Dopo aver occupato, oppresso e depredato la Libia dal
1911 alla seconda guerra mondiale, dopo averne bruciato i villaggi, avvelenato
i pozzi, giustiziato i resistenti, chiuso in campi di concentramento o
deportato la popolazione, uccidendone un terzo, l’Italia torna a muovere guerra
alla sua ex-colonia. Non contento di avere, con il governo Berlusconi, a fianco
di Francia, Stati Uniti, altri paesi della Nato e satrapi del Golfo,
trasformato in sanguinario caos un paese un tempo prospero e pacifico, che non
minacciava nessuno, il governo Renzi, vassallo di quello Usa, ne esegue
l’ordine per una nuova aggressione.
Nascondendosi dietro alla richiesta del regime fantoccio
dei Fratelli Musulmani di Tripoli, inventato dall’ONU e capeggiato da Al
Serraji, ma privo di qualsiasi legittimità democratica e alla mercè di bande
jihadiste, la ministra di Guerra Roberta Pinotti invia, in aggiunta a forze
speciali italiane Nato già presenti, 300 militari a Misurata, supportati da forze navali e aeree, mascherando
tale intervento sotto il camice umanitario di alcuni medici e infermieri.
Interviene a gamba tesa in una situazione che vede
contrapposti nello scenario libico vari attori dalle diverse protezioni
internazionali: dal governo di Tobruk, legittimato dal voto popolare e in
passato riconosciuto dalla “comunità internazionale”, a quello islamista di
Tripoli, a quelli del tutto fittizio di Al Serraj e alle numerose tribù e relative
milizie allineate a diversi referenti esteri.
Ieri come oggi, gli Occidentali che intervengono in Libia
lo fanno a detrimento della sovranità, dell’unità e del benessere del popolo
libico e nel proprio esclusivo interesse economico. Gli eccessi militaristi
della Pinotti e del governo Renzi non conoscono tregua: militari in Iraq con il
pretesto di difendere una diga o di addestrare milizie curde; forze speciali in
Siria che favoriscono la distruzione e la spartizione di un paese sovrano;
spedizione militare in Libia. Tutto sempre con scelta unilaterale, passando
sopra il parlamento, a fianco di chi ci dettano gli Usa (che così risparmiano
soldi e uomini) in sostituzione di un approccio diplomatico, equilibrato, di
pacificazione.
Dobbiamo opporci con tutte le forze a questa ennesima,
irresponsabile, iniziativa militare che, come tutte le altre, provocano infiniti
lutti e devastazioni e costituiscono autentici crimini di guerra e contro
l’umanità
Via
dall’Iraq, dalla Siria, dalla Libia, dal’Afghanistan. Rispetto per la sovranità
dei popoli. Pace!
Campagna contro l' intervento militare italiano in Libia
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