E' ovvio che tante questioni insieme sull' Ucraina togliono spazio sui media alla discussione sulle armi italiane all' Ucraina.
Georgia Meloni e Guido Crosetto martedì 13 dicembre saranno entrambi a Montecitorio per comunicazioni. La mattina la premier sul Consiglio d' Europa del 15-16 dicembre che verterà quasi esclusivamente su guerra Ucraina e le sue conseguenze nell' economia, nella sicurezza, nell' energia. Alle 16 Crosetto, ministro della Difesa, interverrà in aula sulla decreto armi all' Ucraina e ci sarà probabilmente un voto che sarà definitivo per inviare armi per tutto il 2023
camera.it
notizia pubblicata il 13 Dicembre 2022 (?!?!?... oggi è il 10 dicembre n.d.r.)
Martedì 13 dicembre - ore 9.30 - Aula
Comunicazioni Presidente Meloni su Consiglio europeo
Martedì 13 dicembre, alle ore 9.30, le Comunicazioni del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2022.
notizia pubblicata il 9 Dicembre 2022
Martedì 13 dicembre - ore 16 - Aula
Comunicazioni Ministro Crosetto su aiuti militari all'Ucraina
Martedì 13 dicembre, alle ore16, le Comunicazioni del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sugli aiuti militari all'Ucraina.
In vista della discussione delle mozioni su conflitto Russia-Ucraina previste per il prossimo martedì 29 novembre, e ancor più in seguito alle gravissime dichiarazioni del Parlamento Europeo che alimentano il conflitto e una frattura tragicamente irreversibile, definendo la Russia “sponsor del terrorismo”, e chiedono “ un isolamento internazionale globale della Federazione Russa” e “un embargo immediato e totale sulle importazioni UE di combustibili fossili e uranio russi, nonchè la completa dismissione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2”,
Siamo qui a chiederLe di esprimersi coerentemente con l’art.11 della Costituzione Italiana:
“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
A tale scopo, La invitiamo a sostenere e promuovere le seguenti richieste di moltissime organizzazioni, associazioni, cittadini e cittadine:
Stop immediato all’invio di armi e all’aumento delle spese militari, perché una risposta violenta alla violenza non porta la Pace, perché alimentare il conflitto non è mai giustificabile, né creerà le condizioni del dialogo necessarie a raggiungere soluzioni concordate e soprattutto perché LE POPOLAZIONI CIVILI COINVOLTE NON VOGLIONO PIÙ NÉ MORTI NÉ FERITI.
2.Azioni concrete per ottenere il cessate il fuoco immediato e creare «le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili», come richiesto anche da Papa Francesco:
·Ritiro delle sanzioni che solo alimentano una guerra economica che colpisce le popolazioni
·Chiedere il congelamento immediato delle attuali posizioni sul terreno sotto la supervisione ONU e dislocamento dei Corpi Civili di Pace per il monitoraggio del cessate il fuoco, il supporto a tutte le vittime del conflitto e il contributo alle attività di costruzione della pace
·Aprire i tavoli diplomatici seguendo le norme del Diritto Internazionale e coinvolgendo tutte le parti sociali e soprattutto le donne nello spirito della Risoluzione ONU 1325 (2000).
·Uscire dalla NATO e promuoverne lo scioglimento, in quanto consiste di un’alleanza anacronistica a livello internazionale, che obbliga i Paesi membri ad essere complici delle guerre e degli interessi dell’industria bellica.
·Smantellare le basi NATO e le servitù militari presenti nel nostro Paese, già troppe volte usate come piattaforma di lancio di guerre in giro per il mondo.
3.Firma e ratifica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari
4. Promuovere una legge di bilancio utile a contrastare e risolvere le conseguenze economiche, energetiche, alimentari, migratorie scaturite dalla guerra e dalle speculazioni finanziarie, con politiche economiche e sociali che rimettano il servizio pubblico al centro degli investimenti e sollecitando la conversione ecologica, eliminando a priori ipotesi di gas liquido/rigassificatori e nucleare civile.
Non sia complice di condurre il Paese verso il baratro della guerra e la catastrofe nucleare. Non sia complice dei pochi che si arricchiscono sulle spalle dei molti e sempre più poveri.
Contribuisca a riportare l’Italia ad essere baluardo di cultura, civiltà, accoglienza e diplomazia.
Questa è la
proposta della mozione che sarebbe stata poi modificata da emendamenti
M.
