giovedì 9 agosto 2018

Potere al Popolo discute del suo futuro: dal campeggio del 23-24-25 agosto alla definizione dello statuto in autunno


Nel prossimo autunno Potere al Popolo definirà ufficialmente il proprio statuto e la propria forma organizzativa. Il momento decisivo sarà tra settembre e ottobre, ma già il 23-24-25 agosto si svolgerà un campeggio a Marina di Grosseto dove si discuterà di questi temi: venerdì 24 in una assemblea ma sicuramente anche durante bagni di sole o bevute.
Da inizio luglio è possibile aderire a Potere al Popolo presso l' assemblea territoriale di riferimento. Chi vuole farlo quindi si metta in contatto con i referenti locali e partecipi alle iniziative finalizzate a raccogliere le adesioni. E' importante fare tutto questo in moltissimi, affinchè le giuste intuizioni di Potere al Popolo si consolidino e diventino processi irreversibili per una parte della sinistra italiana: dal mutualismo, alla partecipazione e non solo delega, alla autorappresentanza dei soggetti sociali e non alla delega dei bisogni a professionisti della politica, anche se della politica di sinistra radicale, e con un no anche ai piu' insidiosi professionisti dei movimenti.
Ovviamente nessuno ha la bacchetta magica e ogni cosa sarà fatta in modo imperfetto. L' importante è che la direzione di marcia sia chiara. L' obiettivo che io spero sia raggiunto è un passo, piccolo ma chiaro, in controtendenza con i disastri della sinistra italiana degli ultimi decenni, anni nei quali gli unici spunti positivi della sinistra sono arrivati dal Sud America.
Marco
Assemblea

Marina di Grosseto

VENERDI’ 24 – ore 17:30
COME SI DEVE ORGANIZZARE E COSA DEVE FARE POTERE AL POPOLO?
Potere al Popolo! ha appena nove mesi, ma ha già fatto passaggi importanti e “storici”. Ha messo su in poco tempo una partecipazione elettorale in tutta Italia, consentendo a centinaia di migliaia di persone che non si riconoscevano in questa politica di poter far sentire una voce alternativa. Ha resistito al sentimento di “catastrofe” seguito al 4 marzo, e ai soliti venti di scioglimenti e di disperazione che da 10 anni imperversano a sinistra. Siamo riusciti, senza mezzi economici, basandoci solo sull’energia e la convinzione dei nostri militanti, fra cui tanti giovani e neofiti della politica, ad aprire Case del Popolo, a diffondere pratiche di mutualismo, a sostenere lotte sul lavoro, sull’ambiente e sulla casa, a mobilitarci sui temi come l’antirazzismo, la guerra o la solidarietà internazionalista. Abbiamo poi costruito il primo corteo di opposizione al governo, quello chiamato dall’USB il 16 giugno. E, in piena estate, abbiamo lanciato una campagna di adesione con centinaia di iniziative in tutta Italia.
Siamo riusciti a fare tutto questo perché il fine che ci ha messo insieme non erano le elezioni o la convenienza personale, ma la necessità di ricreare una comunità di destino, un’organizzazione utile per le classi subalterne, uno strumento agile, radicato sui territori, capace di far sentire la voce delle masse.
Ma tutto questo non ci basta. Perché è ancora insufficiente non solo per la trasformazione che vogliamo, ma anche per una seria resistenza alla doppia minaccia rappresentata da un lato dal liberismo sovranista della destra di Lega e 5 Stelle, da un altro lato dal liberismo “globalista” di PD e soci.
La nostra priorità è dunque crescere ed allargarci. Crescere di numero, certo, intercettando con la campagna di adesione la gente comune, chi è fuori dai circuiti politici, chi lavora e studia, chi produce la ricchezza ma non ne beneficia. Ma crescere anche politicamente, come analisi, come programma, come caratterizzazione su alcuni punti semplici e alcune campagne chiare. Siamo ancora identificati come “un partito di estrema sinistra”, che dice tante cose anche giuste ma in fondo utopiche: vogliamo invece diventare un movimento popolare in grado di proporre una visione di ampio respiro, che misuri il socialismo con le sfide rappresentate dalla globalizzazione, dalla rivoluzione digitale o ecologica, ma sappia soprattutto fare proposte concrete e razionali, avanzando competenze, interventi pragmatici e capaci di suscitare consenso.
Per riuscire in questa impresa dobbiamo essere più numerosi, più organizzati, con meccanismi decisionali semplici e trasparenti ma soprattutto veloci ed efficaci. Per questo vogliamo confrontarci per definire insieme i prossimi passi. Abbiamo bisogno di verificare collettivamente gli strumenti e le forme organizzative che ci daremo, a partire dallo statuto, passando con il coordinamento, per finire con le Case del Popolo. Dobbiamo condividere le esperienze fatte finora, per analizzarle, migliorarle e moltiplicarle. Ma soprattutto dobbiamo parlare delle campagne che dobbiamo cominciare da questo autunno, dei temi, delle parole d’ordine e dei punti programmatici con i quali vogliamo coinvolgere e convincere la società.


Nessun commento:

Posta un commento