sabato 28 settembre 2019

La quotazione della Saudi Aramco sarà alla Borsa di Tokio ?


Aramco nomina bookrunner la giapponese SMBC per la sua Ipo
by  SEBASTIANO TORRINI
 28 SETTEMBRE 2019

Aramco annuncerà ufficialmente la propria Ipo intorno al 20 ottobre, secondo quanto riferito da Bloomberg.

Saudi Aramco ha designato la giapponese SMBC Nikko Securities come uno dei bookrunner della sua Ipo. Lo ha riferito Reuters sottolineando che si tratta della prima società finanziaria giapponese a avere un ruolo così importante in quella che sarà la quotazione più grande della storia.

LE NOVE BANCHE CHE AIUTERANNO ARAMCO

Aramco ha già assegnato ruoli di spicco per la sua quotazione azionaria a nove delle maggiori banche mondiali. I vincitori della più grande vendita di azioni al mondo che fungeranno da coordinatori globali sono JP Morgan, Morgan Stanley, Bank of America Merrill Lynch, Goldman Sachs, Credit Suisse, Citi, HSBC e la National Commercial Bank e Samba dell’Arabia Saudita, aveva riferito sempre Reuters a inizio mese.

PROBABILE QUOTAZIONE A TOKYO?

La selezione di un bookrunner giapponese, SMBC Nikko Securities, arriva insieme all’indiscrezione secondo cuiil colosso petrolifero saudita potrebbe scegliere Tokyo come sede internazionale dell’Ipo. A fine agosto, il Wall Street Journal aveva riferito che i sauditi stavano guardando a Tokyo, evitando Londra a causa dell’incertezza sulla Brexit e Hong Kong a causa delle proteste.

UN INDIZIO SU TOKYO

Un altro segnale è emerso più recentemente sul fatto che Aramco potrebbe pensare seriamente a Tokyo. L’amministratore delegato del Japan Exchange Group, proprietario della borsa di Tokyo, ha affermato che il gruppo ha contattato Aramco e ha avuto l’impressione che i sauditi stiano procedendo con il piano di quotazione, secondo quanto riferito dal giapponese Jiji Press .

A QUANDO LA QUOTAZIONE

Aramco annuncerà ufficialmente la propria Ipo intorno al 20 ottobre, secondo quanto riferito da Bloomberg.

martedì 17 settembre 2019

Trump-Ryad alleati contro clima e Iran, ma eco e pax non si alleano più, per ora




La crisi di questi giorni con Stati Uniti, Arabia Saudita da una parte e Iran dall’ altra, non è un fulmine a ciel sereno ma un tuono molto forte di un temporale che si sta avvicinando da tempo.
 La rivalità tra Arabia saudita ed Iran è storica, e Ryad, con il 20% delle riserve mondiali di greggio, nei 40 anni dopo la rivoluzione che ha cacciato lo Scià, per merito degli embarghi a Theran e Iraq che insieme hanno anche loro il 20% delle riserve mondiali, e grazie all’ alleanza stretta con gli USA, ha potuto gestire come voleva il mercato mondiale, vendendo una quantità di greggio molto superiore a Iraq e Iran ai prezzi desiderati.

Gli Stati Uniti, dopo l’ elezione di Trump, sono poi usciti dall’ accordo sul nucleare iraniano con motivazioni deboli ed hanno imposto nuove sanzioni all’ Iran anche al resto del mondo, soprattutto l’ UE, che invece continua a ritenere valido l’ accordo ma non si è opposto con la necessaria forza alle nuove sanzioni USA e ora nello scontro in atto sta accodandosi all’ alleato di sempre.

Questo ennesimo episodio di grande tensione nel Medio Oriente arriva a settembre 2019 e il conflitto diplomatico si svolgerà nell’ annuale Assemblea di inaugurazione delle Nazioni Unite dove il tema centrale atteso è la lotta ai cambiamenti climatici, che vedrà il giorno 23 settembre un’ assemblea dedicata attesa da mesi, tanto che Greta è già a New York da giorni.

