venerdì 29 giugno 2018
Trump e immigrazione: 600 donne arrestate davanti al Senato USA
Circa 600 manifestanti, soprattutto donne, sono state arrestate a Washington durante una manifestazione davanti al Senato per protestare contro la politica di Trump sull' immigrazione.
Tra le manifestanti l' attrice Susan Sarandon e parlamentari del partito democratico.
Sabato prossimo sono previste altre manifestazioni che potrebbero risultare ancora più partecipate. Sono state convocate dalla marcia delle Donne e dal Centro per la democrazia popolare.
Di seguito l' articolo del The Guardian
https://www.theguardian.com/us-news/2018/jun/28/us-immigration-protest-trump-washington-senate
Il video che mostra l' arresto delle manifestanti
https://www.youtube.com/watch?v=N6SdHKCi_Xc
martedì 26 giugno 2018
"Non risponderemo agli SOS" E' geniale Salvini oppure vengono coperte le sue castronerie ?
Migranti, Salvini: "Se Toninelli chiederà a Guardia costiera di non rispondere a Sos avrà mio totale sostegno"
Questa la risposta di Salvini a chi gli chiedeva se il governo italiano avesse dato ordine di non rispondere agli SOS di imbarcazioni con migranti a bordo.
Qualcuno ha riportato la frase in modo formalmente diverso "la Guardia Costiera non risponda agli SOS", ma ovviamente il ministro degli interni non ha competenza sulla Guardia Costiera.
Però anche il ministro delle Infrastrutture non può ordinare alla Guardia Costiera di non rispettare una legge, perchè per la legge italiana il soccorso in mare è obbligatorio.
Allora basta con la tolleranza a queste dichiarazioni assolutamente assurde, Toninelli non potrebbe mai chiedere alla Guardia Costiera di non rispondere agli SOS. Ed allora il ministro degli Interni non può dire che sarebbe solidale con lui. Il governo ha giurato sulla Costituzione, i ministri possono cambiare le leggi ma non ordinare di violarle.
Di seguito gli articoli del Codice della navigazione che obbligano ogni nave a dare soccorso a chi ne ha bisogno. E' obbligata a soccorrere qualsiasi nave, sarebbe assurdo dunque chiedere proprio alla Guardia Costiera di non rispondere a richieste di soccorso.
Purtroppo invece il Messaggero, il quotidiano più diffuso nella capitale italiana, questa mattina mette in prima pagina tra virgolette la dichiarazione di Salvini "Non risponderemo agli SOS".
legislazione italiana
di diritto della navigazione e dei trasporti
"Codice della navigazione"
(Approvato con R.D. 30 marzo 1942, n. 327)
Parte aggiornata al decreto legislativo 15 marzo 2006, n. 151
L’assistENza a nave o ad aeromobile in mare o in acque interne, i quali siano in pericolo di perdersi, è obbligatoria, in quanto possibile senza grave rischio della nave soccorritrice, del suo equipaggio e dei suoi passeggeri, oltre che nel caso previsto nell’articolo 485, quando a bordo della nave o dell’aeromobile siano in pericolo persone.
Il comandante di nave, in corso di viaggio o pronta a partire, che abbia notizia del pericolo corso da una nave o da un aeromobile, è tenuto nelle circostanze e nei limiti predetti ad accorrere per prestare assistenza, quando possa ragionevolmente prevedere un utile risultato, a meno che sia a conoscenza che l’assistenza è portata da altri in condizioni più idonee o simili a quelle in cui egli stesso potrebbe portarla.
Quando la nave o l’aeromobile in pericolo sono del tutto incapaci, rispettivamente, di manovrare e di riprendere il volo, il comandante della nave soccorritrice è tenuto, nelle circostanZe e nei limiti indicati dall’articOlo precedente, a tentarne il salvataggio, ovvero, se ciò non sia possibile, a tentare il salvataggio delle persone che si trovano a bordo.
È del pari obbligatorio, negli stessi limiti, il tentativo di salvare persone che siano in mare o in acque interne in pericolo di perdersi.
Purtroppo invece il Messaggero, il quotidiano più diffuso nella capitale italiana, questa mattina mette in prima pagina tra virgolette la dichiarazione di Salvini "Non risponderemo agli SOS".
di diritto della navigazione e dei trasporti
"Codice della navigazione"
(Approvato con R.D. 30 marzo 1942, n. 327)
Parte aggiornata al decreto legislativo 15 marzo 2006, n. 151
(a cura di Enzo Fogliani)
Parte prima
Della navigazione marittima e interna
Libro terzo - Delle obbligazioni relative all'esercizio della navigazione
Della navigazione marittima e interna
Libro terzo - Delle obbligazioni relative all'esercizio della navigazione
Titolo IV
Dell'assistenza e del salvataggio, del recupero e del ritrovamento dei relitti
Dell'assistenza e del salvataggio, del recupero e del ritrovamento dei relitti
Capo I
Dell'assistenza e del salvataggio
Art. 489 - Obbligo di assistenza
L’assistENza a nave o ad aeromobile in mare o in acque interne, i quali siano in pericolo di perdersi, è obbligatoria, in quanto possibile senza grave rischio della nave soccorritrice, del suo equipaggio e dei suoi passeggeri, oltre che nel caso previsto nell’articolo 485, quando a bordo della nave o dell’aeromobile siano in pericolo persone.
Il comandante di nave, in corso di viaggio o pronta a partire, che abbia notizia del pericolo corso da una nave o da un aeromobile, è tenuto nelle circostanze e nei limiti predetti ad accorrere per prestare assistenza, quando possa ragionevolmente prevedere un utile risultato, a meno che sia a conoscenza che l’assistenza è portata da altri in condizioni più idonee o simili a quelle in cui egli stesso potrebbe portarla.
Art. 490 - Obbligo di salvataggio
Quando la nave o l’aeromobile in pericolo sono del tutto incapaci, rispettivamente, di manovrare e di riprendere il volo, il comandante della nave soccorritrice è tenuto, nelle circostanZe e nei limiti indicati dall’articOlo precedente, a tentarne il salvataggio, ovvero, se ciò non sia possibile, a tentare il salvataggio delle persone che si trovano a bordo.
È del pari obbligatorio, negli stessi limiti, il tentativo di salvare persone che siano in mare o in acque interne in pericolo di perdersi.
domenica 24 giugno 2018
Martedì Macron sarà protocanonico d'onore del capitolo lateranense. Mitterand, Hollande e Pompidou rifiutarono la cerimonia
Ironia della sorte.....Martedì Macron riceverà in dono una copia della croce lateranense da monsignor Feroci, tra le altre cose anche direttore della Caritas diocesana di Roma.....
