venerdì 11 agosto 2017

Armi. L'Italia blocca forniture a Venezuela e non ai Saud ? Parole in libertà...l' importante sono gli affari e la geopolitica. Un sit-in a settembre ?



Quello che è sicuro è che sul mercato delle armi le parole volano in libertà e mai viene precisato dal Ministero degli Esteri quel che è vero e quel che è falso. Tanto le denunce, vedi F-35 e armi ai Saud, non sono mai portate avanti con decisione.


Giorgio Beretta, che ha fatto denunce molto documentate sulla vendita di armi all’ Arabia Saudita, ha scritto anche di una fornitura di armi leggere al Venezuela. L’ articolo è stato diffuso dal blog di Beppe Grillo e due deputati Pd hanno risposto che la fornitura è stata già bloccata. La vendita di armi ai sauditi è stata sempre  giustificata dal governo con l’ assenza di sanzioni internazionali e  l’ impossibilità per l’ Italia di valutare le denunce ai Saud. Da questo, l’ atteggiamento italiano di aspettare eventuali  sanzioni internazionali prima di bloccare le vendite di armi ai sauditi.  Per il Venezuela invece, secondo i due deputati Pd, l’ atteggiamento italiano sarebbe stato diverso. Il nostro governo avrebbe interrotto autonomamente la fornitura al Venezuela. Da qui la soddisfazione di Beretta, se questo è possibile per il Venezuela allora è possibile anche per l’ Arabia saudita, a differenza di quanto sempre sostenuto dai ministri italiani.


Ma Beretta, analista competente del mercato delle armi, non ha capito ancora il comportamento dei nostri governi. 
Questi non si basano su leggi o su giudizi morali ma su interessi economici e geopolitici. Qualora, molto raramente, gli atti del governo vengano contestati, allora si danno giustificazioni spesso infondate, confidando nel disinteresse generale e sulla poca decisione dei contestatori.  Per ora questo modo di agire ha sempre funzionato e scelte ampiamente disapprovate dall’ opinione pubblica, come l’ acquisto degli F-35 e la vendita di armi all’ Arabia saudita, vengono comunque portate avanti, superando senza problemi contestazioni  seguite poi da silenzi e disinteresse.

Che fare dunque ? 
Le grandi reti fanno grandi denunce con nessuna decisione, sta ai piccoli gruppi andare a fondo alle cose e non mollare la presa. Alla riapertura della Camera saranno discusse importanti mozioni: sulla guerra in Yemen, e le armi italiane sui civili yemeniti , e sulla ratifica del Trattato ONU che proibisce le armi nucleari. Sarebbe il caso di prenotare subito Piazza Monte Citorio e di organizzare fin da ora un presidio per almeno due tre giorni il più affollato possibile, ma da effettuare eventualmente anche in tre persone e con dieci cartelli, da fotografare e spedire ovunque è possibile.


M.P.

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