E Ryad e Trump sono alleati anche contro il clima, schierati insieme in ogni occasione contro politiche mondiali che possano indebolire la produzione di energia da fonti fossili, al momento dominante ma ora minacciata da alternative più sperimentate e dai limiti del pianeta che non regge più le emissioni di CO2,  prodotte soprattutto dall’ Occidente avanzato e da alcune grandi economie in crescita tumultuosa, vedi  India e Cina.

Ma, se Trump e Ryad sono alleati di ferro contro l’ Iran e contro il clima, sono diverse le opposizioni alle loro politiche spesso distruttive per il mondo e per milioni di persone. La lotta al cambiamento climatico, pur non avendo al momento prodotto risultati soddisfacenti, è di gran moda e stanno crescendo, accanto  agli storici movimenti ambientalisti, reti internazionali nuove e combattive come Fridays For Future e Extinction Rebellion.

Al contrario il movimento pacifista mondiale è quasi invisibile e qualche volta anche un po’ confuso.

Eppure le politiche di guerre sono indispensabili al modello produttivo che sta facendo impazzire il clima mondiale, e purtroppo, nella peggiore delle ipotesi, 

 le guerre potrebbero essere una via di uscita per il modello industriale distruttivo, finalizzata a  evitare cambiamenti radicali. 

Ambientalisti e pacifisti dovrebbero quindi incrociare di nuovo le loro strade per sperare di cambiare davvero qualcosa.

Ma al momento non è così, potrebbero però iniziare alzando la testa dal loro cortile e cercando di capire cosa sta avvenendo intorno,

perché non c’è un pianeta B, e guerre e distruzioni ambientali  avvengono tutte nello stesso pianeta A che è relativamente piccolo e i protagonisti negativi o positivi sono spesso gli stessi.

Marco Palombo

giovedì 12 settembre 2019

Extinction Rebellion. " Prepara Roma alla ribellione ", decine di persone annunciano l’ International Rebellion di ottobre




Nel testo che introduce la raccolta fondi per la Ribellione Internazionale del 7 13 ottobre Extinction Rebellion Italia spiega:

“  Dal 7 ottobre a Roma, in concomitanza con gli altri movimenti XR nel mondo (https://rebellion.earth/act-now/local-groups/), avrà inizio la Ribellione Internazionale, durante la quale sono previste, tra le altre cose, attività di formazione, approfondimenti scientifici, workshop ma soprattutto azioni dirette non violente di sensibilizzazione all’emergenza climatica e ambientale. Vogliamo che i governi dicano la VERITÀ e che i media si impegnino a divulgarla correttamente. “




Così una cinquantina di persone si sono trovate all’ ora del tramonto in Piazza Santa Maria in Trastevere per “Preparare Roma alla ribellione “ e, felici di essersi ritrovati in tanti, hanno poi passeggiato e sostato attraverso i vicoli di Trastevere, Piazza Trilussa, Ponte Sisto e Campo dei Fiori.



E’ l’ inizio di un intenso percorso di sensibilizzazione all’ emegenza climatica che si concentrerà  in poche settimane e vedra’ anche i sette giorni di mobilitazione di Frydais For Future dal 20 al 27 settembre, momenti istituzionali internazionali alle Nazioni Unite e il Sinodo per l’ Amazzonia in Vaticano. Dal 7 ottobre inizierà la Ribellione Internazionale lanciata da Extinction Rebellion alla quale già si sono unite con un grande impegno anche Animal Rebellion e Climate Save Movement.



L’ inizio di ieri sera è stato molto incoraggiante ma ora c’è bisogno dell’ aiuto di tutti.

