giovedì 7 dicembre 2023

Petizione - L' Italia sostenga la richiesta di Guterres al Consiglio di Sicurezza ONU di pronunciarsi ufficialmente per un cessate il fuoco in Palestina.


Alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni,

Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
 
Ai segretari dei partiti di opposizione
Giuseppe Conte  e Elly Schlein
 
 
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invocato l' art.99 della Carta ONU per chiedere al Consiglio di Sicurezza dell' ONU di pronunciarsi a favore di un cessate il fuoco a Gaza.
 
La richiesta del Consiglio di Sicurezza, a differenza delle mozioni dell' Assemblea generale ONU, avrebbe valore vincolante.
 
Probabilmente una richiesta di cessate il fuoco da parte Consiglio di Sicurezza sarebbe bloccata dal veto degli Stati Uniti e Regno Unito, ma avrebbe ugualmente un' enorme importanza simbolica.
 
Noi con questa petizione
 
Chiediamo al governo italiano,
al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e
ai segretari dei partiti di opposizione, Elly Schlein e Giuseppe Conte
 
di sostenere la richiesta di Antonio Guterres,  sostegno che il commissario europeo agli Affari esteri Josep Borrell ha già assicurato,
e di pronunciarsi pubblicamente per una decisione del Consiglio di Sicurezza che accolga la richiesta del Segretario Generale ONU.
 
 
 

martedì 7 novembre 2023

Ma in Italia la lotta nonviolenta per Gaza è possibile !

 


L' azione di Hamas del 7 ottobre ha reso evidente anche la poca incisività che hanno avuto in Palestina le lotte nonviolente. Potremmo scrivere libri sulle esperienze di lotta nonviolenta in Palestina, ma in questi giorni è davvero difficile pensare a forme di lotta nonviolente in quel territorio martoriato.

Questo scetticismo mi pare anche di averlo letto nell' articolo di Mao Valpiana "La sconfitta della nonviolenza incompiuta.." e nell' intervista a Judith Butler di Giansandro Merli, pubblicati su il manifesto nei giorni passati.

 Yurii Sheliazhenko, pacifista nonviolento ucraino

E' possibile invece praticare forme di lotta nonviolente in altri luoghi per tentare di aiutare i palestinesi.

 Per esempio quello che fa Israele ha il consenso, fino a prova contraria, del governo italiano e di Ursula Von der Leyen ed anche l' opposizione italiana e parte della sinistra europea non hanno criticato apertamente l' operato di Netanyahu e del suo attuale governo.

L' appoggio di USA e di altri paesi occidentali non è un aiuto da poco per Israele e questo potremmo contestarlo con decisione con pratiche nonviolente, organizzate nel modo migliore possibile.

A Kiev, davanti alla statua di Gandhi, Yurii Sheliazhenko e la carovana pacifista italiana in Ucraina di Europe for Peace

 
Quindi, dato purtroppo che l' attuale crisi con scontri armati rischia di non finire presto, dovremmo organizzarci, al meglio che possiamo, per contestare l' aiuto italiano ed europeo alle operazioni militari di Israele. 

Non faccio neanche un accenno a come farlo o a parlare di Hamas. L' unico scopo di queste righe è affermare con forza che in Italia la lotta nonviolenta in aiuto ai palestinesi è possibile e, se fatta bene, potrebbe anche essere a loro utile.

Marco Palombo

lunedì 2 ottobre 2023

2 ottobre, giornata della nonviolenza: incoraggiamo la renitenza alla leva (tabù sui media) in Russia ed Ucraina

Il 2 ottobre, anniversario della nascita di M.Gandhi, è la giornata mondiale della nonviolenza

ed alcuni elementi di nonviolenza potrebbero essere decisivi per fermare il conflitto armato in corso tra Ucraina e Russia.

Questa guerra infatti è combattuta  da molti giovani russi e da molti giovani e meno giovani ucraini che non sono militari professionisti volontari o mercenari, ma sono obbligati dai loro governi a combattere una guerra sanguinosa, lunga ed inutile.

 Il fenomeno dei renitenti alla leva è molto diffuso in entrambi i paesi e, come ha scritto il 12 settembre Andrea Sceresini su il manifesto, è un tabù sui media occidentali, soprattutto per quanto riguarda i renitenti alla leva in Ucraina, al link 

https://ilmanifesto.it/gli-uomini-contro-dellucraina-quasi-200-000-i-disertori

La renitenza alla leva è in Ucraina un problema così grande e pericoloso per il governo di Zelensky che Yurii Sheliazhenko, attivista pacifista nonviolento, è processato ed accusato di essere filo russo e di non aver condannato o di aver giustificato l' invasione dell' Ucraina da parte dell' esercito di Mosca.

Sheliazhenko è un avvocato nonviolento impegnato da anni in collegamento con le reti nonviolente europee, ha scritto molto e in maniera inequivocabile. E' uno studioso della risoluzione nonviolenta dei conflitti e la sua difesa più evidente la rtroviamo in tutto quello che ha scritto a proposito della guerra in corso,

tanto che la tesi accusatoria sembra in difficoltà e l' udienza prevista il 21 settembre è stata rinviata, per l' assenza non annunciata dei PM, a domani 3 ottobre.

https://www.pressenza.com/it/2023/09/rinviata-ludienza-del-processo-a-yurii-sheliazhenko/

Vedremo cosa succederà martedì, ma dovremmo comunque intensificare le campagne internazionali in difesa di Yurii e di tutti gli obiettori alla leva.

Sappiamo benissimo che le motivazioni della quasi totalità dei renitenti alla leva non sono quelle di Yurii, la sua convinta ed approfondità attività di pacifista nonviolento e anche di studioso.