mento Europeo
PROPOSTA DI
RISOLUZIONE COMUNEsul riconoscimento della
Federazione russa come Stato sostenitore del terrorismo
21.11.2022 - (2022-2896(RSP))
presentata a
norma dell'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione seguenti: B9‑0482/2022 (Renew) B9‑0483/2022 (PPE) B9‑0487/2022 (ECR)
Andrius Kubilius, Michael Gahler, Rasa Juknevičienė, David McAllister, Peter
van Dalen, Isabel Wiseler-Lima, Siegfried Mureşan, Vangelis Meimarakis, Ewa
Kopacz, Jerzy Buzek, Vladimír Bilčík, Gheorghe Falcă, Tomasz Frankowski,
Andrzej Halicki, Sandra Kalniete, Andrey Kovatchev, David Lega, Miriam Lexmann,
Antonio López-Istúriz White, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Aušra
Maldeikienė, Lukas Mandl, Liudas Mažylis, Janina Ochojska, Radosław Sikorski,
Michaela Šojdrová, Eugen Tomac, Inese Vaidere, Alexander Alexandrov Yordanov,
Milan Zver
a nome del gruppo PPE
Petras Auštrevičius, Vlad Gheorghe, Bernard Guetta, Nathalie Loiseau, Javier
Nart, Urmas Paet, Nicolae Ştefănuță, Ramona Strugariu
a nome del gruppo Renew
Anna Fotyga, Charlie Weimers, Zbigniew Kuźmiuk, Kosma Złotowski, Witold Jan
Waszczykowski, Dominik Tarczyński, Ryszard Czarnecki, Elżbieta Rafalska, Bogdan
Rzońca, Jacek Saryusz-Wolski, Joachim Stanisław Brudziński, Eugen Jurzyca,
Beata Kempa, Hermann Tertsch, Ryszard Antoni Legutko, Roberts Zīle, Elżbieta
Kruk, Alexandr Vondra, Veronika Vrecionová, Assita Kanko, Anna Zalewska, Beata
Mazurek, Adam Bielan, Beata Szydło, Patryk Jaki, Grzegorz Tobiszowski, Zdzisław
Krasnodębski, Jadwiga Wiśniewska, Joanna Kopcińska
a nome del gruppo ECR
Włodzimierz Cimoszewicz, Juozas Olekas, Łukasz Kohut, Marina Kaljurand, Sven
Mikser, Raphaël Glucksmann, Thijs Reuten
Risoluzione
del Parlamento europeo sul riconoscimento della Federazione russa come Stato
sostenitore del terrorismo
(2022-2896(RSP))
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti
risoluzioni sulla Russia e l'Ucraina, tra cui quelle del 6 ottobre 2022
sull'escalation della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina[1], del 19 maggio 2022 sulla lotta contro l'impunità
per i crimini di guerra in Ucraina[2] e del 25 novembre 2021 sulle
violazioni dei diritti umani da parte delle imprese militari e di sicurezza
private, in particolare il gruppo Wagner[3],
– viste la Carta delle Nazioni
Unite, la Convenzione del 9 dicembre 1948 per la prevenzione e la repressione
del delitto di genocidio e la quarta Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949
relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra,
– visto il quadro giuridico
internazionale per la prevenzione e la lotta al terrorismo, compresa la
risoluzione 2341 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla
protezione delle infrastrutture critiche contro gli atti terroristici, adottata
il 13 febbraio 2017,
– viste la Convenzione europea
per la repressione del terrorismo del 27 gennaio 1977 e le successive
convenzioni internazionali,
– visto il quadro giuridico
dell'UE contro il terrorismo, tra cui la posizione comune del Consiglio
2001/931/PESC relativa all'applicazione di misure specifiche per la lotta al
terrorismo[4] e il regolamento (CE) n. 2580/2001
del Consiglio, del 27 dicembre 2001, relativo a misure restrittive specifiche,
contro determinate persone e entità, destinate a combattere il terrorismo[5],
– visto lo Statuto di Roma
della Corte penale internazionale (CPI),
– vista la risoluzione 2463
dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa del 13 ottobre 2022
sull'ulteriore intensificazione dell'aggressione russa contro l'Ucraina,
– vista la dichiarazione del 10
ottobre 2022 del Presidente del Consiglio europeo Charles Michel sui violenti
attacchi della Russia contro Kiev e altre città dell'Ucraina,
– vista la dichiarazione resa
il 22 settembre 2022 dall'alto rappresentante, a nome dell'Unione europea,
sulla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina,
– vista la risoluzione
dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 14 novembre 2022, che
raccomanda la creazione di un registro per documentare i danni causati
dall'aggressione della Federazione russa contro l'Ucraina,
– visto l'articolo 132,
paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che dal 24
febbraio 2022, quando la Russia ha riavviato la guerra di aggressione illegale,
non provocata e ingiustificata contro l'Ucraina, le sue forze hanno condotto
attacchi indiscriminati contro aree residenziali e infrastrutture civili, hanno
ucciso migliaia di civili ucraini e hanno compiuto atti di terrore in tutto il
paese prendendo di mira vari elementi di infrastrutture civili come zone
residenziali, scuole, ospedali, stazioni ferroviarie, teatri e reti idriche ed
elettriche; che tali atti brutali e disumani stanno causando morte, sofferenza,
distruzione e sfollamenti;
B. considerando che le forze
armate russe e le loro forze per procura hanno commesso esecuzioni sommarie,
rapimenti, violenze sessuali, torture e altre atrocità nei territori ucraini
recentemente e precedentemente occupati, tra cui i massacri di civili in città
e paesi come Bucha, Irpin, Izium e Lyman, l'attacco deliberato a un teatro di
Mariupol, che ha ucciso centinaia di persone, e l'attacco alla stazione
ferroviaria di Kramatorsk, che ha ucciso 60 civili;
C. considerando che in Ucraina
sono state uccise molte migliaia di civili, tra cui centinaia di bambini, e
molte altre persone sono state torturate, molestate, aggredite sessualmente,
rapite, sfollate con la forza o fatte sparire dalle forze armate russe e dalle
loro forze per procura; che gruppi per i diritti umani e missioni di
osservatori internazionali hanno documentato in modo approfondito le numerose
atrocità commesse dalle forze armate russe e dalle loro forze per procura
contro civili ucraini, come esecuzioni sommarie, torture, stupri e detenzioni
di massa di civili nei cosiddetti centri di filtrazione, nonché adozioni