" Sotto la quinta Repubblica – la Costituzione in vigore in Francia dal 1958 – tre dei sette predecessori di Macron non hanno compiuto questo gesto: Georges Pompidou, François Mitterand e François Holland. L’ultimo presidente ad essere venuto a San Giovanni per prendere possesso dello stallo è stato è stato Nicolas Sarkozy nel 2007."
" Sotto la quinta Repubblica – la Costituzione in vigore in Francia dal 1958 – tre dei sette predecessori di Macron non hanno compiuto questo gesto: Georges Pompidou, François Mitterand e François Holland. L’ultimo presidente ad essere venuto a San Giovanni per prendere possesso dello stallo è stato è stato Nicolas Sarkozy nel 2007."
M.P.
Dopo
l’udienza in Vaticano, il Presidente francese si recherà nel pomeriggio nella
Basilica di san Giovanni per prendere possesso del titolo di protocanonico
d’onore del capitolo lateranense
Il Presidente francese, Emmanuel Macron,
sarà ricevuto in udienza dal Papa il prossimo 26 giugno, alle ore 10.00, nel
Palazzo Apostolico Vaticano. In occasione della visita in Vaticano, alle ore
14.30 il presidente francese Emmanuel Macron si recherà nella Basilica di San
Giovanni in Laterano per prendere possesso del titolo di Protocanonico d’onore
del capitolo lateranense.
La cerimonia in san Giovanni in Laterano
Macron arriverà nella basilica di San
Giovanni in Laterano alle 14.30. Ad accoglierlo ci saranno l’arcivescovo
vicario Angelo De Donatis e tutti i canonici. «La celebrazione inizierà con un
saluto del vicario; quindi ci sarà una preghiera e la lettura di un testo
biblico». Quindi ci si sposterà nella cappella Colonna – riferisce padre
Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico della diocesi di Roma - dove
Macron firmerà i documenti per la presa di possesso dello “stallo” di canonico.
In quest’occasione riceverà anche un prezioso dono da parte del capitolo: una
copia della croce lateranense, che gli verrà consegnata da mons. Enrico Feroci,
camerlengo del capitolo nonché direttore della Caritas diocesana di Roma.
Successivamente ci si sposterà nel chiostro della basilica di San Giovanni; al
Presidente francese verrà mostrata la statua bronzea di Enrico IV, primo
protocanonico d’onore, collocata nel portico di Sisto. Infine visiterà il piano
nobile del Palazzo Apostolico Lateranense, con la Sala della Conciliazione e la
Sala degli Imperatori.
Enrico IV primo protocanonico d’onore.
Un’antica tradizione che lega la Francia alla Basilica di San Giovanni
Risale al medioevo la tradizione che
lega basilica di San Giovanni in Laterano, cattedrale di Roma, alla Francia e
ai suoi regnanti. Attorno al 1300 si stringe, in particolare, il legame con il
capitolo lateranense, come racconta monsignor Louis Duval Arnauld, archivista
del capitolo, originario di Parigi. «In quel periodo inizia la costruzione del
ciborio della basilica, pagata da re Carlo V (1338-1380): lo stemma del monarca
è ancora visibile sul ciborio stesso». Non è un caso che in quel periodo la
sede apostolica si fosse trasferita temporaneamente in Francia, ad Avignone, in
Provenza, dove i Papi risiedettero dal 1309 al 1377, in un esilio passato alla
storia come “cattività avignonese”. Tornarono poi a Roma, ma il legame non si
spezzò, anzi. Nel Quattrocento, re Luigi XI (1423-1483) donò al capitolo della
basilica «importanti redditi nel sud della Francia», ricorda ancora monsignor
Duval Arnauld.
Qualche
tempo dopo salì al trono francese – siamo al 1594 – Enrico di Navarra: prima
calvinista, si convertì al cattolicesimo, ma cercò di garantire ai protestanti
la libertà religiosa grazie all’Editto di Nantes del 1598. Enrico IV donò alla
basilica di San Giovanni l’abbazia di San Pietro di Clairac, sempre nel sud
della Francia (diocesi di Agen). Dal canto suo il capitolo, per ringraziare il
sovrano, fece scolpire una sua stata in bronzo, «opera – racconta il canonico
francese – dell’artista lorenese trapiantato a Roma Nicolas Cordier, che si
trova nel portico del transetto di fronte all’obelisco».
Non solo: il capitolo
insignì Enrico IV del titolo di protocanonico d’onore e ancora oggi, ogni anno,
il 13 dicembre, data di nascita di Enrico IV, nella cattedrale si celebra la
“Missa pro natione gallica”. Nell’ultima che è stata celebrata, il 13 dicembre
del 2017, l’arcivescovo vicario Angelo De Donatis ha ricordato le antiche
tradizioni che legano la basilica alla Francia. «Da quando il re Enrico IV ha
istituito questa Messa – ha scritto monsignor De Donatis in un messaggio letto
in francese da un diacono – essa non ha mai cessato di essere qui celebrata,
richiamando la comunità francese a Roma che viene alla sede del successore di
Pietro a pregare per la prosperità del proprio Paese». Negli anni Cinquanta del
XX secolo, la tradizione di prendere possesso del titolo è stata ripresa dal
presidente René Coty. Ne hanno poi seguito l’esempio Charles De Gaulle, Valery
Giscard d’Estaing, Jacques Chirac e in tempi recenti Nicolas Sarkozy, che
ricevette il titolo il 20 dicembre 2007. (A cura del Vicariato di Roma)
Bloccare subito la vendita di armi italiane all’ Arabia Saudita, agli Emirati Arabi e a tutti gli alleati della Coalizione Araba impegnata nella guerra in Yemen.
So che ci sono molte petizioni in circolazione e che anche quelle con migliaia di firme hanno un' utilità molto piccola. Tuttavia ho inserito questa mia raccolta di firme nella speranza di riuscire a spiegare in maniera chiara almeno a qualcuno la mia tesi:
In Italia molte persone sono contrarie alla vendita di armi italiane all' Arabia saudita, armi che in Yemen uccidono civili e bambini.
Questa opposizione diffusa non si esprime però in maniera decisa, convinta ed efficace.
Per esempio una rete che rappresenta centinaia di migliaia di iscritti non può limitarsi a comunicati stampa. Se davvero vuole impedire la vendita di armi italiane deve organizzare anche iniziative diverse, di mobilitazione e di informazione.
Di seguito la petizione che vi invito a firmare ma soprattutto a leggere con attenzione.
Marco
Bloccare subito la vendita di armi italiane all’ Arabia Saudita, agli Emirati Arabi e a tutti gli alleati della Coalizione Araba impegnata nella guerra in Yemen.
Da molti mesi è noto che ordigni prodotti a Domusnovas in Sardegna dalla Rwm Italia SpA sono utilizzati dall’ Arabia saudita per bombardamenti in Yemen che spesso uccidono civili e bambini.
