Per
la sinistra parlare di guerre e' scomodo, ma le armi europee spesso
uccidono e distruggono la vita di singole persone e la vita sociale
di numerose comunità. Terrorismo e molte migrazioni forzate nascono
da questo.
Il
18 giugno al Teatro Brancaccio di Roma si riunirà una assemblea che
Anna Falcone e Tomaso Montanari, tra gli animatori più impegnati dei
comitati per il No al referendum del 4 dicembre, hanno proposto a
partiti, movimenti, associazioni, per discutere di una lista unitaria
della sinistra alle prossime elezioni politiche che si terranno non
più tardi dell' aprile 2018.
Nell'
appello per "Una alleanza popolare per la democrazia e l'
uguaglianza" e' centrale il tema della lotta alla disuguaglianza
ma probabilmente questa è riferita solo alle persone presenti nel
territorio dell' Unione Europea.
E'
infatti completamente assente ogni riferimento alle guerre in corso,
anche quelle molto vicine a noi, vedi Libia, ma fuori dal
perimetro dell' UE. Nell’ appello non si parla del
coinvolgimento italiano, diretto o indiretto, in quei conflitti
armati, delle armi italiane ed europee che sono vendute, spesso da
imprese di proprietà pubblica, a paesi impegnati in quei conflitti
armati, e che uccidono anche migliaia di civili, compresi bambini.
Bombe
partite dalla Sardegna uccidono civili e bambini yemeniti
La
vicenda delle bombe che dalla Sardegna arrivano poi ad uccidere nello
Yemen, lanciate dai nostri alleati dell' Arabia Saudita, riassume da
sola molti di questi atteggiamenti. Non parlarne in occasione di
elezioni politiche e' complice, non parlarne per poi dedicare fiumi
di parole a Renzi e Pisapia e' tragicamente grottesco.
Qualche
commento all' appello ha citato il tema pace-guerra-spese
militari-mercato di armi.
Ne hanno scritto Cremaschi e il gruppo milanese comprendente Agnoletto, Basilio Rizzo,Molinari. Un articolo di Livio Pepino ha accennato a possibili tagli alle spese militari, uno scritto di Pugliese e Valpiana, del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, ha suggerito l' "aggiunta della nonviolenza" al percorso iniziato. Enrico Peyretti, sempre generoso attivista oltre che studioso e divulgatore della cultura nonviolenta, ha suggerito in una lettera al Manifesto una integrazione al testo dell' appello.
Nonostante questo, anche il comunicato successivo con il quale Falcone e Montanari
convocano al Brancaccio l' assemblea del 18 giugno ignora
completamente l' argomento, pur citandone molti altri:
'...concentrare
risorse ed energie sui problemi quotidiani delle persone e sui grandi
temi delle nostre società: lavoro, salute, istruzione, solidarietà
e inclusione sociale, pari opportunità, riconversione energetica,
sviluppo sostenibile, equità fiscale..."
Ma
alle elezioni politiche delegheremo il futuro capo del governo
italiano anche a discutere e a decidere di guerre e relazioni internazionali, spesso con i governanti delle grandi potenze.
A
questo punto credo che nessuno dei protagonisti principali della
riunione di domenica abbia intenzione di dedicare attenzione alle
guerre e alle nostre armi usate nei conflitti armati.
Nessuno
polemizzerà con i No Muos o difenderà Gentiloni e Pinotti, ma le
guerre saranno completamente assenti dalle parole dei protagonisti
principali dell’ incontro o saranno citate in modo generico.
Sia
chiaro, nessuno polemizzerà con i No Muos o con i comitati sardi che
si oppongono alle basi USA e Nato nei loro territori, nessuno loderà
Gentiloni e Pinotti che accettano la richiesta USA di aumentare le
nostre spese militari.
Sarebbe
impopolare e impossibile farlo. Ma e' invece facilissimo glissare sul
tema e parlare di altro.
Si
parlerà molto di Renzi e Bersani e le guerre e i mercanti di armi
europei saranno considerate fuori tema.
E
pensare che la rottura tra la sinistra radicale e il suo popolo, "una
minoranza di massa" molto attiva all' inizio degli anni 2.000,
spesso e' stata causata da temi internazionali.
Ricordo
il 9 giugno 2007, in occasione della visita di Bush a Roma, quando
100.000 manifestanti, senza la sinistra istituzionale, moderata o
radicale che fosse, sfilavano nel centro di Roma, mentre gli
esponenti dei partiti e dell' associazionismo legati al centro
sinistra spiegavano le loro ragioni a mille persone nella enorme
Piazza del Popolo.
Domenica
si parlerà, per fortuna anche se frettolosamente, dei catastrofici
cambiamenti climatici. Ma è possibile che qualcuno, come e' stato
fatto in alcuni articoli, li presenterà solo come una "ripicca"
dell' ignorante Trump contro il premio Nobel per la pace Obama. Gli
USA per la sinistra italiana non hanno niente da temere dalla fine
dell' "era fossile". "Petrodollari" è una voce
dell'Enciclopedia Treccani ma la parola non è presente nel
vocabolario delle associazioni e degli ambienti politici della
sinistra attuale.
Molti
amici, amiche, compagni, sono d' accordo con queste mie opinioni, e le
esporrebbero anche molto meglio di quanto faccia io. Credono però
che sia inutile farlo.
Io ho più fiducia nelle molte persone disinteressate che nell' Italia delle 100 citta' e dei 8.000 comuni hanno tenuto in piedi per decenni la sinistra italiana e credo che il loro impegno abbia reso migliore il nostro paese. A loro bisogna spiegare nei dettagli la guerra nello Yemen e le nostre responsabilità nelle sofferenze di questo povero paese, non lasciarle sole davanti agli argomenti imposti dai media e dagli opinion laeders della sinistra che vanno di moda al momento. Gli attivisti di base e i simpatizzanti della sinistra sono molto più disinteressati e meno opportunisti di questi ultimi. Ma dobbiamo esporre loro le ragioni contro le guerra, e contro il mercato delle armi che l’ Italia cinicamente sostiene, con continuità, pazienza e fermezza.
I
care.
Marco
Palombo
Nessun commento:
Posta un commento