficace, della scelta del meno peggio, che ha spesso la conseguenza, soprattutto quando lo schema è messo in azione da chi opera nell' informazione, da professionista o meno, di occultare all' opinione pubblica i lati negativi del soggetto ritenuto “meno peggiore”.

In queste righe ignoro completamente la politica estera di Russia e Cina, che si presta a interpretazioni diverse, perché anche un minimo accenno ai due paesi toglierebbe attenzione a quello che invece voglio segnalare qui, cioè la presenza nei paesi occidentali di due imperialismi diversi, che sono alleati nell’ Alleanza Atlantica,

ma che si scontreranno aspramente nelle elezioni presidenziali USA di novembre 2020 e, a livello globale, avranno un conflitto altrettanto aspro sulla questione climatica e la necessità di cambiare sistema energetico.

I soggetti protagonisti dei due imperialismi

Sul cartello accanto a l'Imperialismo liberal avevo indicato
“ Obama, Clinton, PD, Unione Europea, Emma Bonino “
accanto a

L'imperialismo reazionario:
“ Trump, Salvini, Israele, Erdogan”

In uno spazio che necessita di meno sintesi rispetto a un cartello, potremmo aggiungere all' interno dell' imperialismo liberal i soggetti dell’ Unione Europea che appartengono al campo conservatore, ad esempio la Merkel o hanno una identità, come Macron, più estranea agli schieramenti politici tradizionali. Purtroppo anche la quasi totalità dei partiti Verdi attuali.

Ci sono poi soggetti estranei alla politica istituzionale, appartenenti all' associazionismo laico o religioso,vedi Comunità di Sant' Egidio, o al mondo dell' informazione, vedi Radio Radicale. Negli anni scorsi è stato molto discusso l' atteggiamento di famose ONG internazionali nel conflitto siriano, accusate di essere di parte. Curiosamente alcune di queste sono state coinvolte anche nella “criminalizzazione” del soccorso ai migranti, iniziata con il Pd Minniti, e che ha avuto il suo culmine con Salvini ministro degli Interni.

Nel campo reazionario invece potremmo collocare alcuni atteggiamenti di esponenti 5stelle italiani, tutti i sovranisti dell’ Unione Europea, compreso il partito italiano di Fratelli d' Italia, e l’ Arabia saudita con i suoi alleati del Golfo. Rilevante anche l' appoggio dell' attuale governo australiano e del Brasile di Bolsonaro che, non solo spalleggiano Trump nel negazionismo climatico, ma anche nel sostenere Gerusalemme capitale dello stato di Israele.

In campo economico, 

possiamo mettere i colossi dell' informatica tra i fiancheggiatori dell' imperialismo liberal globalista,
mentre l' industria della produzione di energia da fonti fossili sembra legata a filo doppio con l' imperialismo reazionario.

L' industria delle armi ha invece ottimi rapporti con entrambi.

I contenuti dei due imperialismi

Nell’ imperialismo liberal troviamo

l’ uso strumentale dei diritti umani
- l’ impegno contro i cambiamenti climatici, da azionare con la tecnologia e il capitalismo verde
- l’ attenzione alle istituzioni internazionali, ONU e Unione Europea, ma considerate sempre secondarie rispetto alla fedeltà all’ Alleanza Atlantica
- Un' apparente attenzione alle migrazioni, che si manifesta però solo come accoglienza per profughi di guerra e migranti politici, individuati spesso utilizzando il criterio dell' appartenenza a paesi amici o meno dell’ Occidente.

Nell’ imperialismo reazionario invece:

- il nazionalismo
- il negazionismo climatico
- la poca considerazione delle istituzioni internazionali
- la xenofobia, se non il razzismo vero e proprio
- l’ integralismo religioso

Ho segnalato solo i titoli di questioni che andrebbero studiate e divulgate in modo molto più adeguato.

Ma perché penso che sia utile, oggi, approfondire l’ imperialismo liberal e l’ imperialismo reazionario, e sostenere la loro diversità ?

    a) Perché, come ho scritto prima, molto presto si scontreranno molto aspramente tra loro in occasione delle elezioni presidenziali USA di novembre 2020 e, ma in questo caso anche a livello globale, sui cambiamenti climatici. L’ opinione pubblica tendenzialmente pacifista o ambientalista capirà meglio lo scontro se considererà anche questa chiave di lettura.

    b) Perché nella recente crisi USA-Iran abbiamo visto Trump, esponente dell’ imperialismo reazionario, andare contro la strategia di Obama e dell’ imperialismo liberal, protagonisti dell’ accordo sul nucleare iraniano. E abbiamo visto sottovalutata e non contrastata per niente la sua politica anche se era stata annunciata in modo molto esplicito sin dalla campagna elettorale ed aveva compiuto passi già impegnativi, e talvolta azzardati, come l’ uscita dall’ accordo nucleare e la reintroduzione delle sanzioni a Theran e
    nello stesso tempo, mentre l’ imperialismo reazionario, alleato strettissimo di Israele e Arabia saudita, compie passi spregiudicati e destabilizzanti, l’ imperialismo liberal, al governo o meno, prosegue le sue strategie e in questi mesi sta sostenendo le proteste in Libano, Iraq, Iran, che hanno come sbocco possibile situazioni simili a quelle della Libia e della Siria negli ultimi dieci anni.
Ripeto, tutto questo andrebbe indagato e divulgato in modo molto più adeguato. Il primo passo da fare però sicuramente è segnalare che in occidente ci sono due imperialismi diversi,  anche se sono entrambi parte integrante dell' Alleanza Atlantica.

Marco Palombo


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