Ma la renitenza alla leva torna protagonista nella attuale guerra in Ucraina, ed è una parte fondamentale della cultura e della azione nonviolenta dei grandi maestri, soprattuto di Lev Tolstoi.


M.P.


lunedì 25 settembre 2023

Perchè nei primi 8 mesi 2023 ci sono stati circa 50.000 decessi meno degli stessi mesi del 2022 ? Una domanda a Bassetti, Schillaci, Pregliasco, Crisanti, Draghi, Meloni, Conte, Sallusti, Mentana.........


Nei primi 8 mesi del 2023 si sono verificati in Italia circa 435.000 decessi.

Negli stessi mesi del 2022 i decessi furono circa 483.000.

 

La differenza è di circa 50.000 decessi in meno, di questi 23.000 sono relativi agli ultimi tre mesi, quando nel 2023 c'è stato un caldo da rekord.

 

Perchè tutti questi decessi in meno ?

 

La fine dell' emergenza Covid viene considerata nel febbraio marzo 2022. Perchè 23.000 decessi in meno nell' estate 2023 rispetto all' estate 2022 ?

Non voglio suggerire risposte, mi piacerebbe però che venisse fatta questa domada ai tanti luminari che su tutti i media ci hanno illuminato negli anni del Covid:

Ed anche a politici e giornalisti che pontificano su tutto: Meloni, Schillaci, Speranza, Schlein, Salvini, Conte, Mattarella, Draghi, Gruber, Travaglio, Sallusti, Mieli,....


Marco Palombo

giovedì 21 settembre 2023

Migranti, 2 novità dirompenti: accelera la crisi generale mondiale e governo Meloni troppo inadeguato nella gestione.

 


In Italia Il problema dei migrante è oggetto di scontro politico da alcuni decenni e per questo le ultime settimane potrebbero essere considerate solo una noiosa replica di vecchie commedie.

 

Ma due fattori presenti oggi erano assenti nelle situazioni che abbiamo visto negli anni precedenti.

 Il nome delle due variabili era in verità già presente: “crisi mondiale: economica, politica, sociale” e “governi italiani  inefficienti”.  Ma la loro dimensione è oggi enorme e probabilmente renderà tutta l’ emergenza migranti molto più dirompente per l’ Italia.

 

La crisi mondiale sta peggiorando velocemente sotto molti aspetti.

 Le guerre aumentano, sono presenti anche in Europa, aumentano le spese militari e le tensioni violente ovunque.

Il mondo non cresce economicamente, e si è fermata anche la corsa di grosse economie in espansione negli ultimi anni, come la Cina e la Germania.

La crisi climatica provoca danni che aumentano le spese generali e le difficoltà estreme di alcune zone del mondo.

 Le tensioni internazionali sono al loro picco dopo il 1989, quando però la situazione economica era migliore per l’  Occidente e comunque le guerre erano più fredde e meno violente.

 

Il governo Meloni è disastroso nella gestione tecnica del problema dell’ accoglienza.

I partiti al governo hanno considerato per anni l’ assistenza agli stranieri in arrivo in Italia come una scusa per arricchirsi e non hanno idea di come si assistono persone straniere, nella realtà totalmente diverse da come loro le descrivono nella loro propaganda.

Da qui il caos attuale, che viene spiegato da Meloni solo come opera di soggetti disonesti: trafficanti, ONG, la sinistra, l’ Unione Europa, Soros, clandestini-criminali, etc.

Alcune settimane fa le proteste di alcuni sindaci verso il governo per il modo in cui era organizzata l’ assistenza agli stranieri arrivati in Italia, vennero definite da fonti governative

 

“SURREALI”

 

Oggi vediamo in modo inequivocabile il caos governativo nella gestione dell’ emergenza. E il governo non si azzarda più definire le critiche come surreali.

 

Gli italiani lo hanno già capito ?

I molti proclami, e i molti fallimenti, dei loro interventi in materia, sono chiari anche all’ opinione pubblica italiana. Secondo il sondaggio di Alessandra Ghisleri uscito oggi su La Stampa solo il 25% degli intervistati approva l’ operato del governo Meloni nella gestione dell’ emergenza migranti mentre circa il 60% lo critica.

E la critica più condivisa, circa il 45% degli italiani, è dedicata alla disorganizzazione dell’ assistenza gestita dal governo. Mentre un’ altra grande parte, circa il 36% degli intervistati, giudica troppo morbida la gestione governativa.

I due fattori individuati e da me segnali-“Accellerazione della crisi mondiale” e “Totale inadeguatezza del governo nella gestione del fenomeno”- si intrecceranno in modo inarrestabile e provocheranno, combinati con altri fattori di crisi,

 

la caduta del governo Meloni prima delle elezioni europee di giugno 2024.


Ai posteri.....


Marco

giovedì 14 settembre 2023

Per i media le"ricerche scientifiche manipolate" firmate dal ministro rettore Schillaci sono meno importanti della tesi della dottoranda Marianna Madia


 Il manifesto di oggi apre con la foto copertina e le pagine due e tre dedicate alle ricerche scientifiche pubblicate con la firma del ministro della salute Schillaci, già rettore dell' Università di Tor Vergata.


Alle ore 11, dopo almeno 11 ore dalla pubblicazione del quotidiano in versione online,



l' unico media di una certa importanza che ha ripreso l' inchiesta del manifesto è Open, il sito fondato da Enrico Mentana.


A Marianna Madia andò peggio, la sua tesi di dottorato accusata di plagio finì in tribunale e prima sulle pagine di tutti i media italiani.


Questa denuncia del manifesto invece al momento non sfonda, ha almeno  tre grossi difetti,

- Schillaci non è solo un ministro è un professore universitario già Rettore dell' Università di Tor Vergata e preside della facoltà di Medicina.

