27 maggio 2019 - Per un satyagraha globale contro i cambiamenti climatici
(27 Maggio 2019)
Giuliano Pontara, “Quale pace?“, 2016:
“Il pensiero nonviolento verte in primo luogo sull’ azione, sull’azione
nonviolenta, tant’è vero che il contributo più originale fornito da Gandhi è la
pratica e teoria della strategia nonviolenta che egli, coniando un neologismo,
chiamò satyagraha“
Il Satyagraha, la lotta nonviolenta, è molto più efficace del termine
nonviolenza per spiegare il significato vero delle idee e dell’ opera di
Mohandas K. Gandhi.
La parola
nacque nel 1908 in Sudafrica da una sorta di brainstorming, un concorso di
idee, lanciato dal Mahatma per sostituire l’espressione “resistenza passiva”
che fino a quel momento veniva usata per indicare le lotte nonviolente ma che
non esprimeva compiutamente il loro aspetto attivo, innovativo, costruttivo e
rivoluzionario.
Satyagraha è una parola composta da satya, verità, e graha, attaccarsi
fortemente, e una sua bella traduzione è “la forza della verità”.
Il termine Satyagraha dimostra anche l’importanza fondamentale della verità
nella nonviolenza. Per Gandhi: “verità e nonviolenza sono due facce della
stessa medaglia” e titolò “Storia dei miei esperimenti con la verità” la sua
autobiografia scritta attorno al 1925. Una verità che per gli uomini, con i
loro limiti, non può che essere relativa, perché G. pensava come uno
scienziato, mentre solo Dio possiede la Verità assoluta, perché G. era prima di
tutto uno spirito religioso. Ma, secondo il Mahatma, la ricerca sincera della
verità, pur trovando verità relative, porta quasi sempre l’azione a risultati
positivi, è comunque l’unica strada giusta da percorrere e certamente non è
dannosa.
Mi piacerebbe dunque che prendesse forma l’idea di un
Satyagraha globale contro i cambiamenti climatici,
una definizione che unirebbe tra loro lo sciopero mondiale per il clima dei
giovani di Fridays for Future, le disobbedienze civili degli attivisti di
Extinction Rebellion, movimento internazionale nato in Inghilterra, tutte le
altre lotte contro i cambiamenti climatici presenti sul pianeta e troppo
isolate, e soprattutto tutte le lotte che verranno.
La lotta nonviolenta del Satyagraha globale contro il climate change dovrebbe
essere portata avanti:
- dagli amici della nonviolenza, per i quali la nonviolenza è un ideale o
addirittura un progetto di vita,
- ma anche da chi sceglie il satyagraha solo in questo unico, enorme,
conflitto,
come avvenne per il Satyagraha per la liberazione dell’India, che fu sviluppato
da Gandhi e dai suoi seguaci più coerenti, insieme a moltissimi altri indiani
che hanno adottato la lotta nonviolenta solo in quella occasione.
Come tutte le lotte nonviolente, per essere vincente il Satyagraha per il clima
dovrà essere ben impostato e ben condotto. Ma la sua guida non dovrà essere di
un leader carismatico, bensì di un “Gandhi collettivo “ e nessuna strategia
dovrà essere calata dall’alto, ma saranno le strategie migliori, meglio
impostate e meglio portate avanti, che daranno il contributo maggiore alla
vittoria.
Gli ambiti interessati dal Satyagraha dovranno essere diversi, dal locale al
globale, e il S. non dovrà solo esprimere ai politici una richiesta ad agire in
una forma tale che questi non potranno rifiutare, ma dovrà comprendere una
multiforme attività collettiva che dovrà portare, in ogni caso, al risultato
dell’ abbassamento delle emissioni e del cambio radicale che garantirà un
futuro al pianeta, un futuro, oggi non sicuro, che dovrà essere anche migliore
del presente.
Le lotte nonviolente per il clima già ci sono, e, anche se oggi prevale il
pessimismo, lo sviluppo futuro del conflitto è tutto da vedere e al momento
imprevedibile. E’ sicuro invece che il tema, in qualsiasi caso, rimarrà nella
storia dell’ umanità e del mondo. Ognuno di noi deve dare la sua parte di
contributo, che sarà di una dimensione infinitesima, ma, se i contributi
infinitesimi saranno milioni, l’esito finale di questa enorme questione sarà
positivo per tutti.
Marco Palombo
Commenti
Posta un commento