2007, contro le guerre senza la sinistra istituzionale
di Marco Palombo
Negli ultimi anni molti hanno parlato di scomparsa del pacifismo italiano, passato dalla enorme mobilitazione del 2003 contro la guerra in Iraq all' assenza completa durante i bombardamenti italiani in Libia.
In realtà tra il 2003 e il 2011 ci sono stati dei passaggi intermedi che proverò a ricordare affinchè da quelle mobilitazioni si possano ricavare idee per ricostruire un movimento nazionale contro le guerre. Credo infatti che una parte della sinistra storica protagonista del 2003 sia ormai legata alle strategie di Nato e UE e non più disponibile a iniziative che disturbino le due istituzioni internazionali.
A questo proposito è interessante ricostruire il 2007. In quei dodici mesi ci sono stati episodi che hanno rappresentato una cesura netta tra due fasi molto diverse del movimento pacifista. Gli appuntamenti di quell' anno sono stati molti e quindi sarò schematico e sintetico, sperando che queste righe siano solo l'inizio di una discussione più ampia.
Il 17 febbraio a Vicenza si svolge una manifestazione nazionale contro la costruzione della nuova base USA Dal Molin. La questura stima che abbiano sfilato 80.000 persone. Contribuiscono alla grande partecipazione anche Prc e CGIL che organizzano numerosi pulman da tutta Italia.
Il giorno seguente a Vicenza si riuniscono anche i primi firmatari di un appello per il ritiro dei militari italiani dall' Afghanistan. Le settanta persone presenti si danno un nuovo appuntamento a Firenze per il 3 marzo, da questo momento si chiameranno rete Semprecontrolaguerra perchè, nonostante il governo amico, la sinistra faceva scelte di guerra e questo movimento cercava una propria autonomia politica.
Il 21 febbraio abbiamo il voto al Senato su una mozione di politica estera presentata da Anna Finocchiaro, il documento ha come tema centrale la partecipazione alla guerra in Afghanistan. Non è la legge per il rifinanziamento per le missioni militari all' estero che avrebbe potuto contare anche sul voto del centrodestra, ma una mozione politica e il centrodestra vota contro. Mancano però anche alcuni voti alla maggioranza, tra questi quelli del senatore Turigliatto (Prc) e Fernando Rossi (PdCI ma già in procinto di uscire dal gruppo parlamentare) che al momento del voto escono dall' aula, di fatto astenendosi. Il risultato della votazione in aula vede 158 voti favorevoli, 135 contrari e 24 astensioni, sommate poi ai voti contrari. Prodi da le dimissioni, Ministro degli Esteri era Massimo D'Alema.
Il 3 marzo a Firenze si riunisce la rete Semprecontrolaguerra. Il giorno dopo nella città toscana si svolge anche un incontro della rete Disarmiamoli al quale partecipano alcuni attivisti della rete Semprecontrolaguerra. Nei due appuntamenti si lancia la manifestazione nazionale nel quarto anniversario dell' inizio della guerra all'Iraq.
Il 17 marzo si svolge la manifestazione a Roma contro le guerre in Iraq e Afghanistan. La Giornata mondiale contro le guerre è stata lanciata dal Forum Mondiale di Nairobi per il quarto anniversario dell' inizio della guerra all' Iraq, 20 marzo 2003. Partecipano al corteo almeno 10.000 persone senza nessuna presenza della sinistra istituzionale. Alla fine della manifestazione, in Piazza Navona, il Partito Umanista disegna un enorme simbolo della pace formato da centinaia di persone.
Un video con i servizi sulla manifestazione di TG1, TG2 e TG3.
15 aprile. Un' assemblea indetta a Bologna dalle reti Semprecontrolaguerra, Disarmiamoli e Fermiamo chi scherza con il fuoco atomico, lancia la carovana contro la guerra. Tre camper partiranno da diversi punti d' Italia e si ritroveranno a Roma il 2 giugno in una manifestazione davanti a Castel Sant'Angelo che si propone come alternativa alla tradizionale parata militare del 2 giugno ai Fori Imperiali. La carovana vuole lanciare la legge di iniziativa popolare contro le basi militari in Italia. L.I.P. Che raccoglierà 70.000 firme e sarà presentata in Parlamento nel 2008 senza essere però mai discussa fino ad oggi.
Intanto il 9 giugno è prevista una visita a Roma di George Bush. Un appello convoca una manifestazione nazionale che si concluderà in Piazza Navona, i primi firmatari sono le associazioni:
Action, Attac-Italia, Sinistra critica, Bastaguerra, rete Semprecontrolaguerra, Disarmiamoli, Cub, Cobas, Global meeting Network (almeno 30 centri sociali e tute le sedi italiane di Ya Basta), Partito Comunista dei lavoratori, Partito Umanista, Rivista Erre, Rete dei comunisti, UniRiot (Roma, Bologna, Napoli, Torino) e molti altri collettivi.
Le prime firme individuali all'appello sono di:Cinzia Bottene, Olol Jackson (Presidio permanente No Dal Molin), Sandro Bianchi, Giorgio Cremaschi, Mauro Bulgarelli, Franco Turigliatto, Fernando Rossi (senatori), Vauro, Tommaso Di Francesco, Manlio Dinucci, Luigi Pasi, Margherita Recaldini (Sdl intecategoriale),Nella Ginatempo e Melo Franchina (Bastaguerra), Doretta Cocchi (Bastaguerra Firenze).
Per la stessa giornata Fiom e Prc, insieme all' associazionismo vicino all' allora centrosinistra, convocano una manifestazione-presidio in Piazza del Popolo: “Con l' altra America contro tutte le guerre di Bush”. Qualcuno vorrebbe un' iniziativa unitaria e viene lanciato un terzo appello in questa direzione. Primi firmatari: Lidia Menapace, Alex Zanotelli, Haidy Giuliani, Franca Rame, Gianni Minà, Giannini.
Ma le due iniziative si svolgono distinte e 100.000 manifestanti sfilano da Piazza della Repubblica a Piazza Navona, mentre in Piazza del Popolo, convocate dalla sinistra che appoggia il governo Prodi, si concentrano solo 1.000 persone.
Qui una galleria di foto, proposta da Repubblica.it, delle due manifestazioni
Il 25 novembre un' assemblea a Roma convocata da Reti e movimenti No War discute delle iniziative future. Nasce il Patto permanente contro la guerra che unisce: reti contro la guerra, partiti della sinistra che non appoggiano il governo Prodi, sindacati di base, comitati territoriali contro le basi militari.
L'anno si conclude con una nuova grande manifestazione a Vicenza il 15 dicembre. Molto inferiore nei numeri a quella del 17 febbraio (ma parteciparono comunque alcune decine di migliaia di manifestanti), era ben visibile una forte presenza della comunità locale e degli ambienti cattolici. Nel corteo è presente anche il Prc e questo suscita qualche polemica visto che il partito continua a sostenere il governo Prodi ed a votare tutte le sue scelte.
Nel 2008 si conclude la raccolta di firme per la L.I.P: sulle basi militari e 70.000 adesioni certificate vengono consegnate alla Camera dei Deputati.
Nell' aprile 2008 le elezioni politiche vedono la scomparsa dal Parlamento nazionale della sinistra radicale che con la lista Sinistra Arcobaleno, composta da Prc, PdCI, Verdi, Sinistra democratica (ex Ds non entrati nel Pd), non raggiunge il 4% dei voti. Molti rimangono convinti che la causa principale di questa sconfitta sia stato l' atteggiamento tenuto nei due anni di Governo Prodi su guerre e politica estera.
Nessun commento:
Posta un commento