- La Sanità pubblica italiana è allo sfascio e al momento sta facendo arricchire la sanità privata in maniera spudorata.

- L' inchiesta è stata lanciata dal manifesto, poco dopo il cambio della direzione ed è meglio non fare pubblicità ad un ambiente che purtroppo ha censurato il suo talento per fedeltà al centro sinistra politico

ma è sempre in tempo a svegliarsi 

e potrebbe contrastare 

il prossimo allontanamento della Schlein dalla segreteria del Partito Democratico e 

il prossimo governo tecnico------ che potrebbe essere più vicino di quanto sembra, visti i disastri italiani e internazionali che si stanno intrecciando in modo spaventoso.


Marco

sabato 12 agosto 2023

Ucraina - Il nesso tra le accuse all’ obiettore Sheliazhenko e la cacciata dei reclutatori corrotti

 


In questi giorni l’ obiettore nonviolento ucraino Yurii Sheliazhenko è  stato interrogato dalla polizia ucraina, sono stati sequestrati il suo pc e  cellulare e sono stati richiesti per lui gli arresti domiciliari.

Le accuse non sono però relative a comportamenti nuovi e recenti di Yurii, ma a tutto quello che ha fatto negli ultimi due anni.

 Perché quindi proprio ora “ la mano dura “ ?

La risposta ce l’ ha data la notizia della cacciata da parte di Zelenky dei reclutatori  regionali dell’ esercito ucraino, accusati di corruzione. Avrebbero ricevuto soldi da chi vuole evitare la leva. 

Anche questo un comportamento non recente che sarebbe stato scoperto solo ora.

 

E perché il problema del reclutamento difficile sia esploso in questo agosto in modo clamoroso, ce lo spiega L. Cr.,  Lorenzo Cremonesi,  sul Corriere della Sera di oggi:

“.. le recenti perdite di soldati in Ucraina rendono più acuta la necessità del ricambio delle unità in prima linea….Zelensky si rivolge dunque ai veterani, agli invalidi , promettendo loro giustizia"

…Zelensky avrebbe detto “ I prossimi capi degli uffici di reclutamento saranno coloro che sono già stati in guerra  o non possono più stare in trincea perché hanno perso la salute,  sono invalidi, senza arti, ma hanno conservato la dignità di combattere la corruzione…”

 

Negli ultimi anni gli eserciti composti da volontari professionisti e l' entrata in scena di  milizie private, formate da mercenari o estremisti religiosi, avevano messo in ombra lo strumento dell' obiezione di coscienza come arma efficace contro le guerre.

La guerra tra Russia e Ucraina, esplosa con l' invasione russa di febbraio 2022, ma frutto di un conflitto che dura ormai da quasi dieci anni, ha rimesso al centro l' obiezione alla partecipazione alle guerre.

L' obiezione torna di moda e, ironia della sorte, il suo divulgatore principale fu il grande scrittore russo Lev Tolstoi. Cosa che accresce l' importanza dell' obiezione di coscienzanel conflitto attuale.

 

L' obiezione di coscienza alla guerra e ricorrere alla corruzione per evitarla sono due cose molto diverse,  e paradossalmente a queste due opzioni nel caso ucraino se n' è aggiunta una terza,  probabilmente assai consistente. Gli ucraini che lavoravano all' estero e non sono  tornati a combattere.

Ma sono tra aspetti diversi di una guerra che continua senza uno sbocco possibile.Nessuno la vincerà.

Il rifiuto di continuare a combatterla potrebbe rivelarsi decisivo.

 

Marco

 

 

giovedì 13 luglio 2023

Rogo RSA: Coop.Proges-Comune di Milano: ricchi progetti privati e povere gestioni pubbliche


Nella foto l' Adriano Community Center, 15 milioni di investimento


"Il Comune di Milano ha facilitato l' avvio della nostra struttura privata..."

diceva nel 2019 il neo indagato DG di Proges Giancarlo Anghinolfi  in una intervista a Parmadaily, di seguito uno stralcio dell' intervista, l' intervista completa al link 

https://www.parmadaily.it/come-cambia-il-welfare-come-cambia-proges-intervista-al-direttore-generale-giancarlo-anghinolfi/

La struttura è l' Adriano Community Center , un investimento di 15 milioni di euro

https://adrianocommunitycenter.it/

Adriano Community Center si inserisce all’interno di un grande progetto di rigenerazione urbana, che si sviluppa su un’area di 500.000 m2 nella periferia nord-est di Milano. In quest’area è stata realizzata una struttura polivalente con 15.000 m2 di superficie coperta, nella quale prenderanno avvio:

Lo stralcio dell' intervista citata in apertura dell' articolo:

"....Per fortuna non mancano esempi di collaborazione positivi pubblico-privato. 

Penso a quella tra Proges e il Comune di Milano per la realizzazione di un importante complesso in via Adriano. 

In questo caso l’Amministrazione, per quanto è stato possibile, ha facilitato l’avvio della nostra struttura privata (non convenzionata) allo scopo di consentire rette il più basse possibile, nell’ottica di sviluppare risposte ai suoi cittadini.

 L’Adriano Community Center valorizzerà tutta l’esperienza che abbiamo maturato in rapporto con il pubblico: rimarrà aperta alla Comunità, si integrerà perfettamente nel contesto del quartiere e permetterà al Comune di fornire servizi innovativi....."