Hanno espresso ripetutamente le loro critiche a questo commercio: Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, il Movimento dei Focolarini, il gruppo parlamentare del M5S, che ha presentato anche un esposto alla Procura di Roma. La popolare trasmissione Le Iene ha trasmesso alcuni servizi sull’ utilizzo in Yemen delle bombe di Domusnovas e la rete Disarmo, che rappresenta associazioni della sinistra italiana come l’ Arci la Fiom con centinaia di migliaia di iscritti, è intervenuta più volte sul tema.
I governi PD, Renzi e Gentiloni, hanno sempre risposto che la vendita di armi all’ Arabia saudita rispetta le leggi vigenti, anche se molti esperti pacifisti ritengono che la legge 185/90 non permetterebbe la vendita a un paese impegnato in questa guerra.
Probabilmente un eventuale sondaggio segnalerebbe che una grande maggioranza di italiani è contraria alle forniture all’ Arabia Saudita. Ma l’ opposizione alla vendita di armi non si manifesta con la necessaria decisione.
Il Movimento 5 Stelle è oggi al governo e non dice una parola sulle bombe della Rwm Italia. Nessuno dei suoi elettori invita il M5S alla coerenza con quanto ha sostenuto fino al momento della nascita del governo Conte.
Allora in questo giugno 2018, mentre la coalizione a guida saudita bombarda la città di Hodeida, porto dove transitano l’ 80% degli aiuti umanitari, è necessario rilanciare l’ opposizione a questo sanguinoso commercio .
Invito tutti a sostenere questa petizione e soprattutto a fare quello che può per organizzare una campagna, non di facciata ma decisa, per bloccare la vendita di armi usate all’ Arabia saudita e ai suoi alleati.
sabato 23 giugno 2018
Papa Francesco, martedì 26 dica a Macron che anche le guerre francesi provocano catastrofi
Martedì 26 giugno Macron sarà a Roma
per incontrare papa Francesco e dovrebbe essere presente ad una
cerimonia a San Giovanni in Laterano. La visita non è al momento
molto pubblicizzata nonostante che in Italia negli ultimi giorni
alcune parole del presidente francese abbiano fatto assai clamore.
Anzi forse proprio per questo si parla poco dell' arrivo di Macron a Roma,
per evitare ulteriori polemiche o proteste.
Sarei felice però che papa Francesco
dicesse anche a Macron qualche parola chiara contro le guerre e il
commercio delle armi.
La Francia negli ultimi anni ha prima dato avvio alla guerra alla Libia, trascinandosi dietro tutta la Nato, ed è stata fondamentale per avviare la guerra sanguinosa che si svolge sul territorio siriano ma in cui i conflitti armati sono molti e diversi tra loro coinvolgendo combattenti di alcune decine di paesi.
La Francia negli ultimi anni ha prima dato avvio alla guerra alla Libia, trascinandosi dietro tutta la Nato, ed è stata fondamentale per avviare la guerra sanguinosa che si svolge sul territorio siriano ma in cui i conflitti armati sono molti e diversi tra loro coinvolgendo combattenti di alcune decine di paesi.
Non mi dilungo a scrivere altro perché
vorrei soprattutto segnalare a tutti e il prima possibile la visita
al momento semi clandestina del presidente francese e far sì che
altri invitino il Santo Padre a dire chiaramente a Macron che non
siamo ingenui e sappiamo bene quanto il grande impegno militare della
Francia sia finalizzato anche agli interessi economici francesi.
Marco
mercoledì 20 giugno 2018
La frenata del Prc Toscana sul percorso di Potere al Popolo
Lo stralcio del documento del Prc Toscana dove si frena sul percorso per Potere al Popolo che era stato condiviso dall' assemblea di Napoli di Potere al Popolo del 26 27 maggio.Di seguito il documento integrale:
"Per questi motivi, il percorso intrapreso da Pap non può essere considerato strategico nella forma in cui ha deciso di strutturarsi dopo l’assemblea nazionale di Napoli: quello che doveva essere un fronte unitario di lotta si sta avviando al congresso fondativo di un nuovo Partito, anche se si usano altri termini per definirlo. Là dove c’è organizzazione, per noi comunisti, c’è sempre un passo avanti in ottica rivoluzionaria, ma non se ciò avviene a scapito di organizzazioni già esistenti. In questa rappresentazione appare evidente che il PRC non possa accettare alcuna forma di doppio tesseramento, mascherato da sottoscrizione di 10 euro, e che non possa cedere sovranità né a Pap né ad altri eventuali progetti dove ciò si prefigura."
Pubblichiamo il documento approvato dal Comitato politico regionale toscano del Partito della Rifondazione Comunista
Sono trascorsi ormai mesi dalle elezioni
del 4 di Marzo e si è insediato un nuovo governo del paese. Nessuno può
più dubitare del fatto che la destra (classicamente intesa) abbia vinto
e che la tornata elettorale abbia generato uno spostamento notevole di
elettorato. La sinistra, sia quella rappresentata da LEU, sia quella di
alternativa rappresentata da PAP, esce pesantemente sconfitta. La crisi
del partito neocentrista, il PD, appare irreversibile. Il consenso nel
paese del governo giallo-verde è in aumento nel popolo ed indica,
proprio perché avviene sulla questione dei migranti, uno sfondamento
culturale. Una fase di questo tipo non si manifesta all’improvviso. Le
politiche del centrosinistra degli ultimi decenni, l’accelerazione
causata dalla crisi e dalla conseguente austerità, imposta dall’UE ed
accettata come dogma, hanno preparato il terreno ad una svolta che non
appare ora di breve periodo. Le politiche neoliberiste non hanno trovato
una sensibile resistenza sul piano sociale ed hanno indebolito un
sindacato che appare privo, ormai, di visione politica.
Il blocco sociale del lavoro è ormai
distrutto e atomizzato, oppresso dalla precarietà, ormai decennale, e
dal Job Act. Il programma del governo Lega-M5S riporta le relazioni
sociali alle dinamiche ottocentesche, introducendo la FlatTax, e il
sindacato confederale appare non in grado di riaprire un conflitto
generale. In questa situazione occorre avviare una riflessione profonda e
non occasionale o semplicemente legata alle scadenze elettorali.
Per quanto riguarda l’analisi del voto
amministrativo, bisogna anzitutto notare che l’affluenza generale è di
media inferiore, anche non di poco, alle politiche di marzo e alle
amministrative di cinque anni fa. Il Movimento Cinque Stelle ha subito
un tracollo, perdendo milioni di voti rispetto al risultato delle
politiche e andando al ballottaggio solo in realtà secondarie. Si
registra inoltre una significativa debacle del Partito Democratico,
soprattutto se si sommano i voti assoluti anche con le ultime elezioni
politiche, tanto più con le amministrative precedenti. Ricordiamoci che
spesso il crollo del PD è mitigato dalla moltiplicazione delle liste
satelliti (civiche o meno) che in molti casi, anche in Toscana, sono
state novelle rappresentanti di una nuova forma di voto utile, cioè
quello del “fronte democratico” contro le destre. Si è verificato
insomma un referendum sulle paure più bieche fomentate dalla destra, una
polarizzazione evidente, resa spesso solo apparente per l’inseguimento
che in molti casi PD e cosiddetto centrosinistra hanno fatto dei temi e
delle ricette della destra. Nonostante questo, analizzando i numeri
possiamo dire che le liste plurali d’alternativa hanno ottenuto
risultati dignitosi, in particolare in Sicilia, Calabria in Liguria e
soprattutto ad Ancona e a Pisa.
