Intervistata da Radio
Radicale, Viola Carofalo portavoce di Potere al Popolo ha commentato
così il voto del 4 marzo : “ Un risultato non esaltante ma per noi
è un punto di partenza”.
Io mi aspettavo una
percentuale attorno al 2% ma temevo, e temo, soprattutto il
contraccolpo negativo del risultato sugli attivisti. Spero che molti
proseguano nel loro impegno per il percorso politico di Potere al
Popolo, e segnalo cinque punti che ritengo importanti per capire l'
esperienza di PaP fino ad oggi e quale potrà essere nel futuro.
1) Il risultato del 4
marzo è più simile a quello dei gruppi della nuova sinistra degli
anni '70 che a quello dei cartelli elettorali dal 2008 ad oggi: Lista Arcobaleno, Rivoluzione civile, Lista Tsipras. I
gruppi della nuova sinistra contavano su molti militanti ma i loro
risultati elettorali furono quasi sempre inferiori alle aspettative.
Tuttavia l' impegno politico delle migliaia di attivisti per un
decennio ha dato un contributo fondamentale a cambiare l' Italia, un
cambiamento profondo a cui parteciparono anche la sinistra storica, i
sindacati, e movimenti sociali. I gruppi della nuova sinistra furono
un pilastro importante e in quel decennio potevano contare anche su
tre quotidiani: il manifesto, il quotidiano dei lavoratori e Lotta
Continua.
- Ricordo la delusione
del manifesto nel 1972 quando candidava anche Pietro Valpreda, allora
detenuto in attesa di processo per la strage “di stato” del 12
dicembre 1969. “Piazze piene, urne vuote”, fu la sintesi di
quell' esperienza elettorale. Le stesse elezioni provocarono la fine
del Psiup, partito che contava su esponenti prestigiosi, radicamento
diffuso e anni di presenza nella politica italiana.
- Nel biennio “rosso”
75-76, si presentarono con il cartello Democrazia proletaria: il
Pdup-manifesto , Avanguardia Operaia e, nel 76, anche Lotta Continua.
Il risultato fu sempre attorno all' 1,5%, nonostante questi gruppi
contassero su migliaia di attivisti e sui loro quotidiani. Una
percentuale l'1,5% che comunque permetteva allora una piccola presenza nelle
istituzioni.
- Nel 1979 i voti persi
dal PCI dopo l' esperienza dell' unità nazionale con la DC
premiarono il Partito Radicale e il Pdup, mentre Nuova sinistra unita
non raggiunse l' 1%, pur contando su ambienti provenienti dal Pdup,
Avanguardia Operaia ed altre esperienze del decennio precedente. Per
tutti gli anni '80 poi Democrazia proletaria, che proseguì
l'esperienza di Nuova sinistra unita, fu presente in tutte le
elezioni e in molte assemblee elettive, ma senza mai raggiungere a
livello nazionale il 2%.
2) Il 4 marzo il
risultato di Potere al Popolo in alcune zone importanti è stato
superiore alla media. Segnalo l' 1,8% complessivo a Napoli, con punte
del 3%, a Roma l' 1,8% con il 2,2% a Torre Angela-Torbellamonaca,
zona periferica che ultimamente ignorava la sinistra, il 3,5% a
Livorno, il 2,2% a Pisa. Se Potere al Popolo si consolidasse in
queste aree avrebbe nei prossimi anni un ruolo nazionale assicurato.
3) La situazione politica
italiana uscita dalle elezioni di domenica non è assolutamente
compatibile con le politiche dell' Unione Europea, lo diventerà
probabilmente perchè Lega e 5Stelle cambieranno idea su temi
fondamentali come le pensioni e il lavoro dipendente. Ma Potere al
Popolo potrebbe su entrambi i temi sviluppare nel paese campagne
politiche di grosso impatto.
4) Se è stato deludente
il risultato elettorale di PaP, al contrario sono state un grande
successo la raccolta di 40.000 firme in pochi giorni per la
presentazione delle liste e l' aver “imposto” la manifestazione
antifascista e antirazzista di Macerata del 10 febbraio. Entrambi i
risultati sono stati possibili solo per l' impegno di numerosi,
probabilmente centinaia, attivisti di Potere al Popolo.
5) L' ultimo punto è una
mia opinione. Il modello di riferimento dell' attività di PaP nei
prossimi anni dovrebbe essere il percorso avvenuto in America latina
negli ultimi decenni. Un percorso ora in crisi ma tuttora rilevante,
che ha visto ambienti diversi per ispirazione e più o meno radicali,
costruire per il Sud America una comune strada progressista di
autonomia dagli Stati Uniti e di politiche più favorevoli ai ceti
meno abbienti. Comunisti, socialisti, movimenti sociali vari, hanno costruito un percorso che in ogni paese ha avuto caratteristiche
proprie, ma che è stato possibile solo perché portato avanti
contemporaneamente e con alcuni punti fondamentali comuni.
E' impossibile prevedere il futuro politico ed economico italiano, è certo invece che sarà necessario lottare, a livello individuale e collettivo.
Marco P.
E' impossibile prevedere il futuro politico ed economico italiano, è certo invece che sarà necessario lottare, a livello individuale e collettivo.
Marco P.
Nessun commento:
Posta un commento