Lo stralcio del documento del Prc Toscana dove si frena sul percorso per Potere al Popolo che era stato condiviso dall' assemblea di Napoli di Potere al Popolo del 26 27 maggio.Di seguito il documento integrale:
"Per questi motivi, il percorso intrapreso da Pap non può essere considerato strategico nella forma in cui ha deciso di strutturarsi dopo l’assemblea nazionale di Napoli: quello che doveva essere un fronte unitario di lotta si sta avviando al congresso fondativo di un nuovo Partito, anche se si usano altri termini per definirlo. Là dove c’è organizzazione, per noi comunisti, c’è sempre un passo avanti in ottica rivoluzionaria, ma non se ciò avviene a scapito di organizzazioni già esistenti. In questa rappresentazione appare evidente che il PRC non possa accettare alcuna forma di doppio tesseramento, mascherato da sottoscrizione di 10 euro, e che non possa cedere sovranità né a Pap né ad altri eventuali progetti dove ciò si prefigura."
Pubblichiamo il documento approvato dal Comitato politico regionale toscano del Partito della Rifondazione Comunista
Sono trascorsi ormai mesi dalle elezioni
del 4 di Marzo e si è insediato un nuovo governo del paese. Nessuno può
più dubitare del fatto che la destra (classicamente intesa) abbia vinto
e che la tornata elettorale abbia generato uno spostamento notevole di
elettorato. La sinistra, sia quella rappresentata da LEU, sia quella di
alternativa rappresentata da PAP, esce pesantemente sconfitta. La crisi
del partito neocentrista, il PD, appare irreversibile. Il consenso nel
paese del governo giallo-verde è in aumento nel popolo ed indica,
proprio perché avviene sulla questione dei migranti, uno sfondamento
culturale. Una fase di questo tipo non si manifesta all’improvviso. Le
politiche del centrosinistra degli ultimi decenni, l’accelerazione
causata dalla crisi e dalla conseguente austerità, imposta dall’UE ed
accettata come dogma, hanno preparato il terreno ad una svolta che non
appare ora di breve periodo. Le politiche neoliberiste non hanno trovato
una sensibile resistenza sul piano sociale ed hanno indebolito un
sindacato che appare privo, ormai, di visione politica.
Il blocco sociale del lavoro è ormai
distrutto e atomizzato, oppresso dalla precarietà, ormai decennale, e
dal Job Act. Il programma del governo Lega-M5S riporta le relazioni
sociali alle dinamiche ottocentesche, introducendo la FlatTax, e il
sindacato confederale appare non in grado di riaprire un conflitto
generale. In questa situazione occorre avviare una riflessione profonda e
non occasionale o semplicemente legata alle scadenze elettorali.
Per quanto riguarda l’analisi del voto
amministrativo, bisogna anzitutto notare che l’affluenza generale è di
media inferiore, anche non di poco, alle politiche di marzo e alle
amministrative di cinque anni fa. Il Movimento Cinque Stelle ha subito
un tracollo, perdendo milioni di voti rispetto al risultato delle
politiche e andando al ballottaggio solo in realtà secondarie. Si
registra inoltre una significativa debacle del Partito Democratico,
soprattutto se si sommano i voti assoluti anche con le ultime elezioni
politiche, tanto più con le amministrative precedenti. Ricordiamoci che
spesso il crollo del PD è mitigato dalla moltiplicazione delle liste
satelliti (civiche o meno) che in molti casi, anche in Toscana, sono
state novelle rappresentanti di una nuova forma di voto utile, cioè
quello del “fronte democratico” contro le destre. Si è verificato
insomma un referendum sulle paure più bieche fomentate dalla destra, una
polarizzazione evidente, resa spesso solo apparente per l’inseguimento
che in molti casi PD e cosiddetto centrosinistra hanno fatto dei temi e
delle ricette della destra. Nonostante questo, analizzando i numeri
possiamo dire che le liste plurali d’alternativa hanno ottenuto
risultati dignitosi, in particolare in Sicilia, Calabria in Liguria e
soprattutto ad Ancona e a Pisa.