forzate di minori ucraini e deportazioni forzate; che i crimini di guerra
documentati in Ucraina sono quasi 40 000, cifra destinata a crescere
quando verranno documentati i crimini di guerra commessi nelle parti
recentemente liberate della regione di Cherson; che, secondo i dati di
monitoraggio raccolti dall'Istituto ucraino per l'informazione di massa, la
Federazione russa ha commesso 457 crimini contro giornalisti e media in Ucraina
e gli occupanti russi hanno ucciso più di 40 giornalisti ucraini e stranieri
dall'inizio della guerra di aggressione;
D. considerando che la
Federazione russa continua a violare ripetutamente i principi della Carta delle
Nazioni Unite mediante i suoi atti di aggressione contro la sovranità,
l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina, nonché a violare
palesemente e gravemente il diritto internazionale umanitario, tra l'altro
colpendo in modo deliberato obiettivi civili che non dovrebbero essere oggetto
di attacchi a norma dell'articolo 52, paragrafo 1, del protocollo
addizionale I del 1977 alle Convenzioni di Ginevra del 1949; che tali crimini
riflettono un'indifferenza grottesca nei confronti delle norme e delle leggi di
guerra che limitano l'esercizio del potere militare, come si evince, ad
esempio, dal trattamento disumano dei prigionieri di guerra, dal diffuso ricorso
alla tortura e alle esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra ucraini,
nonché dalla negazione dell'accesso alle organizzazioni umanitarie
internazionali come il Comitato internazionale della Croce Rossa;
E. considerando che la
Federazione russa ha già lanciato oltre 4 000 missili contro l'Ucraina e
bombardato il paese più di 24 000 volte, anche dal territorio della
Bielorussia; che gli attacchi sferrati dalla Russia con missili, droni e
artiglieria hanno finora danneggiato o distrutto 60 982 infrastrutture
civili nell'intera Ucraina, tra cui 42 818 edifici e abitazioni
residenziali, 1 960 istituti scolastici, 396 strutture mediche, 392
edifici culturali, 87 edifici religiosi e 5 315 infrastrutture idriche ed
elettriche; che gli attacchi deliberati con missili e droni lanciati dalla
Federazione russa, anche con droni forniti dall'Iran, hanno danneggiato o
distrutto circa il 40 % delle infrastrutture energetiche critiche
dell'Ucraina;
F. considerando che durante
l'assedio di Mariupol le autorità della Federazione russa hanno provocato una
crisi umanitaria su vasta scala, che ha portato alla morte di decine di
migliaia di civili e distrutto il 95 % della città;
G. considerando che
dall'ottobre 2022 la Russia colpisce deliberatamente le infrastrutture critiche
ucraine nell'intero paese allo scopo di terrorizzare la popolazione e impedirle
l'accesso a gas, elettricità, acqua, Internet e ad altri beni e servizi di
prima necessità, il che è particolarmente devastante con l'arrivo dell'inverno;
che lo scopo di tali attacchi è quello di terrorizzare la popolazione ucraina,
di piegarne la resistenza e determinazione a proseguire la difesa del proprio
paese, di costringerla ad accettare la potenza occupante e il suo tentativo
illegale di annessione di diverse parti dell'Ucraina; che durante tali attacchi
è stato colpito il territorio polacco, provocando la morte di due cittadini
polacchi;
H. considerando che la Russia è
responsabile della crisi mondiale della sicurezza alimentare a seguito della
sua guerra di aggressione contro l'Ucraina e del blocco che impone ai porti
marittimi ucraini; che la Russia utilizza gli alimenti e la fame come armi sin
dall'inizio della guerra; che le azioni deliberate della Russia, tra cui la
distruzione delle scorte, l'interruzione della produzione e l'imposizione di
restrizioni alle proprie esportazioni di generi alimentari e fertilizzanti,
hanno aggravato la crisi della sicurezza alimentare mondiale.
I. considerando che la Russia
ha annesso illegalmente la Repubblica autonoma ucraina di Crimea e la città di
Sebastopoli, oltre agli oblast ucraini di Doneck, Cherson, Lugansk e Zaporižžja
che l'occupazione della centrale nucleare di Zaporižžja da parte della Russia
minaccia gravemente l'incolumità e la sicurezza della centrale; che la Russia
ha rapito i lavoratori della centrale nucleare costringendoli a lavorare, ha
depositato attrezzature militari nel sito e ha fatto fuoco su bersagli situati
in prossimità della centrale; che la Russia ha messo a repentaglio anche
l'incolumità e la sicurezza della centrale nucleare di Cernobyl;
J. considerando che la Russia
costituisce un rischio per la sicurezza dell'intero continente e per l'ordine
internazionale fondato su regole in ragione dei suoi tentativi di minare la
sicurezza e l'incolumità delle centrali nucleari ucraine e delle sue minacce di
ricorrere alle armi nucleari; che funzionari russi hanno minacciato
a più riprese paesi europei, anche con "misure tecnico-militari", a
causa del loro sostegno all'Ucraina e/o della loro aspirazione ad adesione alla
NATO; considerando che il tentativo della Russia di sfruttare le esportazioni
di energia come strumento di coercizione geopolitica equivale a utilizzare le
forniture energetiche come arma; che il danneggiamento dei gasdotti Nord Stream
1 e 2 il 26 settembre 2022 ha provocato fughe di gas nel Mar Baltico, il che
costituisce altresì un attacco ambientale ai danni dell'UE;
K. considerando che le forze
armate russe e i gruppi russi controllati dallo Stato o i loro alleati, come il
gruppo Wagner, hanno ripetutamente preso di mira civili in diverse altre
località, tra cui nella seconda guerra cecena, nella guerra russo-georgiana del
2008 e nella guerra civile siriana, nonché in Libia, nella Repubblica
centrafricana e in Mali; che il gruppo Wagner beneficia di un notevole sostegno
politico, economico e logistico da parte dello Stato russo, in particolare del
ministero della Difesa russo;
L. considerando che la Russia