Intervista di Giancarlo Anghinolfi a ParmaDaily 5 luglio 2019


e lo stesso ParmaDaily il 5 marzo 2017 parlava di maxi intervento del gruppo Camst Proges in via Adriano a Milano,

"...il Gruppo Camst Proges prende parte con un investimento di oltre 12 milioni di euro...."

https://www.parmadaily.it/riqualificazione-via-adriano-a-milano-il-maxi-intervento-del-gruppo-camst-proges/

Il progetto fu presentato dal  sindaco Sala, il più amato dagli italiani,

"....La nostra visione è quella della Milano del futuro – commenta il sindaco Beppe Sala – dove pubblico e privato collaborano per dare risposte concrete a chi ha bisogno, per inventare con coraggio soluzioni ai problemi......”


La notte tra il 5 e il 7 luglio 2023 sei anziani sono morti in seguito a un incendio all' interno di una RSA di proprietà del Comune di Milano gestita dalla coop Proges.

L' allarme antincendio, fuori uso quello ufficiale,  è stato dato in modo disastroso:

hanno messo più tempo a chiamare i Vigili del Fuoco che i Vigili del Fuoco ad arrivare.

I sei anziani morti per il fuoco e per il fumo devono avere giustizia.


Marco Palombo


sabato 1 luglio 2023

Donne globali per la Pace Unite contro la NATO - Bruxelles 6-9 luglio

Donne Globali per la Pace Unite contro la NATO 

Dichiarazione per la pace 

Siamo donne di tutto il mondo e amiamo profondamente il nostro Pianeta. Abbiamo a cuore i principi universali di uguaglianza giustizia e pace affermati dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, lottiamo per l'affermazione dei diritti delle donne e dei popoli, contro ogni forma di violenza, sfruttamento e discriminazione. Da decenni siamo impegnate nella ricerca della pace globale, di un nuovo ordine mondiale che abolisca la guerra. Riteniamo che il capitalismo sia un fattore generante sia del militarismo che della guerra e lottiamo per affermare una nuova sicurezza non militarizzata, che garantisca la vita e la salute delle generazioni presenti e future su questo pianeta, oltre che del pianeta stesso.

 La nostra aspirazione alla pace è oggi minacciata da una escalation della corsa al riarmo e dal rischio di una guerra nucleare, dalla riproposizione di alleanze militari contrapposte e dalla militarizzazione crescente delle relazioni internazionali. Tutto questo rischia di portare l'umanità alla catastrofe. Responsabili del crescente pericolo di scontro globale sono state in gran parte le decisioni assunte dalla NATO fin dal 1991, il cui ultimo approdo è il cosiddetto “Nuovo Concetto Strategico” concordato all'ultimo vertice dei capi di stato e di governo dei paesi NATO a Madrid nel 2022. Secondo il Nuovo Concetto Strategico, la NATO persiste nell’attribuirsi ruoli e compiti che travalicano gli originari proclamati scopi “difensivi”, sostituendosi a funzioni e compiti che sono di esclusiva responsabilità delle Nazioni Unite. Questa NATO globale, che agisce nell'interesse dei paesi ricchi dell'Occidente, ha esteso le sue attività fino al Pacifico e pretende di imporre un "modello di civiltà" ben oltre l'area euro-atlantica del Trattato originario. 

Il Nuovo Concetto Strategico è totalmente in contrasto con lo "spirito di Helsinki" che ricerca la cooperazione pacifica tra gli stati e rifiuta di ricorrere alla minaccia o all'uso della forza. Questa riconfigurazione offensiva della NATO, oltre ad essere in contrasto con il manifesto desiderio di pace delle popolazioni dei paesi membri, è passata in molti casi senza il consenso dei parlamenti nazionali e contraddicendo nettamente i principi costituzionali degli stessi Stati membri. Mentre le popolazioni devono affrontare crisi economiche e aumenti del costo della vita, la NATO richiede ai governi di aumentare le spese militari anche oltre il 2% del PIL, per far fronte al frenetico riarmo in corso. Tutto ciò si accompagna a processi politici contrassegnati da crescente autoritarismo e dal riemergere di ideologie neofasciste, nazionaliste, xenofobe e sessiste, incoraggiate dal preoccupante diffondersi del militarismo nella cultura. 

Nel prossimo vertice dei capi di stato e di governo della NATO che si svolgerà a Vilnius, in Lituania, l'11 e 12 luglio, il Nuovo Concetto Strategico sarà ulteriormente elaborato, accrescendo il pericolo globale. Si prevedono nuove richieste di ulteriore aumento delle spese militari, verrà istituito un fondo speciale di investimento di 1 miliardo di euro, finanziato con fondi pubblici, per start-up e rinnovamento tecnologico, con il quale s’intende incoraggiare esplicitamente la commistione dell'educazione scientifica e della formazione dei giovani con la ricerca militare. Il vertice di Vilnius promuoverà perfino un nuovo "approccio di genere", incoraggiando la promozione di figure femminili ai ruoli apicali dentro l’Alleanza Atlantica. Come donne di pace, rifiutiamo la NATO e la sua visione del mondo, che fomenta l'instabilità e inasprisce i conflitti internazionali, ed è inconciliabile con il principio di prendersi cura del mondo che ci sforziamo di affermare a livello globale. 

Il tempo del colonialismo e dell'imperialismo è finito, come è finito il tempo della pretesa di dominio unipolare e di "supremazia morale" dell'Occidente. Oggi diamo il benvenuto a un nuovo ordine mondiale multicentrico e multipolare basato su decisioni condivise, sulla giustizia sociale e ambientale, sulla condivisione di risorse e tecnologie, sulla transizione all’azzeramento degli arsenali militari. Questo è quanto abbiamo detto noi donne al Vertice per la pace di Madrid l'anno scorso. Questo ribadiremo in occasione del Vertice NATO di Vilnius 2023. 

Cosa vogliamo?

