sabato 30 aprile 2022

Troppo silenzio sul giallo al Ministero degli Esteri. Operaio muore sul lavoro, trovato la mattina dopo, scomparso il cellulare.



Fabio Palotti è morto lavorando al Ministero degli Esteri, ci sono ancora molti nodi da chiarire. Però ne parlano quasi esclusivamente le cronache locali dei media. Il giallo non è solo il telefonino scomparso, il giallo è il silenzio su una vicenda che invece dovrebbe essere seguita da tutti i media.

Marco

Corriere della Sera, cronaca di Roma

Farnesina, chi c’era con l’ascensorista morto sul lavoro? Il giallo del telefonino scomparso

di Giulio De Santis e Rinaldo Frignani

Una fine orribile: trascinato più volte su è giù nella tromba dell’ascensore dalla cabina che invece non sarebbe dovuta muoversi. Una tragedia scoperta con un ritardo di oltre 14 ore all’interno del ministero degli Esteri e per di più senza che nessuno si è accorto che Fabio Palotti, 39 anni, tecnico della Smae (Società di manutenzione di ascensori ed elevatori, con sede a Casal Monastero), non è mai uscito dal palazzo della Farnesina, in barba a qualsiasi sistema di sicurezza, oltretutto in un periodo di crisi internazionale come questo.

I carabinieri della compagnia Trionfale e il pm Antonino Di Maio vogliono fare luce su molti aspetti non chiariti nella storia della morte di Palotti, padre di due bambini, residente a Torre Maura, appassionato di boxe e di calcio e considerato attento ed esperto. Era solito dire che nel suo lavoro «non si poteva morire, perché basta rispettare le misure di sicurezza».

In attesa dell’esito dell’autopsia sul corpo martoriato del giovane, recuperato dai vigili del fuoco giovedì pomeriggio in fondo alla tromba di uno dei quattro ascensori del nucleo centrale della Farnesina (non molto usato, ma spesso fuori servizio, come racconta qualche dipendente, che ha spiegato che viene utilizzato per raggiungere soprattutto la mensa), i militari dell’Arma hanno interrogato i responsabili della ditta e i colleghi della vittima, mentre l’avvocato della famiglia Michele Montesoro afferma che fino a ora non è stato trovato uno dei due telefonini nella disponibilità del tecnico: «L’ultimo segnale del cellulare risale alle 18.25 di mercoledì - afferma -. Il suo telefonino, a differenza di quello di servizio, non è stato trovato e questo è punto che certamente chiarito».

Palotti era entrato in servizio alle 14.30 e avrebbe dovuto concludere l’intervento alle 22. Era da solo nell’esecuzione dell’intervento di manutenzione? Aveva messo, come sembra, il blocco alla cabina per poter lavorare in sicurezza nel cunicolo? E qualcuno è invece riuscito a prendere lo stesso l’ascensore (anche più volte viste le condizioni del corpo)? Interrogativi ai quali i carabinieri stanno cercando di dare risposte, anche perché nell’indagine per omicidio colposo bisogna capire se chi ha eventualmente fatto muovere la cabina si è accorto di aver ucciso il 39enne e si è allontanato lo stesso.

Ecco perché, anche nell’ottica degli accertamenti sui livelli di sicurezza interni alla Farnesina, sono stati acquisiti i filmati della videosorveglianza per capire chi sia uscito dal ministero alle 22 e con chi fosse in turno Palotti, anche esaminando i registri degli ingressi in portineria. Non è infatti chiaro se il 39enne fosse in possesso di un pass ritirato nel primo pomeriggio di mercoledì in cambio del quale aveva dovuto lasciare un documento d’identità che potrebbe essere rimasto in possesso di chi avrebbe dovuto rendersi conto che il tecnico, la sera stessa, non era poi uscito.

venerdì 22 aprile 2022

Pacifismo dal basso:“NO ARMI IN UCRAINA“ un coordinamento nato da alcune petizioni e pagine Fb

Da inizio marzo 2022 è stata lanciata più di una petizione-online contro l’ invio di armi italiane all’ Ucraina in guerra. 

 Quasi tutte sono nate dall’ iniziativa di singole persone,
 fortemente contrarie alla scelta governativa, convinte che altri condividano la loro opposizione, ma che non hanno trovato iniziative organizzate che andassero nella stessa direzione.

 Alcuni dei promotori delle petizioni si sono poi conosciuti sul web e hanno costituito un coordinamento, per il momento informale: 

 NO ARMI IN UCRAINA 

 L’ aggregazione ad oggi sostiene tre petizioni online, comprende tre gruppi Fb: a Vicenza, a Catania e un terzo nazionale; e una pagina facebook 

 Oltre al NO all’ invio di Armi in Ucraina 

 sosteniamo il SI 
 a negoziati internazionali e a tutti i tentativi di riconciliazione e di dialogo, tra le istituzioni delle due parti in conflitto ma soprattutto tra i loro popoli. 

 Siamo inoltre convinti dagli argomenti dei giuristi che ritengono l’ invio di armi in conflitto con l’ articolo 11 della nostra Costituzione, 

 siamo contrari al segreto governativo sulle armi inviate in Ucraina e sul loro costo per le finanze del nostro paese.

Il numero delle persone raggiunte da ogni singola iniziativa proposta dai membri del coordinamento è dell’ ordine di alcune centinaia, 
 poca cosa rispetto ai quasi 60 milioni di cittadini italiani, 
 ma enorme rispetto al numero dei promotori iniziali, meno di dieci. 

