Nell’ ottobre 2018, in un articolo sul quotidiano il manifesto, Tonino Perna scriveva sui motivi che avevano portato al “fallimento” del Socialismo del XXI secolo nell’ America latina. Attribuiva il presunto fallimento al mancato cambiamento del sistema di sviluppo.
Non
trovo appropriato usare la parola fallimento per il Socialismo del
XXI secolo. Nel commercio chi fallisce non ha una seconda possibilità
e considero invece quello che è stato fatto in America Latina negli
ultimi anni un passaggio fondamentale per il socialismo futuro,
soprattutto per la parte del XXI secolo che ancora rimane.
Utilizzo
però la descrizione del socialismo del XXI secolo che ha fatto
Tonino Perna nel suo articolo per lanciare un concetto.
“La
solidarietà alla resistenza venezuelana che si oppone al golpe
strisciante statunitense contro il governo socialista, dovrebbe
servire anche a rilanciare il Socialismo del XXI secolo “
Di
seguito riporto quindi la definizione di Socialismo del XXI secolo
data da Perna
“Agli
inizi del XXI secolo la gran parte dei governi dell’America Latina
imboccava la strada delle riforme sociali e sposava politiche di
salvaguardia ambientale, il cosiddetto «ecosviluppo» che metteva al
primo posto il rispetto e la cura della Pachamama (Madre Terra nella
lingua dei nativi americani).
Popoli
che avevano vissuto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso
sotto terribili dittature, che avevano sofferto sulla propria pelle
il crollo finanziario ed economico determinato da scellerate
politiche neoliberiste (Argentina in primis, ma non solo), volevano
voltare pagina.
Nacque
così quello che venne chiamato « il socialismo del XXI secolo» che
per la verità metteva sotto lo stesso ombrello modelli
socio-economici diversi, da quelli più radicali – Bolivia,
Ecuador, Venezuela, Uruguay – a quelli che potremmo definire
socialdemocratici, come il governo Lula in Brasile, e neopopulisti
come i Kirchner in Argentina. Mentre i paesi occidentali più ricchi
venivano investiti da crisi finanziarie e bassi tassi di crescita, i
paesi dell’America Latina godevano di tassi di crescita mediamente
più alti fin dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso.”
Trovo
che complessivamente l’ operato dei governi latino americani citati
si differenzi in meglio sia dai “ socialismi reali “, anche da quelli
sperimentati nel sud del mondo, sia dalle esperienze
socialdemocratiche.
Il
percorso che abbiamo visto negli ultimi venti anni nel Sud America è
stato portato avanti da comunisti, socialisti, movimenti sociali
vari, ambientalisti, religiosi, dei contadini, o indigeni.
Questo , anche se oggi è in grande difficoltà, ha molto
da insegnare in tutto il mondo a coloro, compresi noi italiani, che
vogliono continuare a lottare per una società migliore, per una
società dove le classi meno abbienti siano protagoniste e con un
ruolo dirigente.
Questo
scritto è solo un accenno inadeguato a quanto sta accadendo da pochi
decenni in America Latina e a quanto potrebbe svilupparsi nel resto
del mondo.
Trovo
però giusto e urgente lanciare il concetto espresso nella prima
parte di questo scritto:
“Il
nostro impegno in solidarietà alla resistenza venezuelana al golpe
USA deve servire anche a rilanciare un nuovo modello di socialismo,
non dogmatico, non monolitico, pluralista, e che si adatti alle varie
situazioni nazionali e internazionali”
Marco Palombo
Marco Palombo