giovedì 11 aprile 2019

Libia, dopo l' offensiva di Haftar resta immutata solo la produzione di petrolio


L' offensiva di Haftar al momento ha avuto un impatto limitato, ma ha già prodotto tutti i danni che abitualmente producono le guerre:
morti, feriti, sfollati, distruzioni, danni alle attività produttive.
Ha prodotto anche i danni ormai sempre presenti nelle guerre in Medio Oriente:
nuove opportunità per l' Isis e soldi della Banca Centrale libica alle milizie irregolari, Rada e altre, che all' inizio erano state tiepide nella difesa del governo Serraj.
In qualsiasi modo si concluda questa fase della guerra saranno comunque completamente diverse anche le relazioni tra tutti i soggetti, i governi di Tobruk, di Tripoli e l' ONU, i paesi UE, la Russia e gli USA.
Una sola cosa è rimasta immutata in Libia dopo l' offensiva di Haftar,
la produzione di petrolio
Ed è la conferma che il nodo è proprio questo:
In Libia il petrolio finanzia la guerra delle milizie armate e non la vita economica e sociale delle libiche e dei libici.
Dall' articolo di Rachele Gonnelli, il manifesto 11 aprile.
"Secondo il rapporto dell’Ics Haftar ha scambiato il silenzio di alcuni partner – Russia, Egitto, Francia, Emirati – per appoggio. Ma per evitare l’ingresso in campo di potenze regionali, come Qatar e Turchia, e quindi il deflagrare della guerra, l’Onu dovrebbe attivare sanzioni, impedire il foraggiamento di armi ai contendenti, uscire dalla logica dei tavoli Haftar-Serraj per allargare il dialogo ad altre forze, favorire un nuovo assetto della sicurezza nella capitale e risolvere il problema della spartizione dei proventi del petrolio attraverso la Banca centrale, oggi in mano all’inamovibile Sadiq Kabir, della Fratellanza musulmana, che utilizza il suo potere a detrimento della Cirenaica.
L’attività dei pozzi per il momento non ha risentito della guerra nella lontana Tripoli, la compagnia libica Noc ha dichiarato che la produzione procede as usual invitando le due parti ad astenersi da attacchi alle infrastrutture petrolifere. Ma se la guerra si dovesse estendere è evidente che non basterà questo richiamo a evitare danni e distruzioni."

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