Restiamo umani |
Sabato pomeriggio è stata indetta a Macerata una manifestazione antirazzista e antifascista in risposta all’ attentato del giovane Traini, che ha sparato ad alcune persone solo perché all’ apparenza di origine africana.
Al momento
non è chiaro neanche se la manifestazione sia autorizzata o meno. Su “il
manifesto” si legge: “ La questura “per ora” non conferma il divieto della
prefettura”. Ma alcuni quotidiani danno per scontato che la manifestazione non
sia stata autorizzata.
Digiunerò
fino alla sera di sabato, perché si svolga una manifestazione pacifica e
possibilmente di grande dimensioni, e digiuno anche contro l’ ambiguità dello
stato italiano che, a meno di trenta ore dal corteo e con persone in arrivo da
altre regioni, non ha ancora comunicato il suo atteggiamento.
Digiuno
anche per il giovane Traini che, a quanto si è letto, avrebbe una diagnosi di “disturbo
borderline di personalità”, espressione che indica una disturbo “al limite tra
la nevrosi e la psicosi” e non un
atteggiamento originale. Per Traini sentirsi dire da qualcuno “che ha fatto
bene” è un ulteriore aiuto alla sua confusione psicologica. Chi volesse
aiutarlo non dovrebbe pagargli un avvocato per difenderlo da reati che ha
indubbiamente commesso ma uno psichiatra particolarmente esperto della sua
patologia.
Digiuno inoltre perché per motivi di lavoro non potrò essere a Macerata, ma vorrei
sentirmi impegnato ugualmente per lo svolgimento di una manifestazione pacifica
e forte. Vorrei contribuire anche a smontare l’ allarmismo ad arte diffuso del
governo italiano e dal Partito Democratico che in realtà è finalizzato solo a
mantenere una posizione ambigua sul tema “migranti”, soprattutto in questi 20
giorni o poco più che ci dividono dalle elezioni.
Spero che il
mio digiuno sia inutile e che i miei timori di divieto della manifestazione,
che in ogni caso si tenterà di fare, non siano confermati. Venerdì mattina però
non si trovano ancora parole chiare e rassicuranti, e il mio digiuno è anche
una protesta contro questa voluta incertezza e ambiguità.
Marco
Palombo
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