 Ecco l' elenco delle iniziative, e invitiamo tutti a sostenerle. 
 Firmate TUTTE le petizioni, iscrivetevi ai gruppi, e partecipate alle discussioni e proposte , nella speranza che si arrivi ad organizzare insieme iniziative più incisive. 
 Per contattarci andate ai link segnalati di seguito.

 Partecipano al coordinamento No Armi in Ucraina:

 Petizione: No al rifornimento delle armi all' Ucraina da parte dello stato italiano ! https://www.change.org/p/no-al-rifornimento-di-armi-all-ucraina-da-parte-dello-stato-italiano 

 Lanciata il 3 marzo 2022 da Diego Pertile, Vicenza
 249 adesioni al 22 aprile 

 Alla petizione è abbinato il gruppo No armi in Ucraina – Vicenza

 https://www.facebook.com/groups/1796966810500568

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 Appello-petizione 
 Per la cessazione subito del conflitto in Ucraina: contro l' invio di armi in Ucraina

 Petizione lanciata il 12 marzo 2022 da Paolo Maria Rocco, Fano, e Lia Aurioso 

 235 adesioni su change, altre a un indirizzo email personale, per un totale di 767 adesioni il 22 aprile,

 https://www.change.org/p/per-la-cessazione-subito-del-conflitto-in-ucraina-contro-l-invio-di-armi-in-ucraina

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 Petizione L' Italia non invii armi all' Ucraina in guerra 

 Lanciata il 28 febbraio 2022 da Marco Palombo, Roma, 

https://www.petizioni.com/l_italia_non_invii_armi_all_ucraina_in_guerra

 458 adesioni al 22 aprile 
 petizione rilanciata dal 22 marzo insieme a Elena Urgnani, Abbiategrasso, che ha creato la pagina Facebook 
 No armi all' Ucraina 

 https://www.facebook.com/No-Armi-allUcraina-106389735354440 

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 Abbiamo poi altri due gruppi all' interno del coordinamento 

 Un gruppo nazionale: 
 Stop all' invio anticostituzionale di armi ! 

 https://www.facebook.com/groups/329674042528331

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 e un gruppo a Catania No all' invio di armi in Ucraina
 https://www.facebook.com/groups/710101896791575

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 Cercando di fare un passo alla volta, intanto segnaliamo il coordinamento invitando a sostenerlo ed a parteciparvi.

I sondaggi dicono che nel paese i contrari all’ invio di armi all’ Ucraina sono in maggioranza, ma nelle ultime settimane è aumentata la percentuale di coloro che invece sono favorevoli alle forniture di armamenti a Kiev. 

 Il problema è stato, e continua ad essere, la frammentazione di questa area di opinione disarmista, maggioritaria nel paese

. Il nostro, per ora, piccolo coordinamento vuole indicare invece una strada diversa: 

 perseguire insieme gli obbiettivi comuni, senza nascondere le differenze tra noi, 
 ma accettarle e considerare la presenza di opinioni diverse una condizione normale, inevitabile. 

 Marco Palombo

sabato 9 aprile 2022

Fermiamo la guerra, fermiamoci tutti. L’ Italia sia davvero neutrale

Enrico Berlinguer e Sandro Pertini. La foto è del 1976 in occasione dei funerali del regista  Luchino Visconti

9 aprile 2022

.- La terribile strage alla stazione di Kramatorsk,

- il reciproco scambio di accuse sulle responsabilità tra Russia e Ucraina,


- le frasi di Ursula von der Leyen in Ucraina a nome dell’ Unione Europea:

“La Russia affonderà”, questa riportata solo dall’ agenzia AGI,”L’ Ucraina vincerà”,


- la scomparsa dai media di ogni accenno a negoziati che possano fermare le ostilità

 

e molti altri episodi, comportamenti, dichiarazioni,


indicano che la guerra sta entrando in un vicolo cieco da

dove uscirebbero solo un vinto e un vincitore.

 

In realtà, se non cambia la strada del conflitto,  saremo tutti sconfitti

e dolorosamente.

Già ora stiamo perdendo tutti, a parte produttori e venditori di armi che

con la guerra attuale stanno facendo affari d’oro,

 

La semplificazione “C’è un aggressore e un aggredito”,


usata in due versioni, una dove l’ aggressore è la Russia, l’ altra

dove l’ aggressore è la NATO,


non aiuta a capire ed a fermare la guerra in corso.

 

Meglio attenersi a parole che cercano di raccontare

quello che è successo e che succede

dando meno giudizi possibile,

 

Anche se pure questa è una verità relativa e non assoluta,

e da ugualmente una interpretazione dei fatti.

 

“A fine febbraio l’ esercito russo è entrato in Ucraina ed ha cercato

con la forza delle armi di raggiungere la capitale Kiev”

“Oggi, Russia, Ucraina, NATO, USA e UE non vogliono fermare la guerra”

 

In questo momento drammatico dobbiamo fare tutto il possibile

per fermare la deriva catastrofica.

 

L’ Italia è parte in causa,

e come paese componente dell’ Unione Europea e della NATO

sta svolgendo un ruolo attivo, co-belligerante, nella guerra in corso.

 

Allora noi chiediamo che:

 

-L’ Italia sia davvero neutrale nel conflitto,

e si impegni, cosa che ora non sta facendo, per fermarlo.

 

-Cessi il sostegno militare all’ Ucraina,


-Svolga un  ruolo autonomo da NATO e UE


- e prenda posizione contro il loro atteggiamento

che sta fomentando la guerra invece di fermarla.

 

Coordinamento Art.11,