Mercoledì 9 gennaio alle 12,30 l’ associazione ecopacifista
Sardegna Pulita ha indetto un sit in davanti alla sede centrale della Rai, in
Viale Mazzini, Roma. Chiede che non venga trasmessa in diretta la finale di
Supercoppa Italiana tra Juventus e Milan in programma il 16 gennaio in Arabia
Saudita, a Gedda. Parteciperanno al presidio anche esponenti sardi e romani dei
Cobas, la Rete No War Roma e alcuni attivisti delle reti di solidarietà con la
Palestina.
Queste associazioni sono impegnate da anni contro il sostegno
italiano alla guerra in Yemen della coalizione a guida saudita e, in
particolare, Sardegna Pulita è contraria alla vendita alla Arabia saudita di
armi prodotte a Domusnovas dalla RWM Italia.
Era scontato che la finale della Supercoppa quest’ anno in
Arabia saudita avrebbe suscitato polemiche, anche se la finale di due anni fa
in Qatar è passata inosservata e probabilmente i biglietti sono stati venduti
con le stesse modalità discriminatorie verso le donne che in questi ultimi
giorni hanno suscitato vivaci discussioni.
Ma l’ assassinio del giornalista Khashoggi dell’ ottobre 2018 ha
suscitato molta impressione in tutto l’ Occidente, storico alleato dell’ Arabia
Saudita. E comprensibilmente i colleghi di Khashoggi sono stati in questa
occasione meno indulgenti del solito con la dinastia Saud al potere a Ryad.
Ma se ad ottobre è stato assassinato Khashoggi, nel novembre
2019 in Yemen si è verificato il maggior numero di vittime civili, e nella stragrande
maggioranza si tratta di vittime di bombardamenti della coalizione a guida
saudita.
I pochi sinceri pacifisti attivi in questi anni nel nostro paese
dovrebbero quindi moltiplicare le forze in questi ultimi dieci giorni prima
della partita, per approfittare della maggiore attenzione verso Ryad e far
conoscere le politiche guerrafondaie saudite a più italiani possibile.
Sarebbe già molto se fosse diffuso a milioni di persone quanto
ha scritto Roberto Bongiorni sul Sole24ore del 28 dicembre 2018:
“ L’ Arabia saudita è il primo paese al mondo per spesa militare
in rapporto al Pil e per valore di armi pro capite..
...sotto le loro bombe hanno perso la vita, in 4 anni di guerra
in Yemen, 5 mila di civili. Secondo l’ ONU, le vittime della guerra sarebbero
già 10 mila…..
85 mila bambini sono morti per cause legate alla fame..e 10
milioni di yemeniti sono malnutriti”.
Il nostro paese poi, molto sensibile ultimamente allo strapotere
della Germania nell’ Unione Europea, dovrebbe sentirsi umiliato dal fatto che
Berlino ad ottobre ha sospeso la vendita di armi ai sauditi, però nello stesso
tempo la società tedesca RWM, proprietaria anche della RWM Italia, utilizza il
nostro paese per continuare a vendere le sue bombe all’ Arabia. Ma l’ orgoglio
italiano in questa occasione è latitante.
E’ assolutamente inaccettabile anche il teatrino dei politici e
dei pacifisti di professione sulla stessa vicenda delle bombe prodotte in
Sardegna.
I governi PD hanno prima detto che l’ Italia non poteva fare
niente per fermare la vendita degli ordigni prodotti a Domusnovas, poi
addirittura si è scoperto che facevano pressioni sulla Moby Lines affinché
trasportasse le bombe anche nei mesi estivi, quando la compagnia navale era nel
momento più intenso della sua attività nel settore passeggeri. Il M5S in quel
periodo dichiarava nelle aule parlamentari che “Gentiloni aveva le mani sporche
di sangue”, poi una volta al governo sta proseguendo la vendita accompagnandola
da dichiarazioni ambigue.
Periodicamente invece pacifisti di professione, che
rappresentano associazioni di milioni di persone, denunciano la vendita di armi
italiane ai sauditi in guerra. Ma accettano senza fiatare che mozioni scritte
da loro slittino per mesi interi negli ordini del giorno delle aule parlamentari
e per il momento, anche in occasione di questa discussa finale, stanno zitti.
Insomma si mettono alla testa delle proteste e si eclissano nei momenti più
favorevoli per il loro successo.
Allora, se non amate che il nostro paese sia complice di guerre
orrende, impegnatevi in questi pochi giorni. I risultati saranno in ogni caso
superiori a quelli di altri momenti.
Marco Palombo
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