Alcuni punti fermi per una risposta immediata dei pacifisti.
1) Tenere sempre conto del diritto internazionale, materia
insufficiente finora, soprattutto perché nel diritto non sono affrontate in
modo adeguato terrorismo e guerre asimmetriche.
Però è assolutamente necessaria la guida ONU sulla
coalizione internazionale e sul negoziato per la Siria.
Alla coalizione internazionale devono partecipare anche
paesi Medio Orientali, Africani e Asiatici essendo il terrorismo islamico presente anche in Asia e
Africa.
2) L’ Arabia saudita non è islam moderato, no alla guerra in
Yemen, no alla vendita di armi a paesi in guerra anche quando viene effettuata
dai Brics.
3) I morti sono tutti uguali, il terrore in Occidente ci
tocca di più perché siamo in Occidente, ma razionalmente dobbiamo dire che
tutti i paesi sono uguali e molti paesi soffrono guerre e violenze per colpa
dell’ Occidente.
4) I pacifisti non devono pensare e agire con compartimenti
stagni: solo Palestina, solo curdi. Erdogan va bene contro Assad, male contro
curdi, bene perché sostiene Hamas.
5) I pacifisti non devono impegnarsi solo in tempo di
intervento militare italiano o
occidentale, è giusto e utile l’ impegno dei No War e con altri piccoli gruppi
in questi ultimissimi anni.
6) C’è stato un fallimento totale delle guerre occidentali
dall’ Afghanistan in poi e c’è necessità assoluta in queste del diritto
internazionale che è mancato in Iraq e altrove.
7) Chiedere una inchiesta indipendente sulla strage nell’
ospedale di MsF a Kunduz, effettuata dalla Nato in una missione alla quale
partecipa anche l’Italia.
8) Proseguire nella campagna No Nato
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