sostiene e finanzia da anni regimi e organizzazioni terroristiche, in
particolare il regime di Assad in Siria cui la Russia ha fornito armi e per la
cui difesa ha perpetrato attacchi deliberati contro la popolazione civile, le
città e le infrastrutture civili siriane; che la Russia ha condotto attacchi in
altri paesi sovrani e sul proprio territorio, tra cui l'avvelenamento con
agenti nervini della famiglia Skripal nel Regno Unito, l'avvelenamento di
Aleksandr Litvinenko, Vladimir Kara-Murza, Aleksej Naval'nyj e altri, nonché il
bombardamento di depositi di munizioni nella Repubblica ceca nel 2014; che la
repressione sistematica dell'attuale regime russo nei confronti del proprio
popolo ha assunto un carattere totalitario e che lo stesso regime ha una lunga
storia di ricorso alla violenza contro gli oppositori politici;
M. considerando che il 15 novembre
2022 un tribunale olandese ha condannato due cittadini russi e un separatista
ucraino filorusso in contumacia per l'omicidio di 298 persone in ragione
dell'abbattimento del volo 17 della Malaysia Airlines; che lo Stato russo
continua a negare la propria responsabilità nell'abbattimento del volo 17 della
Malaysia Airlines e si rifiuta di collaborare con gli organismi giudiziari
internazionali; che la Federazione russa continua parimenti a rifiutarsi di
restituire i relitti e le scatole nere degli aerei TU-154 del governo polacco
che sono precipitati nei pressi di Smolensk, sul territorio della Federazione
russa nell'aprile 2010;
N. considerando che la Russia
sta inoltre conducendo attivamente una guerra dell'informazione, diffondendo
disinformazione sull'Ucraina, l'Europa e i valori democratici liberali ed
effettuando operazioni speciali per destabilizzare la società in Ucraina e
screditare le relazioni con i suoi partner internazionali;
O. considerando che l'UE tiene
un elenco di individui, gruppi ed entità implicati in atti terroristici oggetto
di sanzioni, sebbene il quadro giuridico vigente, a differenza di quelli di
paesi come Stati Uniti e Canada, non permetta di designare uno Stato come
sostenitore del terrorismo;
P. considerando che le azioni
intraprese dalla Russia e dalle forze loro alleate corrispondono alla
definizione di terrorismo accettata dall'UE, dal Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite e dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, contenuta nella
risoluzione 1566 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2004, nella
risoluzione 49/60 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del
9 dicembre 1994 e nelle posizioni comuni del Consiglio 2001/931/PESC
e 2009/468/PESC[6];
Q. considerando che negli
ultimi mesi i parlamenti o le camere parlamentari di Lituania, Lettonia,
Estonia, Polonia e Cechia, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e la
Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione dei
parlamenti dell'Unione europea (COSAC) hanno adottato risoluzioni in cui
dichiarano la Russia uno Stato terroristico o uno Stato sostenitore del
terrorismo o designano l'attuale regime russo come Stato terroristico; che
nella risoluzione del Senato degli Stati Uniti del 27 luglio 2022 e nella
risoluzione della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti del 12 maggio
2022 si invitava il Dipartimento di Stato statunitense a designare la
Federazione russa come Stato sostenitore del terrorismo;
R. considerando che il
Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha dichiarato, nelle sue
osservazioni durante la discussione straordinaria del Parlamento del 1º marzo
2022 sull'aggressione russa contro l'Ucraina, che l'aggressione russa
costituisce "terrorismo geopolitico, puro e semplice"; che il 23
settembre 2022 il Presidente Michel ha dichiarato, nel suo discorso alla 77ª
Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla Federazione russa, che "allorché un membro permanente del Consiglio di
sicurezza inizia una guerra non provocata e ingiustificata, condannata
dall'Assemblea generale, la sua sospensione dal Consiglio di sicurezza dovrebbe
essere automatica";
S. considerando la
dichiarazione rilasciata il 14 marzo 2022 da Zbigniew Rau, Presidente di turno
dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), che ha
qualificato come "terrorismo di Stato" gli attacchi del governo della
Federazione russa contro civili innocenti e infrastrutture civili in Ucraina;
1. ribadisce il suo fermo sostegno
all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina
entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale; ribadisce la sua
condanna alla guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata
della Russia nei confronti dell'Ucraina; chiede che la Russia e le sue forze
delegate cessino tutte le azioni militari, in particolare gli attacchi contro
le zone residenziali e le infrastrutture civili, e che la Russia ritiri tutte
le forze militari, le forze delegate e le attrezzature militari dall'intero
territorio dell'Ucraina riconosciuto a livello internazionale, ponga fine alle
deportazioni forzate di civili ucraini e alle adozioni forzate di bambini
ucraini, rilasci tutte le persone detenute in Ucraina e cessi definitivamente
di violare o minacciare la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale
dell'Ucraina;
2. sottolinea che gli attacchi
deliberati e le atrocità perpetrati dalla Federazione russa contro la
popolazione civile dell'Ucraina, la distruzione di infrastrutture civili e
altre gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario
internazionale costituiscono atti terroristici contro la popolazione ucraina e
sono crimini di guerra; esprime la sua indignazione e la sua condanna senza
riserve verso tali attacchi e atrocità, così come per gli altri atti commessi
dalla Russia nel perseguimento dei suoi obiettivi politici distruttivi in
Ucraina e nel territorio di altri paesi; riconosce, alla luce di quanto
