Giovedì 18 maggio, le agenzie stanno lanciando la notizia: “Non è escluso che Zelensky intervenga al G7 di Hiroshima di persona e non in video conferenza.”
E’ certo però che l’ impostazione del suo intervento, di persona o in collegamento, non sarà diversa dal solito:
“Con Putin non si tratta, non abbiamo bisogno di mediatori, vinceremo”
Il presidente ucraino sarà certamente accolto benissimo dai leader presenti, mentre resterà vago cosa intende per vittoria.
Capiamoci. E’ chiarissimo che per Zelensky vittoria vuol dire, come minimo, riconquistare la Crimea, annessa dalla Russia in modo incruento nel 2014. Ma questo non sarà detto in modo esplicito.
Ufficialmente noi diamo all’ Ucraina molte armi perché Kiev si difenda da Putin, così come bombardammo la Libia per difendere i civili da Gheddafi. Non possiamo proprio dire che diamo armi perché Kiev riprenda la Crimea, visto che dal 2014, anno dell’ annessione russa della penisola, molti paesi del G7 hanno fatto affari d’oro con Mosca.
Ma è veramente curioso che si parli della guerra più rischiosa per la pace mondiale degli ultimi decenni,proprio nella città dove fu lanciato il primo ordigno nucleare della storia. Un episodio che dovrebbe frenare gli impulsi guerrafondai e ricordare a tutti che le guerre sono sempre una sciagura, anche quando di vincono.
E’ chiaro che ricordare la tragedia di Hiroshima è controproducente al fine della propaganda bellica anti russa, e per questo la parola Hiroshima e quanto avvenne il 6 agosto 1945 saranno ricordati il meno possibile dai media mainstream,
ma dovremmo ricordarlo noi,
Hiroshima rimarrà un monito perenne a non ascoltare i guerrafondai, e Zelensky è il guerrafondaio più esplicito degli ultimi decenni. O no ?
Marco
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