"Abbiamo sempre saputo e sappiamo che l'avanzata delle
classi lavoratrici e della democrazia sara' contrastata con tutti i mezzi
possibili dai gruppi sociali dominanti e dai loro apparati di potere.
E sappiamo, come mostra ancora una volta la tragica esperienza
cilena, che questa reazione antidemocratica tende a farsi più violenta e
feroce quando le forze popolari cominciano a conquistare le leve fondamentali
del potere nello Stato e nella società.
Ma quale conclusione dobbiamo trarre da questa consapevolezza ?
Forse quella proposta da certi sciagurati di abbandonare il terreno democratico
e unitario per scegliere un' altra strategia fatta di fumisteria ma della quale
e' comunque chiarissimo l' esito rapido e inevitabile di un isolamento dell'
avanguardia e della sua sconfitta ?
Noi pensiamo al contrario che, se i gruppi sociali dominanti
provano a rompere il quadro democratico, a spaccare in due il paese e a
scatenare la violenza reazionaria,
questo deve spingerci ancora di più a tenere saldamente nelle
nostre mani la causa della difesa della libertà e del progresso democratico, a
evitare la divisione verticale del paese e a impegnarci con ancora maggiore
decisione intelligenza e pazienza a isolare i gruppi reazionari e a ricercare
ogni possibile intesa e convergenza fra tutte le forze popolari.
E' vero che neppure l' attuazione coerente di questa linea da
parte dell' avanguardia rivoluzionaria esclude l' attacco reazionario aperto.
Ma chi può contestare che essa lo rende più difficile e crea
comunque le condizioni più favorevoli per respingerlo e stroncarlo sul nascere
? "
Queste parole sono tratte dal saggio di Enrico Berlinguer su
Rinascita con il quale il segretario comunista, riflettendo sul golpe cileno
dell' 11 settembre 1973, propose per la prima volta la strategia del
compromesso storico che segno' la politica italiana per tutti gli anni '70.
Il compromesso storico e' stato una proposta politica che prima
ha fatto crescere il PCI e poi ha causato l'inizio del declino terminato nella sua dissoluzione, ma
alcuni concetti di Berlinguer rimangono indicazioni utili.
Ho ricercato i tre articoli che componevano il saggio perché da
tempo associo la crisi venezuelana alla vicenda cilena del 1973. Sono convinto
che l' obiettivo della destra venezuelana e dei poteri finanziari occidentali
non sia l' alternanza di governo a Caracas, sostituire i governi chavisti con
governi di destra,
ma che il vero obiettivo sia far esplodere la violenza e la guerra
nel paese per sconfiggere e far scomparire per sempre il blocco politico
sociale che sta governando il Venezuela da due decenni.
La sola alternanza di governo infatti lascerebbe in piedi, anche
se indebolito e all' opposizione, il blocco politico sociale della sinistra,
che si opporrebbe con le lotte a politiche antipopolari e si ricandiderebbe
sempre a tutte le prossime elezioni per guidare di nuovo il paese.
Secondo me quindi l' obiettivo primario che dovrebbe porsi il Partito Socialista Unito del Venezuela, e quello che noi da fuori del Venezuela
dovremmo augurarci,
è la difesa del sistema democratico ed evitare lo scoppio di una
violenza più estesa che distruggerebbe il paese come e' successo in Ucraina,
in Siria e in altri paesi.
Provo a diffondere questo testo per dare alcuni input alla discussione
in Italia sulla crisi venezuelana. So che molti, se leggessero queste righe,
reagirebbero stroncandole, ma non servono parole bellicose servirebbe invece
anche in Italia una mobilitazione in strada, che ponesse la vicenda venezuelana all' attenzione anche di chi sta fuori
della nicchia dei già schierati.
Purtroppo la politica internazionale in Italia e' oggi ignorata
completamente e delegata all' Unione Europea. C' e' una sinistra che discute
nuove strade escludendo alleanze con il Pd ma non parla per niente di guerre,
armi e alleanze internazionali. Eppure su questi temi sarebbe molto facile
mettere in difficoltà il Partito Democratico.
E' probabile che queste righe siano lette da pochissimi senza
suscitare reazioni. Io le diffondo ugualmente, sicuro che alcuni elementi qui presenti
saranno più comprensibili in un prossimo futuro. Ricordiamo che il Venezuela
e' il primo paese al mondo per riserve di petrolio accertate e i giacimenti del
Messico stanno declinando rapidamente.
Marco Palombo
Marco Palombo
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