In Toscana il risultato migliore è stato
raggiunto proprio a Pisa, in quanto la coalizione Diritti in Comune
aumenta di poco in voti assoluti. Un buon risultato si è ottenuto anche a
Campi Bisenzio con Pap e il candidato sindaco Ballerini (del PRC),
mentre a Siena non si può dire di aver avuto un esito secondo le attese,
con Pap poco sopra il 2% e soprattutto Sinistra per Siena che perde
otto punti rispetto alle scorse amministrative. Situazione di Siena che
andrà analizzata attentamente, sia per le dinamiche interne alla nostra
coalizione sia per l’assenza, come a Campi, dei Cinque Stelle. Tutto
sommato buon risultato anche a Massa, dove vi è un significativo aumento
di voti rispetto alle elezioni politiche e dove il candidato sindaco,
consigliere uscente di Rifondazione, ottiene un centinaio di voti in più
rispetto alla lista stessa. A Pietrasanta, la lista di sinistra
comunista presentata avanza in termini assoluti e di percentuale
rispetto a PAP.
Ciò che sta accadendo in questi giorni,
l’avanzare della barbarie razzista e fascistoide nel governo e nel
popolo italiano, costringe alla costruzione di un soggetto sociale e
politico della trasformazione che non può non misurarsi sul continente
europeo. Alle politiche delle destre nazionaliste che si saldano da un
lato all’altro dell’Atlantico bisogna rispondere con l’unità delle forze
antiliberiste e anticapitaliste del Vecchio Continente, sia nel
conflitto sociale sia nella rappresentanza politica. Noi pensiamo che in
questo quadro il PRC abbia compiti e ruoli.
Rifondazione Comunista arriva a questa
fase fortemente indebolita, ma non distrutta. Pensare ad uno
scioglimento, come forse sperano/auspicano compagni di strada più o meno
vicini, sarebbe un errore storico e priverebbe le classi subalterne di
uno strumento utile.
Per queste ragion il Comitato Politico
Regionale del PRC della Toscana ritiene che il primo e principale
compito di questo collettivo di militanti sia proprio il rafforzamento
teorico ed organizzativo del nostro Partito, senza il quale ogni azione
di resistenza e di conflitto risulterebbe debolissima. Le priorità
attuali devono essere:
1. Continuare nello sforzo della ricerca
della Rifondazione Comunista e dei suoi compiti del terzo millennio. La
pur lodevole iniziativa della tre giorni di Spoleto non può essere
certamente sufficiente e la discussione va depurata dagli elementi
polemici legati alle vicende del giorno per giorno.
2. L’organizzazione per un partito
comunista è un pezzo fondamentale del senso dell’esistenza politica. Da
anni ci diciamo che la forma attuale, cioè la forma del “partito di
massa”, sostanzialmente ancora quella del “Partito Nuovo” di
togliattiana memoria, non è più efficace. Abbiamo, negli anni scorsi,
utilizzato due strumenti per ripensarla: l’inchiesta sul Partito e la
conferenza di organizzazione. I risultati di quel percorso, seppur
positivi, sono rimasti lettera morta. Occorre ricominciare e in Toscana
lo stiamo facendo, utilizzando i medesimi strumenti e dandogli le gambe.
La nostra “cassetta degli attrezzi” conserva una freschezza
sorprendente: utilizziamola.
3. Autonomia del PRC: a qualsiasi
percorso di breve periodo si sia deciso di partecipare, essa non può
essere messa in discussione e deve essere praticata da tutto il Partito,
dai gruppi dirigenti di qualsiasi livello alle/ai militanti. Per questi
motivi, il Partito deve sviluppare nelle sedi formali (Conferenza
Programmatica, Conferenza delle lavoratrici/lavoratori) un’ampia e
approfondita discussione che porti alla definizione di un Programma
Generale (strategico) e di un Programma Minimo di Fase in cui siano
individuati alcuni punti imprescindibili su cui costruire campagne
pubbliche finalizzate al radicamento sociale tra le classi subalterne e
sfruttate, e da presentare alla discussione e al confronto politico con
le realtà con le quali, nella reciproca autonomia, si intende costituire
un polo alternativo.
4. Uscire fuori dalla cerchia politica e
militante: il dialogo e la costruzione di basi comuni con le altre
realtà sociali, politiche, d’associazione e quant’altro è necessario, ma
non sufficiente. Per troppi anni il nostro Partito si è avvolto nelle
spire di un infinito dibattito su con chi fare alleanze elettorali,
lotte, mobilitazioni. E’ tempo per noi di ricominciare a ragionare, in
termini di contenuti e di comunicazione degli stessi, su come
riavvicinare quell’enorme fetta di proletariato che ha coscienza della
propria pessima condizione materiale, ma che non ha una vera e propria
coscienza di classe: occorre attivare una vera e propria battaglia
politico-culturale, accanto a quella politico-sociale, per l’egemonia
sui settori popolari e proletari, che oggi si ritrovano ad accettare
supinamente ideologie disfattiste e disgregative avanzate da realtà
politiche che si pongono come alternative allo sfacelo dei diritti degli
ultimi anni, ma che di fatto non lo sono. In quest’ottica, il lavoro
sociale nelle masse è un tassello importante, ma non può essere
considerato il fulcro fondamentale dell’agire politico di un partito
comunista.
5. Autofinanziamento del PRC: non è più
sufficiente la resistenza a cui abbiamo dato vita in questi anni, per
sostenere un Partito organizzato nei territori occorre rafforzare gli
strumenti tradizionali , 2xmille, feste, cene e sottoscrizioni ma anche
iniziative economiche di tipo diverso. A tale scopo proponiamo di
organizzare un gruppo di lavoro regionale ad hoc che si occupi
esclusivamente di questo tema.
6. Tesseramento: il tesseramento non può
essere considerato come elemento di finanziamento del partito quanto,
piuttosto, forza del radicamento territoriale legato non ad elementi
episodici ma alla costruzione di un’identità, ideale e politica, del
PRC. Richiamiamo, per questo, tutte le strutture del partito ad uno
sforzo straordinario che consenta a Rifondazione della Toscana di
recuperare il terreno perso in questi anni.