M.P.

martedì 10 settembre 2019

CUB e SGB Milano: mobilitiamoci il 27 settembre in difesa dell' ambiente

da pane-rose.it
(10 Settembre 2019)
Il 27 Settembre sarà una giornata di lotta internazionale, in cui studenti, lavoratori e pensionati di tutto il mondo si mobiliteranno con manifestazioni, scioperi e azioni di disobbedienza civile in difesa dell’ambiente.

Siamo in una situazione di emergenza climatica da allarme rosso, ormai evidente a tutti.
Cresce esponenzialmente l’inquinamento dell’aria, dell’acqua potabile e dell’ambiente in generale; il riscaldamento globale produce lo scioglimento dei ghiacci polari; si moltiplicano le catastrofi naturali; la deforestazione, a partire dall’Amazzonia, sta mettendo a rischio la biodiversità con la conseguente estinzione di migliaia di specie; continuano ad accumularsi rifiuti che non possono essere smaltiti; la progressiva desertificazione dell’Africa Centrale è una delle cause che produce il susseguirsi dei fenomeni di emigrazione forzata.
E in tutto ciò, le multinazionali e le grandi potenze imperialiste, sono i principali inquinatori del mondo e i principali difensori dell’industria petrolifera.
Questa barbarie, infatti, è strettamente correlata al sistema di produzione, distribuzione e consumo, ossia al capitalismo che, essendo un sistema basato sulla crescita del profitto per generare altro profitto, sulla dittatura del denaro, su un produttivismo esasperato finalizzato all’aumento dei margini di redditività a beneficio esclusivo di una minoranza mentre l’universo sociale viene ridotto e cancellato, crea una insanabile contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione.
E’ ormai chiaro che con la sua dinamica espansionistica, il capitale mette in pericolo l’ambiente e, di conseguenza, lo spazio urbano e la vita degli stessi lavoratori.
E’ necessario che la classe lavoratrice si mobiliti nella difesa del pianeta e deve farlo avendo ben chiaro che non esiste e non può esistere un “capitalismo ecologico”.
Questa convinzione ha fatto si che la CUB sia sempre stata in prima fila nelle lotte per la difesa e la sicurezza dei lavoratori, costituituendosi anche come parte civile in numerosi procedimenti per ristabilire verità e giustizia per quei lavoratori le cui vite, e quelle delle loro famiglie, sono state rovinate perché asservite agli interessi del profitto.
Alcuni di questi casi: 
l’Eternit di Casale Monferrato e Siracusa, la Franco Tosi di Legnano, la Olievetti di Ivrea, la FIAT di Arese (Alfa Romeo), la Fibronit di Pavia, la Scala di Milano ecc…
Inoltre, FLMUniti – CUB ha patrocinato e sostiene il ricorso davanti alla CEDU dei lavoratori ILVA di Taranto.
Nelle aziende, 
la subordinazione di Ambiente e salute al profitto è sempre stata contrabbandata per nobile difesa dell’occupazione; ma questo non ha salvato i posti di lavoro di quei lavoratori esposti per anni alle fibre assassine dell’amianto, senza informazione e senza tutele.
Dobbiamo avere il coraggio di difendere il lavoro e di dire che tipo di produzione vogliamo! Per questo rivendichiamo il cambiamento del modello di produzione, a partire da meccanismi e strumenti sempre più a impatto zero, per produrre beni necessari alla soddisfazione della società e delle necessità umane, senza sfruttare la natura e riducendo l’orario di lavoro in modo da accrescere il tempo libero delle persone.
CUB di Milano parteciperà alle mobilitazioni cittadine il 27 Settembre e il 25 Ottobre sarà in piazza per lo Sciopero Generale convocato da CUB – SGB – Si Cobas – Usi/Cit, avendo ben chiaro che la lotta per la difesa del pianeta è, e deve restare, la lotta della classe lavoratrice contro il capitalismo.
Milano, 06.09.2019
Confederazione Unitaria di Base di Milano
Milano
Sindacato Generale di Base
Milano