martedì 18 aprile 2023

Corriere della sera,maggio 2022: Cos'è la teoria della «Grande sostituzione», e perché è pericolosa


Cos'è la teoria della «Grande sostituzione», e perché è pericolosa

di Elena Tebano

Il premier ungherese Viktor Orbán ha fatto riferimento a un supposto piano per «sostituire» i bianchi cristiani con gli immigrati. È un’idea professata anche da molti terroristi di estrema destra americani, ma arriva originariamente della Francia

Nel discorso ai deputati dopo le elezioni parlamentari che hanno riconfermato l’ampia maggioranza del suo partito, Fidesz, il premier ungherese Viktor Orbán (ormai al quarto mandato) ha attaccato l’Occidente, che a suo dire sta «tentando il suicidio» per una serie di supposte colpe: «Il vasto piano di scambio della popolazione occidentale, che cerca di sostituire i bambini cristiani non ancora nati con migranti; la follia del genere, che vede nell’uomo il creatore della propria identità sessuale; un programma di un’Europa liberale che trascende gli Stati-nazione e il cristianesimo».

Parole che sono suonate particolarmente stridenti in un momento in cui l’Unione europea e le democrazie occidentali, lungi dal «tentare il suicidio», sono impegnate a difendere i propri valori e principi costitutivi contrastando l’invasione illegale dell’Ucraina da parte dell’amico di Orbán Vladimir Putin.

A qualcuno quelle parole saranno suonate anche familiari: riprendono un concetto, «la grande sostituzione», che in questi giorni è riecheggiato molte volte al di là dell’Oceano, negli Stati Uniti.

Lo ha usato l’attentatore di Buffalo, il terrorista di estrema destra che sabato ha ucciso dieci persone e ne ha ferite altre tre in supermercato di un quartiere nero nella città dello Stato di New York. Payton S. Gendron, questo il nome del suprematista bianco, ha lasciato un manifesto di 180 pagine in cui dichiara di essere un sostenitore della «grande sostituzione», ovvero la teoria complottista che esista un piano per «sostituire» i bianchi con altre «razze», cioè neri, latinos o immigrati musulmani (a seconda delle versioni).

Non è un’idea nuova: compariva anche nei manifesti di altri stragisti di massa di estrema destra, come quello che nel marzo 2019 ha ucciso 51 persone durante la preghiera del venerdì in due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, e quello che nell'agosto del 2019 ha preso di mira i latinos in un supermercato Walmart di El Paso, in Texas, uccidendo 22 persone e ferendone 24.

Nel frattempo però è cambiato tutto: tre anni fa negli Stati Uniti la teoria complottista della «grande sostituzione» era ancora un’«idea marginale» che circolava sui siti cospirazionisti di QAnon (il movimento di estrema destra che ha promosso l’attacco al congresso statunitense del 6 gennaio, nel tentativo di annullare il risultato di elezioni legittime). Ora è diventata «mainstream», si è cioè diffusa nel discorso pubblico dominante.

A renderla popolare, come spiega Vanity Fair Us, è stato il giornalista filorepubblicano di Fox News Tucker Carlson (che secondo il New York Timescome ha scritto Massimo Gaggi, potrebbe candidarsi e proporsi come erede di Donald Trump). «Il Partito Democratico sta cercando di sostituire l’attuale elettorato, gli elettori che ora votano, con nuove persone, elettori più obbedienti provenienti dal Terzo Mondo» diceva Carlson nell’aprile dell’anno scorso nel suo programma, che denunciava una supposta «mania anti-bianca» e invitava a «salvare questo Paese... prima che diventiamo il Ruanda» (quel presunto salvatore della Patria, secondo Carlson, era ed è Trump). Argomenti simili sulla sostituzione dell’elettorato sono stati usati anche da Elise Stefanik, la terza deputata repubblicana per importanza alla Camera dei rappresentanti americana.

La teoria della «grande sostituzione»
 però non è originaria degli Stati Uniti: è nata in Europa, dove è da tempo uno dei luoghi comuni del sovranismo. Orbán non è l’unico ad averla fatta sua: la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni la evocava già nel 2016 (in questo tweet per esempio, in cui parla di «prove generali di sostituzione etnica in Italia» confrontando emigranti e immigrati).

Il termine viene dalla Francia
Le grand remplacement è il titolo di un libro del 2012 dello scrittore Renaud Camus (che non è né un parente né un buon sostituto di Albert Camus), un intellettuale gay che in gioventù ha frequentato Roland Barthes e Andy Warhol e ora vive in un castello in Occitania. Camus, dapprima sostenitore di Marine Le Pen e poi convertitosi a Éric Zemmour alle ultime elezioni, è convinto che ci sia un piano per islamizzare la Francia e che tutti i Paesi occidentali corrano un pericolo simile (per esempio gli Stati Uniti con gli immigrati latinos).

«La Grande Sostituzione è molto semplice. Ora c’è un popolo, e nello spazio di una generazione ce ne sarà un altro» ha affermato. Alla base di questa teoria c’è la concezione antimoderna ed essenzialista della «purezza» non ibridabile dei popoli («L’essenza stessa della modernità è il fatto che tutto, e davvero tutto, può essere sostituito da qualcos’altro, il che è assolutamente mostruoso» ha dichiarato Camus, che è anche uno strenuo difensore della Francia rurale). Anche questa idea di purezza è familiare: la pericolosa genialità di Camus è che ha rivitalizzato con un linguaggio nuovo idee tristemente note.

«In realtà è la stessa ideologia della cospirazione del Nuovo Ordine Mondiale, l’idea del governo di occupazione sionista, che è il modo in cui se ne parlava negli anni Ottanta e Novanta. Ne vediamo versioni che risalgono al movimento eugenetico dei primi del Novecento, agli scritti di Madison Grant e a cose come “I Protocolli degli Anziani di Sion”. Si tratta dello stesso insieme di credenze» spiega sul New Yorker la professoressa dell’Università di Chicago e studiosa del suprematismo bianco Kathleen Belew.

«L’idea è semplicemente che molti tipi diversi di cambiamento sociale siano collegati a un complotto di una setta elitaria per sradicare la razza bianca, che i membri di questo movimento ritengono essere la loro nazione. Collega cose come l’aborto, l’immigrazione, i diritti degli omosessuali, il femminismo, l’integrazione residenziale: tutto ciò è visto come parte di una serie di minacce al tasso di natalità bianca». Adottare la nozione di «grande sostituzione», che lo si espliciti o no, significa di fatto sottoscrivere questa tradizione. E ripulirla dagli elementi omofobi e antisemiti, come ha fatto Camus, non significa renderla meno sbagliata e pericolosa.

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