(ANSAmed) - BRUXELLES, 18 GEN - La situazione in Libia, Siria e Iraq sarà al centro, il 2 febbraio, della riunione ministeriale "della coalizione anti-Daesh", cioè anti-Isis, a Roma: lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Il ministro ha spiegato che "sarà l'occasione per fare il punto non solo sull'aspetto militare ma sull'andamento dei diversi teatri, da Siria a Iraq in particolare, all'interno dello 'small group' dei 22 Paesi maggiormente impegnati". E' la quarta riunione dopo quella di Londra, Parigi e Bruxelles. La ministra tedesca della Difesa che oggi in un'intervista non ha escluso l'intervento militare in Libia ha usato "il linguaggio che usiamo da settimane tra Paesi alleati della Libia, cioè se ci sarà richiesto siamo pronti a dare un contributo", ma prima serve "un passo avanti ulteriore", cioè "un Governo che possa rivolgersi alla comunità internazionale avanzando delle richieste", ha quindi notato Gentiloni. "Se questo sarà, anche da parte della Germania, l'Italia ne sarà assolutamente compiaciuta, ma la premessa è sempre che abbiamo bisogno di un passo avanti ulteriore, che è in discussione a Tunisi in questo momento, con la nascita di un Governo", ha spiegato Gentiloni.
Il ministro ha quindi osservato che "non c'è mai stato un livello così grave di emergenza umanitaria in Siria e quindi far partire il 25 gennaio il negoziato tra il regime e l'opposizione è più che mai urgente". Gentiloni ha auspicato "un segnale europeo di spinta sulla crisi umanitaria e, in generale, sulla crisi siriana". Segnale che per Gentiloni è "fondamentale anche perché oggi a New York si dovrebbero decidere le possibilità che lunedì prossimo cominci finalmente il negoziato". (ANSAmed).
(ANSAmed) - BRUXELLES, 18 GEN - La situazione in Libia, Siria e Iraq sarà al centro, il 2 febbraio, della riunione ministeriale "della coalizione anti-Daesh", cioè anti-Isis, a Roma: lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Il ministro ha spiegato che "sarà l'occasione per fare il punto non solo sull'aspetto militare ma sull'andamento dei diversi teatri, da Siria a Iraq in particolare, all'interno dello 'small group' dei 22 Paesi maggiormente impegnati". E' la quarta riunione dopo quella di Londra, Parigi e Bruxelles. La ministra tedesca della Difesa che oggi in un'intervista non ha escluso l'intervento militare in Libia ha usato "il linguaggio che usiamo da settimane tra Paesi alleati della Libia, cioè se ci sarà richiesto siamo pronti a dare un contributo", ma prima serve "un passo avanti ulteriore", cioè "un Governo che possa rivolgersi alla comunità internazionale avanzando delle richieste", ha quindi notato Gentiloni. "Se questo sarà, anche da parte della Germania, l'Italia ne sarà assolutamente compiaciuta, ma la premessa è sempre che abbiamo bisogno di un passo avanti ulteriore, che è in discussione a Tunisi in questo momento, con la nascita di un Governo", ha spiegato Gentiloni.
Il ministro ha quindi osservato che "non c'è mai stato un livello così grave di emergenza umanitaria in Siria e quindi far partire il 25 gennaio il negoziato tra il regime e l'opposizione è più che mai urgente". Gentiloni ha auspicato "un segnale europeo di spinta sulla crisi umanitaria e, in generale, sulla crisi siriana". Segnale che per Gentiloni è "fondamentale anche perché oggi a New York si dovrebbero decidere le possibilità che lunedì prossimo cominci finalmente il negoziato". (ANSAmed).
Il ministro ha quindi osservato che "non c'è mai stato un livello così grave di emergenza umanitaria in Siria e quindi far partire il 25 gennaio il negoziato tra il regime e l'opposizione è più che mai urgente". Gentiloni ha auspicato "un segnale europeo di spinta sulla crisi umanitaria e, in generale, sulla crisi siriana". Segnale che per Gentiloni è "fondamentale anche perché oggi a New York si dovrebbero decidere le possibilità che lunedì prossimo cominci finalmente il negoziato". (ANSAmed).
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