Editoriale ilDialogo.org---
di Alex Zanotelli
Sono
indignato davanti a quest’Italia che si sta sempre più militarizzando. Lo
vedo proprio a partire dal Sud, il territorio economicamente più disastrato
d’Europa, eppure sempre più militarizzato. Nel 2015 è stata inaugurata a Lago
Patria(parte della città metropolitana di Napoli) una delle più importanti
basi NATO d’Europa , che il 5 settembre scorso è stata trasformata nell’Hubcontro
il terrorismo( centro di spionaggio per il Mediterraneo e l’Africa). Sempre a
Napoli, la famosa caserma della Nunziatella è stata venduta dal Comune di
Napoli per diventare la Scuola Europea di guerra,
così vuole la Ministra della Difesa F. Pinotti.Ad Amendola(Foggia) è arrivato
lo scorso anno il primo cacciabombardiere F-35 armabile con le nuove bombe
atomiche B 61-12. In Sicilia, la base militare di Sigonella (Catania)
diventerà nel 2018 la capitale mondiale dei droni. E sempre in Sicilia, a
Niscemi (Trapani) è stato installato il quarto polo mondiale delle
comunicazioni militari, il cosidetto MUOS.Mentre il Sud sprofonda a livello
economico, cresce la militarizzazione del territorio. (Non è per caso che
così tanti giovani del Sud trovino poi rifugio nell’Esercito italiano per
poter lavorare!).
Ma anche a
livello nazionale vedo un’analoga tendenza: sempre più spese in armi e sempre
meno per l’istruzione, sanità e welfare. Basta vedere il Fondo di investimenti
del governo italiano per i prossimi anni per rendersene conto. Su 46 miliardi
previsti, ben 10 miliardi sono destinati al Ministero della Difesa : 5.3
miliardi per modernizzare le nostre armi e 2.6 per costruire il Pentagono
italiano ossia un’unica struttura per i vertici di tutte le nostre forze
armate , con sede a Centocelle(Roma).
L’Italia
infatti sta investendo sempre più in campo militare sia a livello nazionale,
europeo ed internazionale. L’Italia sta oggi spendendo una barca di soldi per
gli F-35, si tratta di 14 miliardi di euro!
Questo,
nonostante che la Corte dei Conti abbia fatto notare che ogni aereo ci
costerà almeno 130 milioni di euro contro i 69 milioni previsti nel 2007.
Quest’anno il governo italiano spenderà 24 miliardi di euro in Difesa, pari a
64 milioni di euro al giorno. Per il 2018 si prevede un miliardo in più.
Ma è
ancora più impressionante l’esponenziale produzione bellica nostrana:
Finmeccanica (oggi Leonardo) si piazza oggi all’ 8° posto mondiale. Lo scorso
anno abbiamo esportato per 14 miliardi di euro, il doppio del 2015! Grazie
alla vendita di 28 Eurofighter al Kuwait per otto miliardi di euro, merito
della ministra Pinotti, ottima piazzista d’armi. E abbiamo venduto armi a
tanti paesi in guerra, in barba alla legge 185 che ce lo proibisce.
Continuiamo a vendere bombe, prodotte dall’azienda RMW Italia a Domusnovas
(Sardegna), all’Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen, dov’è in
atto la più grave crisi umanitaria mondiale secondo l’ONU. (Tutto questo
nonostante le quattro mozioni del Parlamento Europeo!) L’Italia ha venduto
armi al Qatar e agli Emirati Arabi con cui quei paesi armano i gruppi
jihadisti in Medio Oriente e in Africa (noi che ci gloriamo di fare la guerra
al terrorismo!). Siamo diventati talmente competitivi in questo settore che
abbiamo vinto una commessa per costruire quattro corvette e due pattugliatori
per un valore di 40 miliardi per il Kuwait.
Non meno
preoccupante è la nostra produzione di armi leggere : siamo al secondo posto
dopo gli USA! Sono queste le armi che uccidono di più! E di questo commercio
si sa pochissimo.
