- Marco Palombo*
Guido Viale nell' articolo su Il manifesto del 16 settembre “I corridoi della solidarietà, un contropiano per l' accoglienza” suggerisce alle reti sociali europee una prospettiva di lavoro per l' accoglienza dei migranti, quelli definiti profughi ma anche per i cosiddetti migranti economici.
Tra le indicazioni elencate non è compresa però una attività tesa a contrastare le disastrose guerre che l'Occidente sta portando avanti negli ultimi anni, direttamente o indirettamente, come in Siria, nonostante la principale causa dell'emergenza profughi del 2015 sia proprio l' interventismo militare iniziato nel 2011 con la Libia.
Infatti quest' anno si prevede che più del 50% dei profughi arrivati in Europa siano siriani, nel 2014 è venuto dalla Siria il 37% di chi ha ottenuto lo status di rifugiato. Eppure l' Europa che sembrava accogliere in maniera entusiasta questo popolo infligge a Damasco pesanti sanzioni economiche rendendo sempre più difficile la vita dei 18 milioni di siriani ancora nel paese. Inoltre continua ad essere una alleata acritica di USA e Turchia che stanno addestrando e finanziando nuovi gruppi armati contro il governo di Damasco e non si impegna a isolare economicamente i terroristi dell' Isis che continuano a portare avanti una guerra devastante con mezzi finanziari enormi.
Il primo impegno delle reti sociali europee dovrebbe allora essere finalizzato a fermare la guerra in Siria e spegnere in genere tutti i conflitti armati, una attività dell' associazionismo considerata scontata fino a pochi anni fa ma scomparsa quasi completamente negli ultimi anni. A un osservatore attento come Guido Viale tutto questo non può sfuggire e sarebbe utile che ne parlasse. Attendo fiducioso.
* Rete No War - Roma
Tra le indicazioni elencate non è compresa però una attività tesa a contrastare le disastrose guerre che l'Occidente sta portando avanti negli ultimi anni, direttamente o indirettamente, come in Siria, nonostante la principale causa dell'emergenza profughi del 2015 sia proprio l' interventismo militare iniziato nel 2011 con la Libia.
Infatti quest' anno si prevede che più del 50% dei profughi arrivati in Europa siano siriani, nel 2014 è venuto dalla Siria il 37% di chi ha ottenuto lo status di rifugiato. Eppure l' Europa che sembrava accogliere in maniera entusiasta questo popolo infligge a Damasco pesanti sanzioni economiche rendendo sempre più difficile la vita dei 18 milioni di siriani ancora nel paese. Inoltre continua ad essere una alleata acritica di USA e Turchia che stanno addestrando e finanziando nuovi gruppi armati contro il governo di Damasco e non si impegna a isolare economicamente i terroristi dell' Isis che continuano a portare avanti una guerra devastante con mezzi finanziari enormi.
Il primo impegno delle reti sociali europee dovrebbe allora essere finalizzato a fermare la guerra in Siria e spegnere in genere tutti i conflitti armati, una attività dell' associazionismo considerata scontata fino a pochi anni fa ma scomparsa quasi completamente negli ultimi anni. A un osservatore attento come Guido Viale tutto questo non può sfuggire e sarebbe utile che ne parlasse. Attendo fiducioso.
* Rete No War - Roma
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