Mario Draghi presentando il programma del suo governo ha parlato poco di politica estera, ma il poco che ha detto, insieme al non detto, ha indicato chiaramente le sue intenzioni: il nuovo esecutivo avrà una posizione completamente allineata alla NATO e all’ Unione Europea, e pazienza se talvolta gli USA e i paesi guida dell’UE avranno tra loro posizioni diverse. L’ importante per Draghi è stato affermare che non ci sono alternative all’ atlantismo che per sua fortuna con l’ elezione di Biden è appena tornato protagonista sulla scena mondiale.
E’ difficile sostenere che Occidente e UE siano sempre dalla parte della pace, e in Italia, dopo il blocco delle forniture di armi all’ Arabia saudita deciso dal governo Conte a fine mandato, si ha l’ impressione che il nuovo governo consideri la vendita di armamenti come uno dei volani della ripresa economica a cui Draghi lavora. Tuttavia è legittimo definirsi pacifisti e appoggiare il governo Draghi. E’ anche legittimo però, e secondo me più giusto, opporsi al nuovo esecutivo in nome dell’ opposizione alle guerre.
Allora sarebbe utile alla causa della pace che coloro che la pensano a questo modo si pronunciassero subito, e non solo a livello individuale ma con prese di posizione collettive. Cosa che non avverrà, almeno in questi primi giorni di attività del nuovo governo.
Inoltre nel 2021 l’ Italia ospiterà il G20 e questo sarà un’occasione anche per i movimenti politici e sociali che potranno proporre all’ opinione pubblica e alle istituzioni le loro posizioni sui temi oggetto del confronto internazionale.
E’ quindi è possibile che in Italia nell’ anno in corso si torni a discutere di pacifismo e pacifismi. E’ anche probabile ? Temo di no, ma ripeto però che sarebbe possibile farlo e non dovremmo perdere un’ occasione che non arriva tutti gli anni.
Marco Palombo
Roma
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