precede, che la Russia è uno Stato sostenitore del terrorismo e uno Stato che
fa uso di mezzi terroristici;
3. ribadisce la sua ferma
solidarietà al popolo ucraino, che dal 24 febbraio 2022 e negli ultimi nove
anni di aggressione russa continua a dare prova di notevole coraggio e
resilienza di fronte alle minacce e agli attacchi implacabili della Russia,
così come alle altre vittime dell'aggressione russa in tutto il mondo; esprime
la propria solidarietà alle famiglie delle vittime dell'incidente missilistico
del 15 novembre 2022 in Polonia, e il suo sostegno alla Polonia;
4. invita l'UE e i suoi Stati
membri a sviluppare un quadro giuridico dell'UE per designare gli Stati
sostenitori del terrorismo e gli Stati che fanno uso di mezzi terroristici, il
quale darebbe avvio a una serie di misure restrittive significative nei
confronti di tali paesi e avrebbe profonde implicazioni restrittive nelle
relazioni dell'UE con tali paesi; invita il Consiglio a valutare di conseguenza
la possibilità di inserire la Federazione russa in tale elenco dell'UE di Stati
sostenitori del terrorismo; invita i partner dell'UE ad adottare misure
analoghe;
5. invita l'UE e i suoi Stati
membri ad agire per avviare un isolamento internazionale globale della
Federazione russa, anche per quanto riguarda l'adesione della Russia a organizzazioni
e organismi internazionali quali il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
e ad astenersi dal tenere eventi formali sul territorio della Federazione
russa; chiede che le relazioni diplomatiche con la Russia siano ulteriormente
ridotte, e che i contatti con i suoi rappresentanti ufficiali a tutti i livelli
siano mantenuti al minimo indispensabile; invita gli Stati membri dell'UE a
chiudere e vietare le istituzioni parastatali russe, come i centri russi per la
scienza e la cultura e le organizzazioni e associazioni della diaspora russa
che operano sotto l'egida e la guida delle missioni diplomatiche russe e
promuovono la propaganda di Stato russa in tutto il mondo;
6. invita il Consiglio a
includere il gruppo Wagner e il 141º regime speciale motorizzato, noto anche
come Kadyrovites, nonché altri gruppi armati, milizie e forze delegate
finanziati dalla Russia, come quelli attivi nei territori occupati
dell'Ucraina, nell'elenco dell'UE delle persone, dei gruppi e delle entità
coinvolti in atti terroristici (elenco dell'UE dei terroristi); accoglie con
favore la decisione dell'UE del 13 dicembre 2021 di sanzionare lo stesso gruppo
Wagner, nonché otto persone e tre entità ad esso collegate, in virtù di quattro
diversi regimi sanzionatori dell'UE; esorta tutti i paesi a interrompere le
loro relazioni con le società affiliate al gruppo Wagner e a tener fede ai loro
obblighi ai sensi del diritto internazionale ritenendo responsabili tutti gli
autori di gravi violazioni e abusi dei diritti umani e di violazioni del
diritto internazionale umanitario commessi sul loro territorio;
7. invita il Consiglio a tenere
conto dell'escalation di atti terroristici della Federazione russa contro la
popolazione ucraina e pertanto a finalizzare rapidamente i lavori su un nono
pacchetto di sanzioni; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la
rapida attuazione e la rigorosa applicazione di tutte le sanzioni; invita gli
Stati membri a prevenire, investigare e perseguire attivamente qualsiasi
tentativo di elusione delle sanzioni; chiede che tutti gli Stati membri
rimangano uniti nella loro risposta alla guerra di aggressione russa contro
l'Ucraina e invita tutti i paesi candidati e potenziali candidati all'adesione
all'UE ad allinearsi alla politica dell'UE in materia di sanzioni; chiede alla
Commissione e agli Stati membri di prendere in considerazione possibili misure
nei confronti dei paesi che aiutano la Russia a eludere le sanzioni imposte;
esorta la Commissione a garantire che le penali nazionali in caso di violazione
delle sanzioni dell'UE siano efficaci, proporzionate e dissuasive;
8. chiede al Consiglio che
l'elenco delle persone oggetto di sanzioni sia ampliato per includere coloro
che sono coinvolti nelle deportazioni forzate, nelle adozioni coatte di bambini
ucraini, nei "referendum" illegali nelle regioni di Lugansk, Cherson,
Zaporižžja e Doneck e nelle "elezioni" illegali in Crimea e a
Sebastopoli, nonché tutti i membri dei partiti della Duma che ricoprono cariche
in parlamenti eletti a tutti i livelli, anche a livello regionale e comunale;
chiede di vietare l'importazione, l'acquisto o il trasferimento diretti o
indiretti di diamanti, sia grezzi che lavorati, provenienti della Federazione
russa; chiede che la Russia e la Bielorussia siano inserite nell'elenco dell'UE
dei paesi terzi ad alto rischio in materia di lotta al riciclaggio di denaro e
al finanziamento del terrorismo; esorta gli Stati membri a colmare le lacune
nell'attuazione delle sanzioni, ad esempio per quanto riguarda le
cripto-attività e il mancato rispetto delle norme antiriciclaggio da parte dei
facilitatori professionali, e a sospendere tutti gli scambi automatici di
informazioni fiscali e gli accordi in materia di doppia imposizione sia con la
Russia che con la Bielorussia; chiede un embargo immediato e totale sulle
importazioni dell'UE di combustibili fossili e uranio russi, nonché la completa
dismissione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, per porre fine ai finanziamenti
della guerra di aggressione russa; invita l'UE e i suoi Stati membri a vietare
l'uso pubblico e l'esposizione di simboli connessi all'aggressione militare e
ai crimini di guerra della Russia in un modo che esprime sostegno a tali
attività o le giustifica;
9. invita la Commissione a
presentare una proposta legislativa volta a modificare l'attuale regime globale
di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani (legge Magnitsky dell'UE)
estendendone il campo di applicazione agli atti di corruzione e ad adottare