 Ci incontreremo a Bruxelles, sede del quartier generale della NATO, per dire: 

• NO alla NATO globale, No a blocchi militari sempre più armati, No alla guerra come modalità di risoluzione delle controversie internazionali.

 • No alla militarizzazione della ricerca scientifica. Le giovani generazioni hanno diritto a un'educazione laica e democratica, ispirata ai valori della pacifica convivenza tra i popoli e gli Stati

. • No al coinvolgimento delle donne nei piani di guerra del patriarcato. No a qualsiasi "approccio di genere" nelle file della NATO. 

Mettere le donne ai vertici di un'organizzazione militare guerrafondaia non ha nulla a che fare con l’affermazione dei principi di uguaglianza, giustizia e pace che sono alla base delle lotte delle donne per la propria liberazione.

 Sì, 

invece, alla promozione del ruolo delle donne nei processi di pace. Sì al rispetto delle intenzioni autentiche della risoluzione 1325 delle Nazioni Unite sulla partecipazione delle donne ai negoziati di pace. Abbiamo in programma di parlare di tutto questo a Bruxelles.

 Organizzeremo una discussione aperta il 7 e 8 luglio 2023 e inviteremo le donne di tutto il mondo a unirsi a noi, siano esse dei paesi membri della NATO o meno. Sono benvenute/i tutte e tutti coloro che condividono con noi questi obiettivi: parlare a favore della pace, della vita e della liberazione delle donne.

giovedì 29 giugno 2023

Schlein assente a Montecitorio al dibattito sul Consiglio d’Europa. E’ una notizia ed è pessima.

 


Elly Schlein non era presente a Montecitorio il giorno delle comunicazioni della Meloni sul Consiglio d’ Europa che si svolgerà oggi e domani, 29-30 giugno, a Bruxelles.

Era proprio  a Bruxelles per incontrare gli eurodeputati Pd e i Socialisti europei.

I suoi giornali più amici, il Manifesto e il Fatto, non lo scrivono.

Andrea Colombo, esperto giornalista del quotidiano comunista, se la cava con il suo mestiere scrivendo “Schlein sceglie di rispondere alla premier non in aula ma in un punto stampa”

Dove e come non ce lo dice.

Repubblica invece ha un articolo con titolo “Schlein da Bruxelles -Governo irresponsabile ma l’ austerità è dannosa-” e cita mugugni di compagni di partito  nel Transatlantico di Montecitorio “Ma mentre Meloni parla in aula Elly dove ?”

E, continua Lorenzo de Cicco, il giornalista di Repubblica:

E a Bruxelles. Mossa studiata. “

Mah !!!! Sarà un viaggio frutto forse della sua enorme cultura mediatica, ma è una scelta che se svelata sarebbe indifendibile,

almeno ai miei occhi che hanno iniziato a seguire la politica negli anni ’70 leggendo Paese Sera.

Schlein rinviò il viaggio previsto a Bruxelles alcune settimane fa a causa della sconfitta nelle elezioni comunali. C’era una discussione vivace nel suo partito e preferì rimanere a Roma.  Anche se poi la direzione sulle elezioni slittò e la discussione avvenne evidentemente in spazi informali.

La segretaria Pd era in prima fila al corteo del 25 aprile e il 24 giugno, alla manifestazione di Uniti per la Costituzione, della CGIL in realtà,  ha fatto un rapido passaggio dal retropalco per una foto con Landini

Ma avvertitela che la democrazia ha anche i suoi luoghi istituzionali

e il Parlamento è il centro della nostra democrazia uscita dalla Resistenza, e retta dalla Costituzione.

 

Marco

martedì 27 giugno 2023

28 giugno, in Parlamento 10 ore di dibattito sul Consiglio d' Europa, Ucraina al centro. Davvero non uscirà niente di nuovo ?

 

Assoluto silenzio sulle comunicazioni che domani 28 giugno Giorgia Meloni farà prima al Senato e poi alla Camera sul Consiglio d' Europa del 29 30 giugno, dove la crisi Ucraina sarà il tema più importante trattato.

Alle parole della premier seguirà un dibattito e un voto su mozioni. Probabilmente Meloni farà una breve replica al dibattito sia al Senato che alla Camera, mentre non leggerà le sue comunicazioni alla Camera ma sarà solo depositato il testo del discorso tenuto la mattina al Senato.

Nel 2022 l' occasione del Consiglio d' Europa di fine giugno fu sfruttata per la scissione di DI Maio, che reclutò 60 deputati del M5S ma che poi alle elezioni di settembre non riuscì a entrare in Parlamento nemmeno con un esponente. La scissione di Di Maio iniziò con la denuncia di una presunta mozione del M5S critica sulla gestione guerra in Ucraina, mozione mai presentata nei tono denunciato dall' allora ministro degli esteri Di Maio. Quest' anno nessuna anticipazione sul dibattito in aula e sulle mozioni.

Anche nel 2023 il dibattito sulla guerra  attraversa un partito del centro sinistra, quest' anno tocca al Pd.

Ma nessuno vuole mettere in difficoltà Elly Schlein. La Schlein è sotto attacco, e questo è vero, e CGIL e M5S, che sulla guerra hanno posizioni diverse dalla segretaria PD, hanno messo il silenziatore sul conflitto ucraino, nonostante sia più come mai all' ordine del giorno.

Ricordo che nel 2022 il dibattito sul Consiglio d' Europa fu anche una tappa della crisi del governo Draghi che dette le dimissioni il mese dopo.

Silenzio dunque, proprio nelle settimane in cui l' Unione Europea, Parlamento e Commissione, hanno mostrato il loro volto più guerrafondaio, più favorevole alla guerra alla Russia. 

Un atteggiamento che non è la sintesi delle  posizioni dei 27 paesi membri UE, ma è molto più impegnato per una guerra permanente alla Russia.

