Quello che è sicuro è che sul mercato delle armi le parole
volano in libertà e mai viene precisato dal Ministero degli Esteri quel che è
vero e quel che è falso. Tanto le denunce, vedi F-35 e armi ai Saud, non sono
mai portate avanti con decisione.
Giorgio Beretta, che ha fatto denunce molto documentate
sulla vendita di armi all’ Arabia Saudita, ha scritto anche di una fornitura di
armi leggere al Venezuela. L’ articolo è stato diffuso dal blog di Beppe Grillo
e due deputati Pd hanno risposto che la fornitura è stata già bloccata. La
vendita di armi ai sauditi è stata sempre giustificata dal governo con l’ assenza di
sanzioni internazionali e l’
impossibilità per l’ Italia di valutare le denunce ai Saud. Da questo, l’
atteggiamento italiano di aspettare eventuali sanzioni internazionali prima di bloccare le
vendite di armi ai sauditi. Per il Venezuela
invece, secondo i due deputati Pd, l’ atteggiamento italiano sarebbe stato
diverso. Il nostro governo avrebbe interrotto autonomamente la fornitura al Venezuela.
Da qui la soddisfazione di Beretta, se questo è possibile per il Venezuela
allora è possibile anche per l’ Arabia saudita, a differenza di quanto sempre
sostenuto dai ministri italiani.
Ma Beretta, analista competente del mercato delle armi, non ha capito ancora il comportamento dei nostri governi.
Questi non si basano su
leggi o su giudizi morali ma su interessi economici e geopolitici. Qualora,
molto raramente, gli atti del governo vengano contestati, allora si danno
giustificazioni spesso infondate, confidando nel disinteresse generale e sulla
poca decisione dei contestatori. Per ora
questo modo di agire ha sempre funzionato e scelte ampiamente disapprovate dall’
opinione pubblica, come l’ acquisto degli F-35 e la vendita di armi all’ Arabia
saudita, vengono comunque portate avanti, superando senza problemi
contestazioni seguite poi da silenzi e
disinteresse.
Che fare dunque ?
Le grandi reti fanno grandi denunce con
nessuna decisione, sta ai piccoli gruppi andare a fondo alle cose e non mollare
la presa. Alla riapertura della Camera saranno discusse importanti mozioni: sulla
guerra in Yemen, e le armi italiane sui civili yemeniti , e sulla ratifica del
Trattato ONU che proibisce le armi nucleari. Sarebbe il caso di prenotare
subito Piazza Monte Citorio e di organizzare fin da ora un presidio per almeno due tre giorni il più affollato possibile, ma da effettuare
eventualmente anche in tre persone e con dieci cartelli, da fotografare e
spedire ovunque è possibile.
M.P.
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