Solo con uno strumento efficace e coeso, ideologicamente ed organizzativamente, potremo svolgere il nostro compito di breve periodo: la costruzione di un Fronte antiliberista e anticapitalista o Quarto Polo realmente plurale e democratico, aperto ad associazioni e soggetti politici, ma che non si comprometta con nuovi centrosinistra che sono stati causa del disastro. Il PRC deve assumere il ruolo di promotore e collante di tale fronte.
Solo con uno strumento efficace e coeso, ideologicamente ed organizzativamente, potremo svolgere il nostro compito di breve periodo: la costruzione di un Fronte antiliberista e anticapitalista o Quarto Polo realmente plurale e democratico, aperto ad associazioni e soggetti politici, ma che non si comprometta con nuovi centrosinistra che sono stati causa del disastro. Il PRC deve assumere il ruolo di promotore e collante di tale fronte.
Per questi motivi, il percorso
intrapreso da Pap non può essere considerato strategico nella forma in
cui ha deciso di strutturarsi dopo l’assemblea nazionale di Napoli:
quello che doveva essere un fronte unitario di lotta si sta avviando al
congresso fondativo di un nuovo Partito, anche se si usano altri termini
per definirlo. Là dove c’è organizzazione, per noi comunisti, c’è
sempre un passo avanti in ottica rivoluzionaria, ma non se ciò avviene a
scapito di organizzazioni già esistenti. In questa rappresentazione
appare evidente che il PRC non possa accettare alcuna forma di doppio
tesseramento, mascherato da sottoscrizione di 10 euro, e che non possa
cedere sovranità né a Pap né ad altri eventuali progetti dove ciò si
prefigura. Simili percorsi potranno essere valutati solo al termine di
un’esaustiva discussione sul nostro profilo politico strategico,
costruita senza automatismi e con meccanismi autenticamente democratici,
diversi da quelli populisti che spesso si sono rivelati quelli
dell’assemblearismo puro e semplice; sarà il inoltre necessario tornare
ad affrontare adeguatamente il tema del lavoro, in ottica non solo ma
anche elettorale, che ci attende in e per l’Europa da qui ad un anno.
Prospettiva, quella europea, che è il vero banco di prova su cui
interrogarci – senza derogare o delegare – per la costruzione di
percorsi che possano recuperare quel senso comune necessario – nella
società prima ancora che nelle urne – ad indicare una via diversa – non
settaria ma ben definita nei suoi confini – a quelle di destra che il
quadro politico attuale pare offrire.
COMITATO REGIONALE TOSCANO
giugno 2018
martedì 19 giugno 2018
UE- Sanzioni alla Crimea confermate senza discussione dai ministri europei dell’ agricoltura. Sarà lo stesso copione per le sanzioni alla Russia in scadenza il 31 luglio ?
Il 18 giugno 2018 il Consiglio Europeo ha rinnovato per un
anno le sanzioni economiche alla Crimea introdotte dopo il referendum che nel
2014 decise il ricongiungimento della penisola alla Russia e l’ abbandono dell’
Ucraina.
La sessione del Consiglio Europeo era dedicata all’
agricoltura e alla pesca e i paesi membri dell’ Unione erano rappresentati dai
ministri dell’ Agricoltura, per l’ Italia era presente il ministro Centinaio
della Lega Nord.
Il comunicato stampa sul rinnovo delle sanzioni è stato
pubblicato alle 10,30 e la riunione ha avuto inizio alle 10,10. Nel programma
della giornata non c’è nessun accenno alle sanzioni alla Crimea, non so se c’è
stato qualche passaggio formale di votazione.
Sicuramente non c’è stata discussione.
Le sanzioni dell' Unione alla Russia sono in scadenza il 31 luglio 2018 e
basterebbe il veto di un solo paese per costringere l’ Unione Europea a non
rinnovarle automaticamente con un copia incolla.
La formalità sarà gestita invece alla solita maniera, con un
rinnovo automatico ?
E’ probabile, e nella sostanza andrà sicuramente così. La vera sede dove vengono decise le sanzioni dell' Unione Europea sembra essere il G7 e non il Consiglio Europeo.
A meno di sorprese, eventuali differenze dal solito copione saranno solo di facciata.
Marco
venerdì 15 giugno 2018
Se fossero stati occidentali ? Migranti, la disumanità dei 12 corpi senza vita scomparsi
Volevo scrivere un post sui 12 corpi senza vita di migranti, abbandonati in mare dalla nave militare USA Trenton. Ho letto poi su il manifesto un aggiornamento sull' episodio, e quanto successo mi appare ancora più disumano di quanto pensassi.
Mi sembrava inverosimile che una nave militare USA non potesse portare a terra 12 cadaveri. E volevo sfogare la mia indignazione in alcune righe. Ma sul manifesto di oggi sono stati chiariti altri dettagli che riporto.
La nave della ONG tedesca Sea Watch è stata contattata dalla Trenton ed informata che la nave USA stava caricando a bordo una quarantina di migranti naufraghi e avrebbe dovuto recuperare 12 cadaveri. La Sea Wacth avrebbe dovuto portare i naufraghi sulla terra ferma. Il trasbordo dei migranti sulla nave tedesca non è poi avvenuto perché nelle 24 ore successive non sono arrivate certezze su eventuali approdi in Italia. La Trenton allora si è diretta verso la Sicilia con i 40 naufraghi.
E i 12 cadaveri ?
Inizialmente silenzio,
in un secondo momento la spiegazione data dagli statunitensi è stata questa: prima sono stati salvati i naufraghi , una volta portati a bordo i superstiti, i militari sono tornati per recuperare i corpi senza vita che però non sono stati trovati.
Io non credo a questa versione e mi auguro che esca fuori qualche parente dei morti nel naufragio a pretendere spiegazioni più convincenti e sicure. Qualcosa potrebbe dire anche chi si è salvato e sta arrivando in Sicilia.
Sarà difficile per giornalisti chiedere notizie ai migranti, visto lo stato di polizia in cui viviamo. Mi auguro però che tra gli operatori che seguiranno le persone nella loro accoglienza in Italia qualcuno abbia la mia stessa curiosità e indignazione.
Marco Palombo
lunedì 11 giugno 2018
Digiuno per evitare che il governo Conte Salvini DiMaio diventi un nuovo governo Tambroni
Domani osserverò un giorno di digiuno contro l' atteggiamento del governo Conte-Salvini-DiMaio sulla questioni migranti. Lo farò per evitare che l'esecutivo M5S-Lega si trasformi in un nuovo governo Tambroni
Scrivo queste note alle 15,20 dopo aver letto che la Spagna accoglierà i 600 migranti attualmente sulla nave Aquarius.
Ho pensato all' idea di digiuno un paio di ore prima quando la tensione sul caso sembra senza sbocco.
