Fabio Palotti è morto lavorando al Ministero degli Esteri, ci sono ancora molti nodi da chiarire. Però ne parlano quasi esclusivamente le cronache locali dei media. Il giallo non è solo il telefonino scomparso, il giallo è il silenzio su una vicenda che invece dovrebbe essere seguita da tutti i media.
Marco
Corriere della Sera, cronaca di Roma
Farnesina, chi c’era con l’ascensorista morto sul lavoro? Il giallo del telefonino scomparso
Una fine orribile: trascinato più volte su è giù nella tromba dell’ascensore dalla cabina che invece non sarebbe dovuta muoversi. Una tragedia scoperta con un ritardo di oltre 14 ore all’interno del ministero degli Esteri e per di più senza che nessuno si è accorto che Fabio Palotti, 39 anni, tecnico della Smae (Società di manutenzione di ascensori ed elevatori, con sede a Casal Monastero), non è mai uscito dal palazzo della Farnesina, in barba a qualsiasi sistema di sicurezza, oltretutto in un periodo di crisi internazionale come questo.
I carabinieri della compagnia Trionfale e il pm Antonino Di Maio vogliono fare luce su molti aspetti non chiariti nella storia della morte di Palotti, padre di due bambini, residente a Torre Maura, appassionato di boxe e di calcio e considerato attento ed esperto. Era solito dire che nel suo lavoro «non si poteva morire, perché basta rispettare le misure di sicurezza».
In attesa dell’esito dell’autopsia sul corpo martoriato del giovane, recuperato dai vigili del fuoco giovedì pomeriggio in fondo alla tromba di uno dei quattro ascensori del nucleo centrale della Farnesina (non molto usato, ma spesso fuori servizio, come racconta qualche dipendente, che ha spiegato che viene utilizzato per raggiungere soprattutto la mensa), i militari dell’Arma hanno interrogato i responsabili della ditta e i colleghi della vittima, mentre l’avvocato della famiglia Michele Montesoro afferma che fino a ora non è stato trovato uno dei due telefonini nella disponibilità del tecnico: «L’ultimo segnale del cellulare risale alle 18.25 di mercoledì - afferma -. Il suo telefonino, a differenza di quello di servizio, non è stato trovato e questo è punto che certamente chiarito».
Palotti era entrato in servizio alle 14.30 e avrebbe dovuto concludere l’intervento alle 22. Era da solo nell’esecuzione dell’intervento di manutenzione? Aveva messo, come sembra, il blocco alla cabina per poter lavorare in sicurezza nel cunicolo? E qualcuno è invece riuscito a prendere lo stesso l’ascensore (anche più volte viste le condizioni del corpo)? Interrogativi ai quali i carabinieri stanno cercando di dare risposte, anche perché nell’indagine per omicidio colposo bisogna capire se chi ha eventualmente fatto muovere la cabina si è accorto di aver ucciso il 39enne e si è allontanato lo stesso.
Ecco perché, anche nell’ottica degli accertamenti sui livelli di sicurezza interni alla Farnesina, sono stati acquisiti i filmati della videosorveglianza per capire chi sia uscito dal ministero alle 22 e con chi fosse in turno Palotti, anche esaminando i registri degli ingressi in portineria. Non è infatti chiaro se il 39enne fosse in possesso di un pass ritirato nel primo pomeriggio di mercoledì in cambio del quale aveva dovuto lasciare un documento d’identità che potrebbe essere rimasto in possesso di chi avrebbe dovuto rendersi conto che il tecnico, la sera stessa, non era poi uscito.