In Toscana il risultato migliore è stato
raggiunto proprio a Pisa, in quanto la coalizione Diritti in Comune
aumenta di poco in voti assoluti. Un buon risultato si è ottenuto anche a
Campi Bisenzio con Pap e il candidato sindaco Ballerini (del PRC),
mentre a Siena non si può dire di aver avuto un esito secondo le attese,
con Pap poco sopra il 2% e soprattutto Sinistra per Siena che perde
otto punti rispetto alle scorse amministrative. Situazione di Siena che
andrà analizzata attentamente, sia per le dinamiche interne alla nostra
coalizione sia per l’assenza, come a Campi, dei Cinque Stelle. Tutto
sommato buon risultato anche a Massa, dove vi è un significativo aumento
di voti rispetto alle elezioni politiche e dove il candidato sindaco,
consigliere uscente di Rifondazione, ottiene un centinaio di voti in più
rispetto alla lista stessa. A Pietrasanta, la lista di sinistra
comunista presentata avanza in termini assoluti e di percentuale
rispetto a PAP.
Ciò che sta accadendo in questi giorni,
l’avanzare della barbarie razzista e fascistoide nel governo e nel
popolo italiano, costringe alla costruzione di un soggetto sociale e
politico della trasformazione che non può non misurarsi sul continente
europeo. Alle politiche delle destre nazionaliste che si saldano da un
lato all’altro dell’Atlantico bisogna rispondere con l’unità delle forze
antiliberiste e anticapitaliste del Vecchio Continente, sia nel
conflitto sociale sia nella rappresentanza politica. Noi pensiamo che in
questo quadro il PRC abbia compiti e ruoli.
Rifondazione Comunista arriva a questa
fase fortemente indebolita, ma non distrutta. Pensare ad uno
scioglimento, come forse sperano/auspicano compagni di strada più o meno
vicini, sarebbe un errore storico e priverebbe le classi subalterne di
uno strumento utile.
Per queste ragion il Comitato Politico
Regionale del PRC della Toscana ritiene che il primo e principale
compito di questo collettivo di militanti sia proprio il rafforzamento
teorico ed organizzativo del nostro Partito, senza il quale ogni azione
di resistenza e di conflitto risulterebbe debolissima. Le priorità
attuali devono essere:
1. Continuare nello sforzo della ricerca
della Rifondazione Comunista e dei suoi compiti del terzo millennio. La
pur lodevole iniziativa della tre giorni di Spoleto non può essere
certamente sufficiente e la discussione va depurata dagli elementi
polemici legati alle vicende del giorno per giorno.
2. L’organizzazione per un partito
comunista è un pezzo fondamentale del senso dell’esistenza politica. Da
anni ci diciamo che la forma attuale, cioè la forma del “partito di
massa”, sostanzialmente ancora quella del “Partito Nuovo” di
togliattiana memoria, non è più efficace. Abbiamo, negli anni scorsi,
utilizzato due strumenti per ripensarla: l’inchiesta sul Partito e la
conferenza di organizzazione. I risultati di quel percorso, seppur
positivi, sono rimasti lettera morta. Occorre ricominciare e in Toscana
lo stiamo facendo, utilizzando i medesimi strumenti e dandogli le gambe.
La nostra “cassetta degli attrezzi” conserva una freschezza
sorprendente: utilizziamola.
3. Autonomia del PRC: a qualsiasi
percorso di breve periodo si sia deciso di partecipare, essa non può
essere messa in discussione e deve essere praticata da tutto il Partito,
dai gruppi dirigenti di qualsiasi livello alle/ai militanti. Per questi
motivi, il Partito deve sviluppare nelle sedi formali (Conferenza
Programmatica, Conferenza delle lavoratrici/lavoratori) un’ampia e
approfondita discussione che porti alla definizione di un Programma
Generale (strategico) e di un Programma Minimo di Fase in cui siano
individuati alcuni punti imprescindibili su cui costruire campagne
pubbliche finalizzate al radicamento sociale tra le classi subalterne e
sfruttate, e da presentare alla discussione e al confronto politico con
le realtà con le quali, nella reciproca autonomia, si intende costituire
un polo alternativo.
