Nel maggio-giugno 2011, quando le sorti della guerra Nato alla Libia erano ancora incerte, la Lega dopo qualche tentennamento accetto' il rinnovo della partecipazione italiana al conflitto, ma solo fino al 30 settembre 2011.
Nel decreto missioni varato a inizio luglio e votato dal Parlamento prima delle vacanze di agosto, tutte le missioni militari italiane furono prorogate fino al 31 dicembre, meno la missione libica che fu autorizzata fino al 30 settembre. La partecipazione italiana alla guerra, fondamentale perché dalle nostre basi partivano anche bombardamenti di aviazioni di altri paesi Nato, per continuare dal 1 ottobre avrebbe dovuto avere il consenso in un nuovo passaggio parlamentare.
Ma cosi' non fu, nessuno si accorse della cosa e il governo, Lega compresa, fece finta di niente.
A meta' settembre lessi il decreto missioni di inizio luglio e segnalai come potevo la scadenza della missione, senza conoscere ancora bene i meccanismi legislativi.
Scrissi una lettera ai giornali pubblicata solo dal Manifesto e, tramite la Rete No War, soprattutto grazie a Marinella Correggia, mandammo messaggi a qualche deputato e senatore del Pd. In quella legislatura non erano presenti in Parlamento ne' la sinistra ne' il M5S.
I senatori Pd a meta' ottobre si accorsero della missione scaduta al 30 settembre, denunciarono la cosa e usci' una pagina su Repubblica a cui il ministro La Russa rispose che comunque dal 1 ottobre l' Italia non aveva più svolto operazioni militari e per questo motivo non aveva speso fondi non autorizzati dal Parlamento. Ma fu smentito dal quotidiano che pubblico' un comunicato del ministero della Difesa che davi i dettagli delle missioni aeree svolte nelle prime due settimane di ottobre.
Era previsto al Senato un dibattito parlamentare al 23 ottobre, ma il 20 ottobre Gheddafi fu barbaramente assassinato dalle milizie libiche sostenute dalla Nato.
Gli ultimi tre mesi del 2011 dell' intervento italiano in Libia furono autorizzati retroattivamente nel decreto missioni per il 2012 varato dal governo Monti, sostenuto da Forza Italia e dal Partito Democratico.
M.P.
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