Avevo appena commentato ad alcuni amici, qualcuno simpatizzante del M5S, che Salvini se continuava qualche giorno sulla posizione di chiusura dei porti, rischiava di finire con il suo governo, perchè oggi è ormai chiaro a tutti che questo è il suo governo, come il governo Tambroni del 1960, spazzato via da manifestazioni di piazza e scontri a Genova nel mese di luglio.
Questo mio timore di scontri violenti era rinforzato dal ricordo di Genova 2001, un altro luglio con un governo di centrodestra appena eletto, e dall' atteggiamento sopra le righe della polizia domenica 27 maggio a Roma quando veniva contestato il Giro d' Italia partito da Israele e tutti si aspettavano in serata il varo del governo Conte, poi rinviato in extremis per la candidatura del prof. Savona al ministero dell' Economia.
Ho pensato allora che dovevamo provare ad incanalare la rabbia in modo costruttivo, non riducendo il conflitto ma indirizzandolo su obiettivi migliori per tutti.
Ho trovato invece dopo le 15.00 una situazione diversa e la possibilità di un calo di tensione. Rimane aperto invece il problema, e dobbiamo cominciare ad affrontarlo con forza.
Per questo domani martedì 12 giugno farò un giorno di digiuno, solo acqua e caffè, e sabato sarò in piazza al corteo che vedrà alla testa i compagni di lavoro di Soumayla residenti nella tendopoli di San Ferdinando di Puglia.
Un piccolo gesto che comunico a pochi. Ma mi piacerebbe provare a condividere con altri un modo nonviolento di contrastare le politiche violente contro i migranti.
Ne riparleremo
Marco
venerdì 8 giugno 2018
Sanzioni UE alla Russia,il 31 luglio Italia decisiva. Necessaria infatti l'unanimità dei paesi membri dell' Unione.
Il prossimo 31 luglio il Consiglio Europeo, probabilmente alla presenza dei ministri degli esteri, discuterà il rinnovo di alcune sanzioni alla Russia.
Per rinnovare il provvedimento è necessaria l' unanimità, e le sanzioni possono essere varate in genere per 12 mesi. In questo caso invece il rinnovo avviene ogni sei mesi.
L' Italia sarà dunque decisiva.
Se il 31 luglio prossimo il nostro ministro degli esteri non approverà il rinnovo delle sanzioni, queste cesseranno e dovrà essere trovata una nuova soluzione.
Se il 31 luglio prossimo il nostro ministro degli esteri non approverà il rinnovo delle sanzioni, queste cesseranno e dovrà essere trovata una nuova soluzione.
Il governo Conte potrebbe dunque essere protagonista di una scelta internazionale rilevante. E' difficile però prevedere il comportamento della compagine governativa per ora guidata da Salvini e Di Maio quasi esclusivamente con battute propagandistiche ma con scarsa autorevolezza.
Di seguito la notizia delle sanzioni rinnovate il prossimo 31 luglio e la procedura necessaria al rinnovo. Compresa la necessità di unanimità dei paesi membri dell' Unione.
Marco Palombo
Andrea Pipino
Internazionale.it 8 giugno 2018
"L’Unione europea ha anche imposto sanzioni economiche che limitano l’accesso della Russia ai capitali, alle tecnologie e alle armi europei. Varati per la prima volta nel luglio del 2014, questi provvedimenti sono stati prorogati di sei mesi in sei mesi. La prossima scadenza è fissata al 31 luglio."
http://www.consilium.europa.eu/it/policies/sanctions/adoption-review-procedure/
Adozione di una decisione del Consiglio
Le misure restrittive sono stabilite nelle decisioni del Consiglio in materia di politica estera e di sicurezza comune (PESC), su proposta formulata dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR).
Le misure proposte sono quindi esaminate e discusse dai pertinenti organi preparatori del Consiglio:
- il gruppo del Consiglio responsabile per la regione geografica cui appartiene il paese in questione (ad esempio il gruppo "Europa orientale e Asia centrale" (COEST) per l'Ucraina e la Bielorussia, il gruppo "Mashreq/Maghreb" per la Siria o altri organi preparatori)
- il gruppo dei Consiglieri per le relazioni esterne (RELEX)
- se necessario, il comitato politico e di sicurezza (CPS)
- il comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper II)
Successivamente il Consiglio adotta la decisione all'unanimità.
Se la decisione del Consiglio prevede il congelamento dei beni e/o altri tipi di sanzioni economiche e/o finanziarie, tali misure devono essere attuate mediante un regolamento del Consiglio......
.....Adozione di un regolamento del Consiglio
Sulla base della decisione PESC del Consiglio, l'alto rappresentante e la Commissione presentano una proposta congiunta di regolamento del Consiglio.
Tale proposta viene esaminata dal gruppo RELEX e trasmessa al Coreper e al Consiglio per adozione. Il Consiglio informa quindi il Parlamento europeo circa l'adozione del regolamento del Consiglio.
Il regolamento definisce l'esatto campo di applicazione delle misure e le modalità della loro attuazione. In quanto atto giuridico di portata generale, il regolamento è vincolante per qualsiasi persona o entità (operatori economici, autorità pubbliche, ecc.) all'interno dell'UE.
Processo di riesame
Tutte le misure restrittive in vigore sono costantemente riesaminate per garantire che continuino a contribuire al conseguimento dell'obiettivo dichiarato.
Risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU
Le misure restrittive adottate nel contesto dell'attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non hanno una data limite. Esse sono modificate o revocate senza indugio in seguito a una decisione delle Nazioni Unite a tal fine.
Regimi sanzionatori misti
Anche le disposizioni dell'ONU sono a tempo indeterminato. Le disposizioni autonome dell'UE sono riesaminate almeno ogni 12 mesi.
Misure restrittive autonome
Le decisioni del Consiglio che impongono misure restrittive autonome dell'UE si applicano solitamente per un periodo di 12 mesi, mentre i corrispondenti regolamenti del Consiglio non hanno scadenza.
Prima di decidere di prorogare una tale decisione del Consiglio, quest'ultimo riesamina le misure restrittive. A seconda dell'evolversi della situazione, il Consiglio può decidere in qualsiasi momento di modificarle, prorogarle o sospenderle temporaneamente.
giovedì 7 giugno 2018
Il M5S inizia comprando gli F-35, su questo copre e imita il PD
Avrei dovuto mettere il punto interrogativo al titolo, ma ho dato per sicuro l' acquisto degli F-35 da parte del nuovo governo Conte-Salvini-Di Maio perchè sogno di essere smentito. Non ho alcuna simpatia per il nuovo governo ma non mi sta simpatico neanche il gigantesco sistema militare USA ed è molto più dannoso, uccide moltissimo di più, dell' attuale esecutivo.