Ricordo solo la frasi presente nella risoluzione votata dal Parlamento UE il 15 giugno

" La pace che giungerà dopo la vittoria dell' Ucraina...."

Tutti i deputati italiani condividono questa affermazione ?

E se la vittoria dell' Ucraina non arriva sarà "guerra ad oltranza " ?

"Guerra ad oltranza" anche se tutta l' area viene destabilizzata ? Cosa che per qualche ora nei giorni scorsi è stata ritenuta possibile ?

Tutto tace, silenzio e nessun dissenso.Anche domani ?

 Il M5S polemizzerà con il Pd ?

 Sottolinearà le sue differenze sulla questione guerra ? 

Non si sa, anche perchè fino a lunedì le elezioni regionali in Molise, dove il Pd ha appoggiato un candidato del M5S, consigliavano al Movimento di ignorare la guerra per qualche giorno.

Carne al fuoco in realtà ce n' è molta. L' aumento delle spese militari dovrebbe arrivare per il ministro Crosetto con una modifica del patto di stabilità che dovrebbe sancire la libertà di spendere per armi al di fuori di ogni vincolo.

 Il rapporto dell' Ucraina con la NATO non è così scontato nei modi e nei tempi come sembra.

Il giorno dopo Senato e Camera approveranno le missioni del 2023, con il cambio di linea PD sulla guardia costiera libica.

 Si, penso che il 28 e il 29 giugno anche i media si accorgeranno che si è svolto un dibattito importante in Parlamento.

 Speriamo esca qualche sorpresa positiva e non negativa.

 Rimango convinto però che il movimento pacifista avrebbe dovuto preparare questa giornata in tutt' altro modo. Accendendo i riflettori e non ignorandola.

 E' andata così, il 29 giugno vedremo se il letargo dell' attenzione è rimasto continuo o ha avuto qualche ora di interruzione.

 

 Marco 

domenica 25 giugno 2023

Volantino: UCRAINA, L’ UNIONE EUROPEA NON LAVORA PER LA PACE MA PER UNA GUERRA AD OLTRANZA

 


UE: la pace alle condizioni ucraine, dopo la vittoria di Kiev

Il documento finale del Consiglio d’ Europa del 29-30 giugno dovrebbe dichiarare il sostegno dell’Unione Europea al Piano di pace dell’ Ucraina e ultimamente la UE ha spiegato la sua posizione in modo più esplicito del solito.

Secondo il Corriere della Sera per la Von der Leyen la UE sosterrà “La pace alle condizioni dell’ Ucraina,  Crimea inclusa “, mentre una risoluzione dell Parlamento Europeo scrive “.. la pace che arriverà dopo la

vittoria dell’ Ucraina..” e che Kiev finita la guerra dovrebbe entrare subito nella NATO. Ma questi concetti in realtà allontano la prospettiva di un negoziato e della pace e favoriscono un inasprimento della guerra.

Già nel marzo 2022, a guerra appena iniziata, era stato firmata una dettagliata bozza di accordo tra Ucraina e Russia, che prevedeva nei suoi punti anche la neutralità di Kiev. Ma il tentativo svanì nel nulla, bloccato dagli USA con la complicità di Gran Bretagna e Unione europea.

Il 28 giugno dibattito nel Parlamento italiano, breve e oscurato da altri temi

Il Parlamento italiano mercoledì 28 giugno discuterà e voterà sulle comunicazioni della premier Meloni prima del Consiglio d’Europa. Un dibattito compresso in un solo giorno, mattina al Senato pomeriggio a Montecitorio, e il tema guerra sarà reso meno visibile dalla presenza di altre importanti questioni trattate, per scelta, proprio in quei giorni. Come il MES e la questione sanità affrontata dalla CGIL e associazionismo sabato 24 giugno con una grande mobilitazione

Noi denunciamo: l’ atteggiamento guerrafondaio delle istituzioni europee, Commissione e Parlamento, che non parlano mai di pace e non hanno mai cercato un dialogo con Putin, a differenza di singoli paesi dell’Unione anche importanti come la Germania e la Francia.

L’ atteggiamento bellicista del governo Meloni, in continuità con il governo Draghi, e delle forze di opposizione, a parte il cauto pacifismo del M5S ancora da verificare nella sua fermezza e continuità,

Critichiamo anche l’ atteggiamento della segretaria PD Schlein che vorrebbe tenere la guerra sotto il tappetto fino alle Europee della primavera 2024. Nella sostanza appoggia le posizioni più guerrafondaie, ma gioca con le parole. “Condivido la missione del Cardinale Zuppi” dice, sapendo, ma non dicendo, che il Vaticano non è sulla stessa linea dell’ Unione Europea e di Zelensky

Auspichiamo

un nuovo movimento pacifista, plurale indipendente ed unitario, che torni a chiedere la pace con parole chiare e ferme nelle strade e in ogni altro ambito.


Attivisti di base contro la guerra

mercoledì 21 giugno 2023

Spese militari al 2% del PIL, interrogazione alla Camera di Fratelli d'Italia a Guido Crosetto, ministro della Difesa, Fratelli d' Italia

 



21 giugno, Camera dei Deputati, interrogazioni a risposta immediata,

Comba (FdI) interroga il ministro della Difesa Crosetto (FdI)

Iniziative del Governo in sede europea in ordine all'opportunità di escludere dai vincoli del Patto di stabilità le spese dedicate alla difesa – n. 3-00475)

PRESIDENTE. Il deputato Comba ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00475 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FABRIZIO COMBA (FDI). Onorevole Presidente, onorevole Ministro, il tema al centro del vertice NATO in programma il prossimo 11 e 12 luglio a Vilnius sarà l'accordo, da raggiungere tra gli alleati, di dedicare il 2 per cento del bilancio dello Stato alla spesa militare, come prevede un impegno preso dai Paesi membri dell'Alleanza atlantica nel 2014.

