Oggi si è svolto il vertice tra Trump
e la prima ministra del Regno Unito May. Le dichiarazioni della May
nei giorni precedenti il viaggio in USA hanno rivelato molte
aspettative sulle future politiche comuni tra i due paesi. La leader
britannica ha parlato della rinascita di un asse anglo-statunitense
che condizionerà la politica di tutto l’ Occidente e del mondo.
In questa occasione voglio ricordare
altri due momenti nel recente passato nei quali l’ intesa tra il
presidente USA e il governo britannico ha indirizzato la politica
mondiale in una direzione assai dannosa per gli altri paesi .
Negli anni ’80 Reagan e Thatcher
hanno segnato insieme la svolta neo
liberista che ancora non accenna a fermarsi in tutto l’ Occidente,
nonostante la crisi sistemica che ha causato.
In particolare i due presidenti sono
stati determinanti nell’ assedio economico all’ Urss che ha
provocato il suo crollo. L’ escalation militare USA e Nato
costrinse l’ Urss a enormi investimenti negli armamenti, impegni
che non poteva permettersi in quella fase storica, e anche il crollo
del prezzo del petrolio dal 1986 contribuì al collasso economico
sovietico.
Attorno al 1985 l’ offerta di greggio
era enorme, alcuni paesi Opec avevano alzato le stime ufficiali delle
loro riserve per aumentare le quote della loro produzione
autorizzata, inoltre era arrivato in maniera massiccia sul mercato il
petrolio proveniente dai mari del Nord Europa.
L’Arabia Saudita vendeva solo il 50%
del greggio che era in grado di produrre, questo affinchè i prezzi
si mantenessero ad un livello buono nonostante l’ eccesso di
offerta. Reagan e Thatcher chiesero ai sauditi di mettere sul mercato
tutta la loro produzione potenziale per far crollare il prezzo del
petrolio e mettere i sovietici ancora più in difficoltà economica.
L’Arabia Saudita esaudì i desideri delle due grandi potenze, il
prezzo crollò da 30 $/b a 10 $/b e questo contribuì al crollo
generale dell’ Unione Sovietica.
Nel 2003 Bush e Blair
invasero insieme l’ Iraq contro il
parere degli altri paesi occidentali, soprattutto europei. Negli anni
precedenti, dopo la guerra del 1991, l’ Iraq era oggetto di
sanzioni economiche ma Saddam Hussein aveva stipulato molti accordi
con paesi europei e Cina per lo sfruttamento delle riserve
petrolifere irachene nel momento in cui le sanzioni fossero cessate.
Gli Stati Uniti dovevano quindi
neutralizzare questo percorso anche perché in quel momento il
petrolio iracheno diventava necessario al mercato che andava incontro
ad una crisi di offerta, arrivata poi al suo culmine nel 2008, con il
conseguente picco del prezzo a 140 $/b a luglio che ha preceduto la
grande crisi finanziaria del settembre dello stesso anno.
La collaborazione Usa Regno Unito
consentì l’aggressione all’Iraq con conseguenze disastrose ancor
oggi fuori controllo, soprattutto per il Medio Oriente ma anche per
l’Europa e in misura minore per l’ intero pianeta.Oggi, nel 2017, May e Trump,
stanno iniziando una fase politica
economica nuova per i loro paesi, considerata una risposta alla
globalizzazione in un momento di crisi cruciale per l’ Unione
Europea.
In ogni fase storica qualcuno ci
guadagna e qualcuno ci perde. Se May e Trump riuscissero a fare le
politiche che vogliono effettuare, i ceti popolari dell’ Occidente,
l’Europa e tutto il Sud del mondo sarebbero tra i perdenti.
Marco Palombo
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