La rivoluzione energetica arriva come un fulmine a ciel
sereno e sarà guerra mondiale. Nel prossimo futuro potrebbe esserci anche una
difficile pace, ma solo se capiremo e ci muoveremo in tempo e in modo adeguato.
Ho capito la teoria del picco petrolifero di Hubbert nel
2004, quando ormai da un anno USA e Gran Bretagna, grandi potenze nemiche dell’
euro, erano entrate in Iraq, paese che tra le altre cose minacciava di vendere
il proprio petrolio nella nuova moneta dell’ Unione Europea.
Non a caso quella volta Germania, Francia e parte del centro
sinistra italiano si schierarono apertamente contro la guerra in arrivo e
milioni di persone scesero in piazza in tutto il mondo nel tentativo di
impedirla.
Ma, se nel 2002-2003 fosse stata già divulgata a livello di
massa la teoria di Hubbert, l’ opposizione alla guerra irachena sarebbe stata
molto più decisa di quanto è stata.
Ora nel 2017, l’Iea, agenzia energetica dei paesi OCSE, ci
avverte che se fosse applicato l’ accordo di Parigi i consumi petroliferi dal
2020 inizierebbero a diminuire. Sarebbe la partenza ufficiale della rivoluzione
energetica dall’ era fossile e petrolifera all’ era delle rinnovabili, e l’ Iea
ci avverte inoltre che, anche se quanto previsto nel 2015 in Francia non fosse
implementato completamente, comunque ormai i consumi petroliferi crescerebbero
di pochissimo: 8 mb/g nei prossimi 23 anni, per poi fermarsi, contro i 4 mb/g
degli ultimi 3 anni. Si, avete letto bene.
Trump si è pronunciato contro l’ accordo Cop21 del 2015 e secondo
qualche autorevole professionista dell’ ambientalismo, alla base della
difficile e impopolare decisione del miliardario, in contrasto anche con suoi
collaboratori strettissimi, non ci sarebbe nessuna logica economica o politica;
la scelta sarebbe dovuta solo ad una ripicca verso il suo predecessore alla
presidenza USA, Obama.
Ma nonostante il parere di questi professionisti dell’
ambientalismo, il passaggio dall’ era fossile a quella delle rinnovabili, che
avverrà in tempi e modi oggi imprevedibili, sarà molto rischioso per l’
egemonia economica statunitense sul pianeta.
Le vendite petrolifere avvengono nella loro quasi totalità
in dollari statunitensi e questo permette agli USA di avere enormi vantaggi
nello stampare moneta, e permette a Washington di finanziare più facilmente il
suo enorme debito pubblico. Non sarà agevole mantenere questo meccanismo quando
le dimensioni del mercato petrolifero saranno ridotte rispetto agli ultimi
decenni.
Nello stesso tempo l’ arretramento dell’ importanza del
petrolio nel mercato energetico colpirà l’ Arabia saudita e alcuni suoi alleati
stretti, meno il Qatar che ha pochissimi abitanti e che guadagna anche dalle
proprie enormi riserve di gas. Inoltre l’Arabia saudita, che ha sempre puntato
a tenere alto il prezzo del greggio anche togliendo dal mercato milioni di
barili al giorno che avrebbe potuto produrre facilmente, si imbatterà nella
rivoluzione energetica proprio quando vuole mettere sul mercato azionario parte
della propria impresa energetica nazionale, la Saudi Aramco.
Aramco, da Arabian American Oil Company,
perché fu fondata dagli USA nel 1933 e
passò progressivamente in mano saudita solo a partire dal 1973, guarda caso
anno di inizio del sistema del Petrodollaro.
La più grande operazione finanziaria di tutti i tempi, così
è tuttora definita la quotazione in Borsa della Saudi Aramco, rischia di trasformarsi
in uno storico flop, soprattutto se arriverà nel mondo la consapevolezza dell’
arrivo della rivoluzione energetica lampo.
In questo quadro, Iraq e Iran stanno incrementando
enormemente la propria produzione petrolifera, sviluppatasi negli ultimi
decenni in modo ridotto a causa delle sanzioni che hanno colpito i due paesi, e
la loro concorrenza disturba i sauditi.
La situazione è tale che Stati Uniti e Arabia Saudita non
possono guardare dalla finestra come andranno le cose, ma devono agire prima
che il mondo si interessi a questi dati stranoti, anche se nessuno vuole
metterli in evidenza e spiegarli, e prima che si muova chi non ama le guerre.
E così USA, oggi guidati da Trump, e Arabia saudita, sempre
guidata dalla dinastia Saud, hanno iniziato ad agire. E’ il momento che si
muovano anche i pacifisti.
Marco
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