L'Italia, attualmente, dedica alle spese militari l'1,38 per cento del proprio PIL, mentre, nel complesso, sono 9 gli Stati che hanno già raggiunto il traguardo del 2 per cento, ovvero gli Stati Uniti (3,5 per cento), la Grecia (3,5 per cento), fino alla Romania (2 per cento).

Il Segretario generale della NATO, Stoltenberg, in una conferenza stampa dello scorso aprile, ha affermato che il 2 per cento del PIL investito in difesa non sarà considerato più solo un obiettivo da raggiungere per i Paesi della NATO, ma il minimo richiesto da tutti.

Il Ministro del Governo si è impegnato a raggiungere la soglia del 2 per cento del PIL da dedicare al bilancio militare, ma anche ha rilevato come sarebbe opportuno scorporare le spese per la difesa dai vincoli del Patto di stabilità.

Alla luce di quanto esposto in premessa, si chiede quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di portare all'attenzione degli alleati europei l'opportunità di scorporare le spese dedicate alla difesa dai vincoli del Patto di stabilità.

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Comba. Come è noto, nel 2014, al summit del Galles, i Capi di Stato e di Governo assunsero l'impegno, definito Defence investment pledge, di mirare, entro il 2024, al conseguimento del 2 per cento del rapporto spese per la difesa-PIL e del 20 per cento delle spese militari dedicate all'investimento e di contribuire alle operazioni e alle missioni a sostegno della sicurezza nazionale.

Questo impegno è stato solennemente confermato in tutte le sedi da tutti i Governi che si sono succeduti, compresi i Governi Conte 1 e 2 e, ovviamente, il Governo Draghi, solo che quello che ai tempi veniva ritenuto pacifico e giusto, oggi viene ritenuto una mossa, una posa bellicistica; mi duole dirlo, non innoviamo in questo caso, confermiamo soltanto gli impegni presi da tutti i precedenti Governi. Non si tratta di un mero dato contabile, ma di un pilastro fondamentale su cui costruire una difesa che possa rispondere adeguatamente alle future minacce.

Al prossimo summit di Vilnius, l'11 e il 12 luglio, molte Nazioni vorrebbero far adottare ai Capi di Stato e di Governo obiettivi ancora più ambiziosi: raggiungere immediatamente il 2 per cento e farlo diventare la base minima per garantire il contributo nazionale alla sicurezza e all'alleanza necessaria per assicurare la credibilità dello strumento militare per la difesa collettiva, impiegare almeno il 20 per cento (del citato 2) in quota investimenti e dimostrare la volontà politica di fornire disponibilità delle forze e delle capacità nazionali per l'intero spettro di operazioni NATO.

Al momento, come evidenziato dagli stessi interroganti, l'Italia si pone ben al di sotto di tale soglia. L'aumento delle spese della Difesa è importante non perché la decisione è condivisa tra gli alleati, ma soprattutto perché l'attuale contesto di sicurezza richiede uno strumento militare credibile e dotato delle capacità necessarie a contribuire alla difesa.

In tale contesto, ho ritenuto di dover sollevare la questione del vincolo del Patto di stabilità che, considerato il nostro debito pubblico, ci colloca in una posizione peculiare con margini di manovra ristretti. Ho stimolato una riflessione sull'opportunità di sottrarre le spese in argomento dai vincoli suddetti, scrivendo ai miei colleghi dell'Unione europea, all'Alto rappresentante, Vicepresidente della Commissione Borrell, al Commissario per l'Economia Gentiloni e al Segretario generale Stoltenberg.

La stessa posizione ho portato alle ministeriali Difesa della NATO di febbraio 2023 e del 15 e 16 del corrente mese. Tra l'altro, questa soluzione, laddove approvata a livello europeo, libererebbe volumi finanziari importanti per tutti i Paesi membri, che potrebbero essere destinati in favore di settori come la sanità, la scuola, le opere pubbliche, le infrastrutture, l'ambiente, la cultura e la ricerca scientifica.

Solo in questo modo potremo davvero, da un lato, garantire la stabilità e la pace e, dall'altro, far crescere il tessuto sociale, economico e civile.

Concludendo, non posso che dare rassicurazioni in questa sede sul fatto che il Governo proseguirà la sua azione per cercare il superamento del vincolo del Patto di stabilità per favorire il percorso verso il 2 per cento, ma ribadisco in questa sede che, se non risolveremo l'attuale quadro di incoerenza tra la responsabilità di rafforzare la sicurezza e i limiti di finanza pubblica imposti dalla UE, sarà ben difficile raggiungere in tempi ragionevoli la soglia minima del 2 per cento prevista dalla NATO.

domenica 11 giugno 2023

“ Ucraina nella NATO ? ” Settimane cruciali per la guerra: l’ offensiva di Kiev tra vertici e riarmo UE e NATO


E’ iniziata la pluri-annunciata offensiva di Kiev e,

mentre i media ci raccontano piccoli presunti successi dell’ esercito ucraino e disastri certi, ambientali ed umani, causati dal conflitto,

si avvicinano due scadenze importantissime per la guerra e per il nostro paese.

 

Il 29 e 30 giugno a Bruxelles si terrà il consueto Consiglio d’ Europa di fine giugno.

L’ 11 e 12 luglio a Vilnius in Lituania si svolgerà il summit NATO,

 che vedrà nell’ ordine del giorno anche il rapporto futuro dell’ Ucraina con l’ Alleanza Atlantica e il riarmo dei paesi membri NATO, con l’ asticella che passerà dal 2% del Pil al 3% DEL Pil.


