martedì 29 novembre 2016

In M.O. oltre il 50% delle riserve petrolifere, gli USA di Trump non lo lasceranno.



In M.O.oltre il 50% delle riserve petrolifere, gli USA di Trump non lo lasceranno.

Questo scritto contiene pochi sintetici accenni a temi da sviluppare nelle prossime settimane. Ma la cantonata presa da molti, che considerano Trump un antisistema che interromperà la politica imperialista USA, rende necessario segnalare subito alcuni dati e connessioni.

Gli undici paesi che hanno maggiori riserve petrolifere accertate, le cifre che riporto sono relative al 2013 ma la graduatoria nel 2016 è la stessa, sono:

Medio Oriente e Nord Africa ( Arabia saudita-268miliardi di barili; Iran,157; Iraq,144; Kuwait,104; Libia,48; Emirati Arabi Uniti,97)
Russia,103; Venezuela, 298; Nigeria, 37;
Canada,171; USA, 36.

Complessivamente le riserve accertate del Medio oriente e del Nord Africa sono più del 50% del totale, inoltre sono costituite da giacimenti molto più accessibili rispetto agli altri. I paesi non Opec nel 2015 hanno diminuito la loro produzione di petrolio e il 2014 potrebbe essere stato l'anno del picco della produzione dei paesi non Opec, cioè dal 2015 la produzione di questi paesi potrebbe calare costantemente.

Intreccio tra picco della produzione e picco del consumo petrolifero, ma le riserve del Medio Oriente sono ancora vitali.

Il processo del picco della produzione di petrolio avrà un percorso diverso da quello ipotizzato attorno al 2004-2005, subito dopo l' invasione dell' Iraq da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna. Non solo per lo sviluppo della tecnica dello shale gas che ha portato un incremento della produzione petrolifera in USA di 3 milioni di barili il giorno e un calo sensibile del prezzo del gas, ora prodotto abbondantemente negli Stati Uniti, ma per l' enorme potenzialità del risparmio di consumo. Negli Stati Uniti infatti oltre ai 3 mln di barili di petrolio prodotti con lo shale gas troviamo anche 2 mln di barili di minori consumi. In Italia dal 2008 il consumo di petrolio è sceso del 30% e questa diminuzione non è dovuta solo alla crisi economica ma anche allo sviluppo dell' efficienza energetica. Il risparmio ha ancora enormi potenzialità di sviluppo, per comprenderlo basta considerare che in Italia un edificio consuma il doppio di energia di un edificio di superficie equivalente in Germania o la prossima rivoluzione dell' auto elettrica.
Per l' insieme dei paesi OCSE e' vicino il momento del picco di consumo del petrolio e questo anticiperà di qualche anno, ora difficilmente prevedibile, il picco di consumo globale.
Il picco di produzione petrolifero si intreccerà dunque con il picco di domanda petrolifera, in un processo assolutamente imprevedibile in questo momento, ma le enormi riserve del Medio Oriente rimarranno vitali per ancora molti anni.

I generali che appoggiano Trump hanno criticato Obama per il disimpegno in Afghanistan e in Iraq.

Molti commentatori dopo l' elezione di Trump prevedono un disimpegno degli Usa dal Medio Oriente, questo sulla base di alcune sue dichiarazioni.
Se però vediamo i generali che stanno appoggiando Trump in queste settimane e potrebbero guidare la politica estera e il Pentagono, troviamo Flynn, Mattis, Petreus. Questi ex generali hanno avuto conflitti con Obama e Hillary Clinton ma non hanno mai caldeggiato un disimpegno dai teatri di guerra, hanno criticato magari la disinvoltura nei rapporti con i gruppi armati integralisti. Nello stesso tempo si sono opposti al disimpegno portato avanti da Obama in Afghanistan e Iraq. Il gen. Flynn guidava l' intelligence del gruppo operativo del gen. Mc Crhistal che fu dimissionato da Obama quando comandava le truppe USA in Afghanistan. Il licenziamento fu causato da un intervista critica del generale al giornale Rollinge Stone e il militare nelle stesse settimane dichiarò anche che la guerra in Afghanistan sarebbe stata persa se non fossero stati inviati nel paese asiatico altri 40.000 militari statunitensi. Il generale Mattis, dato ad oggi favorito per la guida del Pentagono, è conosciuto invece soprattutto per la presa di Falluja effettuata con l' uso di bombe al fosforo.

Fine delle fase delle primavere arabe ma non della presenza militare USA in Medio Oriente.

A questo quadro si aggiungono l' ostilità di tutti gli uomini di Trump, compreso il nuovo capo della CIA Mike Pompeo, all' accordo sul nucleare con l'Iran e l' amicizia di Kushner, ebreo ortodosso genero di Trump già indicato come incaricato per il conflitto israeliano palestinese, con ambienti vicini a Netanyahu.

E' assai improbabile quindi un disimpegno militare degli USA di Trump dal Medio Oriente e nei prossimi anni, senza la maschera di Obama che ha coperto la politica aggressiva USA sempre presente, il tema della pace e della guerra diventerà ancora più centrale di questo quinquennio, nel quale sono stati distrutte Libia e Siria, ma che ha visto un' opinione pubblica di sinistra quasi completamente sotto anestesia.

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