domenica 7 aprile 2019

Libia, una proposta per la pace: embargo a gas e petrolio libico


E' sempre più evidente come la guerra civile in Libia abbia al centro la spartizione della ricchezza proveniente dalla produzione di petrolio e gas.

Prima di puntare su Tripoli, Haftar aveva occupato il sud del paese, prendendo il controllo del giacimento Sharara, da due mesi inattivo dopo che era stato occupato da una milizia locale.

 Il Sharara è il più grande impianto libico, produce 300 mila barili di greggio il giorno e ogni 24ore consente un fatturato finale superiore al milione di dollari. 

E' sfruttato  dall' impresa energetica libica, Noc, dalla francese Total, dalla spagnola Rapsol, dall'austriaca Omv e dalla norvegese Equinor.              
                                              
Il 12 novembre del 2015 sul Corriere della Sera veniva pubblicato un commento di Franco Venturini sulla Libia dove il giornalista ipotizzava l’ embargo al greggio e gas libici:           
                                 
 “Oppure se adottare l’arma dell’embargo energetico per bloccare i flussi finanziari che oggi le varie parti libiche si contendono, e poi decidere il blocco navale a guardia dell’embargo “

Venturini temeva l’ Isis e l’ arrivo dei migranti,              
                         
i pacifisti potrebbero proporre l’ embargo al petrolio per fermare la guerra ormai in corso da 8 anni  ? 

La proposta portata avanti con decisione potrebbe far discutere molto. Non riuscirebbe ad imporsi, ma alzerebbe il velo sui veri meccanismi che in Libia e altrove causano guerre, e quindi morte, sofferenza, distruzione, povertà.

Marco Palombo

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