giovedì 24 novembre 2016

Per il Parlamento europeo Russia Today come la propaganda Isis. I giornalisti non dicono niente ?


Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione, una mozione non vincolante che ha solo un valore politico, nella quale media russi come Russia Today che pubblicano in varie lingue sono messi sullo stesso piano della propaganda dell' Isis e di altri gruppi terroristi. Nell' intervista che segue, tratta dal sito dell' Unione europea, la relatrice della mozione cita esplicitamente Russia Today mentre nel documento i riferimenti sono più generici.
I giornalisti dovrebbero dire qualcosa, a meno che la libertà di espressione interessi loro solo quando è filo occidentale.

Marco

La nuova propaganda, che si avvale principalmente del web, nasce da organizzazioni terroristiche e da paesi come la Russia con lo scopo di fomentare le paure e dividere l’Europa. I parlamentari discuteranno questo pomeriggio in merito a contromisure più stringenti e maggiore collaborazione tra gli stati. Abbiamo parlato con l’autrice del rapporto Anna Fotyga (ECR, PL) sull’impatto della disinformazione e su come contrastarla: “Dobbiamo investire maggiori risorse contro la radicalizzazione”.
Che impatto ha avuto questa propaganda anti occidentale? Riguardo a ciò che è successo negli Usa ci sono parecchie teorie, per quanto riguarda l’Europa tali sforzi propagandistici potrebbero influenzare i risultati delle elezioni?


Dall’aggressione russa in Ucraina con successiva annessione della Crimea sono successe molte cose. Quello è stato un campanello d’allarme.


Dal nostro punto di vista, in Europa centrale e orientale la Russia ha iniziato a influenzare i media e far passare informazioni distorte già molto tempo prima della questione ucraina. A osservare i metodi e gli strumenti utilizzati, si può tranquillamente parlare di una continuazione della guerra fredda da parte della Russia.


Ovviamente tutto ciò ha un'influenza nella società europea e non solo. I cittadini americani sono anch’essi sicuri bersagli della propaganda russa, attraverso molteplici canali. Uno fra tutti è Russia Today.


Perché la propaganda dell’estremismo islamico, invece, ha avuto breccia su giovani musulmani spesso nati o cresciuti in Europa? Come possiamo difenderci?


Purtroppo, non si tratta soltanto di giovani musulmani. Attraverso numerosi canali e mezzi di comunicazione, gli estremisti islamici sono riusciti ad attrarre persone di età diverse e anche di religioni differenti, facendoli convertire e radicalizzandoli.


Ho incontrato molti rappresentanti delle istituzioni degli Stati membri europei, si tratta di un vero e proprio trauma vedere i giovani rivoltarsi contro la propria patria. È una sfida difficile da affrontare ma ci sarà un sostegno a livello europeo.


Abbiamo a disposizione strumenti molto eterogenei per fronteggiare la situazione; il rapporto da me proposto cita metodi di rivelazione oggettiva delle informazioni false e la necessità di descrivere come la radicalizzazione avvenga e quanto sia tragica, spesso, per intere giovani famiglie.


Ci sono supporti digitali, che sono a disposizione di tutti gli stati membri, che ci aiutano a monitorare i social media e gli eventuali casi di radicalizzazione. È un impegno molto grande ma almeno adesso siamo a conoscenza in maniera più approfondita di ciò che sta accadendo e possiamo collaborare più efficacemente.


Tuttavia, il finanziamento di queste organizzazioni rimane un problema. Bisogna investire molto di più in campagne per combattere la radicalizzazione.

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