4. Uscire fuori dalla cerchia politica e
militante: il dialogo e la costruzione di basi comuni con le altre
realtà sociali, politiche, d’associazione e quant’altro è necessario, ma
non sufficiente. Per troppi anni il nostro Partito si è avvolto nelle
spire di un infinito dibattito su con chi fare alleanze elettorali,
lotte, mobilitazioni. E’ tempo per noi di ricominciare a ragionare, in
termini di contenuti e di comunicazione degli stessi, su come
riavvicinare quell’enorme fetta di proletariato che ha coscienza della
propria pessima condizione materiale, ma che non ha una vera e propria
coscienza di classe: occorre attivare una vera e propria battaglia
politico-culturale, accanto a quella politico-sociale, per l’egemonia
sui settori popolari e proletari, che oggi si ritrovano ad accettare
supinamente ideologie disfattiste e disgregative avanzate da realtà
politiche che si pongono come alternative allo sfacelo dei diritti degli
ultimi anni, ma che di fatto non lo sono. In quest’ottica, il lavoro
sociale nelle masse è un tassello importante, ma non può essere
considerato il fulcro fondamentale dell’agire politico di un partito
comunista.
5. Autofinanziamento del PRC: non è più
sufficiente la resistenza a cui abbiamo dato vita in questi anni, per
sostenere un Partito organizzato nei territori occorre rafforzare gli
strumenti tradizionali , 2xmille, feste, cene e sottoscrizioni ma anche
iniziative economiche di tipo diverso. A tale scopo proponiamo di
organizzare un gruppo di lavoro regionale ad hoc che si occupi
esclusivamente di questo tema.
6. Tesseramento: il tesseramento non può
essere considerato come elemento di finanziamento del partito quanto,
piuttosto, forza del radicamento territoriale legato non ad elementi
episodici ma alla costruzione di un’identità, ideale e politica, del
PRC. Richiamiamo, per questo, tutte le strutture del partito ad uno
sforzo straordinario che consenta a Rifondazione della Toscana di
recuperare il terreno perso in questi anni.
Solo con uno strumento efficace e coeso, ideologicamente ed organizzativamente, potremo svolgere il nostro compito di breve periodo: la costruzione di un Fronte antiliberista e anticapitalista o Quarto Polo realmente plurale e democratico, aperto ad associazioni e soggetti politici, ma che non si comprometta con nuovi centrosinistra che sono stati causa del disastro. Il PRC deve assumere il ruolo di promotore e collante di tale fronte.
Solo con uno strumento efficace e coeso, ideologicamente ed organizzativamente, potremo svolgere il nostro compito di breve periodo: la costruzione di un Fronte antiliberista e anticapitalista o Quarto Polo realmente plurale e democratico, aperto ad associazioni e soggetti politici, ma che non si comprometta con nuovi centrosinistra che sono stati causa del disastro. Il PRC deve assumere il ruolo di promotore e collante di tale fronte.
Per questi motivi, il percorso
intrapreso da Pap non può essere considerato strategico nella forma in
cui ha deciso di strutturarsi dopo l’assemblea nazionale di Napoli:
quello che doveva essere un fronte unitario di lotta si sta avviando al
congresso fondativo di un nuovo Partito, anche se si usano altri termini
per definirlo. Là dove c’è organizzazione, per noi comunisti, c’è
sempre un passo avanti in ottica rivoluzionaria, ma non se ciò avviene a
scapito di organizzazioni già esistenti. In questa rappresentazione
appare evidente che il PRC non possa accettare alcuna forma di doppio
tesseramento, mascherato da sottoscrizione di 10 euro, e che non possa
cedere sovranità né a Pap né ad altri eventuali progetti dove ciò si
prefigura. Simili percorsi potranno essere valutati solo al termine di
un’esaustiva discussione sul nostro profilo politico strategico,
costruita senza automatismi e con meccanismi autenticamente democratici,
diversi da quelli populisti che spesso si sono rivelati quelli
dell’assemblearismo puro e semplice; sarà il inoltre necessario tornare
ad affrontare adeguatamente il tema del lavoro, in ottica non solo ma
anche elettorale, che ci attende in e per l’Europa da qui ad un anno.
Prospettiva, quella europea, che è il vero banco di prova su cui
interrogarci – senza derogare o delegare – per la costruzione di
percorsi che possano recuperare quel senso comune necessario – nella
società prima ancora che nelle urne – ad indicare una via diversa – non
settaria ma ben definita nei suoi confini – a quelle di destra che il
quadro politico attuale pare offrire.
COMITATO REGIONALE TOSCANO
giugno 2018
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