E' sempre più evidente come la guerra
civile in Libia abbia al centro la spartizione della ricchezza proveniente dalla produzione di petrolio e gas.
Prima di puntare su Tripoli, Haftar
aveva occupato il sud del paese, prendendo il controllo del giacimento Sharara,
da due mesi inattivo dopo che era stato occupato da una milizia locale.
Il Sharara è il più grande
impianto libico, produce 300 mila barili di greggio il giorno e ogni 24ore consente
un fatturato finale superiore al milione di dollari.
E' sfruttato dall' impresa energetica libica, Noc, dalla
francese Total, dalla spagnola Rapsol, dall'austriaca Omv e dalla norvegese
Equinor.
Il 12 novembre del 2015 sul Corriere
della Sera veniva pubblicato un commento di Franco Venturini sulla Libia dove
il giornalista ipotizzava l’ embargo al greggio e gas libici:
“Oppure se adottare l’arma
dell’embargo energetico per bloccare i flussi finanziari che oggi le varie
parti libiche si contendono, e poi decidere il blocco navale a guardia
dell’embargo “
Venturini temeva l’ Isis e l’ arrivo dei
migranti,
i pacifisti potrebbero proporre l’ embargo al petrolio per fermare la guerra
ormai in corso da 8 anni ?
La proposta portata avanti con decisione
potrebbe far discutere molto. Non riuscirebbe ad imporsi, ma alzerebbe il velo
sui veri meccanismi che in Libia e altrove causano guerre, e quindi morte,
sofferenza, distruzione, povertà.
Nessun commento:
Posta un commento