domenica 13 settembre 2020

Non dobbiamo dimenticare ! Covid-19, nell' ospizio per due giorni nessuno sa dove sia, è morto solo nella sua stanza.




Per non dimenticare;

“Per due giorni non abbiamo saputo più nulla di lui. 

Al telefono ci dicevano che era stato trasferito prima al Gemelli poi alla Columbus. Ma lì non c’è mai arrivato, è morto nel suo letto, nella sua camera. Solo senza assistenza."..
........Adesso la polizia dovrà stabilire in quali circostanze, se l’ ospite sia stato dimenticato nella sua stanza o peggio non sia stato assistito perché contagiato. Perché non sia stato trasferito. A disporre l’ autopsia è stata la procura, il medico dell’ Asl aveva ordinato di restituire la salma ai familiari.


dal Corriere della Sera, cronaca di Roma, 10 aprile 2020, venerdì santo, giorno della Via Crucis:

“Dimenticato in ospizio, è morto: vogliamo giustizia”

“Per due giorni non abbiamo saputo più nulla di lui. 
Al telefono ci dicevano che era stato trasferito prima al Gemelli poi alla Columbus. Ma lì non c’è mai arrivato, è morto nel suo letto, nella sua camera. Solo senza assistenza. Soffocato dal virus. E adesso chiediamo giustizia affinché ad altri non accada la stessa cosa. Ecco, soprattutto per questo: chi è incaricato d’ accudire le persone anziane deve sapere che non può nascondersi, che è sotto i riflettori e deve fare bene il suo lavoro “.

 I familiari di Antonio Carbone si sono mossi subito. Sono i primi a Roma ad aver denunciato in un commissariato di polizia il fatto che il loro congiunto sia deceduto di Covid-19 in una casa di riposo, diventata uno dei focolai romani dell’ infezione.
Adesso gli investigatori del commissariato Colombo, diretti da Isea Ambroselli stanno svolgendo accertamenti per capire se l’ 81 enne impiegato in pensione, che abitava a Spinaceto prima di andare a vivere nel 2012 nella struttura “Papa Giovanni XXIII” in via Galeffi, nello stesso quartiere, sia stato assistito oppure sia stato lasciato morire nel suo alloggio. L’ ipotesi fatta da chi indaga è quella di omicidio colposo, ma sarà la procura, che coordina le indagini, a stabilire il reato, che potrebbe essere anche abbandono di incapace.




 “Abbiamo l’ impressione che nessuno abbia voluto entrare nella sua stanza per paura di rimanere contagiato”, 

spiegano i parenti del signor Antonio, uno dei tre anziani ospiti deceduti nella casa di riposo poi sgomberata dalla regione “ dove fra il 21 e il 23 marzo scorso sono stati scoperti 20 positivi al coronavirus, fra loro anche alcuni operatori. “Lui aveva un fisico imponente, e anche se non era del tutto autosufficiente, era comunque sempre vigile. Là si divertiva anche, ormai era diventata la sua casa – dicono i familiari – lo andavamo a trovare spesso, dall’ inizio dell’ emergenza non era più possibile, e quindi lo sentivamo per telefono. Stava bene, mai un colpo di tosse o un affanno. 

Il 24 marzo ci è stato comunicato dalla casa di riposo che anche lui era fra i positivi ai test e che sarebbe stato trasferito in ospedale. Nel pomeriggio abbiamo telefonato al Gemelli ma non lo trovavano. “ Da quel momento, e fino alla mattina successiva i parenti del signor Antonio hanno chiamato più volte la “Papa Giovanni XXIII” e tutti gli ospedali per capire dove avessero portato l’ 81enne contagiato. Di lui nessuna traccia.

 “Anche il 118 ha chiamato tre volte la casa di riposo, hanno sempre risposto che era stato trasferito in ospedale. A noi addirittura ad un certo punto, ci hanno diffidato dal richiamare ancora perché erano molto occupati “. L’ ultima telefonata alle 7,30 del 25 marzo. “Stessa risposta, quindi abbiamo deciso di andare al commissariato per sporgere denuncia di scomparsa, ma alle 9 dall’ ospizio ci hanno richiamato. “ E’ morto, sta qui “, ci hanno detto. Antonio è morto da solo, nessuno lo ha accudito.” 

Adesso la polizia dovrà stabilire in quali circostanze, se l’ ospite sia stato dimenticato nella sua stanza o peggio non sia stato assistito perché contagiato. Perché non sia stato trasferito. A disporre l’ autopsia è stata la procura, il medico dell’ Asl aveva ordinato di restituire la salma ai familiari.

R.Fr.

Corriere della Sera, cronaca di Roma,
10 aprile 2020, venerdì santo, giorno della via Crucis.





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