“Nel Medio Oriente c’è la tendenza alla
disgregazione degli stati nazionali ma questo non incide più negativamente sulla produzione
petrolifera, anzi spesso favorisce l’ incremento della stessa”
Lunedì 24 novembre l’ economista Loretta Napoleoni
presentava alla Libreria Feltrinelli della Galleria Sordi, proprio davanti a Palazzo
Chigi, il suo ultimo libro sull’ Isis. L’ incontro è stato introdotto da Amedeo
Ricucci, giornalista Rai rapito dall’ Isis nell’ aprile 2013. Dopo alcune
domande poste dal giornalista è stato il pubblico a intervenire ed anch’ io ho
fatto una domanda. In sostanza ho
chiesto a Loretta Napoleoni.
“La disgregazione degli stati nazionali in Medio Oriente è
una tendenza, o rischio, su cui concordano
tutti gli osservatori. La Libia è attualmente divisa tra due governi,
uno sostenuto da Egitto l’ altro da Qatar e Turchia, l’ Iraq è diviso tra
Kurdistan iracheno, la zona controllata dall’ Isis, la parte ancora sotto il
governo centrale di Baghdad. La Siria è divisa tra quello che controlla ancora
Assad, il territorio curdo siriano e la zona
occupata dalle milizie antiAssad, Isis e altre formazioni.
Però, in questa situazione frammentata, la produzione di
petrolio continua senza troppe scosse, anzi in Libia nel 2014, anno che ha
visto il paese conteso tra due governi, la produzione è aumentata ed è tornata
vicina al milione di barili il giorno”.
Ma, non appena ho accennato a questa stima sulla produzione
petrolifera libica, Amedeo Ricucci mi ha interrotto ed ha affermato che in Libia
c’è l’ anarchia e non è vero che la produzione è aumentata. A questo punto,
come in altri momenti della presentazione del libro, c’è stato un vivace
scambio di battute. Io ho replicato che anche l’ AspoItalia, associazione per
lo studio del picco petrolifero, sezione italiana, mi aveva confermato il dato.
In effetti in uno scambio di commenti un esponente dell’ Aspo che cura il sito
web dell’ associazione aveva confermato l’ aumento della produzione libica nel
2014 e, comunque, ero sicuro di aver letto più volte di questo aumento di produzione nell’
ultimo anno.
Uscito dall’ incontro, ho ricercato su internet dati
sulla produzione petrolifera libica negli ultimi tempi ed ho avuto conferma del
trend nel 2014. Ho letto anche altri particolari sulle modalità che hanno portato la Libia a tornare, dopo la guerra e il crollo del 2011, nel 2013 ad una produzione attorno al
milione di barili il giorno, subire poi
un nuovo crollo nel primo trimestre del 2014, tornando a 200.000 barili/giornalieri, e risalire
gradualmente fino a 900 mila b/g proprio nei mesi del 2014 in cui lo scontro tra le due
principali fazioni si radicalizzava.
Intanto segnalo questa mia domanda che non ha avuto risposta
da Loretta Napoleoni perchè Amedeo Ricucci mi ha contestato un dato vero.
Ma questo episodio mi ha convinto anche che questa sia una
questione cruciale, cioè che:
“C’è la tendenza alla
disgregazione degli stati nazionali e questo non incide più sulla produzione
petrolifera, anzi spesso favorisce l’ incremento della stessa”.
Mi riprometto di approfondire ulteriormente il tema, ma lo
voglio segnalare immediatamente. Perchè volevo farlo lunedì e mi è stato
impedito.
Marco Palombo
attivista contro la guerra
attivista contro la guerra
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