Qualche appunto sull’ inizio del negoziato per la guerra siriana, nella convinzione che questa volta il tentativo di trovare una soluzione politica è serio. Con l'arrivo dei profughi, il disastro siriano, ormai evidente a tutti, si è riversato sull’Europa e per l' Occidente arginare la guerra è ora una scelta obbligata.
Venerdì 30 ottobre a Vienna, in una riunione durata sette
ore, i ministri degli esteri di 17 paesi e i rappresentanti di Onu e Ue hanno
discusso per trovare una soluzione alla guerra che dal 2011 sta distruggendo la
Siria. Un primo incontro viennese si era svolto la settimana precedente tra
USA, Russia, Arabia Saudita e Turchia.
Il 30 ottobre erano presenti gli occidentali USA, Gran
Bretagna, Francia, Italia, Germania, gli altri due membri permanenti del
Consiglio di Sicurezza ONU, Russia e Cina, e tutti i paesi della regione, compreso
l'Iran che all' ultima conferenza di pace sulla Siria svoltasi a Ginevra nel
gennaio 2014, dopo molte discussioni, non era stato poi invitato. Per una curiosa
coincidenza a Vienna ONU e UE avevano entrambi rappresentanti italiani, De Mistura per le
Nazioni Unite e Federica Mogherini per l’Unione Europea.
L' incontro si è concluso con un documento in nove punti che
elenca alcuni obiettivi importanti e che finora non erano scontati. Tra questi,
l' integrità territoriale della Siria, la laicità della Siria futura, un
processo politico che porti alla pace con una nuova costituzione ed elezioni
sotto la supervisione delle Nazioni Unite, una tregua (ma non con i terroristi)
e l' indicazione tra i gruppi terroristi di altri soggetti oltre all' Isis.
Il prossimo appuntamento sarà sotto la guida delle Nazioni
Unite che inviteranno anche il governo siriano e gruppi di opposizione. Tra
questi ultimi saranno presenti l' Esercito libero siriano e una rappresentanza
dei curdi siriani, che non erano stati ammessi a Ginevra anche se ugualmente
presenti nella città svizzera per incontri informali e pubbliche relazioni con i
mezzi di informazione di tutto il mondo arrivati nella città svizzera.
Alla fine del summit viennese i commenti dei media si sono
concentrati sul perdurare del disaccordo sulla permanenza di Assad "al potere", ma,
nonostante questo, il tentativo di trovare una soluzione politica alla
conflitto questa volta è serio e sembra avere qualche possibilità di riuscita,
soprattutto perché ora anche i paesi occidentali vorrebbero una
soluzione positiva mentre nei tentativi precedenti delle Nazioni Unite, pur
affermando il contrario, hanno sempre boicottato la ricerca di una intesa. Il cambiamento
di atteggiamento è dovuto al problema profughi che è attualmente irrisolvibile
per l' Unione Europea se non ci sarà una descalation della guerra siriana e
alla mossa della Russia che si è inserita direttamente e abilmente nel
conflitto armato in Siria.
Le trattative saranno lunghe, con rischi vari, la strada
intrapresa non ha però alternative e presto si dovrebbe iniziare a parlare di
una tregua tra il governo siriano e l’ opposizione appoggiata dall’
Occidente. Se questo avverrà sarà una
grande sconfitta per i paesi a guida sunnita che avevano investito molto
soprattutto politicamente sulla vittoria finale con lo stato siriano.
Marco Palombo
Marco Palombo
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