domenica 25 marzo 2018

L'Austria ratifica il Trattato ONU che proibisce le armi nucleari. E' la NATO e non l' U.E. che impedisce all' Italia di approvare l' importante accordo.


ll Consiglio Nazionale dell' Austria, una delle due camere del paese, ha ratificato il Trattato che proibisce le armi nucleari approvato dall' Assemblea delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017.

Per entrare in vigore il Trattatato dovrà essere ratificato da almeno 50 paesi. Da quel momento i paesi che possiederanno armi nucleari per il diritto internazionali saranno fuorilegge.
Attualmente hanno sottoscritto l' accordo 57 paesi ma al 27 marzo 2018 solo 6, tra cui Città del Vaticano e Cuba, lo hanno ratificato. Anche l' Austria ancora non è stata ancora inserita sul sito dell' Icanw tra i paesi che hanno ratificato il documento, forse perchè è necessario qualche altro passaggio istituzionale. Però il Consiglio Nazionale dell' Austria, una delle due assemblee elettive austriache, ha approvato la ratifica del trattato il 21 marzo, come si può vedere dalle righe che seguono in lingua tedesca tratte dal sito del Parlamento austriaco.

In Italia la notizia ancora non è stata diffusa. Ho saputo della ratifica perchè è stata citata dal professor Giuliano Pontara, uno dei più prestigiosi esperti mondiali di nonviolenza, in occasione di due incontri tenuti a Roma: venerdì alla facoltà di Filosofia, organizzato dal Movimento Nonviolento, sabato nella Comunità di Base di San Paolo, una preziosa eredità lasciata da Don Giovanni Franzoni recentemente scomparso.

L' Austria è stata tra i paesi promotori del trattato, uno dei quattro paesi dell' Unione Europea a votare a favore, insieme a Cipro, Irlanda, Svezia.
L' Unione Europea infatti non ha preso una decisione unanime sul trattato, ma ogni paese ha scelto autonomamente.

E' l' Alleanza Atlantica, la NATO, che ha invece imposto a tutti i paesi membri di boicottare il Trattato costringendoli addirittura a non partecipare ai lavori dell' Assemblea delle Nazioni Unite che ha discusso l' accordo.

Così paradossalmente abbiamo la Grecia di Tsipras, ma paese menbro della NATO, che ha boicottato il Trattato e l' Austria, guidata ora da un governo di centrodestra, che lo sta ratificando.

Marco Palombo.

Wien (PK) - Im Juli 2017 haben sich 122 Mitgliedsstaaten der Vereinten Nationen für ein völkerrechtliches Nuklearwaffenverbot ausgesprochen. Mit der einstimmigen Ratifizierung heute im Nationalrat ist Österreich eines der ersten Länder, das den entsprechenden Atomwaffen-Verbotsvertrag ratifiziert. Einhellige Zustimmung gab es außerdem für das eigene Amtssitzabkommen für die Organisation für Sicherheit und Zusammenarbeit in Europa (OSZE) sowie den Einspruch Österreichs gegen den Beitritt Tunesiens zu internationalem Urkundenübereinkommen.

Parlamentsfraktionen über globales Wettrüsten besorgt

Der Atomwaffen-Verbotsvertrag ist ein völkerrechtlich verbindliches Abkommen zur weltweiten nuklearen Abrüstung und untersagt den Vertragsstaaten, Atomwaffen zu entwickeln, herzustellen oder an andere Staaten weiterzugeben. Die Vertragsstaaten verpflichten sich außerdem dazu, keinen anderen Staat bei der Entwicklung oder Einsetzung von Atomwaffen zu unterstützen oder ihn dazu zu verleiten. Nicht toleriert werden dürfen zudem Kernwaffen anderer Staaten auf dem eigenen Hoheitsgebiet.
Das Abkommen beinhaltet auch die Möglichkeit für einen Beitritt bzw. ein Abrüstungsverfahren für jene Staaten, von denen bekannt ist oder angenommen wird, dass sie derzeit Kernwaffen besitzen - darunter Frankreich, das Vereinigte Königreich, China, Nordkorea, Russland, Israel oder die USA. Der Vertrag tritt in Kraft, sobald 50 Staaten unterzeichnet haben.
"Hinter diesem Anliegen stehen wir felsenfest", unterstrich Markus Tschank die Position der Freiheitlichen und erinnerte an die verheerenden Auswirkungen der Atombombenabwürfe auf Hiroshima und Nagasaki in der Mitte des 20. Jahrhunderts. Das Schreckensszenario eines atomaren Dritten Weltkrieges dürfe niemals Realität werden, sagte Tschank, das damalige atomare Wettrüsten bzw. die politische Stimmung zwischen Ost und West sei heute vergleichbar angespannt. Großmächte wie die USA hätten sich sicherheitspolitisch nicht weiterentwickelt, das Anti-Atomwaffen-Abkommen sei in erster Linie eine Reaktion der UNO auf die Nichteinhaltung des Atomwaffensperrvertrags von 1968.





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