Quest’economia
di guerra sospinge il governo italiano ad appoggiare la militarizzazione
della UE. E’ stato inaugurato a Bruxelles il Centro di pianificazione
e comando per tutte le missioni di addestramento, vero e proprio quartier
generale unico. Inoltre la Commissione Europea ha lanciato un Fondo
per la Difesa che a regime svilupperà 5,5 miliardi di investimento
l’anno per la ricerca e lo sviluppo industriale nel settore militare. Questo
fondo, lanciato il 22 giugno, rappresenta una massiccia iniezione di denaro
pubblico nell’industria bellica europea. Sta per nascere la” PESCO-Cooperazione
strutturata permanente” della UE nel settore militare(la Shengen
della Difesa!). “Rafforzare l’Europa della Difesa – afferma la Mogherini,
Alto Rappresentante della UE, per gli Affari Esteri- rafforza anche la NATO.”
La NATO,
di cui la UE è prigioniera, è diventata un mostro che spende 1000 miliardi di
dollari in armi all’anno. Trump chiede ora ai 28 paesi membri della NATO di
destinare il 2% del Pil alla Difesa. L’Italia destina oggi 1,2 % del Pil per
la Difesa. Gentiloni e la Pinotti hanno già detto di Sì al diktat di Trump.
Così l’Italia arriverà a spendere100 milioni al giorno in armi. Così la NATO
trionfa,mentre è in forse il futuro della UE. Infatti è la NATO che ha
forzato la UE a creare la nuova frontiera all’Est contro il nuovo nemico, la
Russia, con un imponente dispiegamento di forze militari in Ucraina, Polonia,
Romania, Bulgaria, in Estonia, Lettonia e con la partecipazione anche
dell’Italia. La NATO ha stanziato 17 miliardi di dollari per lo “Scudo
anti-missili.” E gli USA hanno l’intenzione di installare in Europa missili
nucleari simili ai Pershing 2 e ai Cruise (come quelli di Comiso). E la
Russia sta rispondendo con un altrettanto potente arsenale balistico.
Fa parte
di questo piano anche l’ammodernamento delle oltre duecento bombe atomiche
B-61, piazzate in Europa e sostituite con le nuove B 61-12 . Il Ministero
della Difesa ha pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale il bando
di costruzione a Ghedi (Brescia) di nuove infrastrutture che ospiteranno una
trentina di F-35 capaci di portare cadauno due bombe atomiche B61-12. Quindi
solo a Ghedi potremo avere sessantina di B61-12 , il triplo delle attuali!
Sarà così anche ad Aviano? Se fosse così rischiamo di avere in Italia una
forza atomica pari a 300 bombe atomiche di Hiroshima! Nel silenzio più
totale!
Mai come
oggi, ci dicono gli esperti, siamo vicini al ‘baratro atomico’. Ecco perché è
stato provvidenziale il Trattato dell’ONU, votato il 7 luglio scorso, che
mette al bando le armi nucleari. Eppure l’Italia non l’ha votato e non ha
intenzione di votarlo.E’ una vergogna nazionale.
Siamo
grati a Papa Francesco per aver convocato un incontro, lo scorso novembre, in
Vaticano sul nucleare, proprio in questo grave momento in cui il rischio di
una guerra nucleare è alto e per il suo invito a mettere al bando le armi
nucleari.
Quello che
non riesco a capire è l’incapacità del movimento della pace a mettersi
insieme e scendere in piazza a urlare contro un’Italia e Unione Europea che
si stanno armando sempre di più, davanti a guerre senza numero, davanti a un
mondo che rischia l’olocausto nucleare. Eppure in Italia c’è una straordinaria
ricchezza di gruppi, comitati, associazioni, reti che operano per la pace. Ma
purtropo ognuno fa la sua strada.
E come mai
tanto silenzio da parte dei vescovi italiani? E che dire della parrocchie,
delle comunità cristiane che si apprestano a celebrare la nascita del
“Principe della Pace?”
“Siamo
vicini al Natale- ci ammonisce Papa Francesco- ci saranno luci, ci saranno
feste, alberi luminosi, anche presepi…tutto truccato: il mondo continua a
fare guerra!”
Oggi più
che mai c’è bisogno di un movimento popolare che contesti radicalmente questa
economia di guerra.
Alex
Zanotelli
Napoli, 5
dicembre 2017
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