Per le sorti della guerra e dei futuri rapporti internazionali,  l’ incontro dell’ Alleanza Atlantica avrà una importanza di gran lunga maggiore rispetto al Consiglio d’ Europa.

E’ certo che l’ adesione di Kiev non potrà comunque avvenire a guerra in corso. Quello che sarà discusso è se e quando sarà disegnato un percorso per l’ entrata dell’ Ucraina nell’ Alleanza e la scelta sembra essere solamente tra l’ individuare l’ iter di adesione da subito o dal 2024.

Ma forse le cose non saranno così semplici. La possibile presenza  di Kiev nella NATO è probabilmente  il principale nodo del conflitto in corso Russia-USA-NATO-Ucraina. Anche se l’  importanza dell’ adesione formale di Kiev all’Alleanza  viene sminuita dai paesi occidentali e dai nostri media, mentre  viene completamente nascosto all’ opinione pubblica come il far entrare  l’ Ucraina nella NATO sia un atto ostile verso Mosca.


Un'altra operazione mediatica, forse più sottile e meno evidente, è presentare l’ ingresso ucraino nell’ Alleanza come scontato. Un processo ormai sicuro che va definito a questo punto solo nei dettagli, tempi e modi. Ma che comunque sarà ineluttabile.

Vedremo.

Il Consiglio d’ Europa del 29 30 giugno sarà invece più importante per il nostro paese. Soprattutto perché sarà preceduto il 27 e 28 dalle comunicazioni della premier Meloni alla Camera e al Senato, alle quali seguiranno un dibattito dei deputati e il voto sulle mozioni presentate.

Al Consiglio di Bruxelles  il 29 e 30 non si parlerà solo di Ucraina, ma nel dibattito parlamentare italiano si discuterà sicuramente della guerra  e probabilmente anche dell’ aumento delle spese militari al 2% del Pil, come avvenne l’ anno passato. Ricordate la scissione Di Maio, prima clamorosa per il numero degli scissionisti poi fallimentare al voto politico ? Avvenne proprio in occasione della discussione e del voto in Parlamento sul Consiglio d’ Europa di fine giugno 2022.

I media tenteranno di parlare di tutto questo solo nei giorni del dibattito parlamentare. Sta ai pacifisti riuscire a rendere i temi della guerra, e dell’ atteggiamento italiano,  visibili e chiari nei loro contenuti anche qualche giorno prima della discussione nelle assemblee di Montecitorio e Palazzo Madama.

Un’ occasione utile a questo scopo  è già in calendario, il 24 giugno ci sarà a Roma un corteo contro il governo Meloni dove la guerra in Ucraina sarà uno dei temi principali. Tra le adesioni sono già molte le associazioni e i singoli impegnati per la pace e contro la cobelligeranza italiana

.  Al link trovate il testo di convocazione della manifestazione e le prime firme arrivate

https://www.usb.it/leggi-notizia/il-governo-meloni-ci-ruba-il-futuro-il-24-giugno-manifestazione-nazionale-a-roma-abbassate-le-armi-alzate-i-salari-1324-1.html

Ma sarebbero necessari alcuni altri passi. Per esempio  individuare punti condivisi e irrinunciabili e proporre ad altre realtà pacifiste di sottoscriverli

Questi gli obbiettivi che dovrebbero essere presenti in modo esplicito:

-          No alle armi italiane all’ Ucraina

-          SI a un negoziato subito e al sostegno ai tentativi in corso

-          NO all’ entrata dell’ Ucraina nella NATO

-          NO all’ aumento delle spese militari

E in un eventuale documento dei pacifisti  aderenti al corteo non dovrebbero mancare riferimenti al passaggio parlamentare del 27 e 28 giugno e magari ad una presenza, anche solo simbolica, nei dintorni dei palazzi istituzionali nei giorni del dibattito.

In altre occasioni è stato fatto, unendo ai piccoli presidi nei giorni cruciali anche digiuni. Io ripeterò il mio digiuno anche da solo, ma in questo caso se ne accorgeranno solo le persone che frequento quotidianamente. Intanto però ripropongo l’ idea.

In questo, eventuale,  documento dovrebbe apparire anche un cenno al summit NATO dell’ 11 12 luglio e all’ iniziativa che domenica 9 luglio varie associazioni di donne metteranno in campo a Bruxelles contro la NATO,

https://comune-info.net/donne-globali-contro-la-nato/

Articolo di Bruna Bianchi

Ricapitolando: le prossime settimane vedranno scadenze molto importanti e sarebbe bene far sentire anche la voce pacifista. Il primo passo è sapere che questi rilevanti appuntamenti  arriveranno e discuterne tra noi pacifisti, ma un eventuale discussione al momento sembra impossibile.

 Per non confondere ulteriormente le idee ad eventuali lettori di queste righe ho omesso altri momenti:

come - la raccolta, da terminare entro il 22 luglio, delle firme per i referendum sulle armi italiane all’ Ucraina, - altri passaggi parlamentari possibili in Italia e in Europa sulle munizioni finanziate con il PNRR,-  il voto sul decreto missioni con al suo interno l’ addestramento italiano dei piloti ucraini,- l’ incontro internazionale di reti pacifiste concluso oggi a Vienna, dove Rete Pace e Disarmo e affini … sono stati accusati di filoputinismo, e le sedi promesse sono state negate all’ ultimo momento, per finire  i tentativi di mediazione vaticani, cinesi, e di altri…

Insomma. ci sarebbe molto da fare per la pace, nonostante l’ arrivo dell’ estate. In ogni caso è utile almeno sapere cosa è in programma nel prossimo immediato futuro.

 

Marco