venerdì 10 maggio 2019

Trump innesca molte tensioni internazionali. Tra reazioni ed inerzie, il sistema mondiale rimarrà in equilibrio ?


Trump ha aperto molti fronti caldi nelle relazioni internazionali. Il Presidente è spregiudicato non solo nelle sue dichiarazioni ma anche in azioni reali, come le sanzioni all’ Iran, imposte a tutto il mondo. Trump comunque sembra finora vincente, a parte la battuta d’ arresto venezuelana che però davvero non interromperà la sua ostilità verso Caracas.

Ma alcuni suoi passi, oltre alle reazioni immediate, provocano conseguenze durature in settori fondamentali. Il caso più eclatante è costituito dalle sanzioni all’ Iran. L’ accordo 5 + 1 sul nucleare iraniano è stato rinnegato solo dagli Stati Uniti, l’ Unione europea e la Russia lo considerano ancora valido. Le sanzioni economiche a Teheran invece sono imposte a tutto il mondo con la minaccia di sanzioni USA a chiunque abbia relazioni commerciali con l’ Iran.

Non solo la Russia e la Cina, ma anche l’ Unione Europea, vorrebbero aggirarle gestendo le operazioni commerciali con altre procedure. Per il momento questo tentativo sembra avere poche chance di successo. Ma è davvero così ? E se invece riuscisse anche in parte ad attenuare il ricatto USA sui commerci con Teheran, quali sarebbero le conseguenze sull’ economia statunitense, sul prestigio di Washington, sulla solidità del dollaro ?

Altri obiettivi USA, di Trump o anche precedenti alla sua elezione,  potrebbero non aver un facile successo. E se l’ atteggiamento non più amichevole di Trump verso l ‘Unione Europea non ha ancora ricevuto una risposta altrettanto ostile, è solo per la attuale crisi europea e per le difficoltà dei suoi gruppi dirigenti ad adattarsi a scenari nuovi, ma questa inerzia non è detto che debba permanere.

Un campo dove potrebbero nascere nuove alleanze internazionali è l’ energia.

Cina, Germania, Giappone, e anche l’ Unione europea nel suo complesso, hanno interesse ad un rapido mutamento del paradigma energetico dal predominio delle fonti fossili alla supremazia dell’ elettrico. Questo cambiamento è già in corso, ma la sua velocità potrebbe subire una accelerazione rapidissima se l’ Unione Europea e la Cina prendessero questa strada con estrema decisione.

 L’ UE aveva iniziato a incentivare le energie rinnovabili a inizio 2.000 e il loro sviluppo è stato superiore agli obiettivi che l’ UE si era posta, ma questa politica si è clamorosamente fermata negli ultimi anni, quasi che l’ UE temesse una troppa rapida alternativa al fossile. Ma il battage mediatico che sta aiutando i nuovi movimenti contro il cambiamento climatico potrebbe indicare che forze potenti abbiano preso con decisione questo percorso.

 E gli Stati Uniti rischiano molto nel cambio di paradigma, un rischio che però potrebbe diventare drammatico in caso di rapido cambio di paradigma con gli USA nel ruolo di estremi difensori del vecchio. Perché davvero gli USA non accetteranno pacificamente un ridimensionamento del loro ruolo egemonico sul mondo.


Marco

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