Vi scrivo per fornire qualche spunto utile per la campagna referendaria.
Il tempo disponibile per le attività di sensibilizzazione purtroppo è poco ed i mezzi d’informazione mainstream daranno scarsa visibilità alla campagna.
Bisogna quindi intercettare coloro che s’informano tramite la tv, in particolare anziani e casalinghe. Categorie che, in genere, non sono il nostro target abituale.
Non ci dimentichiamo, tra l’altro, che le trasmissioni pomeridiane delle tv generaliste non parleranno mai del referendum.
Le fotocopie affisse ai portoni dei palazzi sono l’ideale per raggiungere quelle tipologie di persone, esattamente come fa la Caritas quando coinvolge la cittadinanza nella raccolta porta a porta di abiti e scarpe usate.
Inoltre, dobbiamo tenere ben presente che l’obiettivo è uno ed uno solo: il quorum. Non bisogna pertanto cadere nell’ errore di pensare a pubblicizzare il proprio logo, dando visibilità al proprio gruppo, comitato, associazione, ma si devono raggiungere quante più persone possibile, preferibilmente con il minimo sforzo.
Un altro target sono i pigri, coloro che hanno qualche strumento in più (cognitivo e tecnologico) per informarsi, ma lo fanno con estrema indolenza.
Dove si possono intercettare quelle persone?
Attenzione all’uso della parola “intercettare”: non dobbiamo aspettare che le persone arrivino a noi (magari comodamente seduti sotto un gazebo) per raggiungere il quorum, ma dobbiamo essere noi ad andare incontro alle persone per raggiungere l’obiettivo.
Coloro che io definisco pigri, indolenti, si intercettano la domenica nei seguenti luoghi:
1) i centri commerciali;
2) gli stadi e, in subordine, i palazzetti dello sport;
3) le chiese all’uscita delle messe.
Ho scritto la domenica perché è proprio in quella giornata che i centri commerciali sono letteralmente invasi dai pigri, cioè da coloro che hanno pochi interessi e non sanno che cosa fare durante il tempo libero. Il sabato, invece, molta gente va nei centri commerciali per fare acquisti e, probabilmente, gran parte di quelle persone sono già informate riguardo al referendum.
Per attuare una strategia del genere diventano preziosissimi, fondamentali, i volontari, gli attivisti, i giovani del Servizio Civile. Le risorse umane sono poche, bisogna “utilizzarle” nel modo più proficuo possibile.
Un’altra maniera per raggiungere i pigri è andare all’ingresso delle scuole elementari e medie all’orario di chiusura delle stesse, per intercettare i genitori che vanno a prendere gli studenti. Questa strategia, ovviamente, va utilizzata nei giorni infrasettimanali.
Pongo poi una questione: i flash mob sono divertenti, ma quanto sono utili allo scopo? Nel web il quorum è già raggiunto, per cui postare sui social network foto e video dei flash mob rischia di andare ad intercettare nuovamente chi ha già deciso di votare.
Non solo: i quotidiani danno spazio e visibilità ad articoli e foto dei flash mob?
Il Corriere della Sera, per fare un esempio, sabato scorso ha dedicato 10 righe alla notizia dell’avvio della campagna referendaria, nelle pagine delle cronache di Roma, con una piccola foto illustrativa. Poi, invece, nelle pagine economiche c’era un articolo lungo tre se non addirittura quattro volte tanto sulle strategie dell’ENI nei Paesi politicamente instabili in cui opera (Libia, Egitto, Kazakistan).
Perché dobbiamo pensare che coloro che sono pagati dai petrolieri debbano o vogliano fare il lavoro per noi?
Siamo noi che dobbiamo rimboccarci le maniche.
Ribadisco l’utilità delle fotocopie attaccate ai portoni dei palazzi.
Ho lavorato così ai primi di marzo nel quartiere Monte Mario di Roma, per un’associazione che aveva organizzato una giornata di raccolta sangue in una parrocchia. Delle 39 sacche di sangue raccolte, 18 erano di nuovi donatori, i quali, appositamente interrogati, hanno spiegato che erano venuti grazie alle informazioni che avevano letto sulla fotocopia attaccata al portone.
A Terracina da anni lavoro in questo modo. Gli abitanti sono circa 45.000, per coprire interamente la città mi servono 1.100 fotocopie.
La media di affissione delle fotocopie è di 30 l’ora.
Ora sto lavorando anche a Roma per il referendum e qui la media oraria si alza nettamente, superando molto probabilmente le 50 l’ora.
Ho già coperto vari quartieri: piazza Bologna-piazzale delle Province, da Porta Maggiore a piazza Vittorio, da viale Baldo degli Ubaldi a piazza dei Giureconsulti.
Ma sono solo.
A mio avviso, se non vogliamo perdere la ghiotta occasione rappresentata da questo referendum, le unità di personale disponibili vanno utilizzate in maniera completamente diversa.
Vanno schierate agli ingressi dei centri commerciali la domenica, senza allestire gazebi in varie piazze e piazzette sotto i quali stare comodamente seduti.
Così e con i flash mob non si raggiunge il quorum.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
Marco Villa (Terracina Social Forum)
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