rapidamente sanzioni mirate nei confronti delle persone responsabili della
corruzione ad alto livello in Russia e Bielorussia, nonché dei loro
facilitatori e beneficiari con sede nell'UE;
10. chiede un rinnovato
sostegno alle indagini indipendenti in corso sui crimini di guerra e i crimini
contro l'umanità commessi dalla Russia, che dovrebbero garantire che i soggetti
coinvolti nella pianificazione, nell'organizzazione, nella commissione o
nell'agevolazione di tali crimini siano individualmente chiamati a rispondere
delle loro azioni; invita l'UE e i suoi Stati membri a fornire il sostegno
adeguato all'istituzione di un tribunale speciale che si occupi del crimine di
aggressione da parte della Russia contro l'Ucraina; invita gli Stati membri che
ancora non l'hanno fatto a includere il crimine di aggressione nel loro diritto
nazionale; esprime il suo pieno sostegno all'indagine avviata dal procuratore
della CPI sulla situazione in Ucraina, al lavoro della commissione d'inchiesta
presso l'Alto Commissariato per i diritti umani e agli sforzi delle
organizzazioni indipendenti della società civile impegnate a raccogliere e
preservare le prove dei crimini di guerra; incoraggia gli Stati membri dell'UE
a fare un uso ancora più ampio del principio della giurisdizione universale e a
intensificare il loro sostegno agli sforzi internazionali volti a indagare sui
crimini di guerra in Ucraina e a perseguire tutti gli autori e le persone
responsabili di tali crimini; sottolinea la necessità che l'UE garantisca l'inclusione
di una prospettiva di genere in tali indagini, compreso il perseguimento dei
reati di violenza sessuale contro le donne, che possono anche costituire
crimini di guerra e crimini contro l'umanità;
11. invita la Commissione e gli
Stati membri ad adoperarsi per istituire un meccanismo internazionale globale
di risarcimento, compreso un registro internazionale dei danni, e a cooperare
attivamente con le autorità ucraine in materia; invita la Commissione e i
colegislatori a finalizzare il regime giuridico che consente la confisca dei
beni russi congelati dall'UE e il loro utilizzo per far fronte alle varie
conseguenze dell'aggressione russa contro l'Ucraina, compresi la ricostruzione
dell'Ucraina e il risarcimento delle vittime dell'aggressione russa;
12. invita il Consiglio e gli
Stati membri a intensificare con urgenza e in modo significativo il loro
sostegno politico, economico, finanziario, militare, tecnico e umanitario
all'Ucraina per aiutare il paese a difendersi dalla guerra di aggressione russa
e dai tentativi russi di destabilizzare le istituzioni statali ucraine,
compromettere la stabilità macroeconomica del paese e distruggere le
infrastrutture critiche nei settori dell'energia, delle comunicazioni,
dell'acqua e dei trasporti, nonché le infrastrutture civili nei settori
dell'istruzione, della sanità e della cultura;
13. accoglie con favore la
proposta della Commissione del 9 novembre 2022 relativa a un
pacchetto di sostegno senza precedenti di 18 miliardi di EUR a favore
dell'Ucraina nel 2023 al fine di garantirne la stabilità macroeconomica,
ripristinare le infrastrutture critiche e mantenere i servizi pubblici
essenziali, ed esprime il proprio sostegno alla rapida adozione della proposta;
evidenzia l'importanza di una rapida attuazione degli impegni a fornire
assistenza finanziaria e tecnica, specie in vista dell'approssimarsi
dell'inverno, periodo in cui un numero significativo di cittadini ucraini
rischiano di non avere accesso a servizi di base come l'acqua, il riscaldamento
e l'elettricità;
14. denuncia l'occupazione
russa della centrale elettrica di Zaporižžja allo scopo di terrorizzare la
popolazione ucraina e condanna la Russia per aver reso le centrali elettriche
obiettivi militari;
15. fa appello a tutto il
popolo russo affinché non solo si rifiuti di essere trascinato in questa
guerra, ma protesti anche contro gli atroci crimini di guerra nei confronti del
popolo ucraino, commessi dalla Federazione russa in nome del popolo russo;
esprime il proprio sostegno a tutti i cittadini russi che protestano e lottano
contro l'attuale regime dall'interno o dall'esterno della Russia o che
sostengono rifugiati dall'Ucraina; invita la Commissione, il Servizio europeo
per l'azione esterna e gli Stati membri a intensificare il sostegno e la
cooperazione con la società civile e i media liberi russi e a continuare a
offrire protezione e rifugio temporaneo ai russi che sono perseguitati a causa
della loro opposizione al regime; elogia il lavoro dei giornalisti ucraini e
internazionali che raccontano al mondo la verità sulla guerra in Ucraina,
spesso rischiando la loro vita per farlo; chiede di indagare sui crimini russi
contro i giornalisti in Ucraina e sulle attività delle persone coinvolte nelle
campagne criminali di disinformazione che costituiscono parte integrante della
guerra su vasta scala contro l'Ucraina;
16. sottolinea che l'attuale
guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina mette in luce la necessità
di una valutazione storica e giuridica approfondita nonché di un dibattito
pubblico trasparente sui crimini del regime sovietico, soprattutto nella stessa
Russia, poiché la mancanza di responsabilità e di giustizia porta soltanto alla
reiterazione di crimini analoghi;
17. incarica la sua Presidente
di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto
rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al
Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al
Segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in Europa, all'Ufficio dell'Alto Commissario
delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'Ufficio dell'Alto Commissario
delle Nazioni Unite per i rifugiati, al Comitato internazionale della Croce
Rossa, alla Corte penale internazionale, al Presidente, al governo e al
parlamento della Federazione Russa nonché al Presidente, al governo e al
parlamento dell'Ucraina.