Naturalmente il Pd è più ipocrita del M5S ed aveva costruito la sua forza nei decenni passati su aspirazioni completamente contrarie a quelle della NATO, e lo stesso "pacifismo moderato" non ha mai seriamente tentato di fermare l' acquisto degli F-35 o la vendita delle armi all' Arabia Saudita. Ha sempre fatto finta, perchè i governi di centrosinistra sono sempre (in questo momento solo a livello locale) loro amici.
M.P.
Pinotti compra altri 8 caccia F35 all’insaputa delle nuove Camere
La denuncia dell'Osservatorio Milex sulle spese militari. 150 milioni di euro l’uno: è il costo medio reale calcolato per gli F35 dall’ultima relazione della Corte dei Conti. Ma da 22 jet entro il 2021, ora si passa a 30 velivoli di Rachele Gonnelli
«Imbarazzante» e «patetico», è così che il Times di Londra ha definito il volo inaugurale dei primi caccia supersonici F35 modello Lightning II consegnati dalla casa produttrice Lockheed Martin alla Raf, la Royal Air Force. È bastato un po’ di pioggia e il volo dalla Carolina del Sud alla base di Marham nel Norfolk è stato annullato. I modernissmi aererei multiruolo con tecnologia stealth per teatri di guerra lontani che i generali britannici si preparavano a festeggiare in pompa magna, sono rimasti a terra.
Da notare che si tratta degli stessi, identici, modelli di jet – progettati, sulla carta, per resistere ai cyberattacchi, a decollo verticale, non intercettabili e così via – che l’Italia ha recentemente comprato in blocco – in numero di otto – aumentando in un sol colpo e in modo considerevole il già costosissimo (730 milioni di dollari nelle ultime previsioni della Corte dei conti) programma di ammodernamento della flotta di cacciabombardieri tricolori.
A scoprire questo nuovo e ancora non pattuito acquisto dei lotti 13 e 14 è stato, proprio pochi giorni fa, l’Osservatorio sulle spese militari italiane Milex, attraverso una nota diffusa direttamente dal Pentagono. Costo in più per l’Italia: 10 milioni di dollari, che ora la nuova ministra della Difesa Elisabetta Trenta sarà impegnata a sborsare anche di controvoglia.
L’incertezza politica sul nuovo esecutivo italiano – si capisce dal rapporto Milex – ha indotto i partner statunitensi a premere sull’ex ministra della Difesa Roberta Pinotti perché firmasse di corsa l’acquisto degli altri otto aerei, nonostante la titolare del dicastero fosse in prorogatio di mandato, con gli scatononi già pronti. La firma porta la data del 25 aprile, cioè proprio mentre l’Italia, con un po’ di apprensione per i possibili ricorsi storici, festeggiava la Liberazione.
Con quel semplice tratto di penna è così andato in fumo gran parte del risparmio sul programma di acquisizioni di F35: dagli iniziali 131 previsti si era passati a 90 aerei in tutto, grazie a una battaglia parlamentare che aveva visto l’appoggio anche degli eletti della passata legislatura del Movimento Cinque Stelle, partito che oggi esprime la titolare della Difesa.
La Corte dei conti, nella relazione sulla spesa per gli F35 dell’anno scorso, metteva per altro in guardia da vari inconvenienti, tra cui ad esempio lo scarso impatto occupazionale (solo 6.300 posti di lavoro come picco nel 2019). Altro problema segnalato dalla Corte riguarda il continuo aumento dei costi di sviluppo del progetto, lievitati di oltre il 50% nella fase di sviluppo, nella quale si sono riscontrati «errori e carenze di progettazione» pesanti. Soprattutto per il tanto decantato e mai garantito « decollo verticale», come si è visto nei cieli del Norfolk.
Questa fase, che prevedeva gli aggravi di costo a carico del partner statunitense, è finita a maggio. Da adesso i costi di «retrofit» sono in testa ai partner europei, Italia in testa visto che la base di Cameri sarà l’unica ad assemblare i pezzi fuori dagli Usa.
E Pinotti invece di «sottrarsi a ulteriori acquisti» ha preferito comprare il pacchetto a prezzo calmierato. Senza neanche discuterne con il nuovo Parlamento.
mercoledì 6 giugno 2018
Salvini eletto in Calabria, grazie a Scopelliti, condannato poco dopo
Diventa
definitiva la condanna a oltre 4 anni per l'ex governatore della Calabria. In
un mese è passato dalla campagna elettorale a sostengo della Lega alla galera
per aver falsificato i bilanci di quando era sindaco di Reggio. Ma non è
l'unica ombra calabra che pesa sul Carroccio
L'Espresso
DI GIOVANNI TIZIAN
05 aprile
2018
Dal sostegno elettorale
alla Lega di Matteo Salvini al carcere di Reggio Calabria. Un mese intenso,
quello di Giuseppe Scopelliti. Prima la campagna per il voto del 4 marzo con il
suo nuovo Movimento nazionale per la sovranità- fondato insieme a Gianni
Alemanno, sotto processo per finanziamento illecito in un filone scaturito da
Mafia Capitale- a sostegno della Lega. Poi, chiusa la parentesi delle
politiche, nei giorni delle consultazioni, ecco che arriva la condanna a 4 anni
e 7 mesi per falso in atto pubblico confermata dalla Cassazione con
l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. La vicenda risale a quando
Scopelliti era sindaco di Reggio: l'accusa condivisa dai giudici è di aver
falsificato i bilanci comunali.
Un'altra tegola per la narrazione legalitaria di Matteo Salvini, che dopo gli arresti di ieri in Sicilia e l'indagine su i due volti più noti della Lega al Sud, deve fare i conti con il verdetto contro Scopelliti, che per la Lega ha fatto campagna elettorale nel suo feudo elettorale, a Reggio Calabria.
Un'altra tegola per la narrazione legalitaria di Matteo Salvini, che dopo gli arresti di ieri in Sicilia e l'indagine su i due volti più noti della Lega al Sud, deve fare i conti con il verdetto contro Scopelliti, che per la Lega ha fatto campagna elettorale nel suo feudo elettorale, a Reggio Calabria.
L'appoggio è stato proficuo, garantedo in provincia di Reggio un buon risultato, vicino al 7 per cento, in un territorio che ha accolto con favore l'endorsmente dell'ex governatore, il quale è riuscito a piazzare nelle liste del partito di Salvini anche suoi candidati.
Superato lo Stretto, infatti, i Salvini boys non hanno nulla a che spartire con la tradizione democristiana che ritroviamo da Palermo a Catania. Qui prevale il nero degli eredi politici del Movimento sociale. L'alleanza politica sui territori è stata fatta, appunto, con Giuseppe Scopelliti Scopelliti. Lui, però, non si è candidato, proprio per non creare imbarazzo al Capitano della nuova Lega sovranista. La condanna, in effetti, è arrivata. Ma c'era anche un'altro macigno che pesa sull'ex governatore della Calabria: è in attesa di capire l’evoluzione di un’inchiesta dell’antimafia sul livelo occulto della ‘ndrangheta, in cui è indagato. Tuttavia, i dirigenti della Lega non hanno esitato a incassare il sostegno di Scopelliti.
