Il senatore Cotti manifesta con la rete No War vicino al ministero della Difesa |
Il Secolo d' Italia ieri 18 agosto ha scritto:
" La bomba-killer sganciata dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita che il 9 agosto scorso ha ucciso decine di bambini che erano a bordo di uno scuolabus in Yemen è stata venduta dagli Stati Uniti. Non quindi dall’Italia, come aveva sostenuto qualche politico di sinistra italiano pochi giorni fa."
http://www.secoloditalia.it/2018/08/yemen-americana-e-non-italiana-la-bomba-che-fece-la-strage-dei-bambini/
Su questa strage di bambini in Yemen ho cercato con assiduità le reazioni italiane ed ho letto tutto quello che ho trovato.
Non si è parlato molto di eventuali responsabilità italiane, tanto che io ho scritto su questo blog:
Bombe sullo Yemen: il silenzio sul voltafaccia del M5S,
segnalando che il M5S ora dal governo ha difeso in commissione esteri la vendita di armi ai sauditi, mentre dall' opposizione dichiarava che "Gentiloni ha le mani sporche di sangue" ogni volta che si discuteva di questo.
Due siti amici, Pane-rose e Pressenza hanno ripreso lo scritto che avevo inviato anche a loro.
Convinto poi di essere solo o quasi a diffondere la notizia importante del dietro front del M5S, ho scritto anche una lettera ad alcuni quotidiani e il manifesto l' ha pubblicata il giorno di Ferragosto.
Forse ha ragione il Secolo d' Italia a scrivere che qualche politico italiano ha sostenuto la responsabilità italiana anche in questa strage,
anche se a me sembra strano che sia stato "qualche", cioè più di uno, e che io non abbia invece trovato niente.
Domando quindi al Secolo d' Italia i nomi dei politici italiani che hanno sostenuto la presenza di armi italiane in questa strage dello scuolabus.
Se davvero esistono, sono sicuramente pasticcioni, ma almeno avremmo qualche riferimento per inviare notizie nel prossimo futuro.
Visto anche che finora inviavamo notizie soprattutto al Senatore del M5S Roberto Cotti, il quale però alle elezioni ultime non è stato ammesso dal suo movimento neanche alle parlamentarie.
Marco Palombo
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