Stanno crescendo
negli ultimissimi giorni le polemiche per i mondiali in Qatar.
Qualche esempio tra i più recenti:
Fiorello
“Si dovrebbero ritirare tutti da
questo Mondiale – Un Paese dove tutti gli abitanti, ‘i
qataresi’ (ride, ndr), sul loro zerbino hanno scritto ‘Diritti umani’. E loro
li calpestano ogni giorno. Avete sentito cosa hanno detto degli omosessuali?
Tutti i tifosi e gli addetti ai lavori saranno chiusi in una Fan Zone, in uno
spazio ristretto, e se poi escono da lì saranno arrestati”, ha continuato lo
showman siciliano ribadendo il suo no ai Mondiali in Qatar
Huffingtonpost, Linda Varlese
“..Dua Lipa non si esibirà alla cerimonia di apertura della Coppa del Mondo
Fifa in Qatar. La star internazionale ha specificato, dal suo profilo
Instagram, che "non vede l'ora di visitare il Paese, quando
quest'ultimo avrà adempiuto a tutti gli impegni presi in materia di diritti
umani". Anche Rod Stewart ha rivelato di aver rifiutato l'ingaggio. Il
diniego dei due cantanti va ad infoltire le fila di quanti si sono schierati
contro la decisione di disputare la competizione mondiale di calcio in un Paese
sotto accusa per il mancato rispetto dei diritti della comunità Lgbtqia+, delle
donne, della libertà di associazione e manifestazione, di espressione e di
stampa, dei lavoratori, solo per citarne alcuni…”
Virgilio:
“ L’ultima polemica, cresciuta in queste ore, verte su un video
pubblicato su TikTok, divenuto in
breve tempo virale e rintracciabile su altri social lanciato da un utente
qatarino, @aadhilnaleer, che scrive nella caption:
“Tifosi della Spagna in Qatar”.
Tifosi che, nei tratti e nell’aspetto, sono asiatici ma che
indossano magliette e sciarpe che inneggiano alle Furie Rosse e esaltano la
nazionale spagnola con una bandiera.
Un video ironico? Una sorpresa? L’insinuazione, che si sta
allargando anche ai media internazionali, riguarda la dubbia autenticità del
tifoso, anche se i visitatori provenienti dal resto del mondo dovrebbero essere
più di un milione.”
MA RICORDIAMO ANCHE DRAGHI CHE HA INVIATO UNA MISSIONE COMPOSTA DA 560 MILITARI PER LA SICUREZZA DELL'EVENTO
In questo molto ampio ventaglio di polemiche è giusto anche
segnalare la missione militare italiana per garantire la sicurezza dei mondiali
in Qatar.
Sono già in Medio Oriente 560 militari italiani che dovranno
aiutare il Qatar a gestire in sicurezza l’ evento sportivo, una missione
militare che ci costa 10 milioni di euro e che ha come una giustificazione
plausibile il fatto che il Qatar viene considerato un paese molto amico dell’
Italia,
E L'ACQUISTO DI 813 MILIONI DI EURO DI ARMI ITALIANE NEL 2021, IL QATAR E' IL PRIMO CLIENTE NONOSTANTE I SUOI POCHISSIMI ABITANTI
una grande amicizia che ha come unico motivo il fatto che il Qatar
è un fortissimo cliente delle armi italiane e nel 2021 è stato il primo per
acquisti importando armi per 813,5 milioni di euro.
Evitare una guerra nucleare
e una catastrofe umana e ambientale sono le priorità assolute.
Per questo ci auguriamo che centinaia di migliaia di persone manifestino con i
colori arcobaleno della Pace, in Italia, come nel resto d’Europa e del mondo.
Tuttavia riteniamo
necessario sottolineare che chi sceglie PACE
E NONVIOLENZA, chi rifiuta la logica della guerra e si propone di creare «le condizioni per avviare
negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma
concordate, giuste e stabili», d’accordo con il Papa, non si erge a giudice che
condanna, e rifiuta l’interpretazione lineare e semplicistica della struttura
vittima-aggressore, per andare a cercare sin dalle origini del conflitto la complessa rete di bisogni, aspirazioni,
interessi da ascoltare e comprendere per poter avviare un processo di
riconciliazione tra popoli riconoscendo le molteplici responsabilità. Un
groviglio di fattori culturali, sociali, religiosi, economici e politici
che nel crocevia storico dell’ultimo secolo ha creato muri e irrigidimenti
nazionalistici, piuttosto che reciproca accoglienza e co-esistenza nella prima
civiltà planetaria della storia.