Anzi, l’ex governatore e già sindaco di Reggio ha lavorato dietro le quinte, mettendo a disposizione il suo blocco elettorale mobile che fa gola a molti. E, visto il risultato, ha funzionato. Dal canto suo Scopelliti non rinuncia certo a piazzare sue pedine nelle liste. Una su tutte: Tilde Minasi, fedelissima fin dalla prima giunta comunale. Lei non è stata eletta. A differenza del segretario della sezione calabrese della Lega-Noi con Salvini: Domenico Furgiuele, un passato nella Destra di Storace, e, ora, fresco deputato.
Quando Furgiuele era un ultras del Sambiase ha collezionato un Daspo, che
la Questura affibbia solo ai tifosi più agitati. Una delle prime apparizioni di
Matteo Salvini in Calabria è del 2015, quando insieme a Furgiuele hanno
organizzato una conferenza stampa all’Aerhotel Phelipe, di proprietà della
famiglia dell’imprenditore Salvatore Mazzei, suocero di Furgiuele. Il parente
del candidato di Salvini a Lamezia ha i beni sotto sequestro dall’antimafia.
Lui rigetta ogni accusa, sostiene di essere una vittima, forte anche di un assoluzione
da un processo per concorso esterno. Di certo, però, Mazzei è sfortunato nella
scelta dei partner: un suo vecchio socio, imprenditore delle sale bingo, è
stato pizzicato di recente dalla guardia di finanza di Lamezia per una presunta
bancarotta fraudolenta.
Dettagli per Furgiuele. Che ha così ormai quasi rimosso dalla memoria quel passaggio di un informativa della polizia in cui viene tirato in ballo per aver offerto alle persone sbagliate due stanze dell’hotel di famiglia, lo stesso in cui Salvini è stato ospite tre anni fa. I detective che indagavano su un caso di omicidio del 2012, infatti, scoprono che i sicari dopo la spedizione hanno alloggiato nel quattro stelle senza pagare alcunché. «Erano ospiti del signor Domenico Furgiuele, genero del signor Mazzei, proprietario dell’Hotel», si legge nel documento anticipato dall'Espresso nell'inchiesta di copertina sui "Legami pericolosi" della Lega di Salvini. L’episodio non ha avuto alcun rilievo penale, Furgiuele non poteva immaginare che quelli fossero gli autori del grave delitto. Si era fidato di un amico, a sua insaputa coinvolto con quella gentaglia. «Un equivoco, solo un equivoco. L'ho chiarito nelle sedi opportune, infatti non sono indagato. Parliamo d'altro?» ha dichiarato a Repubblica subito dopo il voto. Una storiaccia, insomma, da dimenticare. Furgiuele, ora, è concentrato sul futuro governo.
Di certo, però, dal sostegno di Scopelliti ( il condannato) al deputato con il suocero-imprenditore sospettato dall'antimafia, la Lega in Calabria rischia di sembrare già vecchia. Un po' come nella vicina Sicilia.
Dettagli per Furgiuele. Che ha così ormai quasi rimosso dalla memoria quel passaggio di un informativa della polizia in cui viene tirato in ballo per aver offerto alle persone sbagliate due stanze dell’hotel di famiglia, lo stesso in cui Salvini è stato ospite tre anni fa. I detective che indagavano su un caso di omicidio del 2012, infatti, scoprono che i sicari dopo la spedizione hanno alloggiato nel quattro stelle senza pagare alcunché. «Erano ospiti del signor Domenico Furgiuele, genero del signor Mazzei, proprietario dell’Hotel», si legge nel documento anticipato dall'Espresso nell'inchiesta di copertina sui "Legami pericolosi" della Lega di Salvini. L’episodio non ha avuto alcun rilievo penale, Furgiuele non poteva immaginare che quelli fossero gli autori del grave delitto. Si era fidato di un amico, a sua insaputa coinvolto con quella gentaglia. «Un equivoco, solo un equivoco. L'ho chiarito nelle sedi opportune, infatti non sono indagato. Parliamo d'altro?» ha dichiarato a Repubblica subito dopo il voto. Una storiaccia, insomma, da dimenticare. Furgiuele, ora, è concentrato sul futuro governo.
Di certo, però, dal sostegno di Scopelliti ( il condannato) al deputato con il suocero-imprenditore sospettato dall'antimafia, la Lega in Calabria rischia di sembrare già vecchia. Un po' come nella vicina Sicilia.
lunedì 4 giugno 2018
Ecco le lamiere che per molti italiani, non per l' ex proprietario, giustificherebbero l' assassinio di un uomo
Il capannone abbandonato dove il giovane assassinato voleva prendere le lamiere |
In questo servizio del Tg
di La7, si vede la fabbrica abbandonata dove Soumayla stava recuperando vecchie
lamiere,
http://tg.la7.it/cronaca/migrante-ucciso-a-fucilate-nel-vibonese-era-un-sindacalista-03-06-2018-128229
http://tg.la7.it/cronaca/migrante-ucciso-a-fucilate-nel-vibonese-era-un-sindacalista-03-06-2018-128229
La frase che segue e' tratta dall' articolo scritto presente sul sito di La7
"La vendetta per il furto delle lamiere è l'ipotesi su cui si concentrano gli investigatori che escludono la matrice xenofoba. "
Vedendo la struttura nel video l' ipotesi degli investigatori appare assai improbabile
e inoltre:
Dal Corriere di Calabria
"Gli inquirenti non formulano al momento un’ipotesi precisa, ma le indiscrezioni portano alla criminalità organizzata per cui Soumalia potrebbe aver pagato una “invasione di campo” commessa quando, insieme con due connazionali, ha tentato di portar via delle lamiere dalla fabbrica dismessa in cui è avvenuta la tragedia.
I tre migranti, tutti con regolare permesso di soggiorno, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, stavano raccogliendo materiale nell’area dell’ex fornace “La Tranquilla” del centro del Vibonese, quando un uomo è sceso da una Fiat Panda premendo quattro volte il grilletto di un fucile.
La fabbrica è sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato. "
Di seguito alcuni commenti scritti ieri sul web, ignoranti, ma di una ignoranza alimentata anche dagli "investigatori" oltre che da neo ministri.
"Perché nessuno spiega che erano in tre, stavano rubando in una proprietà privata e li è arrivata addosso una caterva di piombo?"
"perchè siamo italioti...perchè hanno violentato, ucciso e tagliato a pezzi una ragazza italiana e tutti zitti...MA ORA SIAMO LIBERI DI DIRE CIO' CHE PENSIAMO ANCHE A COSTO DI ESSERE RASSISTI."
"
M.P.
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