Un appello per la cessazione delle vendita di armi italiane
all’ Arabia Saudita, pubblicato dal sito di Amnesty International il 12
novembre, annuncia una iniziativa comune per il 22 novembre di varie associazioni:
Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Movimento
dei Focolari, Rete della Pace, Rete Italiana Disarmo, Oxfam Italia, Save the
Cildren Italia,
Nel pomeriggio del 12 novembre si è poi svolto un incontro con
la ministra Trenta di quattro esponenti della Rete Disarmo dove sono stati toccati anche altri temi che stanno a cuore alla Rete, per il coordinamento erano presenti:
Lisa Clark (Beati costruttori di Pace), Martina Pignatti
Morano (UN Ponte per), Francesco Vignarca (coordinatore della Rete Disarmo), Mauro
Simoncelli (Archivio Disarmo)
Questo l’inizio dell’ articolo che si può leggere
integralmente al link
Rete Disarmo: confronto aperto e positiva
interlocuzione istituzionale con la Ministro della Difesa Elisabetta Trenta
Oltre un’ora di scambio di valutazioni e
proposte sui temi di competenza della RID, che ritiene positiva l’attenzione
dimostrata dal Dicastero di via XX Settembre alle istanze della società civile
italiana su disarmo, spese militari e controllo degli armamenti.
12 novembre 2018
Fonte: Rete Italiana per il Disarmo - 12 novembre 2018
Questo pomeriggio una Delegazione della Rete
italiana per il Disarmo si è incontrata a Roma con la Ministro della Difesa
Elisabetta Trenta. In oltre un’ora di confronto aperto e concreto si
sono affrontati e discussi, pur nella diversità dei ruoli e delle prospettive,
i diversi temi che sono oggetto delle azioni e delle campagne della Rete e di
tutte le sue organizzazioni aderenti.
In particolare gli esponenti di RID hanno sottolineato
la necessità di mettere fine alle irresponsabili e problematiche
esportazioni italiane di armamenti, prime fra tutte quelle dirette alla
Coalizione a guida Saudita che sta intervenendo militarmente nel conflitto
sanguinoso in Yemen. Una decisione che sarebbe necessaria non solo da un
punto di vista della protezione dei civili yemeniti e per poter avviare un
intervento umanitario e di di pacificazione della regione, ma anche per evitare
problemi alla nostra stessa sicurezza. Continuare infatti, come nel recente
passato, a rilasciare autorizzazioni all’esportazione di armamenti solo
sulla base di motivazioni legate al sostegno dei produttori di armi è
controproducente per il nostro Paese e non rispondente anche allo stesso
mandato del Ministero della Difesa che non può essere considerato un
mero “mediatore di affari” armati.
Dell’ iniziativa del 22 novembre non ho invece trovato
alcuna traccia sul web.
Che sia saltata dopo l’ incontro con la ministra
Trenta ?
Sicuramente no, è un mio dubbio senza alcuna prova e in
questo momento c’è anche un’ apertura dell’ Arabia Saudita al negoziato ONU per la guerra yemenita,
ma sarei contento che qualcuno mi spiegasse i
motivi per cui è saltata, per ora, l’ iniziativa del 22 novembre.
Marco Palombo