Alla
luce di una rinnovata sensibilità che avanza nella convergenza delle diversità,
contro qualsiasi discriminazione e nell’ambizione ad una vita degna, giustizia e progresso per tutte, tutti e tutto sul
pianeta, è evidente quanto siano fallimentari e anacronistiche questa
guerra, questa polarizzazione NATO-Russia, questo sistema economico e poi
politico basato su armi, consumo e fonti non sostenibili e soprattutto che
punta all’arricchimento e la selezione di pochi, affamando e privando di
progettualità e futuro una percentuale sempre maggiore della popolazione
mondiale.
Questo
sistema disumano e violento è fallito e nell’ultimo colpo di coda rischia di
creare danni irreparabili, per questo è necessario rilanciare con fermezza la
necessità di risoluzioni che possano
portare realmente e rapidamente a tavoli di negoziato, per arrestare subito
la follia della guerra e prima che un incidente o una provocazione di troppo degeneri in un disastro nucleare.
Per questo INVITIAMO
TUTTE E TUTTI A IMPEGNARSI A SOSTENERE QUESTE ESIGENZE:
⮚Cessate il fuoco immediato e
ritiro delle forze militari dai territori coinvolti sotto la supervisione ONU e dislocamento dei Corpi Civili di Pace per il
monitoraggio del cessate il fuoco, il supporto a tutte le vittime del conflitto
e il contributo alle attività di costruzione della pace.
⮚Stop immediato all’invio di
armi e all’aumento delle spese militari, perché una risposta violenta alla violenza non porta la
Pace, perché alimentare il conflitto non è mai giustificabile, né creerà le
condizioni del dialogo necessarie a raggiungere soluzioni concordate e
soprattutto perché LE POPOLAZIONI CIVILI COINVOLTE NON VOGLIONO PIÙ NÉ MORTI NÉ
FERITI.
⮚Ritiro delle sanzioni che solo alimentano una guerra
economica che colpisce le popolazioni.
⮚Impegno concreto dei governi europei per aprire il dialogo nei tavoli diplomatici, aperti a tutte le parti
sociali e soprattutto al contributo
delle donne nello spirito della Risoluzione ONU 1325 (2000).
⮚Firma e ratifica del Trattato di
Proibizione delle Armi Nucleari da parte di tutti i governi, ad iniziare da
quello italiano e quelli europei.
⮚Contrastare e risolvere le
conseguenze economiche, energetiche, alimentari, migratorie scaturite dalla
guerra e dalle speculazioni finanziarie, sollecitando la conversione
ecologica ed eliminando a priori ipotesi di gas liquido/rigassificatori e
nucleare civile.
⮚Scioglimento della NATO, un’alleanza che obbliga i
Paesi membri ad essere complici delle guerre e degli interessi dell’industria
bellica e lotta contro le basi e le
servitù militari presenti nel nostro Paese, già troppe volte usate come
piattaforma di lancio di guerre in giro per il mondo.
L’appuntamento
per tutte/i coloro che vorranno sostenere questo appello a CONVERGERE E RILANCIARE è alle 13,00
in Piazza dell’Esquilino per dare l’opportunità a chi può di partecipare
all’ASSEMBLEA NAZIONALE PER LA PACE,LA GIUSTIZIA SOCIALE E AMBIENTALE, CONTRO
LE DISEGUAGLIANZE E L’ESCLUSIONE alle 11,00 in Piazza Vittorio Emanuele II (www.5novembreinpiazza.it).
Invitiamo tutte/i a venire con bandiere
della Pace e cartelli che riportino le suddette ESIGENZE.
Iniziativa Convergenza: Fronte Umanista Europe for Peace; La
Comunità per lo Sviluppo Umano; W.I.L.P.F. Italia; ManifestA; Mondo Senza
Guerre e Senza Violenza; Energia per i Diritti Umani – Onlus; Lista Civica
Italiana; Rete Sociale in Movimento; Associazione Per i Diritti Umani;
Pressenza - Agenzia stampa internazionale per la pace, la nonviolenza, l'umanesimo
e la nondiscriminazione; Ecoistituto del Veneto
Alex Langer; Michele Boato direttore rivista Gaia; ODISSEA, Blog di
cultura, dibattito e riflessione diretto dallo scrittore Angelo Gaccione;
Gianmarco Pisa (operatore di pace); Tina Napoli (esperta politiche dei
consumatori); Marco Palombo (attivista contro la guerra); Giuseppe Bruzzone
(obiettore di coscienza); Elio Pagani (attivista contro la guerra e promotore
della ricerca sullo statuto giuridico delle armi nucleari in Italia); Patrick Boylan (attivista contro la guerra e nel comitato
Free Assange Italia);Silvia Nocera (Multimage, casa editrice per i diritti
umani); Valentina Ripa (attivista per i diritti umani e membro del Direttivo
del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli); Vincenzo Brandi, (Rete NO
WAR Roma); Norma Bertullacelli (insegnante pacifista, Ora di Silenzio contro la
guerra, Genova); Diego Pertile (amministratore pagina FB No armi in Ucraina -
Vicenza); Flavia Lepre (Comitato Pace,
Disarmo e Smilitarizzazione del territorio-Campania); Silvia Galiano (Silvia Galiano,
attivista eco-femminista di Catanzaro); Ireo Bono (medico attivista contro la guerra); Bruna
Bianchi (scrittrice, ex Docente di Storia
delle donne e Storia del pensiero politico e sociale contemporaneo all'Università
Ca' Foscari di Venezia)