mercoledì 18 ottobre 2017

Tsipras contro il bando alle armi nucleari, il nodo è la NATO. Non permettiamo alla sinistra italiana " pro bando" di essere superficiale.

L' eurodeputata Eleonora Forenza, Prc, eletta con lista L'altra Europa per Tsipras, insieme a A.Tsipras.


Nel novembre 2016 i giovani comunisti del Prc avevano pubblicato questo commento su Tsipras accennando anche all’ atteggiamento contro il Trattato nucleare tenuto dal suo governo in sede ONU a ottobre 2016 e confermato anche negli appuntamenti successivi fino alla approvazione dell’accordo del 7 luglio 2017, boicottata da Tsipras insieme a tutti gli altri paesi NATO.
La presa di posizione dei giovani comunisti avveniva nella fase precongressuale del loro partito e non conosciamo gli sviluppi successivi del dibattito.
Però la posizione di Tsipras contraria al Trattato ONU per l’ abolizione delle armi nucleari oggi va ricordata a tutta la sinistra: alla Rete Disarmo, ad Anna Falcone e Tomaso Montanari, ai compagni del Prc, a Sinistra Italiana, al Manifesto. Il nodo è la NATO e dirsi favorevoli al trattato, come fa la sinistra in Italia, senza spiegare come risolverebbero il rapporto con la NATO non è sufficiente ad affrontare bene il problema, anche se è sufficiente forse a far bella figura. Ma dobbiamo portare la sinistra italiana ad una posizione meno superficiale.

M.P.
I giovani comunisti a novembre 2016
“E’ passato dall’Oki al Nai, dal No al Sì, ha imposto il terzo memorandum, il 21 ottobre scorso ha firmato il CETA, sei giorni dopo, all’Onu, ha votato contro il disarmo nucleare unilaterale, come Renzi e l’ennesimo rimpasto di governo è stato fatto per avere uomini di governo più “efficienti” sulle privatizzazioni in corso. Contr’ordine, compagni: su Tsipras abbiamo sbagliato. La misura è colma anche per chi, come i Giovani comunisti, avevano creduto nelle potenzialità dell’esperienza di governo di Syriza. Nell’ultimo coordinamento dell’organizzazione dei giovani vicini a Rifondazione comunista, uno degli ordini del giorno approvati prende le distanze dal partito “adulto” che ancora sostiene a spada tratta le progressive sorti dell’esecutivo di Atene a picco nei sondaggi e bersagliato dallo stillicidio di scioperi e manifestazioni di sinistre e sindacati.
Sullo sfondo ci sono i congressi, quello nazionale del Prc e quello del partito della Sinistra europea «ancor più strettamente connesso a queste vicende, che vede la discussione dell’avvicinamento o meno al Partito del Socialismo Europeo, riconosciuto come co-responsabile delle politiche neoliberiste». Quello che accade in Syriza, nella Linke e nel PCF, che punta a un’alleanza col PS di Hollande) avrà delle ripercussioni nella vita del Prc e dei Gc: «Ogni esperienza deve avere un bilancio ed un’organizzazione seria ha il coraggio di arrivare alle conclusioni con un punto di vista indipendente ed autonomo dalle dinamiche politiciste della fallimentare sinistra italiana.”


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