In M.O.oltre il 50% delle riserve
petrolifere, gli USA di Trump non lo lasceranno.
Questo scritto contiene pochi sintetici
accenni a temi da sviluppare nelle prossime settimane. Ma la
cantonata presa da molti, che considerano Trump un antisistema che
interromperà la politica imperialista USA, rende necessario
segnalare subito alcuni dati e connessioni.
Gli undici paesi che hanno maggiori
riserve petrolifere accertate, le cifre che riporto sono relative al
2013 ma la graduatoria nel 2016 è la stessa, sono:
Medio Oriente e Nord Africa ( Arabia
saudita-268miliardi di barili; Iran,157; Iraq,144; Kuwait,104;
Libia,48; Emirati Arabi Uniti,97)
Russia,103; Venezuela, 298; Nigeria, 37;
Canada,171; USA, 36.
Complessivamente le riserve accertate
del Medio oriente e del Nord Africa sono più del 50% del totale,
inoltre sono costituite da giacimenti molto più accessibili rispetto
agli altri. I paesi non Opec nel 2015 hanno diminuito la loro
produzione di petrolio e il 2014 potrebbe essere stato l'anno del
picco della produzione dei paesi non Opec, cioè dal 2015 la
produzione di questi paesi potrebbe calare costantemente.
Intreccio tra picco della produzione
e picco del consumo petrolifero, ma le riserve del Medio Oriente sono
ancora vitali.
Il processo del picco della produzione
di petrolio avrà un percorso diverso da quello ipotizzato attorno al
2004-2005, subito dopo l' invasione dell' Iraq da parte di Stati
Uniti e Gran Bretagna. Non solo per lo sviluppo della tecnica dello
shale gas che ha portato un incremento della produzione petrolifera
in USA di 3 milioni di barili il giorno e un calo sensibile del
prezzo del gas, ora prodotto abbondantemente negli Stati Uniti, ma
per l' enorme potenzialità del risparmio di consumo. Negli Stati
Uniti infatti oltre ai 3 mln di barili di petrolio prodotti con lo
shale gas troviamo anche 2 mln di barili di minori consumi. In Italia
dal 2008 il consumo di petrolio è sceso del 30% e questa diminuzione
non è dovuta solo alla crisi economica ma anche allo sviluppo dell'
efficienza energetica. Il risparmio ha ancora enormi potenzialità di
sviluppo, per comprenderlo basta considerare che in Italia un
edificio consuma il doppio di energia di un edificio di superficie
equivalente in Germania o la prossima rivoluzione dell' auto
elettrica.
Per l' insieme dei paesi OCSE e' vicino
il momento del picco di consumo del petrolio e questo anticiperà di
qualche anno, ora difficilmente prevedibile, il picco di consumo
globale.
Il picco di produzione petrolifero si
intreccerà dunque con il picco di domanda petrolifera, in un
processo assolutamente imprevedibile in questo momento, ma le enormi
riserve del Medio Oriente rimarranno vitali per ancora molti anni.
I generali che appoggiano Trump
hanno criticato Obama per il disimpegno in Afghanistan e in Iraq.
Molti commentatori
dopo l' elezione di Trump prevedono un disimpegno degli Usa dal Medio
Oriente, questo sulla base di alcune sue dichiarazioni.
Se però vediamo i
generali che stanno appoggiando Trump in queste settimane e
potrebbero guidare la politica estera e il Pentagono, troviamo Flynn,
Mattis, Petreus. Questi ex generali hanno avuto conflitti con Obama e
Hillary Clinton ma non hanno mai caldeggiato un disimpegno dai teatri
di guerra, hanno criticato magari la disinvoltura nei rapporti con i
gruppi armati integralisti. Nello stesso tempo si sono opposti al
disimpegno portato avanti da Obama in Afghanistan e Iraq. Il gen.
Flynn guidava l' intelligence del gruppo operativo del gen. Mc
Crhistal che fu dimissionato da Obama quando comandava le truppe USA
in Afghanistan. Il licenziamento fu causato da un intervista critica
del generale al giornale Rollinge Stone e il militare nelle stesse
settimane dichiarò anche che la guerra in Afghanistan sarebbe stata
persa se non fossero stati inviati nel paese asiatico altri 40.000
militari statunitensi. Il generale Mattis, dato ad oggi favorito per
la guida del Pentagono, è conosciuto invece soprattutto per la presa
di Falluja effettuata con l' uso di bombe al fosforo.
Fine delle fase delle primavere
arabe ma non della presenza militare USA in Medio Oriente.
A questo quadro si
aggiungono l' ostilità di tutti gli uomini di Trump, compreso il
nuovo capo della CIA Mike Pompeo, all' accordo sul nucleare con
l'Iran e l' amicizia di Kushner, ebreo ortodosso genero di Trump già
indicato come incaricato per il conflitto israeliano palestinese, con
ambienti vicini a Netanyahu.
E' assai
improbabile quindi un disimpegno militare degli USA di Trump dal
Medio Oriente e nei prossimi anni, senza la maschera di Obama che ha
coperto la politica aggressiva USA sempre presente, il tema della
pace e della guerra diventerà ancora più centrale di questo
quinquennio, nel quale sono stati distrutte Libia e Siria, ma che ha
visto un' opinione pubblica di sinistra quasi completamente sotto
anestesia.